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Intervento al seminario: "Comunas: i comuni della Sardegna in rete"

Cagliari, martedì 27 giugno 2006, T-Hotel
"Buongiorno a tutti. Avrei dovuto parlare un po' più tardi, diciamo che l'ordine del giorno è un pochino cambiato e quindi provo a dir qualcosa ora, all'inizio, senza purtroppo avere qui con noi il Presidente della Provincia e i rappresentanti della Provincia, che avrebbero dovuto partecipare a questo dialogo, a questa discussione.
Provo a dire due cose in generale, sulla pubblica amministrazione regionale e sulla necessità di dotarla degli strumenti moderni, attuali, dell'informatica e delle telecomunicazioni.

L'abbiamo già detto tante volte, lo ripeto per la centesima volta, mi scuserete, però, alcuni mesi fa, quando è venuto in Sardegna il Governatore della Banca d'Italia, Draghi, era la sua prima uscita pubblica e parlava dei problemi di competitività dell'economia del nostro Paese, dell'Italia, del ritardo di competitività e della necessità di spingere avanti il sistema produttivo del Paese. Tra tutte le motivazioni che avrebbe potuto trovare e citare, per spiegare questa difficoltà dell'economia italiana nell'ultimo decennio, questo ritardo di competitività e quindi mancanza di crescita negli ultimi anni, ne ha citato uno solo, uno in particolare, e ha detto: 'L'economia italiana è in ritardo perché meno degli altri paesi, il sistema nazionale delle imprese è riuscito ad approfittare, avvantaggiarsi, della grande opportunità di crescita della competitività che poteva venire dall'immediato utilizzo dei grandi cambiamenti spinti dall'informatica e dalle telecomunicazioni'. 'L'impresa italiana - diceva - è stata in ritardo rispetto agli altri paesi nel fare propri i grandi cambiamenti dell'informatica e delle telecomunicazioni'. E diceva che se l'Italia voleva tornare a crescere, doveva farlo attraverso anche questo passaggio e soprattutto anche attraverso questo passaggio dell'inserimento di questa grande macchina che è dell'informatica e delle telecomunicazioni e adattare, diceva, anche i sistemi organizzativi e il capitale umano, a questa nuova grande macchina.

Ora, se questo è vero per l'economia è altrettanto vero per la pubblica amministrazione. La pubblica amministrazione deve innanzitutto dare servizi ai cittadini, servizi essenziali: dalla sanità, all'istruzione, ai servizi al mondo delle imprese. Deve funzionare, deve governare il territorio, ha tutte le incombenze che voi conoscete. Può continuare a farlo coi sistemi del passato o, se vuole diventare più competitiva anche lei, dotarsi in tempi rapidi della grande opportunità dell'informatica e delle telecomunicazioni, di questi strumenti. E deve, utilizzando questi strumenti, adeguare i propri modelli organizzativi, e cioè, non si tratta semplicemente di fare con un computer quello che continuavamo a fare prima, ma cercare di ripensare i modelli organizzativi, e riadeguarli, sulla base delle opportunità e delle potenzialità di questa macchina.

E' banale dirlo, quando è arrivata l'automobile non è che si sia fatto con l'automobile quello che si faceva prima, è cambiato un pochino il mondo. Sono cambiati i modelli organizzativi, sono cambiati i tipi di relazioni che si avevano tra un paese e l'altro, i tipi di relazioni che si avevano persino coi parenti, sono cambiati i nostri modelli di comportamento. Ugualmente, la pubblica amministrazione, ha l'opportunità e direi anche il dovere, di riconsiderare i suoi modelli organizzativi, per sfruttare al massimo le potenzialità di questi nuovi strumenti.

Cosa stiamo cercando di fare qui? Ognuno di noi ci prova, i sindaci, le province, la Regione, ci prova tra mille difficoltà, perché si tratta comunque di materie non semplicissime. Tra mille difficoltà perché dobbiamo cambiare i nostri modelli organizzativi, ma nel frattempo abbiamo l'urgenza di portare avanti ogni mattina il lavoro, e un lavoro che spesso riusciamo con difficoltà, in cui spesso, con difficoltà riusciamo a separare la capacità di pensare un po' nel medio e lungo periodo, di pensare a delle strategie un pochino più ampie, rispetto all'incombenza della mattina.

