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Una legge e una web tv per far rinascere il sardo

21.12.08 - comunicati stampa - anno 2008
La Giunta regionale ha approvato una proposta normativa che riscrive regole e metodi della politica linguistica a undici anni dal varo della vecchia legge 26 sulla cultura e lingua sarda. Via libera dell'esecutivo anche a una tv web in lingua sarda e al sostegno a programmi radiofonici che ne aiutino la riscoperta e incentivino la popolazione ad usarla. Novità salienti del disegno di legge, presentato dal Presidente Renato Soru di concerto con l'assessore della Pubblica Istruzione Maria Antonietta Mongiu, sono l'insegnamento del sardo in orario curricolare, la segnaletica bilingue, la certificazione linguistica e la ricerca di un nuovo status sociale per la lingua dell'isola.

Identica tutela viene riconosciuta, nei territori di competenza, alle varietà cosiddette alloglotte ovvero il catalano di Alghero, il sassarese, il ligure dell'isola di San Pietro e il gallurese. Hanno una tutela particolare nella legge anche le parlate venete di Arborea, istriane di Fertilia e quelle Rom e Sinti parlate dalle popolazioni nomadi. Il provvedimento conferma, inoltre, la scelta delle norme di riferimento sperimentali (Limba sarda comuna) solo per gli atti regionali 'in uscita'.

Da una ricerca sociolinguistica presentata l'anno scorso a Paulilatino, risulta che la lingua sarda è conosciuta e parlata da circa il 70% della popolazione, ma è poco usata negli spazi pubblici e formali in quanto ritenuta, a torto, segno di inferiorità sociale e culturale. Secondo alcune stime, solo il 13% dei bambini è madrelingua (quasi esclusivamente nei territori centrorientali dell'isola) e questo preoccupa per la sopravvivenza stessa del sardo che rischia l'estinzione a favore dell'italiano regionale.