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Formazione professionale: incontro con i sindacati e gli amministratori comunali e provinciali.

Cagliari, giovedì 19 ottobre 2006, Palazzo della Regione
"Buongiorno a tutti. Abbiamo naturalmente accolto la vostra richiesta di incontrarci e di spiegare le ragioni di questo sciopero. Ne approfitto anche per dire due cose. Su un giornale sardo ho visto in prima pagina: 'La Regione snobba i sindacati' – c'è stato uno sciopero ieri. Mi pare superfluo dire che noi aspettavamo una vostra richiesta di incontro e saremmo stati felici di incontrarvi anche ieri. Questa richiesta di incontro non c'è stata, per ieri, e ci avete richiesto un incontro per un altro giorno, e l'abbiamo immediatamente accordato. Saremmo stati felici di incontrarvi ieri, non l'abbiamo potuto fare, e va bene, naturalmente ci va bene quello che avete deciso: semplicemente mi dispiace leggere 'La Regione snobba i sindacati'. Magari qualcuno ha avuto un'informazione sbagliata, quindi mi premeva non lasciare un dubbio di questo genere. Invece mi fa piacere poter discutere già oggi, durante la manifestazione, con voi il senso e il motivo di questa manifestazione.

Bene. Non la seguo nel tema della politica generale, in quanti posti di lavoro si siano persi in Italia negli ultimi anni, quanti se ne sono persi nelle regioni del Mezzogiorno, e di quanti se ne sono persi in Sardegna. E abbiamo già avuto modo di dichiararlo diversamente: la Sardegna come creazione di nuovi posti di lavoro, come crescita e come miglioramento del tasso di occupazione è la regione del Mezzogiorno che è andata meglio di tutte. Non sono dati nostri, sono dati recentemente pubblicati, sono stati forniti anche dati dell'Istat recentemente. L'unica cosa che si è detto è che i dati dell'Istat forse tengono conto, anzi senz'altro, tengono conto di modifiche metodologiche e in ogni caso in Sardegna come in altre regioni ci sono disagi e sofferenze, nondimeno i dati sono buoni. E sono migliori rispetto alle altre regioni del Meridione. però magari questa discussione la facciamo un'altra volta, e oggi ritorniamo sulla formazione professionale. Il segretario della Cgil ha iniziato dicendo 'Ho quasi imbarazzo a ricordare le cose che abbiamo ampiamente discusso'. Direi anch'io lo stesso però forse vale la pena di ricordare qualcosa.

Di formazione professionale ce ne siamo occupati subito insieme a voi. E direi che su questo ci sono stati i primi scontri. Credo che dopo poche settimane ci sia stato uno sciopero sulla formazione professionale e sull'eresia che noi abbiamo iniziato a dire che eravamo totalmente contro l'obbligo formativo. E dicevamo una cosa semplice semplice: la ripeto adesso, sono orgoglioso di averla detta. Se forse ci fossimo trovati d'accordo, come sembriamo d'accordo oggi su questa cosa fondamentale, ci sarebbero state sofferenze in meno per i lavoratori. E' che abbiamo fatto fatica forse a dire le cose che ho sentito dire oggi diversamente da due anni fa.

Noi dicevamo: 'Più scuola pubblica e meno formazione professionale privata'. E dicevamo che l'obbligo formativo della Moratti a carico della Regione Sardegna ci avrebbe portato al fallimento e stava rovinando la Sardegna, i ragazzi, gli enti di formazione, come ha fatto. Perché li ha distratti dalla formazione che avrebbero dovuto continuare a fare e li ha messi tutti in un lavoro semplice semplice: quello di andarsi a cercare clienti per le strade per l'obbligo formativo. Sono orgoglioso che questa Giunta regionale ha anticipato la politica del centrosinistra. L'esperimento della Moratti è cancellato dal prossimo 2007. Quindi noi abbiamo subito uno sciopero per quello che oggi si vuol fare in tutta Italia. E l'abbiamo anticipato. E sono orgogliosissimo di averlo fatto insieme a tutta la Giunta.

