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Tasse sul lusso e vertenza entrate: conferenza stampa

Cagliari, venerdì 7 luglio 2006, sala Giunta
"Vi è stato consegnato un testo: è una nota congiunta tra la Presidenza del Consiglio e la Regione. Avete letto di cosa si tratta, volevo essere sicuro che fosse sufficientemente chiaro e magari provare a rispondere eventualmente a qualche vostra domanda.

L'aspetto più importante per noi sta nel fatto che mentre da molte parti si pensasse che la Regione Sardegna non potesse esercitare la sua autonomia impositiva e quindi istituire delle tasse regionali, e in particolare questa tassa, dicendo che si sarebbe trattato di doppia tassazione, che era contraria alla Costituzione per il fatto che non esistono ancora le norme di riferimento e quindi la Regione non poteva istituire tasse, viene confermata invece, per la prima volta direi, in Italia la capacità impositiva di una Regione.

Abbiamo avuto modo di chiarire il fondamento di questa tassa, come essa si basi appunto sull'uso dell'ambiente, di una risorsa pubblica scarsa; e come questa tassa, coerentemente anche con altri strumenti della nostra Regione – tra i quali il Piano paesaggistico regionale – miri a portare avanti un progetto di sviluppo del turismo, ma di un turismo sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale. Quindi un turismo che non pregiudichi la salvaguardia delle coste e promuova anche la possibilità di sviluppo, non solo nelle coste ma nelle zone interne della Sardegna. Quindi è stata sottolineata la coerenza, così come riporta il comunicato, del progetto che va dal Piano paesaggistico regionale alla tassazione.

Il Governo rileva la possibilità di non rispetto dell'articolo 3 della Costituzione: quello dell'uguaglianza dei cittadini. In effetti, la norma prevedeva la possibilità di esentare dalla tassa gli immigrati, ma non solo, anche i figli degli immigrati, oltre che i residenti in Sardegna. Pertanto è possibile che con questo livello di distinzione si sia andati oltre la possibilità di corretta applicazione di questa tassa. Nelle prossime settimane approfondiremo questi aspetti e verranno eventualmente apportate le modifiche tecniche per la corretta applicazione. E successivamente l'impugnativa del Governo potrà essere ritirata.

La cosa particolarmente importante però è che contestualmente si lavora per l'immediata ridefinizione della questione delle entrate, e in particolar modo la ridefinizione della compartecipazione regionale ai redditi prodotti in Sardegna. Come sapete questa tassa era nata anche dal fatto che le seconde case dei non residenti non portavano alcun reddito in Sardegna, perché la compartecipazione non c'era data. In questa maniera, con la ridefinizione della compartecipazione, le seconde case dei residenti potranno avere un impatto fiscale importante per le casse regionali.

Nella ridefinizione della compartecipazione ci sta dentro anche un tema per noi molto importante che è la compartecipazione ai redditi delle persone fisiche che, pur residenti e lavorando in Sardegna, per il fatto di essere dipendenti dello Stato, e poiché nel tempo la compilazione della loro busta paga è stata centralizzata a Latina e quindi le loro imposte sono pagate a Latina, noi abbiamo perso quel tributo.

Quindi già dalla prossima settimana incontreremo di nuovo il ministro Lanzillotta e il ministro Visco per la definizione della questione. Mi pare anche questo un risultato importante: la comprensione da parte del Governo - ma non poteva essere diversamente viste le promesse fatte, anche recentemente - per la ridefinizione della compartecipazione regionale ai tributi.

Un'ultima cosa, ne avevamo già accennato, il 24 luglio verrà a Cagliari il sottosegretario Letta per formalizzare un'attività che peraltro è già iniziata: vale a dire, i lavori di una commissione mista che in tempi brevi scriverà una nuova intesa istituzionale, dove saranno indicate le istanze più importanti che la nostra Regione porta allo Stato e gli impegni che lo Stato prenderà con noi e gli impegni che lo Stato prenderà con noi e le modalità di collaborazione per il soddisfacimento di queste istanze. E anche questo è un altro punto estremamente importante che ci permette non solo di definire la questione delle entrate ma la questione del demanio, la questione delle servitù militari, per la quale si è già avviato un percorso, e anche sulle entrate sul demanio si è già avviato un percorso.

