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Il lavoro e le servitù militari: il caso Vitrociset, le lettere della Regione rimaste senza risposta

06.05.05 - comunicati stampa - anno 2005
Il sottosegretario della Difesa Salvatore Cicu, impegnato in questi giorni a fare dichiarazioni polemiche verso la giunta regionale e le posizioni del presidente sul tema delle servitù militari, non ha ancora risposto alle numerose lettere della Regione e alle iniziative dei sindacati dei lavoratori che chiedono da dicembre al suo ministero di occuparsi della situazione dello stabilimento Vitrociset di Assemini.

Quella società ha già avviato la procedura di licenziamento di 44 dipendenti dello stabilimento di Macchiareddu, motivata con la riduzione delle commesse disposta dal Ministro della Difesa.
La società opera in Sardegna fin dagli anni '80 dedicandosi sia alla manutenzione dei sistemi di controllo del traffico aereo nei principali aeroporti isolani e sia a una missione industriale nell'ambito del Ministero della Difesa (Aeronautica Militare), operando per le attività di revisione e ripristino in efficienza di sistemi d'arma, prevalentemente nel Poligono interforze del Salto di Quirra – Capo San Lorenzo - nel Comune di Villaputzu (Ca). A queste opere sono addette complessivamente 230 unità altamente qualificate.
Il peggioramento delle cose alla Vitrociset è conseguente a una notevole contrazione delle risorse finanziarie destinate al bilancio dal Ministero della Difesa per l’anno 2005, che potrebbero imporre una riduzione nelle commesse contrattuali a favore delle società esterne. La situazione della Vitrociset potrà ulteriormente essere aggravata dalla manifestata volontà da parte della proprietà di cedere all’Enav il ramo d’azienda della gestione dei sistemi elettronici di controllo del volo negli aeroporti italiani che ha in gestione da oltre trenta anni.
Tale decisione indebolirebbe ulteriormente l’Azienda dalla quale dipende la sorte dello stabilimento Vitrociset di Assemini che attualmente occupa circa 85 dipendenti.
L'assessore regionale dell'Industria ha ricordato in tre occasioni con lettera ufficiale al Governo e al Ministero della Difesa, come dovesse essere valutata nell'ambito della programmazione delle risorse disponibili, con la massima attenzione, la situazione della Vitrociset, tenendo conto che la Sardegna, per una larga parte del proprio territorio, è gravata da servitù militari che, sotto diversi profili, incidono pesantemente sullo sviluppo dell’Isola e costituiscono possibile fonte di rischi per la sicurezza e la salute dei suoi abitanti.
Al ministro Martino e a Cicu stesso la Regione ha ricordato, letteralmente: "Oltre alle pesanti limitazioni formali e permanenti dei Poligoni, si aggiunge il peso di estese limitazioni aeree, marittime e terrestri, dovute ad esercitazioni di tiro aereo nonché esercitazioni da sbarco anche nel Poligono Sperimentale Interforze del Salto di Quirra – Capo San Lorenzo; tali esercitazioni, travalicando il perimetro dei Poligoni militari e la "temporaneità" delle servitù del cielo e del mare, si protraggono per quasi tutto l'anno, con conseguente interdizione di navigazione, pesca, turismo e attività connesse, con danni economici e sociali all'intera comunità. E' di grande attualità ed urgenza - continuava una delle lettere di Concetta Rau - il tema, da tempo sollevato, del riequilibrio sul territorio nazionale della presenza di installazioni militari, argomento particolarmente sentito dalla popolazione della Sardegna e che esige un approccio diverso da quello sinora utilizzato di misure compensative. Misure, peraltro, che, laddove adottate, paiono significativamente inconsistenti rispetto al peso cui sono riferite".

Né il ministro né il suo vice hanno mai risposto a queste note.


Ufficio stampa