Quindi, ognuno di noi ci prova, con qualche difficoltà. Il risultato, fino a oggi, per il sistema della pubblica amministrazione della Sardegna, credo che non sia particolarmente felice. Non lo è stato, diceva Draghi, per il sistema delle imprese italiane, non lo è per il sistema della pubblica amministrazione complessiva della nostra Regione.
Questa Giunta regionale ha un'esperienza non lunghissima, abbiamo un'esperienza di quasi due anni. Quando siamo entrati, quando abbiamo preso la responsabilità del governo della Regione, eravamo in un momento di grandi progetti, c'erano diversi slogan che giravano: la Regione digitale, l'informatizzazione della Regione, e così via. Diversi progetti anche, già partiti: uno, molti di voi lo ricorderanno, si chiamava 'E-Gos'.

Si parlava di reti, si parlava di diverse cose. In realtà, molto spesso, sono rimasti come bandi non portati a termine. Noi stessi ne abbiamo cancellato qualcuno, che abbiamo ritenuto urgente cancellare, data la dimensione, dato il volume della spesa che avevano coinvolto e i ritorni che ne erano attesi: non c'era una strategia complessiva, c'era un elenco di cose, di tessere, di pezzetti, neanche i più importanti, neanche quelli che andavano posti al centro di una strategia più complessiva, ma soprattutto non c'era una visione di quello che si voleva fare per la pubblica amministrazione regionale, e la pubblica amministrazione regionale assieme ad altri enti e organismi, comunque dell'amministrazione regionale, e assieme agli enti locali.

La prima cosa che è stata fatta: ci siamo dotati di una strategia. L'assessore Dadea ve ne parlerà più compiutamente subito dopo di me. Una strategia che parte innanzitutto dalla rete. Per funzionare, l'informatica ha bisogno di una rete di telecomunicazioni. La Sardegna non ne era dotata, tanto meno ne era dotata l'amministrazione regionale. E' stata fatta, è stato fatto un bando importante, è in fase di implementazione e completamento in questi mesi, la rete della pubblica amministrazione regionale, al quale potranno partecipare tutti.
Sono state fatte delle azioni importanti, sono urgenti per molti di voi, per molti sindaci. Molti di voi lo vivono come urgenza quotidiana, fare in modo che ci sia l'Adsl nel proprio Comune, e ci sono ancora oggi oltre 200 comuni della Sardegna che non hanno l'Adsl. L'assessore parlerà delle azioni che sono state fatte dalla Regione, per cui noi ci aspettiamo che in tempi brevissimi, assolutamente meno di un anno, la nostra Regione sia la prima in Italia dove la larga banda sia accessibile per il cento per cento della popolazione, in tutti i comuni della Sardegna, fino al più piccolo, di poche centinaia di abitanti. E poi, fatta la rete per la pubblica amministrazione, resa la rete accessibile a tutti i comuni, ma a tutti i cittadini, tutte le imprese della Regione, fino anche nei più piccoli comuni, occorrerà ripensare gli strumenti della Regione.

Intanto gli strumenti di base. Più tardi vi parleremo di un progetto che si chiama: Sibar, che sono i sistemi informativi di base, appunto, della pubblica amministrazione regionale. Dal protocollo, all'amministrazione del personale, alla contabilità, secondo i nuovi modelli, da cui l'amministrazione finanziaria ma anche la gestione economica e patrimoniale. La tesoreria, l'inventario, lo stato di avanzamento dei progetti dell'amministrazione regionale.

Altri progetti importanti: uno per tutti, l'informatizzazione del sistema sanitario della Regione. Nella Sanità spendiamo quasi il 40% del nostro bilancio, e dire che, ancora oggi purtroppo, non ci sono sistemi informativi nemmeno lontanamente adeguati alla complessità e anche alla dimensione, al valore economico, alla complessità, la delicatezza per quanto riguarda i nostri cittadini, e anche il valore economico che rappresenta per l'amministrazione, e questo sarebbe veramente un eufemismo. Siamo in mancanza di strumenti, siamo in mancanza di dati, la Sanità è governata assolutamente in maniera inadeguata, rispetto alla dimensione dei problemi in cui si trova.

