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Il Presidente Soru: non c'è uno scontro Regione - Enti locali in Sardegna.

13.11.06 - comunicati stampa - anno 2006
"Non c'e nessuno scontro Regione - Enti locali in Sardegna". Lo ha detto il Presidente Soru intervenendo a chiusura della Conferenza permanente Regione - Enti locali, riunita stamattina a Cagliari in viale Trento alla presenza, fra gli altri, degli assessori regionali alle Riforme, Massimo Dadea, e agli Enti locali, Gianvalerio Sanna, dei sindaci di Carbonia, Tore Cherchi, di Sassari, Gianfranco Ganau, di Villasimius, Tore Sanna, dei presidenti delle Province di Oristano, Pasquale Onida, di Nuoro, Roberto Deriu, di Olbia-Tempio, Pietrina Murrichile.
"C'è uno legge regionale del 2006 - ha detto il Presidente della Regione - che trasferisce già alcune funzioni ai comuni e alle province sarde. Ci sono disposizioni con le quali una gran quantità di beni del patrimonio regionale sono stati trasferiti agli enti locali, con provvedimenti di questa giunta. Nella prossima finanziaria regionale, in attesa della riforma della legge 25 del 1993, applicheremo il federalismo fiscale interno, che consentirà di sperimentare ampie forme di autonomia degli enti Locali a programmare le risorse trasferite".
"Nel rispetto delle autonomie, la Regione però non ha solo compiti di coordinamento e indirizzo. Gestisce strumenti, strumenti che servono alle autonomie locali: gestisce uffici, servizi, il trasporto pubblico locale. La Regione - ha continuato Renato Soru - ha dei compiti, ha addirittura responsabilità primaria in alcune materie. Ha compiti in agricoltura, nelle politiche per la ricerca, l'istruzione, di valorizzazione dei beni culturali. Per poter fare queste politiche la Regione ha degli strumenti, strumenti finanziari ma anche beni, edifici, aree, valori ambientali. Non è automatico che aree ed edifici utilizzati dallo Stato per funzioni statali devono essere ha trasferiti ai comuni quando lo Stato non ne ha più bisogno. Così devono essere trasferiti ai comuni quelli che non sono utili alle funzioni della Regione".
Riferendosi alla restituzione dei beni militari nella città di Cagliari, conclusa con un accordo fra il ministro Parisi e il Presidente della Regione venerdì sera dopo alcuni mesi di lavoro preparatorio, Renato Soru ha aggiunto: "Non si fa una polemica con gli enti locali quando si dice che i beni trasferiti dallo Stato alla Regione, in virtù della nostra specialità, della specialità della Regione, devono essere volutati innanzitutto in funzione della loro utilità per le politiche regionali. Nel caso di Cagliari in funzione della politica regionale per l'area urbana, delle politiche per creare lavoro dalla conoscenza, e impresa che nasca dall'arte e dalla creatività. E in funzione della valorizzazione dei beni culturali, dall'area archeologica di Tuvixeddu alle aree di grande pregio naturalistico, che devono far parte delle politiche ambientali regionali. I beni non necessari per le politiche regionali, verranno trasferiti ai comuni, che decideranno di utilizzarli nel quadro di intese con la Regione".
Il Presidente Soru, riprendendo i temi proposti dagli assessori Massimo Dadea e Gianvalerio Sanna all'inizio della riunione con gli amministratori, è tornato sul concetto di autonomia, e su quello delle aggregazioni dei comuni e persino delle province sarde.
"Noi stiamo cercando di trasferire risorse alle amministrazioni locali, cercando di eliminare gli sprechi e di spendere bene. Siamo sicuri che anche le autonomie locali vorranno fare questo. Gli spazi per migliorare sono molti. E credo che non si può separare il trasferimento di risorse dalla consapevolezza che una gran parte dei comuni non ce la farebbe mai se venissero lasciati da soli; scaricheremmo solo responsabilità, lasciando soli i comuni. I comuni hanno bisogno di autonomia – ha detto Renato Soru - ma un'autonomia che non significa stare soli, ma stare assieme, dobbiamo fare sforzi per stare assieme, non separare e isolare".