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Intervento in Consiglio regionale sulle nuove regole di compartecipazione al gettito fiscale dello Stato

Cagliari, lunedì 2 ottobre 2006, Consiglio regionale
"Grazie signor presidente, signori consiglieri, credo abbiamo alcuni minuti signor presidente per alcune comunicazioni sullo stato della discussione col Governo circa la vertenza sulle entrate e sul disegno di legge finanziaria approvato in consiglio dei Ministri.

Stamattina abbiamo parlato più a lungo in conferenza di capigruppo, rispetto alla durata di queste mie comunicazioni, circa l'opportunità o meno di fare comunicazioni, o di farle subito, di farle dopo, di posticiparle; se fosse più urgente parlare di mozioni, naturalmente importantissime, ma credo che forse potevano essere discusse in un altro momento data l'importanza per l'intera regione dell'argomento di cui si tratta.

Si tratta della vertenza delle entrate che questa giunta regionale ha immediatamente posto all'agenda politica di questa legislatura e che ci ha visto tutti assieme. Noi abbiamo chiesto aiuto a chiunque nella nostra Regione pensando che si trattasse di un argomento che riguardava l'intera regione.

Abbiamo chiesto aiuto all'intero Consiglio regionale e l'abbiamo avuto; abbiamo chiesto aiuto ai parlamentari sardi, abbiamo chiesto aiuto a tutti i sindaci, a tutte le forze istituzionali, a tutte le forze sociali e per una volta la Regione è stata unita; tutti i sardi sono stati uniti nell'affrontare questo argomento. E credo che questa unità, che ci ha portato tutti assieme a Roma (io ricordo di consiglieri regionali anche non della maggioranza a Roma, come di sindaci non del partito della maggioranza a Roma, tutti assieme), sia stata utile fin qui e credo che questa unità debba essere mantenuta perché noi oggi discutiamo non di un provvedimento firmato dal Presidente della Repubblica, ma di un provvedimento che è ancora un disegno di legge seppur del Consiglio dei Ministri, ma che ha bisogno di essere discusso e approvato definitivamente dai due rami del Parlamento e poi promulgato dal Presidente della Repubblica.

Siamo quindi in mezzo a una discussione che deve essere portata a compimento. Io credo che portarla a compimento allo stato in cui è oggi e quindi nei termini scritti dalla legge finanziaria, sia un buon auspicio per la nostra regione. Credo che quanto previsto dalla legge finanziaria sia importante per la nostra regione, per i cittadini sardi e per il futuro della nostra regione, e quindi il motivo di questa comunicazione è soprattutto continuare a chiedere l'unità del Consiglio regionale, di tutte le forze politiche e sociali della Sardegna nel sostenere, ognuno per quanto di sua possibilità, di sua competenza, la definitiva approvazione di questo testo.

Perché ritengo che questo testo è importante? Innanzitutto perché ci restituisce quell'Iva che noi immaginavamo dovesse essere restituita o concessa maggiormente di quanto inizialmente prevista per gli anni 2004, 2005, 2006. E ce la restituisce per cassa con 240 milioni e, con una dilazione, per altri 500 milioni.

Per cui il bilancio della nostra Regione, che per l'anno 2006 prevedeva una compartecipazione all'Iva maggiore di quella da molti prevista, e che qualcuno esponeva a una qualche difficoltà la proposta di bilancio, in realtà quel bilancio era un bilancio vero, un bilancio che non ha bisogno di assestamento, un bilancio per il quale le previsioni dell'Iva vengono puntualmente realizzate.

Quindi noi abbiamo fatto un percorso importante in questi due anni, siamo partiti da un deficit di un miliardo e tré, è stato dimezzato nel primo anno e nell'anno successivo. Per il 2006 c'è un deficit previsto di circa 160-170 milioni anche in base a maggiori previsioni di entrate Iva che si sono materializzate. Quindi credo che sia importante portare a casa questo risultato. Ma ancora più importante, perché come tutti voi avete ampiamente discusso e suggerito, e richiamato all'attenzione della Giunta regionale, ci sono delle inadeguatezze nella previsione del nostro attuale articolo 8 dello Statuto, dovute ad una mancanza del tempestivo adeguamento delle norme di attuazione, che comunque dal 1983 a oggi si sarebbero dovute fare.

Questo ha portato innanzitutto a una cosa, l'avete ricordato voi ampiamente, vengono sottratti alla compartecipazione innanzitutto tutti i tributi: il gettito dell'Irpef degli impiegati statali, dei militari, dei pensionati, tutte quelle categorie per il quale per motivi amministrativi, o di semplificazione anche amministrativa, gli stipendi sono calcolati fuori della Sardegna, i versamenti sono fatti fuori della Sardegna e pur trattandosi di cittadini sardi veniva posta la compartecipazione.