C'è un'altra cosa che l'amministrazione regionale, ma le vostre amministrazioni vogliono fare: è essere trasparenti nei confronti dei cittadini. L'accesso alla rete e l'utilizzo della rete è una grande occasione di democrazia, di trasparenza, di partecipazione, di trasparenza nella gestione della cosa pubblica, degli appalti, nella comunicazione delle decisioni. Fare in modo che tutti sappiano tutto.
Molti di voi, ormai, credo utilizzano come strumento normale di lavoro il sito della Regione, dove cerchiamo di mettere a disposizione di tutti quanti, immediatamente, quello che la Regione fa: dalle notizie che riteniamo interessante comunicare, alle delibere della Giunta, in tempo reale, che sono lo strumento di lavoro forse più importante che c'è nel sito.

Per quale motivo oggi discutiamo tutti assieme? Perché il sistema della pubblica amministrazione è un sistema a rete, regionale, che non può essere pensato come delle isole: i comuni, o delle isole di Provincia, o con l'isola di un'amministrazione regionale che basta a se stessa e non comunica e non si mette in contatto diretto di lavoro, costante, con le altre amministrazioni.

Noi siamo un'unica amministrazione, la cosa pubblica regionale, che cerca di dare i servizi agli stessi cittadini, alle stesse imprese, agli stessi malati della Sardegna. Con delle responsabilità certamente diverse, alla fine, assieme abbiamo la responsabilità complessiva e alla fine poi i cittadini ci giudicano complessivamente. Vedono se le cose vanno bene o vanno male, se sono curati bene o curati male, se l'economia, se un'impresa si può far nascere in tempi brevi o se ci vogliono un anno e settanta autorizzazioni. Poi non staranno li a dire se c'è la Regione che va bene e la Provincia che va male, o il Comune che va bene ma la Provincia: ci giudicano in maniera complessiva e complessivamente dobbiamo cercare di dare le risposte migliori possibili.

Parlavo di informatica e telecomunicazioni, di aggiornamento di modelli organizzativi, perché la rete, essere costantemente in rete, essere in rete in maniera moderna, cioè con la grandissima capacità che le fibre ottiche possono dare e condividere le piattaforme del sistema informativo, ci dà veramente la possibilità di essere materialmente quella amministrazione a rete che in tanti hanno teorizzato. Ci danno veramente la possibilità di collaborare, come chi ci ha preceduto non ha potuto fare nel passato. Però, se gli altri non l'hanno potuto fare, noi adesso lo possiamo fare, è nostra responsabilità farlo e quindi di collaborare diversamente rispetto al passato, grazie al fatto, appunto, che i nostri uffici o le nostre sedi, saranno non più distanti delle sedi del nostro ufficio, o dell'ufficio del nostro collega di lavoro, nello stesso piano, grazie al fatto che sono nella stessa rete e grazie al fatto che possiamo condividere lo stesso sistema informativo.
C'è un altro motivo per cui è importante condividere i sistemi informativi. Dicevo, chiedo scusa, forse la sto facendo un po' lunga, però mi interessava poterne parlare, perché non capita spesso di parlare direttamente alla pubblica amministrazione, come capita stamattina.

Diamo servizi agli stessi cittadini. Forse è importante sapere chi sono questi cittadini. Ognuno di voi lo sa benissimo nel proprio Comune, ha l'anagrafe aggiornata, chi con un sistema, chi con un altro, però ognuno lo sa bene nel proprio Comune. Però quando arriviamo alla provincia siamo sicuri che lo sappiamo? Probabilmente già non lo sappiamo più quali sono i cittadini, quanti sono, come cambiano quanti anni hanno. La Sardegna non faceva nemmeno parte del sistema statistico nazionale. Era l'ultima Regione d'Italia rimasta, a non aderire al sistema statistico nazionale: quindi gli unici dati che avevamo erano, sono, i dati che l'Istat ogni tanto, direi, con poco entusiasmo ci dava, visto che partecipavamo poco a fornire i dati all'Istat.

Quindi l'anagrafe: chi sono i nostri cittadini? Quanti anni hanno? Come stanno invecchiando? Quale è la popolazione scolastica? Chi sta andando a scuola? Chi ha smesso di andare e si è disperso? Chi è che sta cercando lavoro? Dove è che stanno nascendo bambini, dove non stanno nascendo? Dov'è che serve una scuola, dove invece non serve? L'anagrafe: avere dei dati credo che sia assolutamente fondamentale per qualsiasi attività vogliamo fare nella pubblica amministrazione. Il progetto di cui poi parleremo oggi, tra gli altri Comunas, parte proprio da questo: da mettere insieme le anagrafi. Esiste un bando che è stato già avviato, che si chiama Anag, che molti di voi conoscono, che fa sì che in ogni Comune della Sardegna viene messo un piccolo pezzetto di software (per chi non ce l'ha abbiamo previsto il collegamento in rete) e facciamo in modo che i dati dei singoli comuni vengono raccolto in un sistema anagrafico regionale e provinciale: per cui tutti sappiamo di tutti.

