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Statutaria, la Regione attende il pronunciamento della Corte Costituzionale

Il Presidente Soru non commenta la decisione della Corte d'Appello di Cagliari di chiedere alla Consulta un parere sulle due leggi (una del 1957, l'altra del 2002) che hanno regolato il referendum del 21 ottobre, né anticipa il verdetto dei giudici. Sino a quel momento, la legge Statutaria non sarà promulgata.
CAGLIARI, 31 OTTOBRE 2007 - Il Presidente della Regione, Renato Soru, questa mattina ha chiarito alcuni punti dopo la decisione della Corte d'Appello di Cagliari di chiedere il pronunciamento della Consulta in merito al referendum dello scorso 21 ottobre. E ha annunciato che, in attesa della decisione della Consulta, la Statutaria non sarà promulgata.

"Questo referendum – ha detto Soru – è nato non come un'iniziativa popolare, bensì di 19 consiglieri regionali, alcuni dei quali avevano approvato la stessa legge poco tempo prima. È stato condotto male, con pubblicità al limite della decenza e una disinformazione totale da parte di chi voleva che si votasse No. Il referendum è stato trasformato in un giudizio sommario sul presidente della Regione e sull'attività di questa Giunta. Si chiedeva un giudizio politico, tuttavia alla chiamata ha risposto meno del 10 per cento dell'elettorato".

"In Sardegna – ha ricordato il Presidente Soru – abbiamo votato sulla base delle leggi esistenti: una del 1957, l'altra del 2002. Quest'ultima è stata voluta dal centrodestra, al quale si deve il quorum che non è stato raggiunto. La decisione della Corte d'Appello è condivisibile, l'accettiamo serenamente. Ma a coloro che esultano vorrei ricordare che i giudici non hanno bloccato Soru, come loro vorrebbero far credere: i giudici hanno bloccato la promulgazione della legge Statutaria per dirimere la poca chiarezza legislativa originata da una legge di 50 anni fa. Si chiede, inoltre, di chiarire se la legge del 2002 è coerente col dettato dello Statuto speciale, che ha rango costituzionale".

"Questa Giunta sta facendo il suo dovere, portando avanti il suo programma di riforme. E continuerà a farlo con impegno, a cominciare dalla riforma dell'amministrazione regionale e dall'abolizione dei Consorzi industriali. Stiamo portando avanti delle riforme importanti, puntiamo a modificare lo Statuto, soprattutto per ridurre a 60 il numero dei consiglieri regionali".

"Con la Statutaria – ha continuato Soru – abbiamo voluto regole chiare che prima non c'erano. La verità è che le persone che si oppongono a questa legge vorrebbero che il presidente della Regione non scelga i suoi assessori. Ogni giorno vorrebbero tenere in bilico la governabilità".

L'assessore regionale degli Affari generali, Riforme e Personale, Massimo Dadea, ha aggiunto: "Un avvocato particolarmente zelante avrebbe trovato gli elementi per denunciare una pubblicità che non esito a definire ingannevole. Ma il processo rinnovatore va avanti, nonostante il delirio di onnipotenza di qualche professore di diritto. Non faremo mancare il nostro impegno, a cominciare dalla modifica dello Statuto sul numero dei consiglieri regionali. Anche se la Corte Costituzionale non consentisse la promulgazione della Statutaria, non sarebbe messa in discussione l'elezione diretta del presidente della Regione".