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Il Presidente Soru chiude la Conferenza regionale del Lavoro

05.12.08 - Renato Soru - anno 2008
Nell'intervento che ha concluso questo pomeriggio a Cagliari la Conferenza sul lavoro, il Presidente della Regione, Renato Soru, ha commentato i dati sull'occupazione in Sardegna nel secondo semestre del 2008. "Non sono stati mai così buoni, è il dato in assoluto migliore degli ultimi dieci anni, con 23mila occupati in più rispetto al trimestre precedente.

C'è la disoccupazione implicita? Certo - ha aggiunto il Presidente replicando a un intervento polemico della mattinata - Ma la disoccupazione implicita c'era ieri, cinque anni fa, e ci sarà ancora, da sommare agli altri dati. E tuttavia il dato è quello, il migliore degli ultimi dieci anni e avere l'onestà intellettuale di non negarlo renderebbe più proficue anche giornate come quella di oggi".

"Eppure non ci possiamo accontentare - ha proseguito il Presidente della Regione - e c'è una crisi che investe tutti oggi nel mondo. Però dobbiamo immaginare una Sardegna che smette di lagnarsi, e che fa affidamento su se stessa, perché non verrà nessuno da fuori a risolverci i problemi. E' tutto dentro di noi", ha continuato il Presidente, che si è chiesto: "Sarà colpa della Regione o siamo tutti noi che dobbiamo crescere, accumulare un livello di conoscenza maggiore, avere maggior coraggio, meno paura, capacità d'impresa, flessibilità, capacità di rinnovarci? E fare cose, perché fintanto che i negozi saranno pieni delle cose fatte dagli altri sarà difficile che ci sarà un lavoro per tutti".

Replicando a chi aveva polemizzato con le scelte della Regione in materia di formazione professionale, il Presidente Soru ha detto: "Quando finirà questo lutto della formazione professionale di una volta? Avremmo rimesso a nuovo tutte le scuole della Sardegna spendendo quel che si spendeva nel 2004 per la formazione professionale.

Era un sistema senza bandi, una formazione data in maniera illegale, che sottraeva i ragazzi alla scuola dell'obbligo, alla scuola pubblica, che invece noi vogliamo sempre migliore, uguale per tutti, che non lascia indietro nessuno, che apre le porte tutto il giorno con il tempo prolungato, porta i giovani al successo orientandoli alla fine verso l'università o un altro tipo di formazione pratica, possibilmente dopo il diploma".

E' a questo punto che il Presidente, rivolgendosi a chi sostiene la falsa idea che "la laurea non serve a niente", che "si resta disoccupati anche con la laurea", ha detto: "Bisognerebbe non alimentare questa credenza. Facciamo male a noi stessi. Chi può avere dubbi che un giovane di 30 anni con una laurea anche se è disoccupato può aspirare ad avere un lavoro, e un trentenne che ha la terza media non potrà che aspirare ad essere assistito per tutta la vita?".

Il Presidente della Regione ha infine rivendicato la legge per il lavoro: "Sembra banale dirlo, ma noi l'abbiamo fatta. Lasciamo una Sardegna dove i centri di servizi per il lavoro sono utili, fondamentali, irrinunciabili. Sembra scontato, ma non era così. Prima ogni provincia aveva il suo, erano progetti, non era una necessità. Che non era un obbligo per il bilancio della Regione, e invece i soldi della Regione dovevano servire per riconoscere la necessità dei centri servizi per il lavoro, non per l’obbligo formativo.

Ora esistono i centri, hanno una garanzia, una proroga, e il definitivo riconoscimento e stabilizzazione. Gli abbiamo dato una rete informatica, dei sistemi informativi, dei sistemi per riconoscere la domanda e l’offerta, non ci sono più 14 passaggi ma basta uno di ingresso dei dati perché questi dati arrivino a tutti gli enti interessati. Mi sembra comunque un mondo diverso rispetto al passato".