Ma potranno essere aggiunti altri temi, come immagino i beni culturali e le reti infrastrutturali e la conoscenza, che riteniamo di estrema importanza per il progetto di sviluppo della nostra regione. Al riguardo, nella prossima settimana ci sarà un coinvolgimento di tutte le forze politiche della nostra regione, il Consiglio regionale, i parlamentari sardi ma anche le parti sociali, i sindacati e le organizzazioni produttive, per confrontarci su quali saranno i temi di questa intesa, che tutti riteniamo importante, e per fare sì che sia effettivamente una richiesta forte e condivisa dell'intera comunità regionale al Governo.

Quindi, questo era quello che avevo da dire, se c'è qualche precisazione di cui si può aver bisogno?"

Stefano Lai (Sardegna 1):
"Presidente, leggo: '…nel corso dell'incontro si è stabilito di arrivare entro breve tempo all'abbattimento di oltre il 60% del contenzioso tra Stato e Regione'. Volevo sapere all'incirca cosa significa 'entro breve tempo' e se c'è stata da parte del nuovo Governo una regolarizzazione di quanto più o meno lo Stato deve alla Regione".


Presidente Soru:
"No, questo si riferisce al fatto che soprattutto negli anni passati è aumentato di molto il contenzioso tra lo Stato e la Regione Sardegna, ma non solo anche in altre regioni d'Italia. Quindi si sono già incontrati l'ufficio legale e la Direzione generale della nostra Regione per vedere quali di questi contenziosi posso essere portati avanti e quali invece possono essere già risolti in via transitiva, magari con delle modifiche sulla legge, oppure specificando una diversa interpretazione. Questa a. E in monalisi è stata già avviata e si sono già individuate le leggi per le quali il contenzioso può essere facilmente risolto. E questo si riferisce quindi non al contenzioso fiscale, ma al contenzioso di leggi precedentemente impugnate dal Governo".

Alessandro Zorco (Il Giornale di Sardegna):
"Presidente, ha parlato di correzioni alla legge su lusso: che tipo di correzioni saranno?".


Jacopo Onnis (Rai 3):
"Posso integrare la domanda? Riguardo ai rilievi di incostituzionalità che sono stati mossi e sui quali la Regione sarda vuole lavorare in tempi brevi, mi pare che venga salvaguardata la filosofia di fondo e soprattutto il problema del 'no' all'uso privato del bene ambientale…".


Presidente Soru:
"Non tanto 'all'uso privato': se c'è un uso privato è giusto che si contribuisca…".

Jacopo Onnis (Rai 3):
"Il problema residenti/non residenti, il superamento di questa dicotomia come può essere fatto – capisco che siano cose su cui si deve ancora lavorare: nel senso di una tassa che si estende anche ai sardi?"


Presidente Soru:
"Bisogna capire se questo sia effettivamente possibile e fino a che punto. Si può immaginare che la distinzione non possa essere portata fino ai figli degli immigrati, e quindi occorre lavorare per comprendere la corretta sfera di applicazione. Ci sono delle tasse che distinguono tra residenti e non residenti: in alcuni comuni l'Ici distingue tra residenti e non residenti, la stessa continuità territoriale permette dei vantaggi ai residenti piuttosto che ai non residenti. E in molti comuni ci sono delle tasse d'ingresso a cose del genere. Mentre il principio di alcune distinzioni è possibile, bisogna capire fino a che punto questo principio possa essere portato avanti. C'è qualche dubbio in questo momento, il Governo aveva il dovere di segnalarlo e si dovrà lavorare per fare in modo che si possa condividere e quindi evitare il contenzioso. Nel frattempo, contestualmente il Governo accelera il riconoscimento del diritto alla compartecipazione del reddito prodotto in Sardegna".

Alessandro Zorco (Il Giornale di Sardegna):
"In questo caso, andando oltre, si potrebbe anche fare una marcia indietro sulla tassazione regionale?"


Presidente Soru:
"Questo lo vedremo in un altro momento. Sicuramente il riconoscimento della compartecipazione al reddito sulle seconde case è un importante beneficio per le tasse. Nondimeno però l'uso dell'ambiente va assolutamente tutelato e l'uso privato di una risorsa scarsa e un progetto di sviluppo sostenibile va finanziato e quindi credo che lo spirito delle tasse fin qui individuate vada assolutamente portato avanti".

