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Industria, ex miniere, Funtana Raminosa passa al comune di Gadoni. Piras: restituiamo alla comunità e al territorio un bene prezioso per un nuovo utilizzo turistico, culturale e produttivo

“Da oggi, ufficialmente, l’ex miniera di Funtana Raminosa comincia una nuova vita. Lo avevamo promesso esattamente un anno fa. Ebbene, abbiamo mantenuto la parola. Per Funtana Raminosa si tratta di un nuovo inizio, dopo secoli di sfruttamento del giacimento di rame e di attività industriale."
Gadoni, 23 novembre 2018 - “Da oggi, ufficialmente, l’ex miniera di Funtana Raminosa comincia una nuova vita. Lo avevamo promesso esattamente un anno fa. Ebbene, abbiamo mantenuto la parola. Per Funtana Raminosa si tratta di un nuovo inizio, dopo secoli di sfruttamento del giacimento di rame e di attività industriale. È un nuovo inizio, declinato in chiave turistica, culturale e produttiva, che speriamo possa contribuire a un rinnovato sviluppo del paese di Gadoni e dell’intero territorio, integrato con le tante iniziative che stiamo sostenendo per combattere lo spopolamento delle zone interne e il rilancio delle attività imprenditoriali di tutta l’area”. Lo ha detto l’assessora dell’Industria, Maria Grazia Piras, intervenendo a Gadoni all’incontro organizzato da Confindustria Sardegna Centrale per l’inaugurazione della riapertura dell’ex miniera di Funtana Raminosa. La giornata, oltre che dalla cerimonia di inaugurazione e dalla benedizione della chiesetta campestre di Santa Barbara riconsacrata dall’arcivescovo di Oristano, monsignor Ignazio Sanna, è stata caratterizzata da un convegno al quale hanno partecipato il sindaco di Gadoni, Francesco Peddio, il presidente di Confindustria Sardegna Centrale, Roberto Bornioli, il commissario del Parco Geominerario, Tarcisio Agus, il vice presidente del Consiglio delle Autonomie locali, Antonio Satta, e il consigliere regionale Antonio Gaia.

VALORIZZAZIONE TURISTICA EX MINIERE.
“La Giunta – ha ricordato l’assessora Piras – ha avviato iniziative rilevanti per consentire la valorizzazione dei beni ex minerari in Sardegna. Un passaggio fondamentale è stato il provvedimento che prevede la cessione di alcuni siti alle amministrazioni comunali per consentirne un riutilizzo produttivo, grazie alla creazione di percorsi turistico-museali e conseguente rilancio delle attività nelle zone interessate. È una strada che abbiamo percorso non solo nel Sulcis Iglesiente ma anche nel nuorese e nella Sardegna Centrale. Ricordo la riapertura della Galleria Henry a Buggerru, Porto Flavia e Santa Barbara a Iglesias e la Galleria Anglosarda a Montevecchio, in territorio di Guspini. Oggi questi siti fanno registrare la presenza di decine di migliaia di turisti all’anno, non soltanto nel periodo di punta ma anche nelle cosiddette stagioni di spalla, in primavera e in autunno”. La titolare dell’Industria ha ricordato quindi il ruolo di Igea, la società in house della Regione portata verso il definitivo risanamento dalla Giunta Pigliaru, dopo essere stata sull’orlo del fallimento, e oggi impegnata in rilevanti lavori di bonifica industriale. “Il passaggio di Funtana Raminosa al Comune è frutto di un gioco di squadra, condotto dagli uffici dell’Assessorato dell’Industria, dalla stessa Igea, che si occupa della messa in sicurezza e della manutenzione dei siti minerari, dal Parco Geominerario e naturalmente dal Comune che ha spinto con forza per l’affidamento dell’ex miniera”. Il ruolo delle miniere non è più quello del passato, ha sottolineato l’assessora Piras, secondo cui “occorre far crescere nuove attività economiche legando il fascino dei siti e dell’ambiente in cui si trovano all’attrattività turistica. Abbiamo un patrimonio inestimabile, oltre 170 siti sparsi in tutta l’Isola. La maggior parte può essere rilanciata, creando sinergie tra i diversi territori e azioni mirate di marketing anche per la valorizzazione dei prodotti dell’agroalimentare. Non mancano progetti e azioni di programmazione da parte dei Comuni. Come abbiamo fatto con Gadoni, noi siamo sempre disponibili a sostenerli, non solo dal punto di vista economico”.

I PROGETTI DI RICERCA NELLE EX MINIERE.
Non meno importanti sono le iniziative legate alla ricerca, che a sua volta può portare a un incremento delle attività imprenditoriali. Ne sono un esempio le attività in corso alla Carbosulcis, con il Progetto Aria. Nella miniera di Seruci, infatti, si sta realizzando un grande impianto destinato alla purificazione del gas Argon, elemento che sarà utilizzato dai fisici dei Laboratori del Gran Sasso per la ricerca della Materia Oscura. Un progetto che ha suscitato l’interesse anche dello SNOLAB di Sudbury, in Canada, uno dei centri di ricerca di astrofisica più importanti ne mondo. L’esempio della Carbosulcis, tuttavia, non è isolato. In questi anni si è sviluppato un progetto scientifico rilevante anche nella miniera Igea di Sos Enattos a Lula, attiva fino al 1996. Qui è stato installato un laboratorio di ricerca internazionale con il coinvolgimento di numerose Università. L’ex miniera, infatti, è un sito molto silenzioso, senza attività sismica e lontano dal mare: uno dei migliori al mondo per la ricerca sulle onde gravitazionali. Per questo motivo Sos Enattos è candidato a ospitare il cosiddetto “Telescopio di Einstein”.