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Dibattito televisivo con i giornalisti a "Preguntas", Sardegna 1

Cagliari, martedì 17 ottobre 2006, studi televisivi di Sardegna 1
Mario Cabasino (Sardegna 1):
"Uno degli argomenti che ha infiammato il dibattito in questi giorni è senz'altro quello della pubblicità istituzionale, un dibattito molto acceso, abbiamo visto oggi sulla stampa. E' difficile capire dall'esterno come stanno le cose, si parla di una cifra di una certa entità: possiamo fare chiarezza, come stanno le cose? C'è un vincolo da parte della Comunità europea, degli obiettivi da raggiungere? Lei ha detto: 'Voglio mettere un po' di ordine in un settore molto importante'. Ogni volta che si va fuori, noi siamo andati diverse volte per questioni professionali a Milano alla BIT e abbiamo visto grande pubblicità da parte delle altre regioni, Campania, Sicilia per restare alle isole".

Presidente Soru:
"Sì, si è fatto un grande caos, un grande rumore attorno al tema, io credo abbastanza piccolo, marginale, della comunicazione istituzionale. E' stato fatto, credo anche con una importante condivisione di intenti da parte dei giornali più diffusi della Sardegna. E probabilmente perché la comunicazione istituzionale si fa attraverso i media e quindi attraverso gli investimenti in media, e quindi questo tema non riguarda un tema vago, ma riguarda le risorse, i soldi che la Regione spende e che affluiscono alle casse di questi giornali. E quindi, si trattava di soldi per questi giornali. E forse anche questo ha fatto in modo che questo dibattito fosse particolarmente animato. Si è arrivati all'assurdo che ex presidenti della Regione, consiglieri regionali in carica sono andati ad imbrattare, a danneggiare gli investimenti in comunicazione della Regione, e i manifesti che sono affissi per strada. Peraltro manifesti che invitano, che ricordano la responsabilità di ciascuno di noi di non imbrattare, di non sporcare la Sardegna. Importanti uomini politici della Sardegna sono andati invece ad imbrattare e a dare un contributo nell'imbrattare i manifesti pagati dalla Regione. Si è trattato di un investimento di circa 700/800 mila euro, all'interno di una campagna che riguarda circa 30 milioni di euro nel recupero dell'ambiente della nostra regione, assolutamente più modesto di altri investimenti totalmente passati sotto traccia in altre epoche e che, direi, forse spesi meno opportunamente. Ne cito solamente uno: circa un milione di euro spesi per sponsorizzare il rally di Sardegna che attraversava le strade dei demani forestali. La nostra amministrazione regionale appena ha assunto la sua responsabilità ha smesso di pagare un milione di euro per una cosa che invece gli altri dovevano pagare. Infatti si è continuato a fare il rally, noi non abbiamo speso un milione di euro, e invece siamo stati pagati per poter permettere di continuare a svolgere questa manifestazione. E allora mi pare che non abbiamo brillato per sciupare i soldi della Regione, ma anzi per spenderli meglio".

Fabrizio Meloni (Il Sardegna):
"Volevo rimanere proprio in quest'ambito. Maninchedda qualche giorno fa ha detto che l'informazione è a rischio perché lei controlla troppe risorse. Come stanno le cose? Come risponde a queste accuse?"