Stefano Lai (Sardegna 1):
"Dicevo, la proposta più importante, che riguardava tutta la vicenda entrate. Quindi, per quanto riguarda la vicenda entrate, si può dire che si inizierà a lavorare una volta che…".


Presidente Soru:
"Si può dire che è entrata finalmente nel merito".

Stefano Lai (Sardegna 1):
"Sì, nel merito, ma si può dire che, attraverso questa intesa Stato-Regione, la Commissione sarà uno degli argomenti di cui si occuperà?"


Presidente Soru:
"Sicuramente. Però l'intesa costruisce un quadro di riferimento. Individua quali sono i temi e anche tutte le modalità e le mette in dettaglio. Però, sulle tasse specificamente, abbiamo già iniziato a lavorare e continuiamo a lavorare dalla settimana prossima. In qualche maniera il lavoro viene anticipato".

Jacopo Onnis Rai 3):
"Un tavolo specifico quindi?"


Presidente Soru:
"Esatto, c'è un tavolo specifico, diciamo, sulla vertenza entrate, così come c'è un tavolo specifico, già individuato, sulle servitù militari. Poi tutte saranno anche ricondotte…".

Jacopo Onnis (Rai 3):
"Mi pare che lei attribuisca molta importanza anche al problema demanio?"


Presidente Soru:
"Sicuramente il demanio sarà una parte dell'intesa istituzionale, e devo dire che anche lì abbiamo iniziato a lavorare. Lunedì credo che arriverà il nuovo direttore generale, direttore dell'Agenzia delle entrate, dell'Agenzia del Demanio in Sardegna, che ha il mandato specifico di risolvere tutti i contenziosi che ci sono e di sistemare una quantità enorme di partite che non hanno trovato soluzione. Dagli edifici di Molentargius alla manifattura tabacchi, la borgata di Marceddì, alcuni importanti edifici nel Comune di Cagliari. Oltre 215 beni che sono stati demanializzati, ma non sono stati ancora restituiti: 215 beni demaniali. Così come cose incomprensibili, come la concessione di un faro che è stata fatta, qualche anno fa. Quindi, su questo si sta lavorando alacremente.
Ed è stata già scritta la nuova norma di attuazione sui demani, sull'articolo 14 quindi del nostro Statuto, e a questo punto dovrà essere già portata in Consiglio dei Ministri. Chiedo scusa, Consiglio dei Ministri in cui si è discusso oggi della questione delle entrate della nostra Regione. Pertanto diciamo: la vertenza sulle entrate è entrata nel vivo, se ne è discusso oggi in Consiglio dei Ministri. La settimana prossima incontreremo il ministro Visco, insieme al ministro Lanzillotta, e credo che in tempi brevi dobbiamo arrivare a qualche soluzione".

Fabrizio Onnis (Ansa):
"Presidente, lei ha parlato in termini infrastrutturali tra i vari temi. Volevo capire anche se c'era qualcosa di più specifico riguardo all'industria e soprattutto mi riferisco alle industrie del Nuorese, della Sardegna?"


Presidente Soru:
"Come detto, io credo che questo sia un argomento che dovrà vedere la partecipazione di tutta la società sarda. Innanzitutto della politica regionale, quindi del Consiglio regionale e dei nostri parlamentari nazionali. Dei sindaci, come era stato fatto ai tempi della vertenza delle entrate, e delle parti sociali. Troveremo il modo, rapidamente, di incontrarci in maniera che ci sia la possibilità di concordare quali sono i temi che riteniamo i più importanti, quali sono le istanze più importanti nella nostra Regione, per il quale vogliamo delle risposte veramente in tempi brevi".

Jacopo Onnis (Rai 3):
"Quali forme pensa di attuare?"


Presidente Soru:
"Faremo sicuramente l'assemblea dei sindaci. Sicuramente incontrerò i parlamentari nazionali, a Roma. Ho già parlato col presidente Spissu, si potrà fare una discussione in Consiglio regionale, e certamente andranno coinvolte anche le parti sociali, direttamente. Faremo alcuni incontri con loro."

Jacopo Onnis (Rai 3):
"Prima della pausa estiva?"


