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Conferenza stampa sulle regole di compartecipazione della regione al gettito fiscale dello Stato

Cagliari, sabato 30 settembre 2006, sala Giunta
Presidente Soru:
"Un miliardo e mezzo è il valore del tracciato delle ferrovie, che porterebbe l'abbassamento dei tempi per Cagliari-Sassari di 2 ore. E' il valore di 15mila nuove case all'anno Iacp, di due volte e mezzo il Por. Un miliardo e mezzo è il valore di otto volte il valore che lo Stato ci dà come contributo speciale. Quindi è una cifra enorme ed era all'interno dei nostri diritti, all'interno della giusta compartecipazione alle tasse che in Sardegna già si pagano. Quindi credo che fosse molto giusto il riadeguamento al gettito fiscale e mi spiace che non sia stato fatto per tempo.

Un miliardo e mezzo che la Regione potrebbe avere in più quando questa modifica andrà a regime, un miliardo e mezzo in più per ogni anno, significa che in questi ultimi anni abbiamo avuto un miliardo e mezzo in meno nel bilancio, e significa che siamo in ritardo nell'avere un miliardo e mezzo ogni anno.

Ringrazio questo Governo per averci ascoltato e per aver saputo anche cogliere le necessità della nostra regione. Naturalmente una cifra così importante in una finanziaria così severa non si trova facilmente. L'importante è aver cambiato le regole e aver previsto una data certa per tutte le nuove regole che saranno applicate. E l'importante è che comunque questo Governo in un momento di tagli per tutti ha iniziato a dare risposte fin da subito alla nostra regione e già ci restituisce quello che noi avevamo già chiesto per il 2006, e inizia a darci dei soldi per il 2006, 2007, 2008, fino a entrare a regime nel 2009.

Naturalmente adesso c'è bisogno del contributo di tutti i parlamentari sardi, come c'è stato fino ad adesso, affinché in Parlamento passi la proposta del Governo e magari perché no, si anticipino al 2009 gli effetti delle nuove norme sul gettito".

Assessore Pigliaru:
"Ci sono due norme nuove che rendono giustizia alla Sardegna e all'azione nostra che abbiamo intrapreso in questi due anni.
Una fa riferimento all'Irpef. Voi ricordate la storia: a seconda di dove viene riscosso l'Irpef, i soldi vanno alla Sardegna o allo Stato. Gran parte dei dipendenti pubblici e dei pensionati, che sono due categorie piuttosto grandi, per una questione amministrativa, se la riscossione non avviene a Cagliari, i loro soldi vengono persi. Per cui noi abbiamo studiato a lungo e abbiamo comunicato il danno che questa regola ha fatto alle entrate della Regione. Vorrei ricordare che quest'anno la Regione prende la stessa cifra che prendeva nel 1991: è il risultato di una regola profondamente ingiusta nei confronti delle entrate di questa Regione. Abbiamo chiesto e ottenuto la modifica della regola, adottando una regola che tutte le regioni, esclusa la Sardegna, erano riuscite a ottenere. Una semplice regola che dice: dovunque siano riscossi soldi che fanno riferimento alla Sardegna, la regione avrà diritto alla compartecipazione e stiamo parlando di un insieme di somme di 650, 700 milioni di euro all'anno. Questa cosa da sola vale un Por. Abbiamo fatto un sacco di discussioni per l'uscita dall'Obiettivo 1, ma questa sola regola vale più di un Por".

Presidente Soru:
"Carabinieri, poliziotti, guardia di finanza, che sono residenti a Cagliari, percepiscono uno stipendio qui, producono un reddito qui, e così pure tutti gli altri impiegati statali, le maestre, i professori che lavorano qui e per i quali la Sardegna non aveva nessuna compartecipazione.

Ma la cosa importante: non è che bisognasse inventarsi nulla, tutte le altre regioni avevano fatto le norme di attuazione e questa cosa l'avevano chiarita, noi siamo gli unici indietro.

Come abbiamo detto, abbiamo il diritto di compartecipare ai 7 decimi di tutte le altre entrate erariali dirette e indirette comunque denominate. Questa norma vale 200 milioni.

Vorrei aggiungere: ogni tanto le tasse cambiano, cambiano nelle regole, cambiano nei nomi. Le nostre norme sullo statuto prevedevano la compartecipazione su specifiche tasse, e bastava che queste cambiassero un nome e ci perdevamo la compartecipazione. Dal 1983 a oggi i nomi sono cambiati e quindi diversi tipi di imposizioni prevedevano presupposti per i quali avevamo la compartecipazione, che nel frattempo abbiamo perso.

A questo punto abbiamo la certezza che in futuro non possiamo più perdere del gettito: per qualunque tributo, diretto o indiretto, comunque verrà mantenuta la compartecipazione.

L'altro punto è che sull'Iva la Regione ottiene una quota fissa del gettito dell'Iva stimata per la sua dimensione reale in Sardegna intorno ai 2 miliardi, rispetto alla metà sulla cui base era calcolata la compartecipazione sinora. Sinora la Regione prendeva 200 milioni di euro ogni anno, che passano intorno a 1700 milioni. E' un incremento tutto in più per la Sardegna, perché contestualmente la stessa norma prevede che la Regione si faccia carico della spesa sanitaria.

