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Nuova serie di incontri per il Piano sociale: domani a Serrenti, giovedì a Villamassargia

22.03.05 - comunicati stampa - anno 2005
Otto incontri nel territorio per migliorare il Piano Sociale, il documento di programmazione che fissa una nuova strategia contro l'emarginazione, le povertà e l'esclusione sociale. Dopo le prime assemblee territoriali e l'approvazione da parte della Giunta, l'assessorato regionale della Sanità si apre ad un nuovo confronto con gruppi, associazioni, famiglie, rappresentanze sindacali e amministratori, in una serie di incontri che interesseranno tutte le aree dell'isola.

Primo appuntamento mercoledì 23 marzo a Serrenti, a partire dalle ore 16 presso l'aula magna della scuola elementare di via Eleonora d’Arborea. Insieme all'assessore Nerina Dirindin, interverranno anche don Ettore Cannavera (della comunità “La Collina”), Gisella Trincas (associazione Asarp) e il geriatra Paolo Putzu. Giovedì 24 marzo il confronto si sposta a Villamassargia, presso il Centro di Aggregazione Sociale di via Terraseo. Sempre a partire dalle 16, prima del dibattito interverranno l’assessore Dirindin, Carlo Tedde (presidente Federsolidarietà) e Rita Polo (associazione Abc).

"Per il Piano Sociale vogliamo adottare un modello partecipato che sia condiviso con le intere comunità", spiega l’assessore. "Dopo la prima fase di ascolto, torniamo a discutere nel territorio per spiegare le linee d’intervento e accogliere nuovi suggerimenti. Vogliamo soprattutto condividere l’avvio di una fase nuova della programmazione regionale. Il nuovo Piano Sociale richiede infatti la partecipazione convinta di tutti coloro che sono chiamati a vario titolo ad intervenire in un settore così delicato. Alla fine di questi confronti territoriali, ci sarà una valutazione complessiva del Piano con le organizzazioni sindacali. Da parte mia - prosegue l'Assessore - mi impegno ad accogliere le proposte migliorative del Piano e a presentare tutti gli emendamenti che si renderanno necessari per rendere questo strumento di programmazione più efficace e rispondente alle necessità dei territori".

Dopo i primi due appuntamenti, i confronti territoriali proseguiranno (in località in fase di definizione), il 31 marzo in Ogliastra, il 1° aprile nel Nuorese, il 6 aprile a Cagliari, il 13 nell’Oristanese, il 14 nella zona di Sassari e il 15 aprile in Gallura.

Durante ogni incontro i tecnici dell’assessorato spiegheranno le novità contenute dal Piano, mentre ad operatori qualificati spetterà il compito di calare in ogni singola realtà le innovazioni previste dal nuovo strumento di programmazione. Dopo l’intervento dell’assessore, è previsto un ampio dibattito.

Il Piano Sociale è già consultabile sul sito della Regione, mentre ogni contributo può essere inviato via e-mail all’indirizzo piano.sociale.sanitario@regione.sardegna.it

Partendo dall’analisi dei bisogni, il Piano sceglie dieci priorità sulle quali appare strategico intervenire. Gli obiettivi delineati coinvolgono trasversalmente le politiche sociali, le politiche sociosanitarie e quelle sanitarie. Le questioni (elencate di seguito in una sequenza senza alcun valore gerarchico), sono la bassa natalità (che vede la Sardegna al di sotto della media nazionale), il conseguente rapido invecchiamento della popolazione, lo sviluppo del capitale umano della regione (con particolare riferimento ai giovani), le condizioni di vita familiare e le forme di sostegno delle responsabilità genitoriali. Ancora: i rapporti tra generazioni e le condizioni per incrementare il sostegno reciproco, la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, le persone più deboli e fragili (per limitazioni psicofisiche e non autosufficienza), il disturbo mentale con le sue conseguenze sulla vita personale e familiare. Infine, i comportamenti potenzialmente autolesivi e il loro impatto sociale, e la promozione della cultura della partecipazione, della legalità e della sussidiarietà.

Il Piano prevede nuove condizioni per una nuova politica della spesa, basata sul passaggio da erogazioni settoriali a fondi locali di cittadinanza. Attualmente le risorse finanziarie destinate dalla Regione ai servizi sociali (104 euro pro capite) possono essere classificate in due categorie: quelle destinate a finanziare i servizi sociali sulla base della spesa storica (50 euro) e quelle destinate a un insieme di leggi finalizzate. Per entrambe le categorie (spesa storica e leggi finalizzate), le risorse sono distribuite sostanzialmente in relazione alla popolazione delle nuove province.

Ma questo principio ha portato a una gestione non sempre ottimale delle risorse. Per questo, la Regione intende fondare la nuova politica della spesa in materia sociale su nuovi criteri: trasparenza nella ripartizione delle risorse, certezza ai fini della programmazione (determinando l’ammontare delle risorse in tempo utile per facilitare le scelte locali), sostenibilità nel complesso delle risorse regionali, unitarietà in contrapposizione alla attuale frammentarietà delle scelte di finanziamento, corresponsabilità finanziaria tra Regione e enti locali in una logica di sussidiarietà, equità (con criteri di ripartizione che tengano conto del bisogno assistenziale della comunità locale e della difficoltà di organizzare la risposta in territori morfologicamente diversi).

La filosofia del Piano troverà una coerente articolazione nei territori, ai quali compete la predisposizione del Piano Locale Unitario dei Servizi alla Persona (Plus). Le norme oggi prevedono che il programma delle attività territoriali sia elaborato dalla Asl e dagli enti locali, mentre agli enti locali e alle associazioni di volontariato competono i Piani di Zona. Il Plus unifica queste programmazioni, consentendo una reale integrazione tra sanitario, socio sanitario e sociale. In una prima fase i Plus verranno redatti in ambito dei 23 territori delimitati dai Distretti sanitari. A regime si punta ad arrivare ad una programmazione a livello provinciale.

La programmazione unitaria porta la Sardegna all’avanguardia nell’organizzazione dei servizi alla persona. Il processo sicuramente complesso verrà affiancato da una capillare opera di formazione e accompagnamento degli operatori e dei cittadini che dovranno acquisire nuovi metodi di lavoro per una progettazione partecipata.


Ufficio stampa