Le altre regioni lo avevano già risolto prima di noi questo problema, semplicemente con due righe e mezzo lo avevano previsto le province di Trento e Bolzano, il Friuli, la Valle d'Aosta, tutti quanti. Noi non abbiamo fatto altro che chiedere che nel nostro Statuto possa essere apportato immediatamente un ulteriore comma indicato dall'articolo k, il punto k del secondo comma che prevede appunto che tutti i redditi vengano richiamati a compartecipazione. Quindi nel comma 2 vengono richiamati a compartecipazione tutti i redditi con un testo che è di fatto identico a quello delle altre Regioni a Statuto speciale.

C'era un altro fatto che depauperava il livello delle nostre compartecipazioni: è il fatto che le tasse cambiano nome e qualche volta si evolvono, diventano diverse, e allora il nostro Statuto elencava invece in maniera puntuale le tasse per le quali c'era una compartecipazione, nel momento in cui nuove tasse o tasse diverse o tasse con nomi diversi comparivano, quella compartecipazione ci veniva negata. Le altre regioni avevano una clausola residuale che diceva che comunque c'è una compartecipazione in tutti i tributi diretti o indiretti qualunque sia il nome, qualunque sia la cosa, e nella legge finanziaria c'è appunto questo comma che noi abbiamo chiesto, che parla comunque dei sette decimi di tutte le entrate erariali dirette o indirette, di tutte le entrate erariali, comunque denominate eccetera, che ci mette al riparo appunto dalla mancata compartecipazione di nuove tasse o di cambiamenti nelle tasse attuali.
Poi c'era il problema dell'Iva variabile, anche di quello si è discusso a lungo.

Ho avuto modo, mi pare nei precedenti dibattiti, di ricordare come la distinzione tra tributi riscossi e tributi prodotti nell'Irpef, nell'Irpeg e negli altri tributi come quelli sulle assicurazioni auto eccetera, sia rilevante ma sull'Iva lo è ancora di più. E lì la differenza tecnica può apparire appena appena più complessa.

Il fatto che noi in Sardegna consumiamo più di quello che produciamo fa sì che l'Iva materialmente la versino in maggior quantità le aziende produttrici fuori dalla Sardegna poi però la pagano per intero i consumatori quando vanno al supermercato in Sardegna. Per farla breve, l'Iva riscossa nella nostra Regione è circa un miliardo, ma l'Iva pagata dai consumatori sardi è più di due miliardi. Quindi veniva totalmente a sparire dalla compartecipazione oltre la metà dell'effettiva tassazione Iva a carico della nostra Regione.

Anche qui cos'è accaduto? Abbiamo chiesto un parametro fisso, una compartecipazione in termini fissi, quindi è il 9 per cento in questo caso, ma calcolata non su un miliardo, che è l'Iva riscossa nella nostra regione, ma sull'Iva effettivamente pagata dai consumatori sardi, così come calcolata attraverso le statistiche dell'Istat, allo stesso modo in cui viene calcolata l'Iva pagata nelle altre regioni a Statuto ordinario e la compartecipazione all'Iva per le altre regioni a Statuto ordinario. Due numeri: la modifica che comprende la compartecipazione di dipendenti statali, i pensionati e così via, vale 650 milioni di euro, questo secondo le stime della Ragioneria generale che ha puntualmente presentato i progetti di copertura dell'articolo della legge finanziaria.

Vale 650 milioni di euro di Irpef, vale circa 50 milioni di Irpeg, vale circa 200 milioni per quanto riguarda le altre entrate che fino adesso non erano esposte a compartecipazioni: sono le imposte su Lotto e Superenalotto.

Intanto credo che sia stato distribuito questo testo ancora ufficioso dell'articolo 102 del disegno di legge finanziario. Quindi c'è una modifica sulla compartecipazione Irpef che vale 650 milioni, sulla partecipazione o un primo allargamento dell'Irpeg vale 50 milioni, sulle compartecipazioni, sui tributi per i quali fino adesso non avevamo nulla vale 200 milioni, per un totale quindi di 900 milioni.
Poi c'è l'Iva: come dicevo prima, l'Iva effettivamente pagata dai nostri concittadini, è circa due miliardi di euro. Una compartecipazione di 9 decimi vale un miliardo e 800 milioni di euro, anzi nel 2005 i dati della Ragioneria generale dello Stato dicono 1 miliardo e 750 milioni di euro. Le altre regioni a Statuto speciale hanno una compartecipazione sull'Iva così alta, tutte tranne la Sicilia, però pagano per intero la sanità. La sanità per la nostra regione vale 2 miliardi e 300 milioni, poco più, poco meno. Di questi 2 miliardi e 200 milioni, per il 29 per cento erano già a carico della regione, più erano a carico della regione per un ulteriore 31 per cento, pagato con l'addizionale Irpef e con l'Irap. Lo Stato ci contribuiva, e ancora oggi, per 920 milioni di euro nel 2006. Allora sull'Iva che cosa si è deciso? Da una parte la regione ha diritto ai 9 decimi, ma sull'Iva effettivamente pagata, quindi 1 miliardo e 750 milioni, dall'altra la Regione si fa carico anche di quei 920 milioni che attualmente sono pagati dallo Stato e quindi rimane un saldo positivo sull'Iva di circa 800 milioni, che equivalgono in qualche maniera agli 8 decimi sull'Iva riscossa nella nostra regione.

