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Accantonamenti, Pigliaru a Conte: il governo applichi immediatamente la sentenza. Paci: ingiunzione di pagamento e commissario ad acta se non avremo risposte

La Regione è pronta a procedere con una ingiunzione di pagamento nei confronti del Governo e a chiedere la nomina di un commissario ad acta per avere giustizia nella questione accantonamenti.
Assessorato Programmazione
Cagliari, 22 gennaio 2019 - La Regione è pronta a procedere con una ingiunzione di pagamento nei confronti del Governo e a chiedere la nomina di un commissario ad acta per avere giustizia nella questione accantonamenti. Sono queste le due strade che la Giunta sta valutando di percorrere se entro il 31 gennaio il Governo, come gli impone con estrema chiarezza l’ultima sentenza della Corte Costituzionale, non restituirà i 285 milioni versati e non dovuti dalla Sardegna per il 2018 e non si impegnerà a raggiungere una nuova intesa sulla finanza pubblica. Per il momento, nessuna risposta è arrivata alla lettera con cui il presidente della Regione Francesco Pigliaru, all’indomani della sentenza, chiede al premier Conte di applicarla immediatamente. Nel testo inviato una settimana fa anche ai ministri dell’Economia Tria e degli Affari Regionali Stefàni, al sottosegretario della Presidenza Giorgetti e al viceministro dell’Economia Garavaglia - il presidente Pigliaru scrive che, in caso di mancate risposte, la Regione “si riserva ogni opportuna azione per il soddisfacimento dei suoi diritti e la tutela delle sue attribuzioni”.

“Con assoluta chiarezza - si legge nella lettera - la Consulta ha stabilito che il legittimo ordine dei rapporti economico-finanziari tra lo Stato e la Regione deve essere ripristinato ‘nella sostanza e non solo nella formale petizione di principio’, dando attuazione alla ‘sentenza n. 77 del 2015’ e in considerazione ‘del ritardo dello sviluppo economico dovuto all’insularità e dell’evoluzione dei complessivi rapporti finanziari tra Stato e Regione”. Si ricorda inoltre che la Corte costituzionale, entrando per la prima volta fortemente nel merito della questione, ha elencato i fattori che determinano in modo vincolante il concorso regionale alla finanza pubblica. In particolare, ‘partendo dall’andamento storico delle entrate e delle spese della Regione, antecedente alla entrata in vigore della legge n. 42 del 2009, la rimodulazione deve tener conto della dimensione della finanza della Regione Sardegna rispetto alla finanza pubblica complessiva; delle funzioni effettivamente esercitate e dei relativi oneri; degli svantaggi strutturali permanenti, dei costi dell’insularità e dei livelli di reddito pro capite; del valore medio dei contributi alla stabilità della finanza pubblica allargata imposti agli enti pubblici regionali nel medesimo arco temporale; del finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali.’ Criteri che ricalcano pienamente le ragioni espresse dalla Regione nel suo ricorso. Dunque, in attesa di una nuova intesa, lo Stato deve assicurare ‘per il triennio 2018-2020 un tempestivo, ragionevole e proporzionato contributo’. La richiesta, quindi, è l’immediata esecuzione della sentenza, “con la conseguente restituzione dei relativi accantonamenti fino ad ora applicati, nel rispetto dei criteri stabiliti dalla Corte stessa al fine della rimodulazione dei rapporti finanziari tra lo Stato e la Regione. In difetto di sollecito adempimento la Regione si riserva ogni opportuna azione per il soddisfacimento dei suoi diritti e la tutela delle sue attribuzioni”.