Presidente Soru:
"Guardi, volevo provare un pochino a terminare, e certo la sua domanda è pertinente e assolutamente legata. La verità è che abbiamo fatto un bando, che è in corso, che prevede di spendere in maniera ordinata e in maniera funzionale a un progetto circa 54 milioni di euro in tre anni. Che vuol dire circa 18 milioni di euro all'anno, nei prossimi tre anni. E' meno di quello che si è speso nel passato, parecchio di meno. Sono soldi Por, di un Por che noi non abbiamo scritto ma che abbiamo trovato scritto: e quindi qualcun'altro prima di noi, anzi il centrodestra, aveva deciso di investire in comunicazione. L'unica differenza è che noi cerchiamo di farlo all'interno di un progetto di comunicazione istituzionale ordinato e che possa avere un messaggio unitario e un tono di comunicazione unitario. Poi se dobbiamo promuovere la Sardegna, nel turismo, nell'agro-alimentare, nei prodotti dell'artigianato, riteniamo che forse è inutile che la promuoviamo nel Campidano di Cagliari, ma forse lo andiamo a dire in Italia, in Inghilterra, in Germania e in Russia. Forse qualcuno ha paura che i soldi per promuovere la Sardegna non li spendiamo tutti nel Campidano di Cagliari, ma li spendiamo anche all'estero, e quindi qualche risorsa in meno necessariamente sia in Sardegna. Ma i soldi per la comunicazione istituzionale non sono soldi per il sostegno all'editoria: sono soldi per promuovere l'economia della Sardegna. Sono soldi per promuovere il turismo, per promuovere la nostra industria agro-alimentare, per promuovere i prodotti dei nostri agricoltori, per promuovere il lavoro dei nostri artigiani. E opportunamente andiamo a spenderli là dove ci sono i nostri clienti. Lei mi ha chiesto se il fatto che ci sia un progetto unitario non rischi di essere una minaccia alla libertà di stampa, e che oggi la libertà di stampa è in pericolo in Sardegna. Io credo che questo sia assolutamente falso: che c'è piena libertà di stampa. C'è tanta libertà di stampa che, per citare solo gli organi di stampa che oggi non sono presenti, L'Unione Sarda e Videolina, pur essendo oggetto di investimenti pubblicitari della nostra Regione, non hanno mai ritenuto opportuno intervistare il Presidente della Regione. Io sono qui da due anni e mezzo quasi: pur avendolo chiesto tante volte, non sono stato mai intervistato né in tv né dai giornali. Io credo qualche volta anche con disappunto degli stessi giornalisti che forse avrebbero voluto farlo. Io non lo contesto questo, ma vuol dire che c'è totale libertà per due anni e mezzo di non sentire la voce del Presidente della Regione. Non mi pare che sia in pericolo la libertà di stampa. Vorrei anche dire questo: che in questi due anni e mezzo, per diversi motivi e per cose interessanti che accadono nella nostra regione, io sono stato intervistato dalla BBC, dal primo canale francese, sono stato ascoltato da Famiglia Cristiana, sono stato intervistato dalla Rai, dalla stessa Mediaset, sono stato intervistato da un canale moscovita. Sono stato intervistato da tanta gente, tranne che dalla maggiore televisione di Cagliari".

Francesco Birocchi (Assostampa sarda):
"Una cosa Presidente, se permette, che preoccupa noi giornalisti in generale, è che attraverso gli investimenti pubblicitari, anche cospicui come in questo caso, non si possa finire per ricondizionare in qualche modo l'informazione: cioè premiare gli amici e punire quelli che non sono amici. Per cui noi da tempo andiamo chiedendo, e le leggi della Regione in passato ci hanno dato ragione, la totale trasparenza degli investimenti pubblicitari. Riusciremo a sapere in questo caso a chi andranno, a quali testate, a quali gruppi editoriali questi soldi, o si farà come in passato quando i soldi venivano spesi ma non si è mai saputo a chi andassero, almeno in quale misura andassero a questa o a quell'altra testata?"

Stefania De Michele (Sardegna 1):
"Vorrei integrare il discorso con una cosa in più. Molto contestato è stato anche il discorso della trattativa privata per 'Sardegna fatti bella', cioè una trattativa privata, la gente può pensare che non favorisca la trasparenza".

