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Soru, Rau e Salerno incontrano i sindacati sulla crisi Montefibre.
Il Presidente della Regione: nel piano energetico una nuova centrale elettrica a Ottana.

12.09.05 - comunicati stampa - anno 2005
Si è conclusa al quarto piano del palazzo della Regione in viale Trento, la riunione fra il presidente della Regione Renato Soru, gli assessori dell’Industria Concetta Rau e del Lavoro Maddalena Salerno, con i sindacati Cgil Cisl e Uil sulla crisi della Montefibre e l’accordo di programma per la chimica.
I sindacati, rappresentati dai vertici regionali della categoria e dalle rappresentanze aziendali del sito di Ottana, sono stati informati dall’assessore Rau sulle novità in merito ai nuovi investimenti dell’accordo di programma, ai quali i lavoratori guardano come a uno sbocco della cassa integrazione, in scadenza il 31 dicembre prossimo.
Nonostante le risorse derivino dall’Accordo sulla Chimica firmato a seguito delle lotte dei lavoratori di Ottana, Equypolimers (Investimenti approvati pari a 89,9 Meuro, di cui 36,12 MEuro di finanziamenti pubblici) ha sin dall’inizio presentato un piano di investimenti che non prevedeva nuove unità lavorative.
Sulle altre iniziative presentate al MAP, sempre a valere sulle risorse dell’Accordo di programma, l’Assessore ha detto che si è in attesa che si completino le istruttorie al Ministero delle Attività produttive. Il Consorzio Creo che aveva presentato una serie di proposte, dopo le modifiche richieste dal MAP ha in istruttoria alcune delle iniziative presentate. ‘’La positiva conclusione dell’iter (che ora pare più sicura) potrebbe consentire nuove assunzioni’’.
L’istruttoria per l’altra iniziativa, il CFP, è ancora pendente e attualmente non è possibile fare previsioni certe. Il piano prevede 60 nuove unità, ma la società vuole avere mano libera nelle assunzioni.

Renato Soru ha annunciato ai sindacati che nel prossimo piano energetico regionale, in discussione in giunta in una delle prossime sedute, sarà prevista una centrale elettrica a Ottana, a fianco a quella esistente, che tyrasformui CDR e biomasse. ‘’Abbiamo già fatto delle verifiche, ci sono soggetti interessati, e la Regione ha fatto la scelta di Ottana incoraggiata dal fatto che una impresa nuova e senza troppa esperienza nel campo è subentrata agli americani della AES’’.


Gli ex dipendenti Montefibre vorrebbero almeno in parte accedere a forme di ammortizzatore sociale finalizzate all’accompagnamento alla pensione. Attualmente non esistono più interventi di tale tipo sulla mobilità lunga; occorrerebbe un provvedimento speciale previsto nella legge finanziaria nazionale del 2006.
Il presidente Soru ha proposto che la Regione, con il sostegno dei sindacati, anche quelli nazionali, apra con il governo una rivendicazione che recuperi per almeno 83 dipendenti Montefibre, quelli oltre i 51 anni di età, la possibilità della mobilità lunga e dell’accompagnamento alla pensione.

Il Presidente ha annunciato di volere subito chiedere un incontro alla presidenza del Consiglio dei Ministri, per verificare lo stato di attuazione dell’accordo di programma e presentare la richiesta della via d’uscita per una parte dei lavoratori: ‘’E’ un problema sociale grande, ma che richiede risorse finanziarie in fondo limitate’’, ha detto Soru.
Posizione condivisa dai sindacati, senza esclusione. ‘’E’ un cambio di strategia – ha detto la segretaria territoriale della Uil, Ticca – che era giusto fare: quel che dicevamo sottovoce per non sottrarre energia alla lotta per l’accordo di programma, adesso possiamo dirlo a voce alta. L’accompagnamento alla pensione di una parte dei lavoratori Montefibre alleggerisce la situazione industriale può ridare prospettiva e intanto risolve un problema enorme per chi ha superato i 51 anni e ha difficoltà di reinserimento’’.





La vicenda della Montefibre, che subentra nel 1992 al ramo d’impresa ex Enichem nella produzione delle fibre tessili cotoniere (presente oltre che a Ottana e Porto Marghera, ad Acerra, a Pisticci e a Miranda de Ebro in Spagna) precipita nell’aprile del 2004, quando decideva di disimpegnarsi in Sardegna inviando 251 lettere di licenziamento. Cominciava una vertenza che evolveva sia su un tavolo regionale che nazionale.

I lavoratori Montefibre con le loro rappresentanze sindacali occupavano più volte la Carlo Felice, l’aeroporto di Olbia, l’ingresso di Villa La Certosa a Porto Rotondo e dopo mesi di lotta il 14 luglio entravano a Palazzo Chigi dove alle quattro e mezza del mattino del giorno dopo chiudevano con il Governo un accordo che prevedeva il ritiro delle 251 lettere di licenziamento da parte di Montefibre e l’apertura della Cassa integrazione; lo stanziamento da parte del Governo nazionale a valere sui fondi per le aree depresse, di 100 milioni di Euro finalizzati a riqualificare la filiera chimica e tessile della media valle del tirso attraverso un processo di attrazione di nuovi investimenti e di innovazione delle realtà in produzione; a implementare la base occupazione dell’area; a ricollocare le maestranze Montefibre.


Seguirono gli accordi per la ricollocazione dei dipendenti in Cartonsarda, accordi risolti a seguito del fallimento dell’iniziativa imprenditoriale.
La cassa integrazione è stata prorogata per la terza e ultima volta fino al 31 dicembre 2005 per 147 dipendenti, e Montefibre conferma il trattamento integrativo per i successivi 3 anni a compensazione dell’indennità di mobilità.