Più scuola pubblica e meno formazione professionale. Più lavoratori e insegnanti pubblici di ruolo e meno precari di aziende private, e precari molto spesso tenuti come merce di scambio. E anche oggi l'avete ricordato tutti quanti, mi pare, anche il segretario della Uil. Tenuti come merce di scambio come si sta facendo anche in questi giorni, come merce di pressione verso la Giunta regionale, verso il Consiglio regionale, verso l'intero sistema.

Quindi, più scuola pubblica meno formazione privata. Più insegnanti pubblici di ruolo e meno precari in questo mondo indefinito, precari a vita. E in tutto questo ci siamo anche trovati con questa legge strana, la legge 42 del '89, che in qualche maniera cercava di regolare, di dare risposta a una crisi del mondo della formazione di quegli anni. C'era una crisi del mondo della formazione, si vollero tutelare i formatori dell'epoca, e si fece questa clausola di salvaguardia affidandoli agli enti e dando però la certezza che gli enti, in caso di mancanza di lavoro – è quella clausola sociale che avete ricordato proprio oggi, 'non è procrastinabile l'inserimento di una clausola sociale...', quella fu una clausola sociale, una legge sociale: 'Prima di assumere altra gente dovete utilizzare quelli lì. Se per caso non ci sarà lavoro per quei lavoratori interverrà la Regione'. Questa era una grande clausola sociale. Io credo che gli enti non abbiano rispettato quella clausola sociale e abbiano assunto persone, a tempo anche indeterminato, tenendo i lavoratori della legge 42 in piedi all'interno di un rapporto con la Regione, in cui venivano scaricati i costi alla Regione. Quindi quella clausola sociale che la Regione opportunamente fece per legge, in quell'anno, non è stata rispettata dagli enti.

Sulla qualità della formazione, sono certo che ci sia stato un ruolo storico positivo e che molto sia stato fatto di positivo. Poi però, come sempre accade nella vita, niente è per sempre, e niente può rimanere immutabile. E forse qui – senza forse – condividiamo che siamo molto in ritardo nelle modifiche strutturali e che qui è rimasto tutto, come sempre, un po' troppo a lungo. E allora, sulla qualità della formazione negli ultimi anni, e sulla sua adeguatezza alle richieste dei giovani, alle necessità del sistema socio-economico, magari ho qualche dubbio in più rispetto a quelli che voi avete manifestato. Anzi ne ho moltissimi di più, e di fondati. E quindi questo sistema è assolutamente da rivedere. E lo stiamo facendo.

Vorrei provare a dire che cosa, però separare i temi. Quindi c'è un modello di istruzione e formazione, l'abbiamo chiarito, c'è un disegno di legge della Giunta e noi spingiamo perché venga approvato rapidamente in Consiglio. Ci sono delle cose che abbiamo iniziato a fare e che sono coerenti con quelle che il governo sta facendo. Ci sono delle cose che vanno nel senso di quello che voi avete ricordato, che la Giunta sta facendo, oltre aver presentato un disegno di legge: l'individuazione del catalogo formativo, dei corsi e il nuovo accreditamento per questa nuova offerta formativa. Abbiamo trovato un sistema di accreditamento assolutamente inadeguato. Quindi queste cose si stanno facendo: lo stiamo facendo insieme alle altre regioni, nella conferenza della regioni, perché questa esigenza non è solamente della Sardegna ma di tutte le regioni italiane, e c'è un tavolo nella conferenza della regioni dove si sta individuando il catalogo dell'offerta formativa.

Capisco che forse dobbiamo anche anticipare: è da alcune settimane che ci siamo anche detti che lo vogliamo anticipare e lo vogliamo in ogni caso chiudere, immediatamente. Perché di analisi, di studi ne sono stati fatti abbastanza, e credo che ci sia abbastanza materiale per poter decidere qual è il nostro catalogo. Anche in attesa dell'approvazione della legge.