Presidente Soru:
"Il Dott. Birocchi ha lamentato un fatto che è accaduto fino a oggi: la poca trasparenza, appunto, degli investimenti in comunicazione. Io a questo vorrei aggiungere che persino dall'interno mi è stato difficile ricostruire come sono stati spesi. C'è una pletora di piccole spese che nascondono evidentemente dei favori fatti a qualcuno, fuori da ogni contesto, fuori da ogni programmazione. Poca trasparenza e vorrei anche dire, è un dato inconfutabile, quanto è stato speso in Sardegna e quanto fuori dalla Sardegna. Se dobbiamo promuovere i vini, li dobbiamo promuovere all'interno del nostro piccolo mercato sardo o lo dobbiamo fare fuori? Se dobbiamo promuovere il turismo, dobbiamo invitare a venire in vacanza in Sardegna la gente dei nostri paesi o dobbiamo invitare per caso qualcuno che venga dall'Inghilterra e dalla Germania. E allora: assolutamente più trasparenza; gli investimenti non saranno gestiti da nessuno, in particolar modo, ma c'è un'agenzia di programmazione dei media che in maniera tecnica stabilisce dove è utile investire sulla base del costo contabile, sulla base dell'efficacia dei diversi mezzi. E soprattutto: si investirà certo in Sardegna nella comunicazione sociale, e per le politiche sociali, ma si investirà necessariamente fuori dalla Sardegna. Poi le leggi per il sostegno dell'editoria sono un'altra cosa.
E' stato detto: c'è stata poca trasparenza nel momento in cui abbiamo affidato a un'agenzia importante, una delle più importanti agenzie internazionali, questa campagna 'Sardegna fatti bella', che peraltro ha utilizzato poi un giovane regista sardo nella creatività. Era una campagna urgente, necessaria, che doveva e deve stimolare la responsabilità di tutti nel momento in cui parte il programma con 30 milioni di euro di investimenti spesi dai sindaci su 'Sardegna fatti bella'. Ma in maniera discrezionale noi scegliamo gli avvocati, scegliamo magari le consulenze che hanno un particolare contenuto scientifico o culturale o artistico. E credo che si possa nella stessa maniera, come fanno in tutta Italia, scegliere anche un'agenzia che cura la parte artistico-creativa di una campagna pubblicitaria. Nel momento in cui facciamo un discorso complessivo, come abbiamo fatto per questa e per tutti i tre anni, abbiamo fatto un bando, il più trasparente e aperto e possibile, che andrà a concludersi in questi giorni".

Augusto Ditel (La Nuova Sardegna):
"C'è il discorso della trattativa privata al quale ha già risposto, però, una delle argomentazioni usata dai suoi oppositori è che la società prescelta per fare la campagna 'Sardegna fatti bella' è la Saatchi&Saatchi. Ha lavorato nel passato con Tiscali e quindi c'è il sospetto che lei l'abbia potuta scegliere per un conflitto di interessi, che emerge, che affiora periodicamente. Volevo però andare anche avanti, rispetto all'appalto complessivo di 56 milioni di euro in tre anni. Non crede che in Sardegna la gente non capisca bene che la Regione spenda una cifra così consistente per un fine nobile, per un fine che si può anche condividere, nel momento in cui però, domani c'è uno sciopero nel Sulcis, per problemi legati al lavoro, dopodomani ce n'è un altro per la formazione professionale, con tante famiglie che, insomma, rivendicano, cioè fanno una battaglia, lamentano di non poter andare avanti, di non poter sostenere le famiglie perché ci sono licenziamenti corposi in vista, ecco. Gli indicatori economici non sono esattamente brillantissimi per la Sardegna, ecco, non crede che sia difficile convincere dell'opportunità di spendere questi denari nel momento in cui c'è questo periodo di crisi?"

