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Nascerà anche in Sardegna la banca di sangue placentare

04.05.06 - comunicati stampa - anno 2006
Anche la Sardegna avrà presto una banca di sangue placentare. Si tratta di un importante passo in avanti per la nostra regione perché il cordone ombelicale, che normalmente viene scartato, contiene sangue ricco di cellule staminali, le stesse del midollo osseo. Una donna che decide di donare il sangue placentare regala dunque a tante persone malate una speranza in più di guarire e tornare alla vita, perché il sangue del cordone ombelicale può sostituire il midollo per il trapianto e offrire così a tante persone malate una speranza in più di guarire.

La sede della Banca sarà presso l'ospedale Binaghi di Cagliari, che metterà a disposizione i locali necessari a partire dal prossimo mese di giugno. Da luglio a dicembre si terrà la formazione degli operatori dei Centri raccolta (ostetriche e ginecologi) e del personale addetto alla Banca. Contemporaneamente verranno attivate le gare per l'acquisizione delle attrezzature necessarie. Da gennaio a giugno 2007 verranno allestiti i laboratori e messo a punto le metodiche. Dal mese di luglio del 2007 inizierà lo stoccaggio del sangue placentare, raccolto inizialmente nei tre ospedali pubblici cagliaritani (Brotzu, San Giovanni di Dio e Santissima Trinità). Il progetto prevede che nel giro di cinque anni in tutti i punti nascita isolani possa essere donato il sangue cordonale.

Il costi di gestione del primo anno di attività della banca saranno di 780 mila euro. Dal momento della operatività, prevista entro il 2006, si prevede di conservare nel primo anno circa 100 unità e 200 nel secondo, con una previsione di raggiungere in 5 anni le 1.000 unità. L'attivazione della banca di sangue placentare in Sardegna prevede diverse fasi organizzative, relative all'informazione, alla formazione del personale, al reperimento delle attrezzature e, da ultimo, all'ottenimento delle certificazioni necessarie per l'utilizzo clinico delle unità di sangue placentare conservate.

Il sangue del cordone ombelicale contiene cellule staminali, identiche a quelle presenti nel midollo osseo, capaci di generare globuli rossi, globuli bianchi e piastrine: gli elementi fondamentali del nostro sangue. Ma per un paziente affetto da leucemia e linfomi in attesa di trapianto di midollo osseo la probabilità di reperire un donatore compatibile in ambito familiare è pari al 25-30 per cento. Del restante 75 per cento, solo il 40 per cento riesce a reperire un donatore compatibile nei Registri regionali, nazionali e internazionali di midollo osseo (oltre 20.000 in Sardegna, oltre 340.000 in Italia e 10.452.865 di donatori tipizzati al 25 aprile 2006). Il Registro Regionale Sardo è peraltro il primo in Italia per numero di donatori/abitanti con un indice di 1,177 donatori per 100 mila abitanti.

Il sangue del cordone ombelicale è dunque particolarmente prezioso perché può sostituire il midollo per il trapianto.

Il prelievo del sangue di cordone ombelicale avviene attraverso un'operazione semplice e rapida, che non procura alcun rischio e sofferenza al neonato, perché avviene quando il cordone è già stato reciso. Il prelievo consiste nell'aspirare il sangue dal cordone ombelicale per poi raccoglierlo in una sacca sterile. La sacca viene poi inviata alla Banca del cordone ombelicale per le analisi e la crioconservazione in speciali contenitori ad una temperatura di meno 196 gradi.

Il sangue del cordone ombelicale può essere usato per il trapianto solo se è privo di agenti infettivi ed è necessario quindi effettuare dei controlli oltre che sullo stesso sangue anche sulla donna che partorisce. Si tratta solo di due prelievi di sangue: uno al momento del parto e uno sei mesi dopo. La donna deve perciò dare il suo consenso alla donazione e la sua disponibilità a sottoporsi alle analisi di controllo.

Il trapianto di cellule staminali emopoietiche da sangue placentare viene utilizzato in numerose patologie potenzialmente curabili con il trapianto emopoietico come leucemie, linfomi, alcuni tumori solidi, gravi forme di anemie, deficit immunitari errori congeniti del metabolismo e patologie genetiche come la beta talassemia.

Oggi le banche sangue placentare accreditate a livello internazionale sono 39. In Italia sono invece 15 (ma solo 5 accreditate a livello internazionale) e coinvolgono le regioni Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia, Toscana, Veneto, per un totale di circa 35 mila unità conservate e 17 mila caratterizzate e pronte all'uso.