Presidente Soru:
"Prima della pausa estiva sicuramente, prima del 24. Il 24 io credo che in qualche maniera ci deve essere già una bozza di piattaforma regionale appunto".

Luigi Alfonso (La Nuova Sardegna):
"Presidente mi scusi, mi sembra di capire che, insomma, sta rispondendo con i fatti a chi l'ha sempre accusata di non avere uno sguardo rivolto alla concertazione. Sta organizzando un qualcosa di veramente importante sotto questo profilo. Nel frattempo però, proprio ieri, ci sono state, sempre dall'opposizione, delle accuse mirate. Per esempio, Mauro Pili l'accusa di aver bruciato, in qualche modo, quattro miliardi di entrate dall'Unione Europea, non so se ha letto le dichiarazioni. Volevo sapere un po' che cosa si sente di rispondere. Quattro miliardi sono una cifra… ecco perché glielo sto chiedendo".


Presidente Soru:
"Sì, meriterebbe una conferenza stampa a parte la vicenda direi poco edificante della discussione, della negoziazione sulla nuova politica di coesione europea nel prossimo settennio 2007-2013. La storia è esattamente questa, è agli atti, nei documenti. Nel 2002, nel luglio del 2002, venne firmato un documento in cui, tenendo conto dei trattati europei, il trattato di Nizza, fino al testo della Costituzione, della recente Costituzione europea, venne stabilito il principio della particolare attenzione alle regioni insulari, quindi la difesa, la tutela delle regioni insulari. Fu una battaglia lunga, che vide coinvolto in maniera importante, tra gli altri, Mario Segni, che portò anche a un risultato appunto: questo principio venne sancito nella Costituzione europea.
A seguito di questi princìpi, definiti nei diversi trattati europei, nella Costituzione europea, nel 2002, l'allora presidente Berlusconi, Mauro Pili, mi pare il ministro Tremonti, il ministro Miccichè e mi pare pure qualcun'altro, firmarono un documento solenne, in cui si dice che il Governo italiano, nel momento in cui si preparava alla posizione italiana per il prossimo quadro finanziario e le successive politiche di coesione europee, avrebbe chiesto che le regioni insulari rimanessero nell'Obiettivo 1. E infatti il documento, appunto, venne firmato dal presidente della Regione Sardegna e dal presidente della Regione Sicilia, Totò Cuffaro. Questo nel luglio del 2002. Nel dicembre del 2002 scadevano i termini per la presentazione dei documenti dei vari paesi, dei vari Stati membri, e venne preparato il memorandum del Governo italiano, nel quale, contraddicendo quanto fatto sei mesi prima, non si poneva più la questione delle regioni insulari, forse perché nel frattempo erano state prodotte le statistiche per le quali la Sicilia rimaneva comunque nell'Obiettivo 1. La Sardegna invece, avendo superato, seppur di pochissimo, di pochi punti decimali, la soglia del 75%, usciva dall'Obiettivo 1, e il Governo rinunciava a porre la questione delle regioni insulari. Questo nel 2002.
Nel 2003, nel 2004, si è portata avanti tutta la trattativa in questo senso e il Governo ha sempre detto che avrebbe attuato una strategia di discussione, in cui massimizzava il risultato per l'Italia, senza distinguere, senza curarsi del risultato per le singole regioni. Lasciando a un momento successivo eventuali compensazioni tra regioni. Noi, già da appena arrivati insomma, abbiamo segnalato la nostra non accettazione di questa strategia negoziale, perché non ci riconosciamo nella media del risultato nazionale, siamo interessati al risultato per la nostra regione. E abbiamo segnalato come stavano contraddicendo, non solo il precedente documento firmato dal Governo, ma anche un principio ormai accettato in sede comunitaria. Ma ormai la posizione italiana era già stata decisa, non solo, era stato già deciso il risultato, il risultato tra i capi di Governo nel Consiglio dei Ministri. C'era già stata una prima riunione del Consiglio dei Ministri e si era ormai alle fasi finali della trattativa.
Ho segnalato la questione al ministro Miccichè, che disse che non poteva fare nulla, perché la Commissione europea non voleva accettare questo principio delle regioni insulari. Sono andato a parlare direttamente col commissario Hubner, che ha detto che se l'Italia avrebbe posto la questione loro non si sarebbero detti contrari. Ne ho riparlato col ministro Miccichè, che ugualmente non ha posto la questione. Diversamente dall'Italia, l'hanno posta però la Finlandia e il Portogallo, per cui per Madeira e Itasuni, la Regione finlandese di Itasuni, nella conclusione del provvedimento, insomma, delle politiche finanziarie, per Madeira e Itasuni si è prevista una politica di "phasing-out", che di fatto equivale, per un certo periodo di tempo, a un'uscita graduale dall'Obiettivo 1, quindi per un certo periodo di tempo dà gli stessi benefici della permanenza nell'Obiettivo 1.
Per la Sardegna non è accaduto nulla, perché lo Stato italiano non ha posto la questione. E' stata prevista però una compensazione finanziaria di circa 250 milioni, che pure recentemente, a Bruxelles, ci hanno detto che è stata accettata proprio per le proteste che io avevo fatto. E che comunque hanno dovuto prevedere, perché all'epoca avevo detto al Governo che avremmo impugnato, persino alla Corte di Bruxelles, quel trattato.
Quindi, le politiche finanziarie europee sono nate nel dicembre del 2002 col memorandum presentato dal governo Berlusconi, sono proseguite nel 2003, e a metà del 2004, quando noi siamo arrivati, era già tutto fatto. Grazie allo sforzo che abbiamo fatto, abbiamo guadagnato 250 milioni di euro, ed è una delle gravi colpe del precedente Governo il fatto che non ha portato avanti, nonostante l'apertura di Bruxelles, la possibilità di compensazione, di ulteriori attenzioni particolari per le regioni insulari. Quindi, la dichiarazione dell'altro giorno è veramente, assolutamente, campata in aria. E' nei documenti, basta andarsi a vedere, appunto, la posizione del Governo nel luglio del 2002 e la posizione del Governo italiano nel memorandum del dicembre del 2002. Per chi avesse questa curiosità, i documenti sono a portata di mano. E non solo. Il Governo, nonostante il mio incontro col commissario Hubner, e nonostante la disponibilità del commissario Hubner, ha evitato - secondo loro per un'idea sbagliata - di massimizzare il risultato per il Paese a danno del risultato delle singole regioni, di una singola regione, eventualmente a vantaggio di altre regioni, come è stato. Ha trascurato un suo dovere.
Oggi si trova in difficoltà non solo la Sardegna, ma anche la Basilicata, tant'è che abbiamo chiesto, Sardegna e Basilicata, al ministro Bersani, di vedere quali sono le compensazioni che possono essere fatte per le nostre due regioni, che sono le uniche due regioni che sono uscite dall'Obiettivo 1. Stiamo lavorando col dipartimento delle politiche comunitarie, competenza che è passata adesso al ministro Bersani."