Presidente Soru:
"Gli indicatori economici non sono brillantissimi per l'Italia, non sono brillantissimi per il Mezzogiorno. All'interno di questa situazione, all'interno del mezzogiorno, la Sardegna ha avuto gli indicatori migliori sul Pil e ha avuto gli indicatori migliori sull'occupazione. Poi, qualcuno contesta che questi dati forse non sono attendibili, perché nel frattempo sono cambiati i metodi di rilevazione dei dati sull'occupazione, non di meno, i dati dell'Istat sull'occupazione dicono che in Sardegna il numero degli occupati non è diminuito, ma è cresciuto, e dicono che il tasso di disoccupazione in Sardegna è diminuito rispetto al passato. Quindi, gli indicatori economici, in Sardegna, sono migliori di tutte le altre regioni del Mezzogiorno d'Italia. L'ultimo rapporto, fatto dal dipartimento per le politiche dello sviluppo, individua questo. L'ultimo rapporto, fatto dall'agenzia, appunto, per lo studio dell'economia del Mezzogiorno dice le stesse cose, come è stato ampiamente ricordato nei giorni passati. Circa l'eventuale conflitto di interessi: Saatchi&Saatchi è una delle più grandi agenzie pubblicitarie, non in Italia, al mondo. In Italia, sicuramente una delle più grandi. Ha lavorato con Tiscali nel 2000 e nel 2001. Sono passati 5 anni, 6 anni, c'è un conflitto di interesse? O cosa vuol dire, che la Regione non può più avere un conto col Banco di Sardegna perché io ho avuto un conto col Banco di Sardegna? Tanto meno lo può avere con la Bnl, che pure ha la tesoreria della Regione, visto che io ho il mio bancomat della Bnl? Cioè, dobbiamo cercare anche di non superare il limite della decenza insomma. Saatchi&Saatchi è una delle più grandi agenzie al mondo. Ha collaborato con Tiscali nel 2000 e nel 2001, credo che, forse, si erano anche dimenticati, non mi pare ci sia nessun conflitto di interessi.
E' opportuno investire in pubblicità? Intanto ho provato a dire prima che investiamo in pubblicità fondi Por della programmazione europea che non abbiamo fatto noi, non ho fatto io: qualcuno che ha deciso prima di me che occorreva investire quei soldi in pubblicità. Unicamente lo stiamo facendo all'interno di un bando, che cerca di affidare questa responsabilità non a chi non ha queste competenze, ma cerca di affidarlo a chi ha le massime competenze, e cerca di spenderli in maniera tecnicamente appropriata, di spenderli bene. Spendiamo quindi fondi del Por e fondi che il Consiglio regionale ha deciso anche di spendere, in minima parte, su questi argomenti. Chieda al mondo dell'agricoltura se vogliono che si faccia promozione ai formaggi sardi? Chieda al mondo dell'agricoltura se vogliono che si faccia promozione per i vini? O al mondo del turismo se vogliono che si faccia promozione al turismo? Penso di sì, quindi, mi pare che siamo all'interno di decisioni che addirittura altri hanno preso prima di noi e di decisioni ampiamente condivise. E' comes e un negozio, o un'attività economica, magari sta andando male, e la prima cosa che si fa è 'stiamo andando male, abbiamo dei problemi: tagliamo tutta la pubblicità!'. E' il modo migliore per farla chiudere definitivamente un'attività economica. Credo che bisogna fare pubblicità, nella maniera giusta e farla bene. Per dire se è la maniera giusta, vale la pena ricordare che noi spendiamo 17/18 milioni di euro all'anno per: turismo, agricoltura e artigianato. Solamente per il turismo altre regioni del nord Italia, più piccole della nostra ne spendono 40 milioni all'anno. Due o tre volte tanto, solamente per uno dei nostri obiettivi. Purtroppo stiamo spendendo poco".

Alberto Tasca (Nova Tv):
"Tornando al discorso degli indicatori, c'è una tendenza al miglioramento dei dati della Sardegna, indubbiamente. Ma ci sembra a tutti che sia insufficiente per dare una 'botta' al problema della disoccupazione in Sardegna. Tutta una serie di iniziative in questi anni non sono andate a buon fine per cercare di alleviare questo problema. Oggi la Giunta regionale, anche pressata dalle organizzazioni sindacali, dalla domanda di lavoro che c'è in Sardegna, nei suoi programmi dei prossimi due anni e mezzo cosa prevede: un intervento straordinario oppure no? Che cosa?"