Ognuno continua naturalmente ad essere padrone, a governare la propria anagrafe col sistema che ritiene più opportuno, però quei dati saranno condivisi e saranno ben conosciuti dall'amministrazione provinciale, e saranno ben conosciuti dall'amministrazione regionale. Per poter dare un servizio migliore. Un'anagrafe precisa (serve per tutti i motivi che dicevamo prima: dall'occupazione, alla natalità, agli studenti soprattutto). Il sistema sanitario ad esempio: noi oggi non ce l'abbiamo più, ma fino a qualche mese fa avevamo un'anagrafe sanitaria assolutamente sbagliata per cui continuavamo a pagare l'assistenza magari per dei cittadini che erano già morti da tempo, per alcuni pagavamo due o tre volte perché magari lo stesso cittadino era segnato con due o tre medici diversi, alcuni a scavalco delle Asl, e quindi avevamo un costo maggiore. E magari non tenevamo conto invece di esigenze dei cittadini che per qualche motivo non erano segnati da qualche parte.

Quindi intanto l'anagrafe è servita anche per allineare la conoscenza dei bisogni dei nostri cittadini col sistema sanitario regionale. Quindi l'anagrafe. Forse siamo interessati a condividere altri dati: ad esempio il patrimonio edilizio e abitativo dei comuni. Molti di voi sanno bene quale è il patrimonio abitativo dei vostri comuni. Molti non lo sanno neanche tanto bene: alcuni comuni hanno appaltato degli inventari, delle verifiche, appunto del patrimonio edilizio ai fini dell'Ici, molti l'hanno fatto, molti non l'hanno fatto ancora, molti lo devono fare. E magari con metodologie diverse, con dei sistemi diversi che poi non permettono di dialogare tra di loro, per cui magari c'è un Comune che sa bene che cosa accade a casa sua, ma la Provincia non lo sa, e tanto meno lo sa la Regione. Quante sono le case che esistono in Sardegna, che dimensioni hanno, quale è il loro valore catastale, qual è l'Ici che devono pagare.

Allora questo progetto ci permette di condividere questi dati: permette a noi di aiutare i comuni, se magari non l'avessero ancora fatto, anche per mancanza di risorse, a fare l'inventario del patrimonio edilizio e del patrimonio abitativo del proprio Comune. E questo quindi è utile al Comune, però aggregando i dati ancora una volta, è utile alla Provincia ed è utile alla Regione conoscere che cosa c'è. A quel punto possiamo far pagare l'Ici. Possiamo anche decidere di non farla pagare l'Ici, ma se decidiamo che l'Ici deve essere pagata per esempio per le seconde case, siamo in grado di farla pagare. E siamo in grado di darci una mano a farla pagare a tutti quanti.

Siamo in un momento molto delicato della gestione dei rifiuti solidi urbani, della gestione della Tarsu. Capisco che dovremmo aiutarvi di più e meglio (basta andare in giro per le strade e vediamo che probabilmente sulla raccolta differenziata alcune cose si fanno troppo in fretta o non dando alternative per cui vediamo che qualcuno si sta abituando e sta riprendendo la vecchia abitudine di buttare le buste in campagna o nelle cunette delle strade, per cui qualcosa dobbiamo fare). Però, ancora una volta, se risistemiamo l'inventario del patrimonio edilizio e abitativo, siamo in grado di sapere meglio i dati della Tarsu e di aiutarvi a raccogliere le tasse sui rifiuti solidi urbani. In queste settimane sentite parlare di Abbanoa, la necessità di riadeguare i prezzi dell'acqua. Ancora prima di riadeguare i prezzi, o il costo dell'acqua, forse dobbiamo fare in modo che non ci sia nessuno che non la paghi l'acqua, e tanto meno nessuno che la possa pagare e che non la paghi a discapito di chi invece la deve pagare. Grazie a questo progetto, condividendo i dati del patrimonio edilizio e abitativo, possiamo dare una mano ad Abbanoa, e darci una mano tutti assieme per conoscere meglio quale è la consistenza della nostra Regione e verificare che laddove c'è una casa ci sia un contratto dell'acqua e che ci sia qualcuno che lo stia pagando.

