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Formazione professionale: i dipendenti in cassa integrazione degli Enti (ex L.R. 47/1979) saranno utilizzati dalle Province

11.11.10 - comunicati stampa - anno 2010
Il reinserimento occupazionale dei lavoratori in cassa integrazione delle Agenzie formative (ex L.R. 47/1979) è stato definito da un accordo tra Regione, Province, organizzazioni sindacali ed enti di formazione. I dipendenti in Cigs (quest’anno all’Assessorato regionale del Lavoro sono arrivate 160 richieste di cassa integrazione) saranno utilizzati negli enti locali che ne faranno richiesta. Considerata la condizione di disagio economico e sociale in cui si trovano questi lavoratori, e in vista del progressivo decentramento amministrativo della Regione nell’ambito del sistema di gestione della formazione professionale e della carenza di personale per l’attuazione dei compiti e delle funzioni assegnate agli enti locali, i cassintegrati che fanno capo alla legge 47/1979 saranno utilizzati prioritariamente negli uffici delle otto amministrazioni provinciali. Sarà data priorità a coloro che beneficiano della Cigs in terza proroga. Le Agenzie formative titolari dei rapporti di lavoro, intanto, dovranno soddisfare le loro esigenze aziendali attingendo dall’elenco dei lavoratori in Cigs: pertanto non potranno essere fatte nuove assunzioni.

La categoria del personale ex legge 47, in seguito alla dichiarazione dello stato di crisi da parte della Regione e delle parti sociali nel 2006, era stata collocata in cassa integrazione. Successivamente la Cigs è stata concessa in deroga, ma l’indennità è andata via via riducendosi sino ad arrivare ad un importo di appena 380 euro. L’intervento della Regione consentirà di raggiungere i mille euro lordi mensili.

A margine dell’incontro, l’assessore Manca e i segretari regionali e di categoria di Cgil, Cisl e Uil hanno rinviato il confronto sul personale ex legge 47 in mobilità in deroga. “Con questo accordo, il primo del settore – sottolinea Manca – si dà finalmente soluzione alla situazione di estremo disagio dei dipendenti in cassa integrazione, consentendo un trattamento economico più decoroso e un recupero di professionalità che rischiavano di restare inutilizzate”.