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Carciofo spinoso, un solo marchio per il mercato europeo

E' fondamentale programmare le produzioni e presentarsi uniti: lo ha ribadito a un convegno a Masainas l'assessore regionale dell'Agricoltura. Il quale ha ricordato gli impegni di Regione e Governo per i danni alle coltivazioni negli ultimi mesi.
Carciofi
CAGLIARI, 27 APRILE 2007 - La coltivazione del carciofo ha, per l'economia della Sardegna, un ruolo chiave e la Regione continua a puntarci. Lo ha sottolineato oggi l'assessore regionale dell'Agricoltura, Francesco Foddis, intervenendo al convegno "Carciofo, quale futuro nel comparto agro-alimentare", organizzato dal Comune di Masainas.

"Abbiamo già attivato tutti gli strumenti di indennizzo per risolvere le emergenze causate da un'eccezionale stagione climatica – ha precisato Foddis – e ci stiamo impegnando per dare al comparto indirizzi politici e un progetto di rilancio condiviso da operatori, organizzazioni agricole e cooperative".

All'incontro era presente anche il direttore generale dell'assessorato dell'Agricoltura, Alfonso Orefice, che ha illustrato un primo piano di settore sul carciofo che mette in evidenza diversi dati e nel quale emerge che la Sardegna, con circa 13mila ettari, assieme alla Puglia e alla Sicilia è la regione con maggior superficie coltivata in Italia e tra le maggiori in Europa. Una cifra considerevole, se si pensa che nel mondo gli ettari interessati alla coltura sono 125mila e in Europa 82mila. La Sardegna, con la varietà spinosa coltivata per circa 7.200 ettari, detiene inoltre una sicura peculiarità molto apprezzata al di fuori dei confini isolani.

L'assessore Foddis ha ribadito l'impegno della Giunta, ricordando che è stata approvata la proposta di declaratoria del carattere di eccezionalità delle alte temperature tra settembre 2006 e gennaio 2007, che hanno interessato anche le aziende agricole del Basso Sulcis specializzate nelle produzioni di carciofo, cavolo e finocchio. Relativamente al carciofo, dopo le sollecitazioni dello stesso assessore al ministro delle Politiche agricole, Paolo De Castro (al quale era stato segnalato lo stato di grave disagio dei produttori sardi), è risultato che la coltivazione tra il novembre 2006 e lo scorso mese di febbraio ha subìto ingenti danni e una riduzione della produzione lorda vendibile, così elevata da coprire solo in parte i costi di produzione.

Il ministro De Castro, rispondendo alla lettera di Foddis, ha assicurato la massima attenzione ai problemi dell'agricoltura sarda, ricordando che è stato inserito nella Finanziaria nazionale il Fondo per le crisi di mercato con una dotazione di 100 milioni di euro. Il componente del governo Prodi si è detto poi d'accordo con la politica di aggregazione tra produttori promossa dall'assessorato regionale dell'Agricoltura, precisando l'importanza del ruolo dei processi di organizzazione dell'offerta e della filiera quali misure preventive alle crisi degli scorsi mesi.

"In un'economia sempre più globalizzata – ha detto Foddis – è decisivo programmare le produzioni e presentarsi davanti ai mercati uniti. Pensiamo che solo coinvolgendo tutti gli attori in un progetto unitario, in un'aggregazione di produttori, si possa arrivare alla certezza di risultato di fronte al mercato. Noi, come Regione, faremo le nostre proposte al tavolo verde e accoglieremo i suggerimenti di agricoltori, organizzazioni di categoria e cooperative per percorrere tutti assieme una strada comune".

A proposito delle certificazioni di qualità, l'assessore è poi tornato sulle novità positive emerse martedì scorso a Roma durante la Conferenza Stato-Regioni: di fatto, il Ministero ha assicurato una corsia preferenziale per il riconoscimento del carciofo spinoso di Sardegna Dop. "Occorre però – ha chiarito Foddis – che sia un'etichetta condivisa, unica, che identifichi il carciofo spinoso di Sardegna Dop, pur conservando le diverse origini territoriali, di fronte a una dimensione di mercato europea".

Ai lavori hanno partecipato anche numerosi sindaci del Basso Sulcis, il presidente e l'assessore alle Attività produttive della Provincia Carbonia-Iglesias, i vertici regionali delle organizzazioni agricole e delle centrali cooperative, oltre a numerosi agricoltori locali.