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Il Presidente Soru chiede un incontro al ministro della Difesa sulla questione La Maddalena
"Confido nel governo, e spero nell'amicizia dei comandi militari americani"
"La Sardegna va avvicendata nel compito di ospitare una nave appoggio per sommergibili nucleari"

17.09.05 - comunicati stampa - anno 2005
Il Presidente della Regione Renato Soru ha confermato di avere di nuovo chiesto un incontro al ministro della Difesa, Martino, stavolta dopo l'allarme suscitato dalle notizie sui progetti di ampliamento dell’insediamento della Marina militare americana a Santo Stefano e alla Maddalena.
Parlando con alcuni giornalisti della BBC e del settimanale di Zurigo "Facts", Renato Soru ha detto: "Finora non ho trovato la disponibilità del Governo, ma non mi scoraggio. Ho la responsabilità di chiederla sempre, e sempre più forte e sempre più ostinatamente. Io penso – ha continuato il presidente della Regione - che nessuno possa fare a lungo le cose contro la coscienza delle comunità. Se c’è una coscienza forte nell’intera regione, io credo che questa prima o poi sarà considerata. E io spero più prima che poi. Spero che verrà considerata perché le cose non possono essere imposte troppo a lungo nelle nostre democrazie. E l'Italia è una democrazia – ha detto ancora Soru - che con le modifiche alla Costuituzione è una democrazia che va verso il federalismo, che va verso il principio di sussidiarietà e collaborazione fra le diverse istituzioni dello Stato. E quindi le cose non possono essere imposte’’.

Il Presidente della Regione, che smentisce qualsiasi iniziativa sull’argomento con il presidente della Regione Puglia, Vendola, conferma invece quella verso le autorità e i comandi militari USA: "Spero molto nell'amicizia dei comandi americani, nella loro ragionevolezza che sempre alla fine dimostrano. Son stati qui trent’anni, sono stati ospiti ben voluti e accolti fraternamente. Stiamo ponendo un problema che credo sia comprensibile: abbiamo bisogno di quel posto meraviglioso dell’arcipelago per i nostri progetti di sviluppo. Ne abbiamo bisogno per lavorare, ne abbiamo bisogno per creare uno sviluppo sostenibile per i nostri figli. E in più, ospitare i sommergibili è un’attività rischiosa, e allora per quale motivo questo rischio deve essere scaricato sulle nostre comunità per sempre? Allora io credo che pure i comandi possano comprendere che è meglio avvicendare nelle attività rischiose diverse regioni del mondo piuttosto che concentrarle per sempre in uno stesso posto".


Alla domanda di una giornalista: "Non le sembre velleitario pensare di mandare via la più grande potenza del mondo?", Renato Soru risponde: "Sembra velleitario, eppure io ho fiducia nella storia della loro democrazia, e nel rispetto che sempre hanno per i popoli e per le comunità. Sono ammirato dalla storia democratica degli Stati Uniti – continua il Presidente della Regione - sono ammirato per il percorso che hanno saputo avere nella storia, sono ammirato per la tecnologia, per il livello di conoscenza, per la capacità industruiale, per il civismo dei suoi abitanti. Nondimeno sento come dannosa la presenza dei sommergibili nucleari americani alla Maddalena. E nondimeno sento di poter dire che è dannoso che stiano in Sardegna e di avanzare la richiesta che vengabno spostati. Io ho cercato di fare il Presidente della Regione per rappresentare gli interessi di questa regione, e di rappresentare gli interessi di tutti i sardi, di rappresentarli con dignità innazitutto, se fosse possibile con qualche capacità ma almeno con dignità. E allora per fare questo devo dire che non è utile alla Sardegna, ed è un danno per la Sardegna la presenza di quella base. Quindi io non voglio mandar via gli americani, farebbe ridere anche me dire che io voglio mandar via gli americani. Io voglio che se ne vadano. Non li posso mandar via. Io voglio che se ne vadano e pongo questo problema di coscienza: è giusto che siano ancora qui dopo 30 anni? E’ giusto che quest’attività militare sia concentrata tutta qui in Sardegna? Lo pongo innanzitutto ai comandi militari americani, se possono fare altre considerazioni e liberamente decidere di andarsene".