Presidente Soru:
"Certo che gli indicatori vanno meglio ma non sono sufficienti, questo miglioramento non è sufficiente. Certo, fintanto che ci sarà una persona che cerca un lavoro e non lo trova, non è sufficiente. Fintanto che c'è una famiglia che vive il disagio della disoccupazione, il disagio di una casa che manca, il disagio di un salario precario, non è sufficiente. Nondimeno sono stati fatti dei passi avanti importanti. Nondimeno abbiamo interrotto quel processo di industrializzazione che è andato avanti negli anni scorsi, e che oggi invece stiamo difendendo in maniera sostanziale. Nondimeno si stanno dando risposte definitive a un problema annoso, di sempre, ad esempio dell'energia nel Sulcis, della Carbosulcis che stava chiudendo, ad esempio della Legler che stava chiudendo, ad esempio della Montefibre che ha chiuso e grazie al nostro intervento abbiamo almeno accompagnato i lavoratori alla mobilità. Ad esempio di Arbatax che è da vent'anni che è aperta, e finalmente, ieri col ministro Bersani, si sta definendo il passaggio alla Regione delle aree per poter riavviare le reindustrializzazione in quell'area. Certo che non è sufficiente quello che stiamo facendo, però volevo anche dirle una cosa: le politiche hanno bisogno di una buona amministrazione e di risorse. Le ricordo che abbiamo trovato una Regione che aveva un deficit in una anno di un miliardo e 300 milioni di euro. E credo che abbiamo fatto un passo importante nel trovare le risorse che finanzino le politiche. Prima potevamo parlare. Oggi, credo, possiamo parlare, decidere le politiche e finanziarle. Laddove, direi con responsabilità gravi, ci si era dimenticati che le politiche hanno bisogno dei soldi, e i soldi non devono essere solamente trovati in banca, a fronte dell'indebitamento".

Giorgio Greco (Ansa):
"Lei ha citato quello che è un po' uno dei suoi cavalli di battaglia fin dall'inizio, quello della conoscenza eccetera, e allora le dico: a lei è molto familiare ovviamente l'analisi che in questo campo fa uno dei maggiori esperti della rivoluzione prodotta dalla new economy, mi riferisco a Jeremy Rifkin, che nel suo libro 'L'era dell'accesso' delinea proprio questo scenario, cioè di una società dove nel futuro - ma parliamo già del presente – la proprietà sarà sostituita appunto dall'accesso a pagamento a ogni genere di beni o servizi, dal tempo libero alle attività culturali eccetera. Ora, se tutto questo è vero ed è appunto dietro l'angolo, però, come ricordava il collega Ditel, la realtà della Sardegna è la realtà che lei si troverà ad affrontare in qualche modo domani e dopodomani, cioè lo sciopero del Sulcis e la vertenza della formazione professionale. E se è vero, come lei ha citato elencando una serie di cose, che anche il discorso della precarietà è uno dei gap, diciamo così, che la Regione sta cercando di superare, è altresì indubitabile che oggi come oggi in Sardegna, il lavoro, questa aspirazione di tanti giovani nonché un diritto sancito dalla Costituzione, il principale, oggi è diventato veramente la nuova variabile indipendente, dove l'unica certezza al momento attuale, e lo vediamo nei dati, è la precarietà. Allora, le chiedo, in questo futuro, come pensa di adattare le prospettiva da lei indicate - che sono indubbiamente prospettive sulle quali la gran parte dei sardi la seguono e cioè lotta agli sprechi, il rigore eccetera – con questa realtà? Come pensa di adattarle con questa realtà? Che non significa necessariamente, e guai se lo significasse, perpetuare le vecchie pratiche dell'assistenzialismo, ma significa dare qualche risposta, che non è la risposta ai sindacati, ma è la risposta appunto ai tanti giovani e meno giovani che domani e dopodomani manifesteranno a Cagliari e dintorni".

Stefania De Michele (Sardegna 1):
"Giovedì, dopodomani, ci sarà anche uno sciopero dei lavoratori della formazione professionale, altri 2700 posti di lavoro a rischio".

