Regione Autonoma della Sardegna [SITO ARCHIVIO]
Vai alla nuova versione
Vai al contenuto della pagina

Logo Regione Sardegna


Più voce alla Sardegna in Europa

L'iniziativa anche formale della Regione per una rappresentanza nel Parlamento Europeo ribadita dal Presidente Renato Soru durante la discussione in Consiglio Regionale davanti alla delegazione dei parlamentari europei componenti le Commissioni Agricoltura e Pesca aderenti al Partito socialista europeo.
Peschereccio
CAGLIARI, 12 GIUGNO 2008 - Il Presidente della Regione, Renato Soru, intervenuto a chiusura del dibattito in Consiglio regionale con una ampia delegazione dei parlamentari europei componenti le Commissioni Agricoltura e Pesca aderenti al Pse.

Con il Presidente del Consiglio regionale, Giacomo Spissu, e i presidenti delle Commissioni consiliari all'Agricoltura, Paolo Antonio Licheri, e alle Politiche comunitarie, Alessandro Frau, erano presenti Bernadette Bourzai, vice presidente della commissione Agricoltura, dell'Europarlamento e Heinz Kindermann, coordinatore del gruppo Pse nella commissione Pesca. Insieme a loro, l'Assessore regionale al Lavoro, Romina Congera, i consiglieri regionali componenti le due commissioni consiliari e numerosi parlamentari europei. Fra esse Giovanna Corda, sarda, eurodeputata eletta in Belgio.

Il Presidente della Regione ha sottolineato l'ingiustizia che non permette alla Sardegna di avere un proprio rappresentante nel Parlamento europeo. Se i parlamentari del Pse hanno avuto bisogno di venire in Sardegna per conoscere i problemi sarebbe più utile, "per loro e, soprattutto, per noi" che ci sia un sardo a Bruxelles, "che tutti i giorni ascolti e parli". Per altro verso il peso dell'Europa si fa sentire: il Piano rurale ha risorse per 1,2 miliardi, il 70% del prodotto lordo vendibile del settore. E' un segnale del rapporto che lega l'isola all'Europa.

Il Presidente lega al tema la questione del monopolio Tirrenia che soffoca la Sardegna e rappresenta "il cattivo superamento dell'insularità". La continuità territoriale via mare è uno dei possibili incentivi a sostegno delle produzioni. "Sulla pesca - ha detto ancora il Presidente della Regione - subiamo un'altra ingiustizia: le licenze sono contingentate, ma noi, un popolo di mare che vive in un'isola circondata dal mare, che importiamo il 90% del pesce consumato, non possiamo pescare, dobbiamo guardare il mare, ma non possiamo avvicinarci. E' una crudeltà che promuove da un lato la povertà e dall'altro la cultura dell'illegalità. Per altri aspetti (la regolamentazione dell'attività nelle acque interne), il futuro dipende da noi. Diverso è il discorso in agricoltura: siamo per la qualità, puntiamo alla trasformazione sino al prodotto finito; ma poi a chi vendiamo? Alla grande distribuzione che crea costosissime barriere d'ingresso? Problema di approfondire, a livello europeo. Resta in piedi la speranza nello sviluppo del settore, perché l'agricoltura é una necessità umana e perciò è destinata a salvarsi. Puntiamo a consumare le nostre produzioni agricole, quelle di casa, "a chilometro zero". Puntiamo, come ricchezza, sull'insularità che con i 2.000 chilometri di coste promuove il turismo".

Tutto incentrato sulla necessità di interventi mirati da parte della Unione europea e di una maggiore attenzione alla peculiarità della situazione sarda, l'intervento di apertura del Presidente del Consiglio regionale, Giacomo Spissu, che ha portato il saluto dell'Assemblea regionale ai numerosi ospiti.
Dopo aver sottolineato con forti accenti le conseguenze che derivano dalla situazione di insularità che condiziona fortemente lo sviluppo economico e civile della Sardegna, il presidente del Consiglio regionale ha posto l’accento sulla questione degli aiuti comunitari che devono tenere conto, non solo del fattore isolamento dal resto dell’Europa, ma anche dei problemi che derivano dalla situazione orografica e della disomogenea distribuzione della popolazione.

"Tutto ciò - ha detto Spissu - spesso determina difficoltà anche forti nel riuscire a cogliere appieno le opportunità che possono derivare dagli interventi comunitari", interventi che tuttavia privilegiano certi parametri di efficienza rispetto alle specificità geografiche di base, che richiederebbero interventi più mirati, che tengano conto delle peculiarità territoriali e locali.
L'agricoltura e la pesca, ha detto Spissu, soffrono di una crisi che affonda le radici in un lontano passato, e tuttavia sono ancora oggi settori in primo piano. Soprattutto in queste direzioni occorrono interventi mirati, che tengano conto non solamente delle carenze sistemiche ma anche delle emergenze derivanti da cause economiche internazionali: è il caso del caro-carburanti che incide in Sardegna più fortemente che altrove.

Nel concludere il proprio intervento, il Presidente Spissu, ha quindi auspicato che l'incontro odierno possa consentire di allacciare in modo più stabile una rapporto diretto col Parlamento europeo, ringraziando tutti gli intervenuti ed in particolare l'On. Giovanna Corda.
E' stata proprio quest'ultima a prendere la parola, ricordando le proprie origini sarde e il suo attaccamento a quest'Isola. "Poichè non vi sono a causa della attuale legge elettorale parlamentari europei eletti in Sardegna, voglio farmi carico io dei problemi della mia terra".
"Vogliamo essere l'interfaccia fra voi e Bruxelles" ha proseguito Corda. Sottolineando l'importanza dei settori dell’allevamento ovi-caprino che rappresenta un connotato peculiare dell’economia della Sardegna, Corda ha ricordato che sarà cura delle Commissioni agricoltura e pesca intervenire nella direzione di un maggiore equilibrio degli interventi anche rispetto al settore vaccino.

Nel portare il proprio saluto, Bernadette Bourzai, vice presidente della Commissione Agricoltura di Strasburgo, ha manifestato lo specifico interesse da parte degli eurodeputati a conoscere di persona i problemi di questa regione che invece a Bruxelles arrivano sempre in maniera filtrata. Ricordando di essere originaria anche lei di un territorio montagnoso e in difficoltà della Francia, la Bourzai ha sottolineato la propria contrarietà di una certa politica Comunitaria che propone il "disaccoppiamento" degli interventi europei, che invece devono essere flessibili e differenziati.

La crisi profonda dell'Agricoltura sarda è stata illustrata da Paolo Antonio Licheri, presidente della V commissione consiliare. Una crisi ha detto "che è particolarmente accentuata da fattori emergenti come l'indebitamento delle aziende, il caro carburante, il meccanismo penalizzante delle quote latte". "Non bastano le risposte annunciate a lungo termine - ha detto Licheri - ma servono interventi urgenti".

Quindi l'intervento del presidente della II commissione consiliare, Alessandro Frau, che riferendosi alla questione dell'isolamento e del mercato ristretto già citati, ha sostenuto l'esigenza di un "modello produttivo e di sviluppo imperniato sulla qualità e sulla sostenibilità ambientale" che rendono necessari vincoli comunitari maggiormente flessibili sulla base delle specificità. Per sostenere i sistemi economici in crisi, ha ricordato Frau, servono strumenti che guardino non solamente agli indicatori economici ma anche agli indicatori sociali.