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Con nove incontri nel territorio, al via i confronti
per i Piani Sanitario e Socio-Assistenziale.

21.10.04 - comunicati stampa - anno 2004
Entra nel vivo l’elaborazione del nuovo Piano Sanitario Regionale e di quello Socio-Assistenziale. Per condividere le metodologie e per confrontarsi con operatori, associazioni, sindacati e amministrazioni, l’assessorato regionale alla Sanità ha organizzato nove incontri nel territorio. Il primo appuntamento sarà lunedì 25 ottobre a Lanusei, dove l’assessore regionale alla Sanità e all’Assistenza Sociale Nerina Dirindin visiterà l’ospedale e parteciperà in mattinata alla Conferenza dei Sindaci. Nel pomeriggio è in programma il confronto con gli operatori e con gli amministratori del territorio.

Gli incontri proseguiranno venerdì 29 ad Alghero, lunedì 8 novembre a Carbonia, venerdì 12 novembre a Ghilarza, lunedì 15 novembre ad Olbia, venerdì 19 novembre a Sanluri, lunedì 22 novembre a Sorgono e domenica 5 dicembre a Quartu Sant’Elena. L’ultimo appuntamento, di natura più spiccatamente politica, è fissato per sabato 11 dicembre a Cagliari, dove si discuterà dei criteri sulla base dei quali si è finora gestita l’offerta di servizi sanitari e socio-assistenziali e quelli attraverso i quali si gestirà in futuro. Nell’individuazione delle sedi degli incontri si è tenuto conto della necessità di proseguire nelle visite a tutte le strutture ospedaliere e socio-assistenziali, prevedendo pertanto come sedi i centri nei quali sono presenti presidi non ancora visitati dall’assessore.

CHE COS’È IL PIANO SANITARIO REGIONALE
La Sardegna è l’unica regione italiana priva del suo Piano Sanitario, atteso ormai da quasi vent’anni. I compiti di questo strumento di programmazione sono ben definiti, oltre che dalle legge 595/85, anche dalla legge regionale 5 del ’95. Il Piano “individua gli obbiettivi fondamentali di prevenzione, cura e riabilitazione del servizio sanitario regionale, nonché i criteri e gli indirizzi generali per la loro attuazione, in coerenza con l’entità delle risorse ad esso destinate e nel rispetto del Piano sanitario nazionale”.

Secondo la legge regionale, il Piano contiene, tra gli altri, gli obbiettivi e le priorità di carattere generale, i risultati attesi nel periodo di vigenza del Piano, i criteri di organizzazione dei servizi e dei presidi, i livelli minimi di assistenza sanitaria garantiti su tutto il territorio regionale, i criteri generali concernenti il bacino di utenza, la localizzazione, gli standard strutturali e di personale dei distretti sanitari.

Di competenza del Piano anche l’individuazione delle risorse e la loro ripartizione tra aziende Usl e aziende ospedaliere, nonché gli indirizzi generali per l’integrazione dei servizi sanitari e di quelli socio-assistenziali, gli indirizzi generali per la stipula di convenzioni con le organizzazioni di volontariato e quelli per la formazione.

Il Piano Sanitario Regionale ha durata triennale ma può essere aggiornato annualmente. L’atto di adeguamento è presentato dalla Giunta al Consiglio entro il 30 settembre di ogni anno ed è approvato dall’aula.

COME SARÀ STRUTTURATO
Il Piano Sanitario Regionale si articolerà in tre passaggi fondamentali. Il primo riguarderà un’analisi dei bisogni e lo stato attuale dell’offerta di servizi sanitari. Il secondo affronterà in maniera specifica i principi guida e i criteri che guideranno la redazione del Piano. Il terzo capitolo spiegherà quali obiettivi si vogliono raggiungere, e in maniera più specifica: gli obiettivi di sistema, i traguardi di efficacia e i relativi parametri di obiettivo, e gli strumenti da mettere in campo per ottenere i risultati prefissati.