Come sapete la nostra Regione ha bisogno di un finanziamento maggiore rispetto a quello che le garantisce lo Stato. Noi abbiamo un'industria importante che ci porta molto poco: è l'industria turistica delle seconde case. Vorremo che l'industria turistica delle seconde case contribuisca al gettito fiscale della nostra Regione: produce dei redditi, per il quale avremmo diritto alla compartecipazione, che però non stanno portando nulla nella nostra Regione. Per cui come sapete abbiamo istituito una tassa sull'uso ambientale turistico delle seconde case. Questa piattaforma, il fatto di collaborare e di lavorare assieme, ci permette di conoscere il patrimonio abitativo, per l'Ici, ma anche per la Tarsu, ma anche per l'acqua, ma anche ci permette di capire quante di queste case sono di proprietà dei cittadini residenti e quante invece sono seconde case di cittadini non residenti. E quindi possono contribuire ancora una volta anche loro ai costi complessivi della nostra comunità. Contribuzione che poi come sapete in parte, per il 25% rimane nel Comune dove questa casa esiste (e quindi è un contribuito per la pulizia, per i servizi ambientali) e per il 75% invece viene ridistribuito in tutti i comuni della Sardegna per cercare di dare una mano a quel riequilibrio territoriale che vorremmo.

Quindi lavorare assieme è prezioso perché ci permette di conoscere quello che c'è: i cittadini, il nostro territorio, il patrimonio edilizio. E fare in modo che tutti possiamo dare un servizio migliore e che tutti possano contribuire al costo complessivo dei servizi che la pubblica amministrazione offre alla comunità. E tutto questo spendendo il meno possibile. Perché se ogni Comune si fa l'appalto per l'aggiornamento dei dati dell'Ici probabilmente spenderemmo trenta volte tanto quello che potremmo spendere se lo facciamo tutti assieme. Se ogni Comune se li gestisce per conto suo, probabilmente spenderà di più di quello che spenderà se li gestiamo tutti assieme. E in più perderemmo una grande opportunità che è preziosa per tutti: quella di conoscere il sistema complessivo regionale per i motivi che dicevamo prima.

Ci sono altre cose che possiamo fare assieme. Comunas è esattamente questo: è la possibilità di mettere in rete i comuni e dare, assieme, quei servizi essenziali che migliorano la percezione della nostra amministrazione, aumentano la possibilità di una amministrazione trasparente e permette di dare quei servizi on line che possono essere utili per molti dei nostri cittadini. Nei siamo preoccupati per una cosa: il così detto digital divide. Noi vorremo fare in modo che queste opportunità non siano possibili solo alla grande città che magari può investire e che quindi lo fa anche subito e bene, ma che siano possibili anche al più piccolo Comune che magari ha delle difficoltà al suo interno, ha delle difficoltà anche economiche. Quindi un'unica piattaforma dove la Sardegna sia tutta uguale: dal più piccolo al più grande Comune. Dove la qualità almeno dei servizi online che la pubblica amministrazione è in grado di garantire siano uguali. E siano uguali non livellandoci verso il basso, ma siano uguali livellandoci verso l'alto e quindi offrendo il servizio migliore possibile. Vedrete che Comunas è un'esperienza importante in Italia, che permette già da oggi di offrire i servizi online migliori possibili a tutti i comuni della Sardegna.

