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Intervento al forum: "Mediterraneo, una grande opportunità"

Cagliari, venerdì 16 giugno 2006, T-Hotel
"Intanto ringrazio di cuore, molto vivamente, i partecipanti a questo convegno, i relatori importanti che mi hanno preceduto e che hanno portato il loro contributo autorevole, la loro competenza in questa materia. E ringrazio tutti voi, che in diversi modi interverrete in questi due giorni di lavoro. Ho aderito molto volentieri all'invito da parte dell'Ansa e di Ambrosetti di organizzare qui a Cagliari questo convegno sul Mediterraneo. L'ho fatto con molto piacere, abbiamo contribuito all'organizzazione e all'ideazione non per portare Cagliari al centro del Mediterraneo, ma almeno per esserci nel Mediterraneo; per essere una parte attiva dei processi di integrazione, di discussione, di confronto, che avvengono nel Mediterraneo. La nostra Regione è fortemente ancorata all'Unione Europea - e io stesso rientro ora da Bruxelles, sono arrivato un po' in ritardo per questo - però vive in maniera consapevole, in maniera anche appassionata, questo suo essere un'isola nel Mediterraneo; questa necessità di dialogo, di confronto, anzi, questa grande opportunità di dialogo, di confronto e di cooperazione col Mediterraneo.

In questi ultimi anni la nostra regione sta facendo un grande sforzo per ammodernarsi, per internazionalizzarsi, per uscire dall'isolamento, per aprire dialogo e occasioni di lavoro comune, di collaborazione, con quante più regioni possibile, in Italia e anche nel resto d'Europa, e soprattutto nelle sponde del Mediterraneo. Il Mediterraneo è diventato un luogo globale, una regione globale, si ricordava poco fa. Per l'energia, per i fenomeni dell'energia, la sicurezza, dell'emigrazione. E' un luogo di confronto globale, quindi c'è un ruolo importante, importantissimo, dell'Europa.

Però è importante ricordare che l'Europa svolge le sue politiche di vicinato, le sue politiche di collaborazione nel Mediterraneo, anche e in particolar modo attraverso le regioni europee, attraverso le regioni. E la Sardegna, quale regione d'Europa, e regione d'Europa così collocata in mezzo a questo piccolissimo mare, è candidata e partecipa attivamente alle politiche di collaborazione europea. Anzi, in questo momento l'Italia è candidata e dovrebbe avere la responsabilità del programma del prossimo settennio, del programma 'Enpi', che è il programma europeo per le politiche del mediterraneo. La regione Sardegna si è candidata con molta convinzione e direi anche con molte probabilità di gestire qui a Cagliari, attraverso i suoi uffici e in collaborazione con altre regioni, il programma europeo sul Mediterraneo e sulla collaborazione internazionale mediterranea.

Per noi è anche un momento particolare per alcune occasioni che accadono. Una di queste è, come molti sanno, il progetto di nuova via dell'energia, il nuovo gasdotto, che partendo dall'Algeria attraverserà la Sardegna, supererà ancora il Mar Tirreno e si collegherà alla rete nazionale ed europea dalla Toscana. E' un progetto importante, che non solo attraversa la Sardegna, ma che vede la Sardegna partecipare attivamente nella progettazione e anche nella promozione, e persino nel reperimento dei finanziatori. Proprio in questi giorni la società che ha iniziato questo progetto - che si chiama 'Galsi' e che ha una partecipazione del 10% della nostra Regione - sta portando a termine un aumento di capitale, che la trasforma da società che faceva solamente una progettazione di massima, a società che porta a termine la progettazione esecutiva, l'appalto, e quindi l'investimento.

Quindi siamo assolutamente in un momento di grande collaborazione con uno dei paesi a noi più vicini, e vorremmo che questa occasione di collaborazione facesse da leva, da volano, per tutta una serie di maggiori collaborazioni che tra paesi possono essere attivate. Collaborazioni politiche, collaborazioni tra amministrazioni, ma in particolar modo collaborazioni attraverso le imprese, attraverso le istituzioni dell'università, della scuola e della formazione.
Stiamo facendo una politica attiva di sollecitazione delle imprese mediterranee a venire in Sardegna, a conoscerla meglio, a localizzarsi in Sardegna. Ed è proprio di questi giorni la prima localizzazione di un'impresa di un paese dell'est del Mediterraneo, tecnologica, che lavora nel campo delle tecnologie di telecomunicazione, che ha scelto di localizzarsi a Cagliari, con un gruppo di molte decine di ricercatori, importanti. Quindi è un altro passo in avanti che stiamo facendo.

