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Il presidente Soru alla riapertura della villa gregoriana di Tivoli. Apprezzamento per le parole di Ciampi.

11.05.05 - comunicati stampa - anno 2005
Il Presidente della Regione Renato Soru ha partecipato oggi alla cerimonia di riapertura della Villa Gregoriana di Tivoli, il grande parco voluto nel 1835 da Papa Gregorio XVI, da molti anni in stato di abbandono, ora ripristinato dal Fondo per l' Ambiente Italiani (Fai). Con il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che ha scoperto una lapide a ricordo di questa giornata, erano la presidente del Fai, Giulia Maria Crespi, i ministri Buttiglione e Lunardi, i presidenti della Regione Lazio e Sardegna, della Provincia e il sindaco di Tivoli, rappresentanti della Camera e del Senato.

''La parte politica - ha sottolineato Ciampi - e' importante e io non la trascuro, ma e' importante anche quello che qui vediamo: la regione aveva una amministrazione di un certo colore. Ha cominciato i restauri di Villa Gregoriana. Ha completato una amministrazione di un altro colore. Questo non deve togliere niente al fatto che c'e' una continuita' di partecipazione convinta di tutte le istituzioni interessate a mantenere questa nostra Italia quel che è''. Non era previsto che il Capo dello Stato prendesse la parola alla breve cerimonia di riapertura del grande parco. Invece, e' andato al microfono e ha svolto il suo breve intervento a braccio. Ha sottolineato innanzitutto la presenza di rappresentanti del governo, della regione, del Parlamento e di rappresentanti delle amministrazioni locali di ogni livello, insieme a istituzioni private, quali la Banca Unicredito, che hanno collaborato con il FAI al ripristino di questa vallata che ha costituito una delle tappe principali del Grand Tour nel Settecento e Ottocento, che ha avuto i visitatori piu' illustri Goethe e Chateaubriand. ''Villa Gregoriana - ha detto il Capo dello Stato - e' un esempio di quel patrimonio italiano che e' la nostra forza: siamo unici al mondo, in questo. Su tante altre cose, altri competono con noi e ci superano anche. Ma per patrimonio artistico e culturale nessuno ci supera. Quindi abbiamo il diritto-dovere di mantenere l'eredita' che abbiamo ricevuto, inalterata, per le future generazioni''.


Ufficio stampa