Poi altre cose che forse può essere utile ricordare che sono state fatte. C'eravamo dimenticati di fare i controlli negli enti: quindi un po' più di controlli abbiamo dovuto iniziare a fare, sia i controlli di primo livello che i controlli di secondo livello. Quando facciamo i controlli andiamo a vedere che forse gli abbiamo già anticipato dei soldi, per cui, vai a vedere per il 2003, per il 2004, a seguito dei controlli, delle rendicontazioni, risulta che abbiamo anticipato più soldi quindi gli enti ci devono restituire dei soldi, anche delle cifre importanti. E c'è una certa veemenza con cui questi enti chiedono anche di sospendere questi controlli, di tornare al passato, quando i meccanismi di controllo erano diversi, ovvero non se ne facevano.

Però, noi siamo obbligati a farli i controlli e quindi di questi controlli ne dovremmo tener conto e li faremo anche con maggior accuratezza o con tutta l'accuratezza necessaria anche nelle prossime settimane. Poi abbiamo continuato a fare i bandi per la formazione. Ho qualche dato: nel 2003 vennero fatti i bandi per 185 milioni di euro, c'erano i grandi fondi Por, nel 2004 per 156, nel 2005 per 152, quindi poco diverso, nel 2006 per 123 fino ad oggi. Quindi le cifre non sono nemmeno tanto diverse, la differenza è che abbiamo smesso di fare l'obbligo formativo, che era una cosa semplice semplice, che accontentava tutti, che adesso occorre partecipare ai bandi e bisogna vincere i bandi dando risposte alle vere esigenze della formazione, che la Giunta regionale propone. E tra queste nel 2006 c'è stata anche un po' di formazione per una volta, alta formazione.

Poi c'è un altro aspetto: alcuni enti hanno già vinto dei bandi, ma non li stanno attivando, e a questo punto non li attivano e come un'azienda in difficoltà semplicemente perché non hanno i soldi per aprire il cantiere, o perché la Regione anticipa i fondi per aprire il cantiere e per aprire il corso, solo che qualcuno ha la preoccupazione che se ritira i soldi, quei soldi vengono o trattenuti da una banca o servono per pagare dei debiti, cioè ci sono talmente tante difficoltà accumulate negli anni, non per mancanza di bandi non per mancanza di investimenti, ma evidentemente per cattiva gestione, che hanno fatto sì che alcuni enti pur vincendo i bandi, pur avendo i soldi pronti da incassare e da attivare i bandi, in realtà il corso non lo possono aprire. E allora io ho molti dubbi e molte perplessità sul sistema degli enti attuali e i nodi verranno al pettine, in maniera definitiva credo entro le prossime settimane.

E allora, da una parte però continuiamo a separare, c'è il problema dell'informazione e della formazione, con le cose che ci siamo detti e che abbiamo discusso e continueremo a discutere, poi c'è il problema della Regione e dei suoi servitori di servizi, che sono gli enti con i quali fino a oggi ha operato e dai quali ha acquistato dei servizi, secondo certe regole delle quali la Regione tiene conto ed è obbligata a chiedere conto, perché anche la Regione è all'interno di regole europee alle quali deve dar conto. E quindi questo ce lo sbrigheremo con gli enti nelle prossime settimane. Enti che credo particolarmente preoccupati, e forse voi stessi, tutti quanti avete ricordato, stanno usando strumentalmente i lavoratori e strumentalmente i lavoratori oggi sono qui.

