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Il Presidente ha incontrato le delegazioni di Cgil, Cisl e Uil
per discutere dei problemi del Carbosulcis

27.09.04 - comunicati stampa - anno 2004
«Sei mesi di tempo per cercare un’impresa diversa da quelle che hanno usufruito dei soldi pubblici lasciando dietro di sé la situazione che conosciamo oggi». Lo ha detto Renato Soru introducendo la riunione con i sindacati di categoria e il consiglio di fabbrica della Carbosulcis, nel corso dell’incontro che si è tenuto stamattina in viale Trento in una sala dell’assessorato dell’Industria.

Il Presidente ha incontrato le delegazioni di Cgil, Cisl e Uil subito dopo avere fatto con l’assessore all’Industria, Concetta Rau, una ricognizione sullo stato della Carbosulcis con il consiglio di amministrazione e il direttore della miniera. Ha detto Soru: «Noi non siamo in grado di scartare nulla, ma dobbiamo passare le persone al microscopio. Cerchiamo imprenditori e sappiamo che dobbiamo correre, perché questa situazione costa 5 milioni di euro ogni mese alle casse della Regione».

Il presidente e l’assessore Rau hanno detto ai sindacati che oggi la Giunta ha un’idea più chiara rispetto a quella di due mesi fa: «Oggi parliamo di carbone in relazione all’energia elettrica. La miniera produce kilowatt», ha detto Soru. E Concetta Rau ha aggiunto: «Ci stiamo muovendo per sentire tutti coloro che possono trovare interesse a produrre energia utilizzando il carbone del Sulcis. Abbiamo sentito l’Enel, Endesa, e recentemente anche l’Alcoa».

E’ questa, di un’impresa interessata al rilancio della miniera in chiave di produzione energetica, una delle due condizioni che la Giunta ritiene imprescindibili per dare una prospettiva alla Carbosulcis. L’altra è la conferma del decreto del 1994 sulle tariffe energetiche più basse previste per chi brucia il carbone del Sulcis, la conferma delle risorse stanziate dallo Stato per consentire di mantenere quell’impegno.

Ha detto il Presidente: «Se in sei mesi non saremo in grado di trovare soggetti che abbiano un interesse vero per lo sfruttamento del carbone del Sulcis, vuol dire che bisogna pensare ad altre prospettive. Ma ho elementi – ha aggiunto Renato Soru – per credere che una prospettiva si potrà aprire».

Secondo Soru e l’assessore Rau toccherà a questo soggetto valutare i progetti in campo a proposito della trasformazione del carbone, fra quelli proposti da Sardinia Energy e dalla Sotacarbo, con le quali la Giunta ha avuto diversi incontri nelle ultime settimane.

«La Regione non vuole fare l’azienda mineraria. E non può permettersi di sbagliare più. Nella Finanziaria di quest’anno ci sono i soldi per la Carbosulcis, in quella dell’anno prossimo no», ha detto il Presidente. Il quale si è detto «rattristato» per la situazione della miniera. Quattro soli ingegneri, tre dei quali minerari, sono quel che resta di una storia secolare fatta, oltre che di sacrifici, anche di professionalità che in alcune fasi hanno fatto andare in giro per il mondo tecnologie e macchinari sperimentati nelle miniere sarde.

Sulle ipotesi di sfruttamento della miniera (in stand-by dal 2001, con 588 dipendenti, 20 milioni di euro l’anno in salari e stipendi, 35 milioni di spese correnti, nessun investimento dal 2001, le ultime macchine comprate nel 1989), per renderla economica, la Giunta Soru prende atto di quello che tutti i soggetti hanno detto, compreso il consiglio di amministrazione di Carbosulcis nella riunione di stamattina: è necessario produrre un milione di tonnellate di carbone ogni anno, trasformarlo con impianti che siano compatibili con l’ambiente, utilizzarlo per la produzione di energia elettrica, mentre le miniere possono servire per operazioni di smaltimento giudicate interessanti anche dai sindacati.