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Fondi europei, Paci all'incontro con il partenariato economico e sociale: per spendere in fretta e bene è importante il contributo di tutti

"I finanziamenti europei sono per noi vitali, soldi importanti che dobbiamo assolutamente spendere rapidamente e bene, perciò il contributo del partenariato è fondamentale". Con l'assessore erano presenti l'Autorità di gestione del Por Fesr, Graziella Pisu, e i responsabili dei vari assi.
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Cagliari, 29 giugno 2018 - "Quello di oggi è un incontro non rituale ma molto importante e operativo, aperto al contributo di tutti gli interessati per migliorare insieme i risultati". L’ha detto l’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, aprendo l'incontro con il partenariato regionale economico e sociale per fare il punto sul Por Fesr 2014-2020 in vista dell’appuntamento con il Comitato di sorveglianza il prossimo 12 luglio. "I finanziamenti europei sono per noi vitali, soldi importanti che dobbiamo assolutamente spendere rapidamente e bene, perciò il contributo del partenariato è fondamentale". Con l'assessore erano presenti l'Autorità di gestione del Por Fesr, Graziella Pisu, e i responsabili dei vari assi.

STATO DI ATTUAZIONE E PREVISIONI. Durante la mattinata di lavori si è fatto il punto sullo stato di attuazione del Fesr e si è tracciata la previsione del raggiungimento dei target fissati, con focus su Programmazione territoriale, Investimenti territoriali integrati, interventi a favore delle imprese. È stato poi presentato il bando "Manifestazione d’interesse per progetti pilota di rigenerazione urbana-Comuni della Città Metropolitana di Cagliari e Comuni della rete metropolitana del nord Sardegna".

IMPORTI E OBIETTIVI DEL POR FESR. A disposizione della Sardegna ci sono 930 milioni di euro, 465 da finanziamenti europei e il resto da cofinanziamento regionale. Soldi da utilizzare per garantire supporto alla ricerca e allo sviluppo di oltre 1500 imprese sarde, agevolare il credito e creare infrastrutture informatiche, sostenere il settore dell’energia e lo sviluppo turistico. Il Fesr 14/20 conta 35 linee di intervento. Dei 930 milioni, 213 sono destinati alla competitività del sistema economico, 164 alla valorizzazione turistica e culturale, 150 all’efficienza energetica, 130 all’agenda digitale, 128 a ricerca e innovazione, 55 ad ambiente e prevenzione del rischio idrogeologico, 51 a inclusione sociale e povertà. Entro dicembre 2018 la Sardegna deve spendere necessariamente 147 milioni di euro (N+3), 185 con la cosiddetta riserva di efficacia (PF), obiettivo non obbligatorio ma che la Regione si è posta, accogliendo la più sfidante proposta europea.

PACI, LA RIVOLUZIONE DELLA PROGRAMMAZIONE UNITARIA. Non era mai successo prima: tutti i fondi a disposizione della Regione gestiti da un’unica Cabina di regia con tutti gli Assessorati interessati che ragionano e programmano insieme. “Questo significa scelte condivise e nessun rischio di doppione: una vera rivoluzione, che ha portato ottimi risultati”, ha sottolineato Paci. “Una filosofia della condivisione che abbiamo utilizzato anche nella programmazione territoriale, che tanto successo sta avendo ed è riuscita nell’impresa di far lavorare allo stesso progetto comunità che neanche si parlavano. Certo la condivisione allunga i tempi, ma la strada è questa e non ce ne sono altre, perché con questo approccio abbiamo attivato meccanismi che resteranno nel tempo e produrranno risultati”.

PAROLA D'ORDINE COMPETENZA, SERVE UN FORTE CAMBIAMENTO CULTURALE. Il vicepresidente della Regione ha poi sottolineato la necessità di forti e solide competenze per esempio per accompagnare le imprese a intercettare i finanziamenti dei bandi. “In questo ha un ruolo fondamentale l’Università, chiamata a formare professionalità di alto livello”. Infine, la necessità di migliorare la capacità istituzionale. “Noi dobbiamo essere qui per risolvere problemi, non per giocare a ping-pong fra istituzioni scaricandosi responsabilità. Questo non è più accettabile. Sono sicuro che gli obiettivi nella spesa dei fondi saranno raggiunti, come è successo nel 2007-2013. Però serve un passo diverso, che ci deve portare al livello di altre realtà regionali che guardiamo con ammirazione. Certo, serve una rivoluzione culturale”, ha concluso Paci. “Ma non ci sono alternative per fare di questa regione ciò che deve essere, dinamica, capace di portare avanti i processi e dare risposte chiare e concrete ai suoi cittadini".