Ci sono tante altre cose che possiamo fare insieme. Si è detto tante volte: dobbiamo lavorare in rete, dobbiamo fare rete, dobbiamo fare sistema. Io volevo citare alcune: soprattutto il lavoro sulla cultura, sul turismo. SardegnaCultura. Abbiamo detto tante volte: dobbiamo fare rete, dobbiamo fare sistema. Credo che quindi sia una responsabilità del livello intermedio, della Provincia e della Regione, fare questo: mettere assieme. Con SardegnaCultura abbiamo cercato di mettere assieme tutto il patrimonio culturale, storico, artistico insieme. Per fare in modo che dal prenuragico fino al contemporaneo, ci sia tutta la storia della Sardegna, ben riassunta, utilizzando soprattutto tutto quello che è stato già fatto. Abbiamo preso le guide, i libri, i manuali, tutto quello che di importante era stato fatto in Sardegna, sono stati acquisiti i diritti e sono stati messi a disposizione di tutti quanti, e tutte le informazioni possono essere riassunte o per periodi storici o per argomenti: dall'archeologia, all'architettura, all'arte, il paesaggio e cosi via. E poi, le ricerche. Chiunque può accedervi, qui ci sono 90 risultati per Barumini, Ad esempio, qui la prima risposta era: la guida, una delle guide che tante volte forse anche voi avete visto nelle librerie, la guida di Delfino su Barumini, una guida agevole insomma, scritta anche questa a fini divulgativi da Giovanni Lilliu e da Raimondo Zucca, e qui, chi vuole se la legge, se la stampa. Se è un turista fuori dalla Sardegna se la stampa e si prepara, se vuole. Se è uno studente, se è un ragazzino delle scuole medie, chiunque insomma. Questa è la guida, ma assieme alla guida ci sono i libri importanti, ci sono i materiali, magari preparati dalla cooperativa che gestisce il sito, ci sono i materiali preparati dal Comune, c'è tutto quello che di importante è stato fatto attorno al monumento, che è a disposizione di tutti quanti.

Ma naturalmente non c'è solo il nuraghe di Barumini. Si parte da 900 schede dei beni storici-culturali più importanti della nostra Regione: i parchi archeologici, i musei, gli scavi, eccetera, eccetera. E per ognuno di questi beni qui c'è una prima scheda, poi un primo approfondimento di questo livello, come questa guida, poi ulteriori approfondimenti successivi, quali proprio i grandi manuali, i grandi libri di approfondimento che sono stati scritti sull'argomento.
Chiedo scusa, una cosa per tutte, ad esempio: la letteratura. Anche qui, noi abbiamo una letteratura importante: dal periodo giudicale, sardo-ispanico, sardo-piemontese, fino alla letteratura contemporanea. Qui c'è la biblioteca sarda, ci sono già 130 articoli, che so: 'Passavamo sulla terra leggeri'. Non è stato inventato nulla, semplicemente un lavoro di sistemazione. Questo è: 'Passavamo sulla terra leggeri', edito dalla Ilisso. Sono stati comprati i diritti, è a disposizione di chi se lo vuol leggere, o chi magari vuol fare una ricerca, ha una frase e non sa a chi appartenga, e si ritrova il libro.

Ci sono naturalmente, in questo momento, libri di diverse case editrici e nei prossimi giorni ci saranno i libri, altri 70 volumi, del Maestrale: quindi comprende anche la letteratura contemporanea sulla Sardegna. Magari, qualcuno di voi si sarà accorto di queste cose.

Archivio Rai. La Regione ha partecipato al restauro di grandissima parte dell'archivio Rai, sono molte ore di filmato. Adesso sono nel sito della Regione, ma le stiamo trasferendo anche nel sito di SardegnaCultura. Ve lo faccio vedere, vale la pena se non l'avete visto perché sono bellissimi: ci sono i documentari degli anni '50, questo è bellissimo: 'Sardegna, quasi un continente'. Questi erano documentari tipo Tv7 ed è un filmato che dura 50 minuti. Qui c'è un bellissimo commento sonoro di Giuseppe Dessì, c'è Giuseppe Dessì che ci fa vedere Villacidro. C'è Michelangelo Pira che dialoga con i suoi ex compagni di scuola. Sono dei filmati che raccontano la nostra Regione in maniera splendida e bellissima, e preziosa.

Ci sono molte ore di filmati, ma c'è un patrimonio di molte migliaia di fotografie, decine di migliaia di fotografie. Ormai c'è tutto il patrimonio dell'Istituto superiore regionale etnografico, ci sono archivi storici, che la Regione sta comprando.

Quindi, è stato fatto sistema di tutto il patrimonio storico-culturale, che vuol dire: è patrimonio storico-culturale della Regione, ma è patrimonio storico-culturale dei vostri comuni anche, per cui, io ho messo Sanluri ieri e l'ho guardato col sindaco del Comune di Sanluri, e naturalmente c'è molta più roba qui, sistematizzata, di quanto noi sanluresi avessimo mai pensato. Ecco, qui, pittura sarda del 400, che c'è un paragrafo sul retablo di Sanluri e così via. E quindi, tutto quello che attiene a Sanluri o ai vostri comuni, la parte storico-culturale, è dentro il sito, che vuol dire che tutta questa roba qui è accessibile anche da Comunas, e cioè dal sistema degli enti locali di cui parlavamo prima.

