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Renato Soru: non abbiamo paura di chi viene a comprarsi la terra, a prendere i contributi, e lasciarci più poveri. E invece abbiamo timore di chi porta competenze, cultura, conoscenze…

12.04.05 - comunicati stampa - anno 2005
"Poi ad un certo punto cos'hanno fatto gli Argiolas? Innovazione, innovazione di prodotti. Hanno chiamato non uno enologo di Lunamatrona o della Marmilla ma uno enologo dalla Toscana. Non si sono vergognati. Hanno chiamato uno enologo da fuori per vendere prodotti fortemente identitari della Sardegna".
Così il Presidente della Regione ha sfiorato il tema del ricorso a professionisti non sardi, sul quale si è aperta una polemica nelle ultime ore, parlando al convegno della Margherita sull’agroalimentare in Sardegna.

A proposito dell'azienda vinicola di Serdiana, Renato Soru aveva introdotto il tema riferendosi a una relazione di Valentina Argiolas. "Cos'hanno fatto gli Argiolas l'ha raccontato perfettamente lei. Innanzitutto hanno lavorato con una grande passione, con lungimiranza. Lo voleva fare suo nonno: costruire una grande azienda, costruire vigne. Quindi la fatica, il lavoro sono sempre alla base di tutto. La fatica non assistita, la volontà, la caparbietà è alla base di qualsiasi successo. Non c'è successo che non venga proprio da lacrime e sangue, da grandi sforzi".

Poi la questione del ricorso a un enologo toscano: "Abbiamo enologi in Sardegna, ma loro non si sono accontentati, ne hanno cercato uno più bravo, si sono serviti di uno ancora più bravo, che oltre ad essere più bravo avesse una visione del mondo, una visione di quello che accade in giro. E grazie anche a questo signore, oggi "vendono" la Sardegna e hanno dato qualità, orgoglio, consistenza al nostro patrimonio e anche al nostro orgoglio regionale. Innovazione, capacità di comprensione , una volontà giorno per giorno di prendersi la valigia e di andare un giorno ad una fiera vinicola, un giorno di raccogliere tutti gli importatori a Mauritius, un santo lavoro con la valigia e con gli aerei". Chi ha successo - ha continuato il presidente della Regione - è perché ha avuto la capacità di fare ricerca e innovazione, la capacità anche di andare a prendere le collaborazioni con i migliori. Un architetto è importante se viene da fuori, un enologo importante, un fabbricante di formaggio, un veterinario importante. L'isola qualche volta ce l'abbiamo in testa, l'isolamento ce l’abbiamo in testa. Bisogna almeno al livello della testa aprirsi un pochino e non avere paura di cercare le collaborazioni migliori che aiutano tutti. Peraltro noi non abbiamo paura di chi viene a comprarci la terra, a comprarne dei pezzi enormi, a prendersi parte importante dei contributi, a venire qui promettendoci mari e monti e lasciandoci quasi sempre pochissimo. Abbiamo magari timore di lasciarci convincere da uno che viene con niente, ma con intelligenza, cultura, conoscenze, si porta a casa un compenso dopo un po’ di tempo e poi ci lascia più ricci anziché più poveri. Quindi questa apertura mentale fa parte di questi casi di successo".


Ufficio stampa