Roberta Mocco (L'Unione sarda):
"Vi ha fatto capire che pur in mancanza di fondi, perché il momento anche per il Governo è un po' particolare, c'è qualche margine di intervento?"


Presidente Soru:
"Sì, magari con la compartecipazione, aumentando il livello di compartecipazione nazionale ai fondi europei e intervenendo sulla ripartizione e sulla disponibilità della Regione ai fondi per le aree sottosviluppate, i FAS Quindi, lavorando su questo: sulla compartecipazione nazionale ai fondi europei, e sulla ripartizione dei fondi FAS e sulla parte dei fondi FAS lasciata nella disponibilità della Regione. Per specificare, i fondi FAS, fino a oggi, sono stati spesi finora al 50% dalla Regione e al 50% dallo Stato. Noi vorremmo aumentare la quota di competenza della Regione del 50%, così come vorremmo aumentare la quota della Regione Sardegna all'interno del totale dei fondi FAS nazionali".

Roberta Mocco (L'Unione sarda):
"Quelli che sono stati restituiti, praticamente, che non sono stati utilizzati in quel senso?"


Presidente Soru:
"No, vorremmo che i prossimi fondi FAS, e sono fondi dello Stato che vengono spesi nelle aree sottoutilizzate, per ora la Sardegna ha avuto il 12% di quei fondi, vogliamo che quel 12% possa crescere, questa è la nostra posizione. Quindi, veramente, quella sparata sui fondi europei è veramente sorprendente. Però l'importante è essere sui giornali…"

Roberta Mocco (L'Unione sarda):
"Presidente, io non sono sicura di aver capito il chiarimento che ha prodotto sul contenzioso, quello che abbiamo qui oggi, il 60% del contenzioso?"