Abbiamo parlato di cultura ma anche di turismo: questo Sardegna sarà il marchio della Regione per la valorizzazione del turismo, dei prodotti della nostra regione. Lo vedrete più spesso a partire dalla prossima settimana. Anche qui c'è un grande motore per provincia, vediamo Cagliari, gli alberghi, tutte le località, e naturalmente ci sono tutti, c'è la possibilità di contattare gli alberghi se hanno un sito, di mandare una email e di prenotare. E' online da pochi giorni ma già oggi arrivano molte decine di prenotazioni al giorno o di richieste di preventivi attraverso questo sistema che non è stato ancora pubblicizzato. Anche questo è un servizio per la regione ma è un servizio per i vostri comuni: è un'opportunità in più di valorizzare quindi il lavoro dei vostri comuni, ma all'interno di un oggetto che sia più visibile e che abbia la forza dell'offerta di tutta la nostra economia regionale.

SardegnaTerritorio: qui ci trovate i vostri Puc, tutta la cartografia regionale, fino agli strumenti urbanistici dei vostri comuni. E con dei navigatori che permettono, li vedrete, la navigazione bidimensionale, quindi piatta nella cartografia regionale dei vostri comuni. Ma nelle prossime settimane troverete un navigatore tridimensionale, che mette veramente la nostra regione all'avanguardia tra tutte le regioni italiane, e direi anche europee, sull'utilizzo della tecnologia per la visualizzazione dei dati territoriali della nostra regione e dei vostri comuni.

Quindi c'è un progetto, come vedete: dal turismo al territorio, alla cultura, le biblioteche… Comunas è la possibilità di avere anche un unico punto di accesso per tutti i comuni, per arrivare a tutti questi dati del territorio, della cultura, del turismo, che riguardano un singolo Comune. Naturalmente ogni Comune può continuare ad avere il suo sito, fare tutto quello che vuole. Se ce l'ha viene 'linkato' e quindi gli diamo un po' di pubblicità, però può avere una piattaforma comune che fa sì che la pubblica amministrazione abbia anche la stessa immagine in giro in tutta la Sardegna. Una piattaforma per i piccoli comuni e per i più grandi, dove ci sono tutti i dati che riteniamo e riterrete opportuni, poi ci sono però tutti i servizi online che magari molti comuni non sono ancora riusciti a mettere in rete. E poi c'è la possibilità di raccogliere i dati nel modo che abbiamo detto prima, per l'anagrafe per la Tarsu, per l'Ici, per l'acqua, per le imprese eccetera; c'è la possibilità importantissima dello sportello unico - di cui magari qualcuno di voi dopo parlerà - e poi c'è la possibilità per ogni Comune di avere accesso ai dati che riguardano la cultura, il territorio, il turismo a così via.

Di chi è questa roba? Credo che sia nostra: non è né della Regione, né delle province, né dei comuni. E' di tutti quanti. Non c'è nessuno che ne è il proprietario; non è orgoglio di nessuno; dovrebbe essere orgoglio dell'amministrazione della Regione, se riusciamo a stare assieme, a fare le cose e a collaborare tutti insieme, per il funzionamento migliore del singolo Comune, della Provincia e di tutto l'amministrazione regionale. Se stiamo assieme costa molto meno, abbiamo un prodotto ottimo per tutti quanti e abbiamo un prodotto per l'intera amministrazione regionale. Se non stiamo assieme ci saranno comuni di serie A, di serie B e di serie C, spenderemo 100 volte tanto e continueremo a non avere dati per l'amministrazione regionale. Ma l'amministrazione regionale siamo noi, alla fine, siamo tutti, perché tutti noi siamo di 'Sanluri' ma siamo anche della Sardegna; e se non funziona l'amministrazione in Sardegna non funziona neanche per Sanluri. E se spendiamo vari soldi in Sardegna alla fine ce ne saranno di meno anche per Sanluri o per Pauli Arbarei o per chissà quale Comune. E quindi è assolutamente necessario che utilizziamo l'informatica per quello che è: l'informatica è fatta, oggi, per non arroccarsi in isole e in campanili. L'informatica è fatta per stare in rete e per stare assieme, per condividere le piattaforme.