Mi esprimo meglio e sto per passare all'ultimo punto, per cui parleremo di loro. Qui c'è un problema di chi non ha un lavoro, di chi ha una lettera di licenziamento, di chi ha un disagio e questo lo capisco, che loro sono qui per quello. Però volevo dire, che questi disagi sono acuiti e sono sottolineati più del necessario, in maniera strumentale, per difendere non loro, ma per difendere gli enti. E' un mio parere, io posso dire 'non è così' di un sacco di cose che ho sentito e se avessimo avuto lo stesso parere oggi non saremmo qui, se avessimo avuto lo stesso parere nel 2004 quando con voi ci siamo visti per la prima volta, oggi forse avremmo già risolto molto, perché poi alla fine l'abbiamo risolto come l'abbiamo proposto nel 2004, e lo sta risolvendo anche lo Stato, pensa un po', come l'abbiamo proposto noi nel 2004, però capisco che non abbiamo lo stesso parere e mi va bene.

E allora c'è il tema della formazione e dell'istruzione, c'è il tema della Regione e dei suoi fornitori, gli enti, c'è il tema della difesa dei lavoratori e principalmente oggi siamo qui credo per questo, per la difesa dei lavoratori. Difesa dei lavoratori, di cui non ci sentiamo responsabili, ma di cui ci occupiamo e di cui ci dobbiamo occupare, né più, né meno di come ci siamo occupati dei lavoratori della Montefibre, dei lavoratori della Legler, e di tutte le crisi che abbiamo gestito e che abbiamo, credo, contribuito a risolvere. Quelli della Legler, non che siano finiti male, per ora non abbiamo chiuso l'azienda, Montefibre, non l'abbiamo chiusa noi, di questo genere di aziende non se ne sono chiuse. Quindi ci vogliamo e ci dobbiamo occupare, di questi lavoratori, sapendo che è un problema diverso e un tema diverso, rispetto al tema degli enti. Così come il tema dei lavoratori della Legler, è un tema diverso, rispetto al tema della tutela della Legler e del suo azionista. E così lo vorrei affrontare questo argomento, ma mi pare che anche il segretario della Cgil, l'ha capito.

E' così come l'abbiamo ricordato la prima volta, però volevo spiegarlo e ricordarlo a me stesso. Perché qui un po' di confusione con il passato c'è stata. E allora, nella tutela di questi lavoratori, ripeto sono in numero maggiore anche rispetto a quelli che sarebbero dovuti essere se la clausola sociale, della legge 42, fosse stata rispettata dall'inizio. Sta a queste aziende mal gestite, che oggi questo numero sia superiore, perché non è stata rispettata la legge 42.

Allora che cosa fare? Il Consiglio regionale ha approvato una legge a cui la giunta ha contribuito, che prevede due cose importanti: la procedura di esodo dell'Inps, la mobilità poi ha previsto anche un periodo di transizione di queste difficoltà che qualcuno ha richiamato. In questi mesi ad ogni modo la Regione ha pagato il 50 per cento degli stipendi della legge 42, il 50 per cento di tutti i lavoratori, di cui, almeno parzialmente, qualcuno sarà stato occupato, quindi in qualche maniera la Regione sta pagando due volte. La quota spettante fino al 30 giugno, poi dopo andiamo nei dettagli.

Guardiamo che cosa non sta funzionando: la procedura di esodo dell'Inps. E' colpa dell'amministrazione regionale, sono ritardi nostri, sono ritardi dell'Inps? Sicuramente gli uffici fino adesso non hanno portato a termine le pratiche. Naturalmente per noi è facile che è u ritardo dell'Inps, loro diranno che è un ritardo dell'amministrazione regionale, di fatto fino a oggi non ha funzionato. Abbiamo mandato tutto il materiale all'Inps il 1° luglio, anche l'Inps evidentemente sta prendendosi tutto il tempo necessario. Quello che abbiamo cercato di fare, soprattutto negli ultimi giorni, è interessare anche l'Inps nazionale, perché a Cagliari si spiccino e perché questi lavoratori vedano finalmente garantito l'accompagnamento alla pensione, così come abbiamo concordato, con le modalità che abbiamo concordato.

