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Il Presidente della Regione ribadisce il no alle servitù militari

Il presidente Soru al Consiglio dei Ministri per affermare il parere negativo della Regione all'allunagamento della pista del Poligono di Quirra: " La Sardegna è da cinquant'anni un bersaglio su 24mila ettari del proprio territorio".
Poligono Salto di Quirra
ROMA 25 LUGLIO - Il Presidente Soru è arrivato a Palazzo Chigi poco prima delle 10, la questione Quirra era una delle questioni all'ordine del giorno del Consiglio dei Ministri: alle 10,30 il Presidente è uscito. L'argomento e stato introdotto dal Ministro La Russa che ha parlato dell'importanza strategica dell'allungamento della pista del poligono di Quirra, dicendo che non si tratta di una nuova servitù, che è irrinunciabile per le esigenze della difesa e che aveva già il consenso dell'amministrazione comunale di Perdasdefogu.

Soru ha ribadito il no della Regione: "La pista serve a far volare aerei senza pilota UAV, che sono bersagli che si aggiungono a quelli già esistenti in Sardegna di diversi poligoni. La Sardegna è un bersaglio su 24mila ettari del proprio territorio. Lo è da 50 anni e se è giusto per tutti rispondere all'obbligo della difesa nazionale, si è creato adesso uno squilibrio tale che rispetto ai 24mila ettari della Sardegna, 12mila più 1000 nel salto di Quirra e 8mila a Teulada, il resto d'Italia ne ha 16mila. La legge che mi porta al Consiglio dei Ministri dice che per imporre le servitù occorre risolvere i problemi di armonizzazione fra le esigenze di governo del territorio e di sviluppo economico e sociale, con le esigenze della difesa. Poiché questo non accade siamo davanti a un'imposizione, a un dominio intollerabile".

"E' caduto il Muro di Berlino - ha continuato Soru - sono stati restituiti interi Paesi, ma l'esercito italiano non vuole restituire terreni espropriati e talvolta acquisiti anche con l'inganno come nel caso di Capo Teulada, dove venne detto ai contadini che sui loro terreni sarebbe stata fatta la riforma agraria. Ci si sta ostinando a continuare a massacrare la costa della Sardegna che dovrebbe essere un bene meglio considerato dall'Italia. Si sta operando per rendere quasi impossibile la bonifica del mare con quantità enormi di ordigni, un terzo dei quali rimane inesploso. Si stanno costringendo intere popolazioni della Sardegna a vivere episodi di guerra dopo 50 anni di pace in Italia. L'Italia simula la guerra massacrando il suolo e il mare della Sardegna, mettendo in pericolo la salute dei suoi cittadini: tema a cui continua a non dare risposte e sul quale continuano a rifiutare la collaborazione, aldilà delle affermazioni di buona volontà di circostanza. La Regione eserciterà con scrupolo tutto il suo potere in tema di vigilanza sanitaria".

Replicando al Ministro La Russa a proposito del consenso dell'amministrazione comunale di Perdasdefogu, e tornando sull'argomento dopo l'intervento del Presidente Berlusconi che dava il via libera alla costruzione della pista del Salto di Quirra, il Presidente Soru ha detto: "Un consiglio comunale è d'accordo ma tutti gli altri, i cui territori sono interessati per molte migliaia di ettari, come Villaputzu e Villagrande sono contrari al progetto". Ancora, riferendosi alla restituzione di caserme dismesse, che secondo il Ministro La Russa sono un segno di una collaborazione con la Regione, il Presidente Soru ha detto: "Non sono 4 caserme diroccate che ci risarciscono, e non ci vengono restituite gratuitamente, ma in virtù di un articolo dello Statuto speciale della Sardegna che è una legge costituzionale.

Noi vogliamo che sia ridotta l'attività dei poligoni e ridimensionata questa enorme estensione di territorio soggetto a servitù militari, al quale si aggiungono i vincoli nello spazio aereo e nel mare. Anche loro di ostacolo allo sviluppo della Sardegna."
Il Governo ha deciso di istituire un tavolo tra il Ministero della Difesa e la Regione Sardegna per affrontare la questione poligoni.