Regione Autonoma della Sardegna [SITO ARCHIVIO]
Vai alla nuova versione
Vai al contenuto della pagina

Logo Regione Sardegna


Il Presidente Solinas ricorda Grazia Deledda: "Archetipo della donna sarda, narrò al mondo lo spirito più profondo della sua terra"

29.10.21 - cultura e istruzione - anno 2021
Cagliari, 29 ottobre 2021 - L’archetipo della donna sarda, che seppe narrare al mondo lo spirito più autentico e profondo della sua terra, mantenendo con la Sardegna un legame indissolubile ed un amore incrollabile.
Così il Presidente della Regione Christian Solinas, che ha partecipato alle celebrazioni in Senato in onore di Grazia Deledda, nel 150esimo anniversario della nascita del Nobel, alla presenza della Presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati e del Ministro della Cultura Dario Franceschini.
Quello che si celebra oggi nel Senato della Repubblica, ha detto il presidente Solinas, è un momento di fondamentale importanza nel ricco calendario delle celebrazioni in onore di Grazia Deledda, nel 150esimo anniversario della nascita di questa grande donna, di questa grande figlia della Sardegna, così proiettata nel mondo e così fortemente legata alla sua terra, che ha sempre amato e mantenuto in cima ai pensieri e alle pulsioni del suo cuore.
La sua figura, il suo grande testamento spirituale e letterario, oggi aleggiano nel Senato, che giustamente rende onore all’unica donna italiana insignita del Nobel per la letteratura, dopo quello assegnato a Giosuè Carducci.
Ha dato lustro all’Italia, ha detto il Presidente della Repubblica Mattarella; e ha dato lustro e continua a dare lustro alla sua Sardegna, ha detto il Presidente Solinas.
Ma non solo. Questa figura carismatica raffigurando al meglio l’archetipo della donna sarda, incarna la sardità, diventa essa stessa sardità.
Scrisse pagine ardenti e indimenticabili sul mondo rurale della Sardegna, con il quale ebbe un legame indissolubile, quello stesso che da sempre lega i Sardi alla Sardegna, ovunque si trovino. Quel legame che si mantiene anche generazione dopo generazione tra i tanti nostri conterranei che, per cercare lavoro e benessere, hanno dovuto lasciare l’Isola per emigrare in ogni parte del mondo, ma che continuano a sentirsi profondamente sardi, a parlare il sardo, a mantenere vive le nostre tradizioni.
Grazia Deledda parla ancora oggi a tutti noi.
Questo spirito l’ha guidata in tutta la sua vicenda umana e letteraria. Non mi interessa la gloria, scrisse, ma sogno di irradiare con un mite raggio le fosche ombre dei nostri boschi, di poter un giorno narrare la vita e le passioni del mio popolo, così diverso e così fiero, così ignorato, vilipeso e dimenticato. Voglio raggiungere il mio sogno di creare una letteratura completamente ed esclusivamente sarda.
E l’ha fatto. Il suo attaccamento alle radici, la condivisione di un sentimento identitario, il sentire collettivo dei Sardi fatto di storia, di tradizioni, di usi e costumi hanno guidato la sua opera, con quella modestia tipica dei grandi intelletti.
La Sardegna che fu il centro della sua produzione letteraria, unitamente ad un forte impegno civile, che utilizzò la letteratura come strategia per denunciare ferite inflitte al popolo sardo.
Un impegno civile che diventava anche sensibilità e attenzione verso gli ultimi, verso i più poveri e derelitti, che rendeva spesso protagonisti delle sue storie.
La Sardegna misteriosa, deposito degli ultimi avamposti dell’antichità ancestrale, diventa il faro in un mondo che cambia, diventa un baluardo di localizzazione e di identità che è contrappeso alla globalizzazione e al pensiero unico.
Grazia Deledda è nel cuore di tutti noi sardi, esempio per tutti coloro che ancora vivono questa loro appartenenza e questa identità come una dimensione quasi trascendente.
Siamo fatti così. E a dir di Sardigna le lingue lor non si sentono stanche, come scrisse Dante, le cui celebrazioni a 700 anni dalla morte si intrecciano fatalmente, ha concluso il Presidente Solinas, con quelle della nostra Grazia, gloria sarda.