Noi prendevamo un certa percentuale sull'Iva riscossa in Sardegna, ma l'Iva che effettivamente pagano i sardi quando vanno al supermercato è esattamente il doppio di quella riscossa in Sardegna, perché la maggior parte dell'Iva che noi paghiamo è pagata in realtà fuori dalla Sardegna dalle aziende produttrici. Siccome noi consumiamo più di quello che produciamo, paghiamo un sacco di tasse, però materialmente queste tasse vengono versate allo Stato e poi alla Sardegna, quindi noi avevamo una compartecipazione sulla metà che effettivamente pagavamo.

Oggi si è stabilito che la compartecipazione è calcolata sull'ammontare delle tasse che noi paghiamo, e questo è di 2 miliardi. Si è concordato che la Sardegna possa avere i 9 decimi di compartecipazione, che vuole dire 1750 milioni a valori attuali, rispetto ai 200 milioni che stavamo incassando, perché ci siamo presi per intero la responsabilità di finanziare la spesa sanitaria. Sinora la compartecipazione a carico dello Stato era di 950 milioni, la Sardegna se l'accollerà quando sarà a regime tutta la partita delle entrate dell'Iva. Con la sola Iva abbiamo un incremento, abbiamo una crescita netta di 600 milioni di euro. Soprattutto abbiamo una regola fissa per il futuro e c'è anche da dire che l'Iva cresce più della spesa sanitaria. La cosa importante che ha sensibilizzato il Governo, è questa: noi siamo andati a chiedere il rispetto dei nostri diritti, ma anche a dire 'noi ci facciamo carico di una parte della spesa sanitaria, come fanno il Trentino e la Valle d'Aosta'. Altre regioni a Statuto speciale del Sud questo non l'hanno ancora fatto e questo mette la nostra regione tra le regioni virtuose.

A regime la Sardegna avrà oltre 1 miliardo e mezzo di euro in più all'anno, e rimane che la norma sui redditi prodotti in Sardegna anticipa la compartecipazione al reddito di imprese che hanno sede fuori, ma hanno delle attività nell'Isola, come la Telecom, Banca Intesa, Enel. E l'Irap applica un metodo per la regionalizzazione di questi redditi, questo metodo potrà essere applicato al caso sardo.

Il nostro primo bilancio, con questa maggioranza, ha portato il debito alla metà di quello precedente. Nel bilancio del 2006, lo abbiamo portato a 170 milioni di euro. Fummo accusati di fare bilanci falsi. In realtà quel bilancio risulta fondato perchè lo Stato riconosce adesso le richieste previste sull'Iva per il 2006. E avremo 500 milioni in più oltre a 240 milioni per cassa. Non era un bilancio frutto di fantasia, ma veniva dalla ragionevole certezza che i diritti dei sardi sarebbero stati rispettati. Ed è solo grazie alla severa politica di bilancio, di riqualificazione della spesa, del taglio delle spese inutili: è grazie a questo che abbiamo avuto la sensibilità del Governo.

Tra le competenze trasferite, e trasferite da subito anche se per qualche anno lo Stato continuerà a garantire i trasferimenti, ci sono quelle del trasporto locale, del demanio e della continuità territoriale.

La Regione prenderà in mano le Ferrovie meridionali sarde e le Ferrovie della Sardegna, e tutto il demanio alla stregua di quel che avviene in Trentino. E' una rivendicazione decennale, che ha prodotto lunghe attese per il passaggio dei beni alla Regione, contenzioso, come nel caso della ex Manifattura di Cagliari solo da qualche giorno nella disponibilità della Sardegna".

Giornalista:
"S'aspettava tanto?"

Presidente Soru:
''Mi aspettavo il giusto, il fatto è che il giusto è veramente tanto. E oggi che lo iniziamo a vedere concretamente, naturalmente viene in mente una Sardegna diversa, finalmente, e viene in mente una Sardegna che forse sarebbe già potuta essere. E vengono in mente un sacco di ritardi infrastrutturali che forse si potevano colmare prima, se si attuavano i principi dello Statuto. E rincresce che comunque già l'Intesa del 1999 impegnava lo Stato a colmare questo ritardo e invece non si è fatto nulla fino ad ora.

I soldi in più che la Sardegna avrà in futuro sono i soldi in meno che ha avuto fino a oggi. E questa cosa credo ci debba incoraggiare a un cambiamento del nostro modo di vedere le cose. E' evidente che era molto più importante assicurarsi il rispetto dei nostri diritti piuttosto che assicurarsi qualche regalino di volta in volta, e piuttosto che concentrarci su un atteggiamento di chi ogni volta chiede qualcosa e pensa di avere ottenuto tanto perché ha ottenuto qualcosa. In realtà nei nostri diritti c'era di più, e soprattutto ci sono i presupposti per fare in modo che in futuro non sia più necessario chiedere niente. Ci bastano i nostri diritti".