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Prato al Forum sulla qualità alimentare a Bruxelles

08.10.09 - comunicati stampa - anno 2009
"La terza via tra troppe Dop che banalizzano l’identità di un territorio e poche denominazioni che non ne riconoscono la ricchezza c’è, e si chiama “valore potenziale del prodotto".

Occorre valutare la sua attrattività e le sue possibilità sul mercato e soprattutto è necessario legarlo in modo indissolubile alle materie prime locali per salvare la nostra agricoltura. Il mercato lo dimostra. Un esempio: la spianata di Ozieri o il pane Carasau hanno registrato nel tempo una crescita di valore superiore all’inflazione, il prezzo del grano invece ha sempre viaggiato sulle montagne russe. È arrivato il momento di chiederci il perché. La soluzione passa anche per il sistema comunitario della qualità, oggi l’unico e concreto baluardo per tutelare le produzioni".

È il messaggio che questa mattina l’assessore regionale dell’Agricoltura, Andrea Prato, ha lanciato a Bruxelles durante il Forum sulla qualità alimentare, invitato dal commissario Ue Mariann Fischer Boel. All’incontro organizzato da Qualivita erano presenti tra gli altri anche Paolo De Castro, presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, l’ex commissario Ue Fishler, Giuseppe Nezzo capo dipartimento delle politiche di sviluppo rurale del ministero per le Politiche agricole e i rappresentanti dei ministeri dell’Agricoltura di Francia e Spagna.

"Oggi in Europa esistono due scuole di pensiero – ha puntualizzato l’assessore – quella di chi vorrebbe porre un freno al riconoscimento di nuovi prodotti a denominazione di origine e, dall’altra parte, quella di chi invece vorrebbe, per così dire, assegnare marchi di qualità a ogni produzione. Beh, questi sono integralismi che non ci possiamo permettere perché se avesse ragione l’uno o l’altro crollerebbe l’intero sistema delle denominazioni di origine. La soluzione è quella che chiamo “terza via”, il valore potenziale di un prodotto, attuabile prima del riconoscimento comunitario. Esistono vari strumenti in grado di dirci se quel prodotto potrebbe avere, grazie al marchio Dop o Igp, un reale vantaggio e un valore aggiunto per essere competitivo sul mercato".

«Un altro motivo per il quale dobbiamo difendere a spada tratta il sistema comunitario della qualità – ha aggiunto l’assessore - è che oggi l’Unione europea assegna ingenti risorse per la promozione internazionale solo a quei prodotti a denominazione di origine. Insomma, senza marchio non si va lontani e senza comunicazione i nostri prodotti rischiano di essere conosciuti solo all’interno del nostro orticello. E oggi questo non basta più".