Presidente Soru:
"Intanto mi auguro che la formazione professionale non occupi 2700 persone, io credo che non sia vero, perché mi sembra una cifra talmente grande che se fosse vera – ma non è vera – darebbe il segno di quanto fosse abnorme il sistema della formazione professionale in Sardegna.
Però, andando un pochino con ordine: domani c'è lo sciopero del Sulcis, e verranno a dimostrare, insieme ai sindaci, il disagio, la preoccupazione di un territorio che è stato soggetto a deindustrializzazione, e che soprattutto vive la preoccupazione del fatto che l'Unione europea non permetta gli aiuti che lo Stato ha tradizionalmente dato alla industrie metallurgiche che consumano molta energia, le cosiddette industrie energivore, permettendo un costo dell'energia elettrica più basso. C'è un processo internazionale per cui queste industrie piano piano si sono delocalizzate, e si sono trasferite in altri Paesi con un costo di energia più basso. Intanto non è un problema che nasce oggi e non è un problema che purtroppo può risolvere il Presidente della Regione. Non lo può nemmeno risolvere il Presidente del Consiglio dei Ministri che ha cercato anche nella scorsa legislatura di risolvere, anche con l'ultimo decreto produttività. E notificando gli aiuti di Stato all'Commissione europea. E' un problema che deve approvare la Commissione europea. E, per come è stata impostata la cosa, per come questi aiuti di Stato sono stati notificati in Italia dal precedente governo, la Commissione europea non li ha approvati e anzi si è detta contraria. E mentre c'è un regime di aiuti che comunque rimane per Alcoa, è assolutamente in pericolo per le altre industrie energivore come quella dello zinco, della Portovesme srl, come Euroallumina, come il cloro-soda che interessa Assemini, Porto Torres a poi interessa l'intero comparto della chimica, con i riflessi che ha su Ottana. Quindi è un problema che deve risolvere l'Unione europea e lo deve risolvere se messo con forza del governo italiano. In questo momento il ministro Bersani è interessato in prima persona, e l'ho incontrato anche ieri per oltre due ore e mezzo di colloquio, insieme al ministro Bonino, delle Politiche comunitarie, e insieme al ministro D'Alema, ministro degli Esteri. E finalmente nella Commissione europea si stanno convincendo che non è un problema della Sardegna, e non è nemmeno un problema dell'Italia: sta diventando un problema dell'Unione europea. Se riteniamo che per ancorarci a delle regole di una teorica concorrenza vogliamo perdere l'intero comparto dell'industria pesante in Europa, e finire per ritrovarci con un'Europa dei servizi, senza industria, o se il mantenimento delle risorse strategiche in Europa sia importante, come l'alluminio, come lo zinco, come la plastica, come il Pvc? E allora, grazie anche al convincimento del nostro governo e di altri governi, questa convinzione si sta facendo strada in Europa e questa cosa andrà a essere risolta. Nel frattempo, vanno responsabilizzati i produttori di energia in Sardegna, come Endesa e Enel. In Sardegna si produce l'energia a più basso costo in Italia. Perché più che in altre regioni si produce energia da carbone, sopportandone i costi, diciamo, ambientali. Purtroppo questo livello basso dei costi di produzione non si traduce per le regole di mercato in un livello di prezzi più bassi per le nostre industrie e in particolar modo per le industrie energivore. Col ministro si sta facendo in modo che parte di questi benefici vengano rigirati all'industria sarda. Poi c'è un'altra cosa: l'Europa può al massimo autorizzare un regime di aiuti transitorio, ma la risposta strutturale deve essere trovata dalle industrie nella nostra regione. E la risposta strutturale non può non venire da una nuova centrale, in buona parte dedicata alle industrie energivore, che produca energia da carbone perché a basso costo, che rimetta in piedi la miniera del Carbosulcis, che riutilizzi un beneficio che il governo aveva previsto nel lontano 1994 con un cosiddetto 'CIP 6', che è un incentivo alla produzione di energia, e che si traduca quindi in un prezzo più basso per le nostre imprese. Ora, questa soluzione strutturale era stata abbandonata. Tant'è che lo stesso sito dove questa centrale era prevista è stato venduto e assegnato all'Alcoa per farci una discarica di fanghi rossi a Portovesme. Quindi era stato cancellato persino il sito. In campagna elettorale si parlava della totale chiusura della Carbosulcis. In questi due anni, anche col precedente governo, abbiamo ristabilito la necessità, abbiamo fatto riconfermare gli aiuti previsti nel '94, abbiamo riavviato il processo di produzione della miniera, accompagnando circa 140 lavoratori alla pensione e assumendone di nuovi, più capaci di lavorare nella produzione, e abbiamo fatto il bando per l'assegnazione del progetto integrato: miniera e produzione dell'energia elettrica. Cioè trovando la soluzione strutturale. E non solo, una parte della risposta strutturale, come anche ieri è stato discusso al ministero dell'Industria e dell'Energia, poteva venire anche sfruttando le nostre risorse energetiche: e noi comunque una risorsa energetica ce l'abbiamo che è l'eolico. Ampiamente da me contestato laddove veniva sfruttato senza criterio, senza un progetto, senza attenzione all'ambiente, e dove invece doveva essere fatto andando a localizzarlo nelle aree già compromesse, nelle zone industriali innanzitutto. E andava fatto dando la disposizione non al primo che si svegliava e ne comprendeva l'opportunità, ma mettendolo a disposizione delle risposte strutturali che il nostro sistema deve dare al costo dell'energia. Quindi mettendolo anch'esso a disposizione del costo dell'energia per le aziende energivore o per il nostro sistema industriale. E questo non è stato fatto. Mi pare che ora questa cosa è stata fatta. Per rimanere nel Sulcis, che comunque ci segnala un disagio e una preoccupazione: la miniera, il costo dell'energia, le bonifiche bloccate da anni – è stato finalmente presentato il progetto per la bonifica di Campo Pisano, e per la sua ricostruzione; viene presentato un progetto per la ricostruzione di Monteponi; viene presentato un progetto e un bando per la riqualificazione dei siti minerari dismessi e per lo sfruttamento turistico come Masua. E cioè stiamo sbloccando risorse che sono bloccate da decenni, che sono un patrimonio della società regionale e che erano semplicemente abbandonate. Le dico un'ultima cosa: si voleva continuare a consumare il territorio, ad esempio a Sant'Antioco, a Calasetta dove ci sono delle vecchie lottizzazioni in aree di grandissimo interesse naturalistico che vanno salvaguardate. E però c'è una proprietà regionale dove, sul mare, in un posto bellissimo, c'è un disastro ambientale di una vecchia cava di proprietà della Regione, che può essere riattivata per creare lavoro. Creare lavoro ristrutturando l'ambiente e proteggendo altro ambiente che non deve essere danneggiato".

