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Pigliaru al Governo: il taglio dell'essenzialità sarebbe un colpo durissimo per l'industria sarda e per la stabilità del sistema elettrico

Il presidente chiede che al più presto vengano individuate "le modalità necessarie ad evitare l'immediata chiusura di fondamentali insediamenti per l'economia isolana, in un contesto in cui già incidono in modo pesantissimo il disimpegno di Eni dagli investimenti già programmati nel Nord Sardegna, le difficoltà legate all'applicazione del servizio di super-interrompibilità alle imprese sarde e le complicate condizioni di rilancio delle produzioni nella Sardegna centrale".
Energia
CAGLIARI, 11 NOVEMBRE 2015 - Un incontro urgente sul tema della sicurezza degli approvvigionamenti elettrici e dell’efficienza della rete assieme all'Autorità per l'Energia ed il Gas. È quanto ha chiesto il presidente Francesco Pigliaru quest'oggi al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Claudio De Vincenti e alla ministra dello Sviluppo economico Federica Guidi.

Segnando l'improcrastinabile esigenza di affrontare questa nuova emergenza a seguito della proposta di Terna in materia di impianti essenziali, che rischia di indebolire ulteriormente il tessuto industriale della Sardegna, Francesco Pigliaru sottolinea ai rappresentanti dell'esecutivo nazionale la trasformazione in corso del sistema energetico-elettrico sardo, alla luce degli obiettivi che Regione e Governo si sono dati in tema di metanizzazione e di rilancio di comparti strategici fortemente energivori. Il solo riavvio dello smelter ex Alcoa, ad esempio, rappresenterebbe un incremento dei consumi sardi di energia elettrica di circa il 30%, sostiene Pigliaru, evidenziando che il "mancato riconoscimento dell'essenzialità, nelle more dell'arrivo del metano, comporterebbe la chiusura certa delle centrali elettriche operanti nei tre principali poli industriali della Sardegna, con gli impatti intuibili in materia di utilities e di sostenibilità delle altre imprese insediate… Inoltre, la condizione di insularità della Regione Sardegna e la sua dimensione territoriale rendono la situazione ancora più critica, vincolando la sicurezza del sistema energetico elettrico sardo all'esercizio del cavo Sapei in importazione, che comporta il fortissimo rischio di black out in tutto il territorio della regione in caso di problemi di funzionamento".

Disconoscere l’attuale regime di essenzialità aggraverebbe ulteriormente il gap infrastrutturale determinato dalla condizione di insularità e dalla mancanza di approvvigionamento del metano, con riduzione della competitività e dell’attrattività del sistema Sardegna, e costituirebbe un ostacolo al processo di pianificazione energetica in atto nella regione. Pigliaru chiede pertanto che al più presto vengano individuate "le modalità necessarie ad evitare l’immediata chiusura di fondamentali insediamenti per l’economia isolana, in un contesto in cui già incidono in modo pesantissimo il disimpegno di Eni dagli investimenti già programmati nel Nord Sardegna, le difficoltà legate all’applicazione del servizio di super-interrompibilità alle imprese sarde e le complicate condizioni di rilancio delle produzioni nella Sardegna centrale".