Mi pare comunque che sia un buon segnale perché qualcuno pensava che sarebbe stato un fallimento invece l'hanno casualmente accettato 254 persone e noi dicevamo 250.
Qualcuno diceva che non l'avrebbe accettato nessuno. L'hanno accettato 254. E allora che cosa dobbiamo fare per proteggere questi lavoratori? Magari in una sede tecnica possiamo, a cui posso partecipare anche io, possiamo fare in modo che nessuno di questi lavoratori che comunque ha accettato la mobilità e per il quale ci sono i documenti inviati all'Inps, rimanga fuori per qualche tempo.
Mi sento di poter dire che cerchiamo uno strumento straordinario per accompagnarli in questa settimana, un mese, se dovesse durare due mesi ce ne faremo carico.
Cerchiamo di individuare quale è lo strumento tecnico, visto che li abbiamo sistemati, per sistemarli.

Va bene. Allora l'esodo, questo esodo dovrebbe essere già partito nel senso che le domande che sono state presentate all'Inps sarebbero dovute essere già accolte, conteggiate, quindi evase.
E quindi faremo in modo che se ci fossero difficoltà o ritardi amministrativi, noi ce ne faremo carico.
C'era una cosa che sull'esodo, chiedo scusa, c'è una cosa che sull'esodo è importante sottolineare: questi sono lavoratori che stanno uscendo dal mondo della formazione per essere accompagnati alla pensione; non siamo che qualcuno rientri dalla finestra come qualcuno sta già minacciando che possa accadere. Allora questa è gente che sta andando in esodo incentivato, non possono rientrare dalla finestra e io credo che se un ente dovessero essere scoperto a fare questo dovrebbe essere un ente al quale si cancella il convenzionamento, l'accreditamento. E siamo tutti d'accordo.

Bene, quindi su questa cosa della procedura dell'Inps forse credo che la possiamo considerare risolta. Tecnicamente ci mettiamo d'accordo, ma noi ce ne facciamo carico.
Poi c'è la mobilità verso le autonomie locali che fino adesso non ha funzionato non perché siano insufficienti, io credo, sarei contento di sentire un sindaco su questo o il presidente della Provincia. Perché non ha funzionato?

Non credo perché le agevolazioni che vengono date ai sindaci o alle province siano modeste, non credo che sia per l'esiguità dell'aiuto perché comunque di un aiuto si tratta e di un aiuto importante che dura per alcuni anni, quanto credo sia dovuto al fatto che il patto di stabilità non renda possibile per molti comuni, per molte province aumentare il personale.
Quindi non è tanto la dimensione dell'aiuto ma eventualmente il modo con cui si possa derogare dal patto di stabilità e far entrare queste persone: questo è il problema. Perché possiamo anche dare il 100% ma se non ci possono entrare nel patto di stabilità non ci entrano.
Su questo vorrei sentire veramente qualcuno e vedere come fare.

Comunque confermo quello che abbiamo detto, che all'interno di un comportamento di leale collaborazione nessuno rimarrà a terra di questi lavoratori. Duecentocinquantaquattro se ne vanno all'Inps e gli altri faremo in modo che siano accompagnati in questo processo di mobilità orizzontale verso le autonomie locali.
Non ci siamo riusciti fino ad adesso, sono a disposizione per trovare il modo giusto e possibile perché questo avvenga. Gli altri rimarranno nel mondo della formazione, delle aziende, della formazione che resisteranno, che non avranno debiti, che rendiconteranno, che pagheranno le anticipazioni già avute dalla Regione, le aziende che resisteranno, quelle che non possono resistere non resisteranno. Si vedrà quali saranno. E quindi all'interno della necessità di formazione che la Regione ha e avrà nel futuro, io mi auguro, spero, che le professionalità non dico migliori ma più adatte anche per le necessità attuali siano ricompresse in quelle 250 che rimarranno nel mondo della formazione.
Per ora interromperei qui e chiederei l'intervento del presidente della Provincia del Sulcis-Iglesiente".