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Berchidda, workshop su foraggicoltura sostenibile

"Prospettive della foraggicoltura mediterranea nell'uso sostenibile degli ambienti agro-silvo-pastorali” è il titolo del workshop che si svolgerà il 5 settembre a Berchidda, al teatro Santa Croce. L'incontro, organizzato da Laore con l’amministrazione comunale nell'ambito del programma Interreg IIIA, è indirizzato ai tecnici e agli imprenditori agricoli.
Foraggio
CAGLIARI, 4 SETTEMBRE 2008 - L'incontro di Berchidda, al teatro Santa Croce, organizzato dall’Agenzia Laore Sardegna in collaborazione con l’amministrazione comunale nell'ambito del programma Interreg IIIA progetto Vegetatio, è indirizzato ai tecnici e agli imprenditori agricoli.

Nel corso della giornata si dibatterà di diversi argomenti, tra cui la possibilità di sviluppo dei sistemi foraggieri negli ambienti marginali, l’innovazione delle tecniche colturali nell’ambito delle aziende agropastorali e il miglioramento dei pascoli. Le recenti esperienze della foraggicoltura australiana applicabili negli ambienti mediterranei sulle tematiche legate all’alimentazione degli ovicaprini e della conservazione dei foraggi saranno illustrate da Angelo Loi, ricercatore sardo che lavora al Department of Agriculture and Food Western Australia di Perth (Australia).

Il workshop intende offrire un’opportunità per confrontarsi sul ruolo della foraggicoltura e dell'allevamento nella gestione sostenibile del territorio, in particolare nelle sue componenti fondamentali: ambiente, economia e società. Obiettivo dell’incontro è proporre inoltre un nuovo modello organizzativo che tiene conto delle potenzialità fruibili sulle tematiche legate al miglioramento della conservazione dei foraggi e all’incremento di produzione dei pascoli e dei prati pascolo. In Sardegna, l’utilizzo delle nuove specie di leguminose da foraggio, messe a punto in Australia dopo essere state prelevate, in molti casi, dalla Sardegna, potrebbero trovare utile riscontro: tra queste, le più importanti cultivar di Biserrula, Ornithopus e Trifolium, selezionate per l’estrema adattabilità a suoli poveri, sabbiosi, acidi e siccitosi che potrebbero, non solo incrementare le produzioni zootecniche, ma anche contribuire al contenimento dei costi di produzione e svincolarle, almeno per la quasi totalità dagli approvvigionamenti extraziendali.

I temi saranno introdotti dai relatori, Maria Sitzia, ricercatore di Agris Sardegna, Jean Baptiste Casanova dell’Office de l’Environnement de la Corse, Antonello Cannas, direttore del Dipartimento di Scienze Zootecniche dell'Università di Sassari, e Giorgio Borreani del Dipartimento di Agronomia, Selvicoltura e gestione del Territorio dell’Università di Torino.