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Mannoni: appalti, perché la Consulta non ha bocciato la Regione

19.12.08 - comunicati stampa - anno 2008

In merito al pronunciamento della Corte Costituzionale dello scorso 17 dicembre, l'assessore regionale dei Lavori pubblici, Carlo Mannoni, desidera precisare quanto segue.
La sentenza della Corte Costituzionale n. 411 del 17 dicembre 2008 non inficia l'impalcatura della legge regionale n. 5 del 2007 sugli appalti pubblici, in quanto le norme dichiarate illegittime vengono automaticamente sostituite dalle corrispondenti norme statali (decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163). Rimane inoltre operativo l'Albo regionale appaltatori. A titolo di curiosità sottolineo che, secondo i dati forniti dalla CNA Costruzioni, nello stesso giorno della sentenza erano 1.769 le opere pubbliche mandate in appalto nel 2008 (+47% rispetto al 2007), con una spesa di 1,7 miliardi di euro (157% in più del 2007).

Con questa sentenza, la Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale di una serie di disposizioni contenute nella legge della Regione Sardegna 7 agosto 2007, n. 5 (Procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, forniture e servizi, in attuazione della direttiva comunitaria n. 2004/18/CE del 31 marzo 2004 e disposizioni per la disciplina delle fasi del ciclo dell'appalto).

La suprema Corte ha sostanzialmente affermato che la competenza legislativa primaria in materia di ‘lavori pubblici di esclusivo interesse della Regione', riconosciuta alla Regione Autonoma della Sardegna dallo Statuto speciale, non si estende alle materie relative alle procedure di gara, (in particolare quelle per la regolamentazione della selezione dei concorrenti, per le procedure di affidamento e i criteri di aggiudicazione) ed alla attività di progettazione e di all'esecuzione del rapporto contrattuale. Tali materie sono infatti attratte, sempre secondo il Giudice costituzionale, alla competenza dello Stato in quanto sono riferite per un verso alla materia della tutela della concorrenza e per l'altro verso alla materia dell'ordinamento civile.

Lo stesso Giudice delle leggi conferma così il consolidato orientamento delle ultime decisioni che hanno recentemente interessato sia una serie di leggi regionali in materia di appalti pubblici, sia numerosi ricorsi delle Regioni al Codice dei contratti approvato dallo Stato, con pronunce della stessa Corte che hanno visto le Regioni sempre soccombenti.

La Giunta regionale aveva invece operato nella direzione della piena valorizzazione della competenza esclusiva della Regione in materia di lavori pubblici di esclusivo interesse della Regione licenziando, in assenza di norme statali, il disegno di legge sugli appalti pubblici con due distinte deliberazioni, a seguito delle consultazioni con il sistema delle istituzioni pubbliche e degli operatori, il 24 gennaio 2006. Sottolineo anche che il Consiglio regionale aveva approvato la legge n. 5/2007 a larghissima maggioranza (43 voti a favore, 10 astensioni e nessun voto contrario). Infine, la sentenza della Corte Costituzionale ha riguardato la prima e unica legge regionale relativa all'intero ciclo dell'appalto mai approvata dalla Regione nella storia della sua autonomia.