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Servitù e beni dimessi: i calcoli del sottosegretario alla Difesa e quel che risulta alla Regione

16.06.05 - comunicati stampa - anno 2005
Agli uffici della Presidenza della Regione che curano la materia delle servitù militari e i rapporti con il Ministero della Difesa, risultano dismessi 60 beni immobili e non 200, della lunga serie di beni che il ministro Spadolini si impegnò a restituire alla Regione nel lontano 1986 in un accordo con l’allora presidente Melis.

Sessanta, e uno per uno ripetutamente sollecitati, e non 200, come è scritto in una nota del sottosegretario Cicu, che non sono mai arrivati alla destinazione alla quale l’articolo 14 dello Statuto speciale per la Sardegna li destina, quando recita: "La Regione, nell'ambito del suo territorio, succede nei beni e nei diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali, escluso il demanio marittimo. I beni e diritti connessi a servizi di competenza statale ed a monopoli fiscali restano allo Stato, finché duri tale condizione. I beni immobili situati nella Regione, che non sono di proprietà di alcuno, spettano al patrimonio della Regione".

A parte la rilevanza dei beni dismessi realmente e di quelli che non sono stati dismessi nonostante i patti fra lo Stato e la Regione, in particolare il poligono di Capo Teulada che doveva essere trasferito altrove, risultano dunque non veritieri nemmeno i numeri forniti dal sottosegretario che del resto soltanto ieri dichiarava davanti al presidente Soru di non conoscere nemmeno il testo dell’intesa firmata da Spadolini e Mario Melis.