Così come altre attività interessanti sono state iniziate e si portano avanti con molto convincimento. Le università sarde, sostenute dalla Regione, hanno collaborazioni importanti nel campo della tutela dei beni culturali: scavano in Giordania, hanno scavato in Libia, scavano in Algeria, e portano la loro grande esperienza in questo settore, quindi in queste aree, riportando alla luce quella vicinanza, quella ricchezza di rapporti, che in altri tempi c'è stata e che poi, per moltissimi secoli è sparita, e che noi tutti auspichiamo che invece voglia tornare e possa tornare.

Quindi, intanto siamo molto contenti di poter ospitare questa discussione, poter arricchirci delle vostre considerazioni, della vostra esperienza personale, delle vostre speranze, del modo appassionato con cui vivete questi temi, e portare anche il nostro contributo. Il nostro contributo è stato sicuramente quello di stimolare la definizione di alcuni scenari: degli scenari geopolitici, degli scenari economici, degli scenari demografici, di cui sentiremo parlare nelle prossime ore e magari domani, e sostenere queste discussioni col lavoro concreto, col lavoro pratico di tutti i giorni, con una piena disponibilità e piena collaborazione, da parte dell'istituzione regionale, nel promuovere i rapporti con le altre regioni frontaliere, intendendo in maniera allargata, come è stato ricordato poco fa, il concetto di Mediterraneo. E infatti, per esempio, abbiamo un rapporto importantissimo e bellissimo col Mali, con il quale le istituzioni universitarie sarde portano avanti programmi di monitoraggio e di controllo della desertificazione, e vivono un rapporto di vera amicizia e collaborazione con quel paese.

La pubblica amministrazione sicuramente può svolgere e svolgerà questo ruolo. Io spero vivissimamente che lo possa svolgere, anche dando quel contributo di coordinamento e di organizzazione dei programmi europei di partenariato mediterraneo, per i prossimi sette anni, qui da Cagliari. Lo svolge cercando di stimolare nella maniera più forte possibile le università sarde. Accolgo con molto interesse il punto che è stato portato poco fa alla discussione: quello di allargare l'Erasmus, o quanto meno pensare ad un Erasmus mediterraneo. Promuovere l'accoglienza, l'invito, l'apertura delle nostre università agli studenti di quest'area.

Promuoviamo quindi le università, cerchiamo di stimolare il mondo delle imprese nei due sensi: le imprese sarde, della Sardegna, che magari assieme ad altre imprese del resto d'Italia, possano essere maggiormente presenti e portare il loro contributo, il loro spirito d'iniziativa, in questi paesi. E quindi uscire dalle nostre Regioni con un beneficio di entrambi: imprese che crescono e scambio di capacità, scambio di esperienze, scambio di Know-how, che possa appunto arricchire entrambi.
Credo che possiamo fare molto anche nell'area della cultura, attorno alla quale abbiamo alcune iniziative importanti, oltre quelle che ricordavo promosse dall'università. Alcune iniziative promosse direttamente dalla Regione con altre regioni mediterranee, nel Marocco e ancora una volta nell'Algeria.

Un altro tema è stato citato e voglio sottolinearlo un pochino. Parleremo di demografia nelle prossime ore. Può essere un'occasione anche per la Sardegna, per avviare quel dibattito a cui ci si è riferiti qualche minuto fa, sull'opportunità, la necessità, l'opportunità dell'emigrazione, sui modelli di emigrazione; e forse per comprendere meglio, per considerare anche l'urgenza di questi dibattiti. Nel 2050, c'è qualche stima che dice che l'Italia scenderà a 35 milioni di abitanti. Nell'Italia, la Sardegna in questo momento è la regione che cresce di meno, anzi, che arretra più velocemente. Ci sono degli studi - dell'Università di Sassari in questo caso - che dicono che prima del 2050, in Sardegna saremo un milione e duecentomila persone, da un milione e sei che siamo oggi.

E già oggi sentiamo fortemente la necessità dell'emigrazione, basta andare in giro per Cagliari in alcune giornate per vedere come alcune aree, alcune piazze, ormai siano abitate da fenomeni di emigrazione dalla nuova Europa e dall'est europeo. Così come abbiamo avuto persino nelle nostre campagne fenomeni di emigrazione clandestina, dovuti proprio alla necessità di manodopera che manca in Sardegna, persino per i lavori più tradizionali della campagna. E allora sarà assolutamente interessante sentire parlare di questi scenari e magari avviare una discussione di questo genere nella nostra Regione. Quindi, ancora una volta grazie di cuore a voi tutti e grazie a voi che partecipate, che parteciperete durante queste giornate."