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Latte ovino, Falchi a Coldiretti: prevalga senso di responsabilità per futuro del comparto

"Il dovere della Regione è quello di continuare ad accompagnare il comparto lattiero caseario nel suo percorso di riorganizzazione, senza cedere ad agitazioni o umori passeggeri", ha detto l'assessore Falchi.
Pecore
CAGLIARI, 3 NOVEMBRE 2016 - "Sono sorpresa dall'atteggiamento dei vertici di Coldiretti Sardegna nei confronti del percorso di riorganizzazione del comparto che la Regione sta accompagnando in questi mesi. Il senso di responsabilità infatti ci spinge a tener conto delle giuste istanze che provengono dal mondo degli allevatori ovini, in gran parte rappresentati proprio da Coldiretti, e che riguardano una maggiore trasparenza delle dinamiche produttive e commerciali del comparto." Lo dice l’assessora dell’Agricoltura Elisabetta Falchi.

Trasparenza dei dati. "Sorprende ancora di più – continua Falchi - che oggi, quando il Gruppo di lavoro dell’Organismo interprofessionale (OI) ha valutato alcune iniziative che rispondono proprio all’esigenza di trasparenza dei dati produttivi, il rappresentante al tavolo di Coldiretti abbia deciso di non partecipare. Col tavolo abbiamo concordato sull’importanza di sollecitare il Ministero affinché estenda al latte ovino il decreto del 2015 che obbliga gli acquirenti di latte bovino a comunicare entro un mese la quantità di latte conferito dai produttori. Inoltre, consapevoli che ciò non è sufficiente, il tavolo ha anche approntato gli strumenti perché, già all’atto della costituzione formale dell’OI prevista per fine mese, gli aderenti debbano produrre anche i dati relativi alla produzioni di formaggio, distinti per tipologia. Insomma, il percorso di creazione dello strumento di verifica e trasparenza dei dati più richiesto da Coldiretti è giunto a conclusione."

OI risultato raggiunto. "Dunque - dichiara ancora l'esponente della Giunta - dispiace che i vertici dell’associazione prendano le distanze proprio nel momento in cui il risultato è raggiunto. L’Organismo interprofessionale era stato evocato da Coldiretti come strumento indispensabile a risolvere i problemi di trasparenza del comparto già nell’aprile 2015. L’Assessorato ha atteso l’emanazione del decreto ministeriale che norma le OI e, appena due giorni dopo, nel mese di luglio aveva avviato il tavolo per la sua costituzione, tavolo che ha contestualmente monitorato l’andamento della campagna passata segnalando con tempismo i rischi di una eccessiva produzione di Pecorino romano rispetto alla domanda di mercato."

Il prezzo del latte. "Stiamo lavorando - spiega la titolare dell’Agricoltura - perché il prezzo del latte nella prossima campagna si stabilizzi a livelli superiori di quelli denunciati da Coldiretti. Decine di anni di disorganizzazione non si risolvono in un batter d’occhio. È curioso peraltro che Coldiretti si accorga della non trasparenza delle dinamiche della filiera solo oggi, mentre già dal 2014, quando tutto sembrava andare bene, i richiami dell’Assessorato a una riorganizzazione non ricevevano alcun riscontro e si festeggiava il ritrovato dinamismo del sistema cooperativo e industriale. Tra l’altro è proprio l’attacco alla cooperazione che lascia stupiti. Il sistema cooperativo governa oggi circa il 60% del latte ovino e le decisioni vengono assunte con l’approvazione dei soci, i quali per larga parte sono aderenti a Coldiretti. Insomma, Coldiretti bastona i suoi allevatori associati al sistema cooperativo, che forse ha lasciato senza il necessario supporto."

Prevalga la responsabilità. Quanto ai contenuti della riunione di oggi, in cui sono stati analizzati altri elementi fondamentali al sostegno delle criticità attuali, rimando volentieri la loro divulgazione ai rappresentati degli attori della filiera, che sceglieranno gli strumenti che ritengono opportuni per informare i loro associati.
Ritengo infine – conclude Elisabetta Falchi - che la richiesta di adesione all’OI di Coldiretti, presentata soltanto un mese fa, sia ancora valida e l’assenza di oggi sia dovuta soltanto a un nervosismo passeggero causato dalle difficoltà attuali. Il dovere della Regione è quello di continuare ad accompagnare il comparto lattiero caseario nel suo percorso di riorganizzazione, senza cedere ad agitazioni o umori passeggeri. Siamo a pochi passi da un traguardo importante: il senso di responsabilità, soprattutto di chi rappresenta le persone che nelle campagne lavorano, e l’interesse collettivo per la salute del comparto dovrebbero prevalere senza alcuna esitazione. Continuare a rimuginare sul passato e perseguire una protesta fine a se stessa non è sicuramente l’atteggiamento giusto. Stiamo tutti lavorando per il futuro dell’allevamento con l’obiettivo di contenere i danni della campagna attuale e rilanciare con decisione il comparto per il prossimo futuro."