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Un progetto regionale sulla lingua sarda da oltre 700 mila euro

05.06.06 - comunicati stampa - anno 2006
La Regione ha avviato un progetto per l'attivazione di corsi di formazione sulla lingua e cultura sarda, rivolti agli insegnanti delle scuole sarde e ai dipendenti della Regione. "Nella strategia regionale per la diffusione e valorizzazione della lingua sarda, si tratta della prima fase di un progetto organico di formazione", spiega l'assessore della Pubblica Istruzione, Elisabetta Pilia: "La volontà della Regione è di avviare un'attività continuativa in questa direzione, ottimizzando gli interventi finanziari rispetto a quelli passati e orientandoli su progetti, che rientrino in un quadro organico e abbiano obiettivi concordati".

Per la realizzazione del programma regionale, l'assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, utilizzerà uno stanziamento di oltre 700 mila euro, assegnato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per gli Affari regionali attraverso legge 482/99 per la tutela delle minoranze linguistiche. Ma altri fondi potrebbero arrivare anche dalla legge regionale 26/97.
I corsi saranno realizzati in accordo con le due Università di Cagliari e Sassari, cui sarà affidata l'organizzazione e la gestione dei percorsi didattici.
Oggi, nell'assessorato della Pubblica Istruzione, l'assessore Elisabetta Pilia ha incontrato il preside della facoltà di Lettere e Filosofia di Cagliari, Giulio Paulis e il docente referente per il progetto, Maurizio Virdis, il referente dell'Università di Sassari, Angelo Castellaccio, il direttore scolastico regionale, Armando Pietrella e il presidente dell'Irre, Gabriele Uras e tre rappresentanti del Consiglio di amministrazione dell'istituto, coinvolti per la riconosciuta esperienza nel settore della progettazione didattica e della lingua sarda. Sono state illustrate e discusse le linee-guida dell'iniziativa regionale.

L'assessore Elisabetta Pilia ha segnalato due aspetti centrali del programma. Primo, il forte coinvolgimento dei destinatari dei corsi – in particolare degli insegnanti e dei dirigenti scolastici - attraverso la partecipazione attiva e consapevole, fondamentale per la riuscita dell'intervento. E' stata poi rimarcata l'importanza di tutelare all'interno dei corsi tutte le diverse varietà linguistiche della Sardegna. Alle due Università sarde è stato chiesto di omogeneizzare il più possibile i progetti formativi, programmando un'offerta didattica che sia "innovativa" e rappresenti un'alternativa ai corsi tradizionali: non solo lezioni frontali, ma anche attività laboratoriali e seminariali. Alle Università è stato soprattutto chiesto di predisporre un'adeguata attività di monitoraggio. "Deve essere prevista la valutazione dell'apprendimento alla fine dei corsi, non può bastare la sola frequenza", ha detto l'assessore Elisabetta Pilia.

La formazione dovrà essere differenziata per le due tipologie di destinatari, insegnanti e dipendenti regionali.
Nel progetto regionale saranno coinvolti docenti delle materne, elementari e medie inferiori. Due tipologie di interventi sono state individuate per gli insegnanti. La prima sarà rivolta ai docenti che hanno già competenze linguistiche e hanno utilizzato il sardo per insegnare nelle diverse materie. L'altro modulo sarà rivolto a quanti, pur conoscendo la lingua sarda, non l'hanno mai utilizzata in classe. E' stato deciso che nei moduli per gli insegnati la maggiore percentuale di ore sia dedicata alla lingua. Tra le materie di studio individuate per gli insegnanti ci sono lingua e letteratura sarde, didattica del sardo, storia della Sardegna e dell'arte sarda, tradizioni popolari, geografia.

I percorsi formativi per i dipendenti regionali dovranno fornire strumenti per la codificazione del linguaggio amministrativo, l'elaborazione e la traduzione di modelli e facsimili di atti e documenti amministrativi, oltre alla conoscenza del diritto regionale, nazionale e comunitario per la tutela delle minoranze linguistiche, della storia delle istituzioni della Sardegna.