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Lo stato di salute delle coste sarde

Dati positivi dai risultati di una campagna di monitoraggio condotta dall'Arpas con l'autorità ambientale lungo tutto il perimetro costiero della Sardegna. Solo in una piccola parte delle coste non è possibile effettuare attività di balneazione per la presenza di foci o scarichi, mentre la maggior parte del litorale sardo è balneabile e gode di buona salute. Gli interventi già finanziati e i programmi della Regione per limitare gli scarichi in mare e per prevenire l'inquinamento costiero.
Villasimius
CAGLIARI, 3 AGOSTO 2007 - Dopo i controlli la conferma: la maggior parte delle coste della Sardegna sono balneabili. Il dato positivo è stato illustrato questa mattina dall'assessore regionale della Difesa dell'ambiente, Cicito Morittu, che ha spiegato i risultati della campagna di monitoraggio portata avanti dall'Arpas con l'autorità ambientale. "I dati in nostro possesso – ha spiegato l'assessore Morittu – certificano il buono stato di salute delle coste della nostra isola". Dal 30 aprile di quest'anno va avanti, in 662 stazioni distribuite in uno sviluppo costiero di 1849 chilometri, l'attività di controllo e monitoraggio per almeno due volte al mese.

In uno sviluppo costiero di 1848,630 chilometri la costa balneabile si estende per 831,462 chilometri. La costa non balneabile per la presenza di foci o scarichi si estende per 104,077 chilometri, mentre quella non balneabile per la presenza di zone militari, porti, riserve integrali si sviluppa in un percorso di 236,439 chilometri. Le coste non potenzialmente balneabili e inaccessibili, le aree a strapiombo o comunque dove non è possibile effettuare una attività di balneazione, si estendono per 680,033 chilometri. Le aree temporaneamente interdette sono passate da 1,25 chilometri di qualche mese fa a poco più di 850 metri. Sono state riaperte, infatti, le spiagge di Dorgali e Fertilia, mentre resta temporaneamente interdetta la balneazione nell'area di Porto Torres in prossimità della foce del Rio Mannu.

"Al dato significativo e positivo - ha spiegato l'assessore Morittu - si deve aggiungere poi una politica finalizzata alla salvaguardia e alla protezione delle coste che riguarda anche gli interventi portati avanti per limitare il conferimento degli scarichi in mare". Attività che viene finanziata dalla Regione con un finanziamento di 428.139.352,00 euro, attraverso l'Accordo di programma quadro e il Por per gli interventi del ciclo integrato dell'acqua.
Non è comunque tutto. Nel corso della presentazione dei dati è stato affrontato anche il tema dell'inquinamento costiero provocato dallo svuotamento delle sentine delle navi al largo delle coste sarde.

"Stiamo lavorando assieme alle amministrazioni comunali costiere e alle aziende private per portare avanti il programma di prevenzione e intervento nelle coste – ha spiegato l'assessore Morittu – proprio per favorire il controllo e interventi rapidi nelle aree a rischio". Al programma di interventi in corso si deve aggiungere poi quello legislativo: "Abbiamo chiesto l'intervento del Ministero – ha precisato l'assessore – affinché si dia la possibilità di intervenire in via legislativa attraverso una norma che impedisca alle navi in transito di svuotare in mare le acque di sentina anche a una distanza che superi le 12 miglia, limite previsto attualmente dalla legge".