Qundi questo è il progetto della Regione che vorremmo portare avanti insieme a voi. L'abbiamo fatto cercando anche di non disperdere quello che abbiamo trovato: noi abbiamo trovato un progetto che si chiamava 'E-Gos': qualcuno di voi se lo ricorderà, era costato una cifra mostruosa, assolutamente sproporzionata, si poteva spendere un decimo e fare meglio, però l'abbiamo trovato. E quindi anche partendo da quello siamo dovuti andare avanti. 'E-Gos' come qualcuno di voi ricorderà cercava di mettere in rete i servizi di cinque piccoli comuni della Sardegna più Cagliari, e qui dentro ci aspettiamo che nelle prossime settimane ci siano dentro tutti i 377 comuni della Sardegna. Già oggi ce ne sono più di 100 e li stiamo mettendo uno appresso all'altro.

Questo servizio cancella gli investimenti già fatti dai comuni? No, semplicemente mette un pezzetto di software in più agli investimenti dei comuni in modo che possano dialogare. Ognuno se vuole si tiene il suo fornitore, fa tutto quello che vuole. E' un pezzetto di software per fare in modo che si colleghi e che i suoi dati siano una parte dei dati di tutti quanti. Poi è anche possibile che fra due anni o tre i comuni possano decidere e dire: 'Ma tutte queste piattaforme diverse dei comuni della Sardegna hanno senso o ce ne scegliamo una tutti insieme e ce la gestiamo tutti assieme?'. Potrà essere che molti comuni, piccolissimi, di 200, 500, 1000 abitanti, decidano di scegliersi una piattaforma e gestirsi tutti assieme, con risparmi per la pubblica amministrazione, che non vuol dire meno fatturato per le imprese, ma semplicemente, magari, chiedere collaborazione alle imprese su servizi nuovi e su servizi migliori.

Quindi, tutto quello che c'è nei vostri comuni rimane. Semplicemente facciamo sì che i comuni siano tutti in rete e che grazie all'utilizzo di dati che già avete si possano offrire servizi nuovi e migliori ai vostri cittadini. Nessuna preoccupazione per le imprese. A parte il fatto che, quando andiamo a vedere, ci sono due imprese che di fatto servono l'80/90% dei comuni sardi; con una terza impresa di fatto ci sono quasi tutti i comuni coinvolti. Ce ne sono anche altre, pochissime, ma le prime tre li servono di fatto tutti. Vanno bene tutte, sono preziose tutte quante: spero che quelle piccole non scompaiano ma che crescano. Però cresceremo tutti meglio, anche le imprese cresceranno meglio se siamo all'interno di un progetto migliore, di un progetto condiviso che non sia fatto per farci del male a vicenda, ma per crescere assieme dando servizi migliori.

Crescere assieme vuol dire anche avere una Regione che non insegue, ma che è avanti. Noi con SardegnaCultura siamo sicuramente avanti in Italia, l'abbiamo presentato a Bruxelles, è un progetto che viene visto con attenzione dalla Commissione europea, perché è un progetto bellissimo di cui possiamo andare tutti orgogliosi. Credo che sia un progetto bellissimo SardegnaTurismo, e nelle prossime settimane impareremo a conoscerlo. Con Comunas sarà la prima volta che risarà un'intera amministrazione regionale tutta in rete, tutta assieme. Questo vuol dire che se siamo più bravi degli altri e facciamo prima degli altri, possiamo rivendere anche all'esterno le nostre esperienze: intanto facciamo vedere una Regione non in ritardo ma avanti e le nostre imprese sarde, se potranno condividere o partecipare a esperienze innovative, saranno chiamate a crescere fuori dalla Sardegna, che è quello che noi vogliamo, che ci sia un po' più di lavoro nella nostra regione.

Un'ultima cosa sul 'digital divide' – ne parlerà adesso l'assessore – si sta lavorando perché anche il più piccolo dei comuni abbia l'accesso alla rete a banda larga. Altrimenti questi rimangono discorsi, o discorsi validi solamente per una parte della Sardegna: e noi vogliamo invece che siano validi assolutamente per tutti.
Bene, vi ringrazio per l'attenzione e spero di essere stato sufficientemente chiaro".