Regione Autonoma della Sardegna [SITO ARCHIVIO]
Vai alla nuova versione
Vai al contenuto della pagina

Logo Regione Sardegna


La Regione sblocca oltre 17 milioni di euro della legge 162 per l’assistenza domiciliare agli handicappati gra

18.11.04 - comunicati stampa - anno 2004
Con una delibera proposta dall’assessore regionale alla Sanità e all’Assistenza Sociale Nerina Dirindin, oggi la Giunta Soru ha sbloccato a favore dei Comuni isolani 17 milioni 215 mila euro destinati ai piani personalizzati di assistenza domiciliare per le persone in condizioni di grave disabilità. Si tratta dei fondi stanziati dalla legge 162 e di cui una parte ferma dal 2001. Le pratiche arretrate sono addirittura 7075: in 2852 casi non si è ancora proceduto all’erogazione dell’acconto, mentre le famiglie in attesa del pagamento del saldo sono 4223.

Le conseguenze di questo ritardo sono state drammatiche per molte famiglie, costrette ad anticipare le somme già assegnate o, in caso contrario, privare molti disabili gravi dell’assistenza domiciliare e personalizzata garantita per legge.

La causa delle disfunzioni è da attribuire alla modalità di erogazione dei fondi ai Comuni che comporta un notevole aggravio burocratico per le amministrazioni locali ed esorbitanti compiti di controllo per la Regione. La Giunta Soru ha quindi provveduto a semplificare i criteri e le modalità di finanziamento, dando ai Comuni la possibilità di gestire direttamente le risorse e riservando alla Regione la sola funzione di programmazione, indirizzo, coordinamento e controllo.

La legge 162/1998 si è imposta nel tempo come l’unico strumento in grado di sostenere le famiglie dei disabili gravi. La sua caratteristica è quella di prevedere la coprogettazione di ogni singolo intervento, rendendo protagoniste le famiglie e dando voce anche alle associazioni attraverso l’istituzione, nel 2000, di una Commissione Consultiva chiamata a garantire l’applicazione della legge. Della commissione fanno parte due rappresentanti dei Comuni designati dall’Anci, due rappresentanti del privato sociale impegnati nel settore dell’handicap (designati dalle rispettive organizzazioni), due rappresentanti delle associazioni di volontariato impegnati nel settore, designati dall’Osservatorio Regionale del Volontariato, e il presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali.

La 162 ha consentito l’emergere di un bisogno prima nascosto. Dai 123 piani ammessi nel 2000, si è passati ai 580 nel 2001, 1524 nel 2002 e ben 2458 nel 2003. Allo stesso modo, i Comuni partecipanti ai progetti personalizzati sono saliti dai 109 del 2000, ai 166 del 2001, raggiungendo i 266 del 2002, fino ai 288 (su 376) nel 2003.

Dal 2000 al 2003 i 4685 piani ammessi (su 5307 presentati) sono stati finanziati con 29 milioni 818 mila euro, risorse in prevalenza della Regione e in minima parte dello Stato.

Ben 17 milioni 215 mila euro attendevano però ancora di essere trasferiti ai Comuni. Nello specifico, 268 mila riguardano il 2003 (245 piani per il saldo), 3 milioni 484 mila il 2002 (307 piani per l’acconto e 1433 per il saldo) e 13 milioni 463 mila per il 2003 (2545 per l’acconto, 2545 per il saldo).

Grazie alla nuova delibera viene snellito il procedimento di accreditamento dei fondi ai Comuni, si semplifica il sistema di controlli della Regione e ai disabili viene garantita la regolarità e la continuità delle prestazioni previste dai piani personalizzati.

Ora il trasferimento dei fondi ai Comuni avverrà per l’intero importo autorizzato. Le amministrazioni locali provvederanno a realizzare i piani personalizzati e potranno adattare e rimodulare, con autonoma decisione, i piani in aderenza alle modificazioni delle esigenze degli utenti e nei limiti del finanziamento concesso. I Comuni dovranno inoltre verificare lo stato di attuazione dei piani personalizzati e il raggiungimento dei risultati.

A conclusione dei piani personalizzati, e comunque entro il 31 dicembre 2005, i Comuni provvederanno a trasmettere alla Regione una sintetica relazione degli interventi svolti e dei risultati conseguiti, insieme alla certificazione delle spese sostenute per ciascun piano finanziato e attuato. Eventuali economie risultanti da un minor costo del piano realizzato, dovranno essere utilizzate dai Comuni per interventi di politica sociale coerenti con la propria programmazione. La Regione, inoltre, metterà a punto forme di verifica idonee a vigilare sulle attività finanziate al fine di migliorare l’efficienza e l’efficacia dei servizi offerti.