Quindi tra Irpef e Irpeg sono circa 700 milioni, nelle nuove tasse sono altri 200 milioni e quindi c'è un contributo positivo di 900 milioni, considerando il saldo dell'Iva all'interno di regole che sono identiche alle altre regioni a Statuto ordinario e per le altre regioni a Statuto speciale esclusa la Sicilia, rimane un saldo positivo di 800 milioni. Ne viene fuori un saldo positivo tra 1 miliardo e sei, 1 miliardo e sette. A fronte di questo la regione Sardegna si è detta disponibile ad assumere delle competenze nuove, anche rispondendo a una sollecitazione del Ministro Padoa-Schioppa che ha chiesto nuove competenze anche alle altre regioni a Statuto speciale.

Ho ritenuto utile valorizzare la recente legge che il Consiglio regionale ha approvato sul trasporto pubblico locale e soprattutto dare un servizio migliore ai cittadini della Sardegna e anche a quelli che sono maggiormente preoccupati sul Trenino verde, e infatti c'è una mozione in discussione su questo argomento. Prenderci le competenze di Fds e di Fms vuol dire assumere oneri per circa 50, 60 milioni. Gli oneri della continuità territoriale come sapete, sono fissati in bilancio 30 milioni, però poi non si spendono con le gare, e comunque gli oneri tra continuità territoriale, trasporto pubblico locale e il costo dell'Agenzia del demanio, sono intorno ai 100 milioni di euro. Quindi ho pensato opportuno, per questa regione, concordare col Governo l'accettazione di una previsione di nuove entrate per oltre 2 miliardi e mezzo, l'assunzione di circa 900 milioni in sanità e quindi 1 miliardo e 600 di beneficio netto, e l'assunzione di altri 100 milioni e quindi oltre 1 miliardo e mezzo di beneficio netto.

Vorrei dire che non parliamo di soli numeri, ma anche di fatti politici rilevanti. Credo che sia rilevante che la Regione Sardegna, in qualche maniera anticipando lo Statuto, inizi a gestire l'Agenzia del demanio della nostra regione, a gestire il demanio, come fa per altro il Trentino Alto Adige. Vuol dire evitare che in futuro succedano appropriazioni di torri costiere, di fari, di manifattura tabacchi di qualsiasi genere. Significa che in Sardegna non succeda più che un bene demaniale, che secondo l'articolo 14 del nostro Statuto appartiene alla Regione, ci venga sottratto. Significa fare in modo che tutto il demanio appartenga alla Regione, quindi credo che al di là dei numeri, abbia una rilevanza politica importante: credo che abbia importanza politica importante la possibilità di mettere in un'unica società l'Arst, l'intero sistema pubblico locale, migliorando di molto il servizio ai cittadini e potendo investire finalmente in quei tratti di rete ferroviaria e così via.

Per terminare: non parte da domani, c'è un periodo transitorio, un periodo transitorio piuttosto lungo data la rilevanza delle cifre in gioco, però anche questi periodi alla fine si colmano ed è importante comunque acquisire questo nostro diritto fondamentale, è importante acquisire queste nuove regole di compartecipazione, anche se il testo che avete sottomano prevede comunque che nel 2007 i benefici non possono essere superiori ai 200 milioni, oltre a quello che dicevo prima di 240 milioni di euro di cassa per l'Iva e 500 milioni di Iva ancora arretrata a rate. Quindi nel 2007 non possono essere benefici superiori a 200 milioni, nel 2008 250 milioni, nel 2009 non possono essere superiori ai 400 milioni, nel 2010 andrà pienamente a regime.

Terminerei dicendo che se va a regime, se tutti insieme riusciremo a portare a casa questo risultato, il valore di queste nuove entrate ci danno la possibilità di immaginare una Sardegna diversa: un miliardo e mezzo in più significa due volte e mezzo il Por ogni anno, un miliardo e mezzo è un'autostrada da Cagliari a Sassari, un miliardo e mezzo sono 15mila edifici Iacp, un miliardo e mezzo sono sette ospedali come il Brotzu ogni anno.

Credo che sia un importante risultato che potremmo ottenere tutti assieme se eviteremo polemiche e rivendicazioni di checché sia.

E' un risultato di tutti e come tale lo porto all'attenzione di quest'aula che ringrazio per il sostegno dato fino ad adesso".