I CONTRIBUTI AL PIANO: LA CONFERENZA PERMANENTE
Per la predisposizione della proposta di Piano, l’assessorato si avvale della consulenza tecnica della Conferenza Permanente per la Programmazione Sanitaria e Sociosanitaria Regionale. La Conferenza, presieduta dall’assessore alla Sanità, è composta dai Presidenti delle Province, dai rappresentanti di sindaci designati dalle conferenze delle Aziende Usl, da tre rappresentanti delle formazioni sociali private senza scopo di lucro impegnate nel campo dell’assistenza sociale e sanitaria, da due rappresentanti delle organizzazioni sindacali degli operatori sanitari pubblici e privati, e da due rappresentanti delle strutture private accreditate dal Servizio sanitario nazionale.

I CONTRIBUTI AL PIANO: GLI UFFICI DELL’ASSESSORATO
Gli Uffici dell’assessorato si impegnano a produrre, affinché si possa avere uno scenario di riferimento più puntuale:
- una relazione riguardante lo status quo (relativamente ai dati di cui si dispone) con riferimento a Prevenzione, Distretti e Presidi Ospedalieri;
- il quadro di tutta la normativa in vigore in materia sanitaria con l’indicazione delle norme che risultino “superate” dalla più recente normativa nazionale e regionale, di quelle che è possibile “conservare” in quanto compatibili con gli obiettivi del Piano Sanitario Regionale;
- il quadro della normativa regionale più significativa e recente in vigore presso le altre realtà regionali.

IL PERCORSO VERSO L’APPROVAZIONE
Dopo gli incontri territoriali, la bozza del Piano verrà presentata dall’assessorato alla Giunta entro la fine dell’anno. Dopodichè si avvierà una consultazione più formale attraverso la convocazione di appositi “tavoli” nei quali sarà illustrata la bozza stessa, per acquisire il parere di tutti i ”soggetti” del Servizio Sanitario Regionale. Dopo il passaggio in Commissione Sanità, il Piano sarà esaminato dal Consiglio, che provvederà ad approvarlo.


CHE COS’È IL PIANO SOCIO-ASSISTENZIALE
Il Piano Socio-Assistenziale ha obbiettivi e procedure di consultazione analoghe a quelle del Piano sanitario. La fase di concertazione (prevista dalla legge 4 del 2000) prevede una consultazione con gli attori del paternariato svolta attraverso gli incontri con la Conferenza Permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria regionale e con la Consulta Regionale per i Servizi Socio-Assistenziali. Il Piano sarà strutturato in maniera analoga a quella del Piano Sanitario, prevedendo un’analisi dello stato attuale, a cui farà seguito l’individuazione di criteri che dovranno sovrintendere l’offerta dei servizi socio assistenziali e gli obiettivi da perseguire. Con il Piano si effettuerà anche una revisione di tutta la normativa regionale in materia di politiche sociali, ormai superata.

I CONTRIBUTI AL PIANO: LA CONSULTA
La Consulta Regionale per i Servizi Socio-Assistenziali deve esprimere per legge un parere sulla proposta del Piano, potendo inoltre formulare proposte e suggerimenti per assicurare una maggiore funzionalità ed economicità dei servizi assistenziali. Presieduta dall’assessore regionale alla Sanità, la Consulta è composta dal coordinatore del servizio competente in materia di assistenza sociale presso l’assessorato; tre componenti scelti fra assistenti sociali, educatori e psicologi che operino nelle strutture socio-assistenziali, di cui uno operante in strutture private; un sociologo e un medico igienista; quattro rappresentanti delle amministrazioni comunali, uno per provincia; un rappresentante delle amministrazioni provinciali; il presidente del Tribunale dei minorenni; quattro rappresentanti, uno per provincia, delle istituzioni, enti ed organismi privati iscritti nel registro regionale; quattro rappresentanti, uno per provincia, delle associazioni di volontariato; quattro rappresentanti delle associazioni mutilati ed invalidi.

IL PERCORSO VERSO L’APPROVAZIONE
Anche la bozza del Piano socio-Assistenziale, dopo gli incontri territoriali, verrà presentata dall’assessorato alla Giunta entro la fine dell’anno. Dopo il passaggio in Commissione Sanità, il Piano sarà esaminato dal Consiglio, che ha il compito di approvarlo. L’ultimo Piano Socio Assistenziale è stato varato dall’assemblea di via Roma nel luglio nel 1998. “Scaduto” nel 2000, il Piano è stato prorogato di anno in anno dal Consiglio.

Addetto stampa assessorato Sanità