Riferendosi ancora al governo, ai rapporti istituzionali sul tema delle servitù militari, e all'attività nel Comitato paritetico al quale la Regione partecipa con i rappresentanti del Consiglio, il Presidente della Regione ha aggiunto: "Diversamente che nel passato noi presteremo tutta l'attenzione necessaria, e diversamente che nel passato noi non saremo più disponibili ad accettare pedissequamente quello che è avvenuto fino adesso, e mai e poi mai saremo disponibili ad incrementare l'attività in Sardegna. E vedo molte difficoltà nell’imporre questa cosa, a meno che lo Stato non voglia fare un atto di prevaricazione totale. Ha la possibilità di farlo. A un certo punto può prevaricare totalmente le decisioni della Regione. Ma lo deve giustificare, lo deve giustificare in Consiglio dei Ministri, il Presidente della Regione dev’essere chiamato in Consiglio dei Ministri, e lì il governo lo deve motivare in maniera forte, lo deve motivare efficacemente e non vedo nessun motivo per cui questa attività deve essere concentrara in Sardegna, e non vedo nessun motivo per cui il posto migliore del Mediterraneo, un parco naturale, un parco nazionale, debba essere il luogo per continuare ad ospitare queste attività".

Ha detto ancora il presidente Soru: "Non è un discorso contro le necessità della difesa. Al contrario: garantisce tutti quanti, siamo felici di vivere in un mondo libero e garantito. Il nostro è un discorso contro il disequilibrio. Contro il fatto che nella nostra regione venga scaricata un'attività così peasante. E anche la presenza dei nostri alleati dopo trent’anni può essere concordata in un'altra parte dell'Italia o in un'altra parte del Mediterraneo se sarà ancora necessaria. Quindi noi chiediamo inannzitutto che l’unità d’appoggio venga spostata. Lo chiediamo sommessamente, ma in maniera ferma. Lo chiediamo amichevolmente – ha ripetuto Soru - perché amichevolmente l’abbiamo ospitata. Son venuti amichevolmente, sono stati accettati dalla comunità della Maddalena e dall’intera Sardegna, Ma altrettanto amichevolmente, io credo fa parte delle amicizie entrare e uscire da una casa; e noi chiediamo in amicizia, senza nessuna ostilità, sapendo di avere ragione, sapendo che i soldati al fronte vanno avvicendati, sapendo che ognuno è chiamato a fare la propria parte e non c'è uno solo, o un solo territorio chiamato a fare la parte per tutti. E lo chiediamo anche perché abbiam bisogno di sviluppo. In Sardegna c’è una disoccupazione altissima, intollerabile, inaccettabile, e nel progetto di sviluppo del nostro territorio abbiamo la necessità di utilizzare nel migliore dei modi tutto il nostro territori. E lo sviluppo, il turismo ambientalein una zona bellissima come l’arcipelago maddalenino, in una zona che è parco nazionale (per assurdo l’unico parco nazionale al mondo con la presenza di sommergibili nucleari), il progetto di sviluppo possibile non è compatibile con la presenza dei sommergibili nucleari. Per questo, anche per questo per migliorare la possibilità di sviluppo che quella parte della Sardegna – ha detto Renato Soru - abbiamo bisogno di essere avvicendati in questo compito di ospitare la nave appoggio".

"Non è necessaria una rivoluzione – ha detto ancora il Presidente della Regione, stavolta rispondendo a una domanda sulla intensità della "ribellione" dei sardi contro le servitù e la presenza della base USA alla Maddalena – E' necessaria una presa di coscienza. Alla Maddalena per esempio verificano ogni giorno che il livello del loro reddito è più basso che nelle altre parti del nord Sardegna che ha potuto contare su uno sviluppo turistuico diverso, più efficace. E allora ora comrpendono che turismo e base militare sono alternativi, non sono possibili. Ma non è un problema della Maddalena, è un problema della Sardegna, dell’intero territorio, e credo che questa coscienza sia abbastanza diffusa. Forse non abbiamo abbastanza coraggio, non crediamo ancora abbastanza in noi stessi, pensiamo di essere troppo piccoli e di non potercela fare. Sta rapidamente cambiando la consapevolezza che in realtà siamo importanti e che la prevaricazione non si può avere troppo a lungo e che tutto va discusso, tutto va negoziato, anche una cosa così importante. Noi non possiamo fare fare nullla contro gli Stati Uniti, è impensabile. Dobbiamo fare delle cose con loro".

La conclusione è affidata al ruolod el governo nazionale: "Ho fiducia che il nostro governo nazionale, all’interno di tutta la lealtà dovuta verso le alleanze, verso i patti, trovi modi diversi per rispettare i patti presi, e magari dislocare le basi militari in altre parti d’Italia oppure ridiscutere la collaborazione con l’alleanza, ridiscuterla in un mondo totalmente cambiato. E se è necessaria un’attività di questo genere nel Mediterraneo, non ci sono altre zone nelle quali possono essere fatte per un altro lasso di tempo.
Ho trovato interesse a questo discorso da parte del centrosinistra italiano, e spero anche molto nelle prossime elezioni e spero anche che queston argomento faccia parte del programma del centrosinistra per le prossime elezioni".