Presidente Soru:
"Il contenzioso su delle norme?"

Roberta Mocco (L'Unione sarda):
"Su delle norme".


Presidente Soru:
"Il Governo aveva impugnato tutte le nostre leggi: da quella sul piano paesaggistico, l'eolico, persino quella del Consiglio delle autonomie locali. Quindi ci sono diversi contenziosi aperti, che invece vogliamo chiudere e ci siamo impegnati a chiudere".

Alessandro Zorco (Il Giornale di Sardegna):
"Questo contenzioso riguarda anche l'interpretazione dello Statuto e di altre norme che regolano la compartecipazione fiscale della Regione?"


Presidente Soru:
"Questa è un'altra cosa. Poi quell'altra è il contenzioso sulla questione fiscale…".

Alessandro Zorco (Il Giornale di Sardegna):
"Beh, però anche questo è normativo".


Presidente Soru:
"Sì, però è un altro tavolo, non è quello. Quel tavolo lì è l'ufficio legislativo del Ministero delle Regioni. Con l'ufficio legale e la Direzione generale della Regione, ci stiamo riferendo quindi a questioni normative su queste leggi".

Alessandro Zorco (Il Giornale di Sardegna):
"Però non normative fiscali".


Presidente Soru:
"La parte fiscale, invece, è un tavolo separato, col ministro Visco e il ministro Lanzillotta e con gli altri ministri e col coordinamento di Palazzo Chigi, col quale ormai abbiamo iniziato a discutere, ed entrerà nel vivo a partire dalla settimana prossima".

Roberta Mocco (L'Unione sarda):
"Per quanto attiene invece la composizione della commissione mista, per quanto riguarda la Regione?"


Presidente Soru:
"Ci saranno direi, immagino, con molta probabilità i direttori generali degli assessorati interessati, i direttori generali della Presidenza, questi saranno credo i tecnici chiamati".

Roberta Mocco (L'Unione sarda):
"Sarà più tecnica che politica?"


Presidente Soru:
"No, sarà innanzitutto politica e anche tecnica".

Jacopo Onnis (Rai 3):
"In questo confronto col governo c'è stato un incontro particolarmente costruttivo. E' sbagliato individuare questa serie di incontri quasi come una sorta di disarmo bilaterale controllato. Nel senso che la Regione accetta, certo, ma aveva anche il dovere di limare quelle norme che avevano dei profili di incostituzionalità, e però lo Stato riconosce formalmente la validità del decreto per quanto riguarda le entrate fiscali…".


Presidente Soru:
"E io, devo dire, sono molto contento. Intanto, alcuni distinguo furono anche introdotti in Consiglio regionale e forse su alcuni si è un po' esagerato, compreso le regole sui figli degli immigrati, sui discendenti… Però è importante il fatto che, come si legge qui: '(…) il Governo ha espresso apprezzamento e condivisione per la coerenza strategica della politica della Regione per la tutela dell'ambiente e per lo sviluppo sostenibile, e le azioni e i provvedimenti per la medesima primi fra tutti il Piano paesaggistico regionale e le imposte regionali'. Questa è una risposta a chi diceva che noi non potevamo istituire imposte regionali e che la costituzione del 2001 diceva che bisognava predisporre un quadro nazionale di riferimento, e che mancando questo tutto non si poteva fare. Noi per primi abbiamo detto che noi questa autonomia ce l'abbiamo già da decenni, non è mai stata utilizzata ma poteva essere utilizzata. Poteva essere utilizzata ed è stato confermato. Ed è stato confermato anche che è utile, coerente, è apprezzabile utilizzare questa autonomia impositiva in materia ambientale".

Jacopo Onnis (Rai 3):
"Con le necessarie correzioni, che verranno poi concordate, si può dire che la Sardegna si pone quasi come anticipatrice di una strada…".


Presidente Soru:
"Guardi io credo assolutamente di sì, ed è anche per questo che il governo ha avuto il dovere di guardarci col massimo di attenzione. Perché sicuramente è una strada a cui guarderanno altre regioni".