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Archivi dell'Amministrazione regionale

L'insieme dei suoi archivi costituisce un patrimonio culturale che è doveroso tenere ordinato e rendere accessibile.
Archivio… una parola che fa pensare a luoghi noiosi pieni di scartoffie inutili e polverose. Ma gli archivi non sono solo questo, e hanno a che fare con la nostra vita più di quanto non immaginiamo: sin da quando nasciamo e l’impiegato dell’anagrafe trascrive il nostro nome sul registro delle nascite; oppure quando chiediamo a una pubblica amministrazione il rilascio di un certificato, o vogliamo sapere a che punto è una pratica che ci riguarda (i risultati di un concorso, la pensione…): in tutti questi casi, e in molti altri, noi abbiamo a che fare con le carte di un archivio.
Ciascuno di noi, poi, ha il suo archivio, quando mettiamo da parte, più o meno ordinatamente, le fatture, le bollette, le ricevute, le buste paga, il contratto di affitto… conserviamo tutte queste cose perché ci servono a svolgere le nostre attività sociali e professionali e a gestire i nostri rapporti con le istituzioni.

Quando una persona, una famiglia, un’azienda, un ente, inizia a conservare la memoria della propria attività per poter svolgere al meglio l’attività stessa e per conseguire i propri fini, nasce l’archivio. Tutte queste carte, che si accumulano per motivi pratici, sono al tempo stesso testimonianze di fatti (l’istituzione di una nuova Provincia, un accordo diplomatico, la fusione tra due aziende…): in esse leggiamo la storia di chi ha prodotto le carte, le sue attività, le relazioni che ha stretto con altri soggetti. I documenti di archivio sono perciò anche fatti culturali, fonti per la storia e la ricerca. Per questo gli archivi dello Stato e degli enti pubblici, nonché gli archivi di privati che siano stati riconosciuti storicamente importanti, sono considerati e tutelati come beni culturali, allo stesso modo di un’opera d’arte o di un reperto archeologico.

Per questi motivi diverse leggi sono intervenute a regolamentare gli archivi e soprattutto a prescrivere che gli archivi vengano conservati ordinatamente; l’archivio ordinato infatti:
1.permette un migliore svolgimento della propria attività (quanto tempo si perde a cercare una pratica in un archivio disordinato!);
2.rende possibile la consultazione degli atti di una pubblica amministrazione da parte del cittadino che ne fa richiesta (attuando concretamente un altro ruolo dell’archivio, quello di strumento per un controllo democratico dell’attività dei pubblici poteri);
3.permette la futura conservazione della memoria dell’ente in una prospettiva storica.