Regione Autonoma della Sardegna [SITO ARCHIVIO]
Vai alla nuova versione
Vai al contenuto della pagina

Logo Regione Sardegna


Finanziaria 2016, Paci e Arru incontrano sindacati e imprese. Primo obiettivo risanamento dei debiti in Sanità

La manovra prevede che vengano messi a disposizione del comparto Sanità almeno 400 milioni aggiuntivi rispetto al bilancio 2015. Per coprire in parte questo importo, la Giunta proporrà al Consiglio regionale - che avrà l'ultima parola - di accogliere la proposta di ritoccare le aliquote dell'addizionale Irpef.
CAGLIARI, 10 DICEMBRE 2015 - Chiarezza dei conti, verità sui numeri, linearità dei percorsi per garantire ai sardi il massimo impegno nel riparare ai danni ereditati nella gestione della Sanità dalla precedente legislatura. L'obiettivo è risanare il debito generato dalla sanità che da sola costa più della metà del bilancio totale della Regione, anche grazie a un Piano triennale di Rientro del disavanzo in Sanità.

PRIMO OBIETTIVO RISANAMENTO - Le caratteristiche principali della Finanziaria per il 2016, che conta circa 130 milioni in più di entrate da compartecipazioni erariali rispetto all'anno scorso, sono state illustrate oggi dall'assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci ad associazioni sindacali e datoriali. Una manovra che porta avanti le grandi novità introdotte dalla precedente, come l'integrazione dei fondi, il mutuo infrastrutture e il pareggio di bilancio, e che avvia una operazione di rientro dal debito della Sanità calibrata sui prossimi tre anni. La manovra prevede che vengano messi a disposizione del comparto Sanità almeno 400 milioni aggiuntivi rispetto al bilancio 2015. Per coprire in parte questo importo, la Giunta proporrà al Consiglio regionale - che avrà l'ultima parola - di accogliere la proposta di ritoccare le aliquote dell'addizionale Irpef, attualmente ferma alla quota più bassa consentita, l'1,23% per tutti: si arriverà, con un criterio a scaglioni e progressivo, fino a un massimo del 3,3% (1,23% per i redditi sotto i 15 mila euro, 2,70 sino a 28 mila, 3,10 tra i 28 e i 55 mila euro e 3,33% sopra i 55 mila). Un aumento che riguarderà solo le fasce più abbienti della società, mentre le più deboli non verranno toccate, e che accompagnerà il Piano di rientro dal debito della Sanità, illustrato alle associazioni dall'assessore della Sanità Luigi Arru. Non sarà invece per ora introdotto il ticket su ricette e medicinali.

SPESE OBBLIGATORIE E SERVIZI - Con il ritocco dell'Irpef la Giunta conta di incassare circa 210 milioni di euro aggiuntivi, da sommare ai circa 130 che si stima potranno arrivare in entrata grazie a un ciclo economico più favorevole e ai tagli di una spending review ancora più severa. "Si tratta di una tassa di scopo, cioè finalizzata a un obiettivo preciso, e temporanea perché contiamo di tenerla in vigore per tre anni cioè fino al risanamento della Sanità - ha detto l'assessore Paci -. Non possiamo più far finta di niente, non possiamo più girarci dall'altra parte e lasciare che il debito della Sanità continui a crescere. Abbiamo il dovere preciso e non più rinviabile di intervenire, di riportare ordine nei conti della Sanità, di riconsegnare ai sardi una Regione risanata, che è anche un dovere nei confronti delle future generazioni. Per anni si è lasciato che il costo complessivo della Sanità aumentasse: ora non c'è più tempo, bisogna intervenire. Quella di chiedere per un periodo di tempo limitato un contributo ai cittadini più abbienti, sacrificio da accompagnare a una spending review complessiva che riguarda tutto l'apparato regionale e a un Piano di rientro della Sanità, è l'unica strada e la più equa per poter continuare a garantire i servizi ai cittadini e politiche in tutti i settori. Il bilancio della Regione è fatto quasi completamente di spese fisse, e quelle non si possono ridurre. Le spese libere nel bilancio regionale sono poche e non vogliamo rinunciarci. Giusto per fare qualche esempio, non vogliamo certo ridurre gli stanziamenti dei 30 milioni per le povertà, 22 del fondo Università, 10 per il trasporto disabili, 18 per le scuole paritarie, 7 per i musei, 6 per il cinema, 5 per la ricerca e così via. Lo ripeto - ha concluso il vicepresidente della Regione -, le spese obbligatorie mangiano quasi completamente il bilancio della Regione, e per risanare il debito in sanità che abbiamo ereditato l'unica alternativa all'aumento dell'Irpef era azzerare - tutti e completamente - i servizi ai cittadini sardi. Una cosa impensabile".

SANITÀ, IL PIANO DI RIENTRO DAL DEBITO - "Faremo un piano di rientro per l’intera filiera, quasi un piano industriale della Sanità sarda - ha spiegato l'assessore Arru - Da oltre un anno abbiamo un tavolo di monitoraggio per verificare i conti e abbiamo già ridotto il disavanzo rispetto a ciò che abbiamo trovato quando la Giunta si è insediata. Siamo consapevoli che la Sanità attuale assorbe molte risorse ed è per questo che sono indispensabili le riforme che stiamo portando avanti, la nuova rete ospedaliera e la rete territoriale: riorganizziamo il sistema, senza intaccare il diritto alla salute delle persone". Il Piano completo di rientro sarà presentato martedì prossimo in Giunta.