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Prende il via il Premio internazionale del documentario e del reportage Mediterraneo

Presentato il calendario degli appuntamenti della XII edizione del concorso internazionale che mette a confronto ogni anno documentari, reportage, film d'inchiesta sul "Mediterraneo". I film finalisti selezionati sono 21 su 286 opere provenienti da 28 Paesi. Il calendario.
Premio, Cittadella
CAGLIARI, 10 DICEMBRE 2007 - Lunedì 10 dicembre alle 11 alla Cittadella dei Musei in piazza Arsenale, Cagliari, si è svolta la presentazione del calendario degli eventi del XII Premio Internazionale del Documentario e del Reportage Mediterraneo. Iniziativa che si snoderà sino a domenica 16 dicembre, promossa dalla Rai Radiotelevisione italiana, d'intesa con il Cmca, Centro Mediterraneo della Comunicazione Audiovisiva, con il contributo e la collaborazione della Regione Autonoma della Sardegna.

Alla presentazione partecipano: il presidente della Regione Autonoma della Sardegna, Renato Soru, l'assessore regionale del Turismo, Luisa Anna Depau, il sindaco di Cagliari, Emilio Floris, il direttore della Sede Rai Sardegna, Romano Cannas, il segretario generale del Cmca, Paolo Morawski.

Di seguito si entrerà nel vivo del Premio con i lavori delle due giurie, internazionale e nazionale, e l'avvio delle quattro rassegne tematiche: Archivi multimediali, Documentario e antropologia visuale, Spazio al documentario italiano, Controvento. Cominceranno le proiezioni dei documentari Rai e aprirà al pubblico sino alle 23 la videoteca digitale per visioni personalizzate di film in concorso e fuori concorso.

Alle 11.30 nella Sala proiezioni dello Spazio espositivo San Pancrazio, nell'ambito della sezione dedicata alla Rai e la Sardegna, si proietta "Fili di memoria" di Francesco Casu. Una produzione della Sede regionale Rai della Sardegna (2005, 84'), un film di montaggio con materiale audiovisivo degli archivi di Radio Sardegna recuperato in collaborazione con la Regione. Le prime voci del 1943, le immagini in bianco e nero degli anni '60, i Tg di una volta con testimoni d'eccezione.

Alle 18 sempre nella Sala proiezioni, nella rassegna Archivi multimediali, è in programmazione "Sardegna quasi un continente" sottoposto a restauro digitalizzato. Testi di Marcello Serra, produzione Sede regionale Rai della Sardegna (1961, 79'). Le immagini restituiscono una Sardegna "epica" e quasi "barbara", affascinante e lontana, nella visione poetica dello scrittore che interpreta la realtà dell'epoca.

Alle 20.30 in Sala rossa per, Documentario e antropologia visuale, ecco uno dei lavori etnografici sardi premiati nel mondo: "Tu Nos Ephysi, protege" di Marina Anedda. Produzione Dies (2006, 46'). Un punto di vista inedito sulla grande festa religiosa che da 350 anni si celebra a Cagliari il primo di maggio.
Alle 20.30 in Sala verde per la rassegna Controvento, documentari italiani in concorso, è in programma "Cricket Cup". Regia di Massimiliano Pacifico e Diego Liguori, produzione Teatri Uniti, Italia (2006, 49'). Attraverso i frammenti di vita di 5 personaggi si scopre un popolo di immigrati, quello Srilankese, che ha saputo ben radicarsi e stabilirsi a Napoli.

Alle 21 nella Sala proiezioni sarà proiettato infine il documentario appena restaurato "La via del petrolio": regia di Bernardo Bertolucci, produzione ENI (1966, 150'). Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia lo scorso 7 settembre in seguito al restauro, "La via del petrolio" è il primo e unico documentario del regista Bertolucci. Realizzata nell'ottobre - novembre 1965 per raccontare il "viaggio" del petrolio dalla fase di ricerca ed estrazione, al trasporto in nave fino all'oleodotto che lo porterà in raffineria, l'opera è ora a Cagliari per quella che può essere considerata la prima proiezione aperta al pubblico.

Il film prende inizio nei campi petroliferi dei monti Zagros, in Iran, dove Bertolucci coglie i volti delle persone, in un paese magico sospeso tra il passato e gli albori dello sviluppo. La cinepresa sale poi a bordo della petroliera Agip Trieste, con una suggestiva ripresa del passaggio nel Canale di Suez. Infine, nella terza parte, Bertolucci lascia spazio alla sua passione per il cinema. In una sorta di ribellione dal rigore del documentario sceglie un amico, il poeta argentino Mario Trejo - cui affida il ruolo di unico attore del film - facendogli raccontare passo dopo passo il viaggio nella terra dell'oleodotto che da Genova porta il petrolio fino in Baviera, alla raffineria di Ingolstad, i cui lavori presero il via nel 1961 per impulso di Enrico Mattei.

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-Consulta il comunicato
-Visita il sito internet del Premio internazionale del documentario e del reportage Mediterraneo