Guglielmo Nardocci (Famiglia Cristiana):
"Presidente, c'è una flotta che in certi giorni raggiunge anche i 170 velivoli, che gira sopra Oristano, lasciando delle scie luminose. Io lo dico perché quest'estate ero lì e ho visto questi aerei completamente bianchi che lasciano queste scie che non scompaiono prima di un certo numero di ore. Io non so se la documentazione che hanno raccolto alcuni, tra cui uno scienziato abbastanza stimato, sia veritiera o no: forse varrebbe la pena di vedere perché le assicuro che, testimone oculare il sottoscritto, che è una cosa abbastanza inquietante, al punto che alcune nazioni hanno ammesso che questo tipo di sorvoli strani sono tentativi di condizionare il clima. La Cina, per esempio, che ha detto ufficialmente che adopererà questo tipo di sistema per allontanare, quando ci saranno le olimpiadi i temporali o le nuvole e pioggie dalle zone dove si svolgeranno le gare. Lei che sa di questo fenomeno, mi interesserebbe?".

Presidente Soru:
"So che se ne occupano molti siti Internet, che c'è una grande discussione in proposito. Io non so se sia un tentativo di condizionare il clima o se siano comunque esercitazioni militari. Sono in gran parte esercitazioni militari...".

Guglielmo Nardocci (Famiglia Cristiana):
"Sono completamente bianchi questi aerei, non hanno insegne. Li ho visti a occhi nudi io. Non è che volano poi a un'altezza tale come i jet militari che si vede il puntino con la striscetta che poi scompare. Sono proprio lì che si vedono e sono anche piuttosto voluminosi".

Presidente Soru:
"Quello che la nostra Regione sta facendo in maniera attiva è fare in modo che non esista più il poligono di tiro di Capo Frasca e che non ci siano più aerei che partono da Decimomannu per andare a sparare, a esercitarsi a Capo Frasca, di fatto l'unico poligono dell'aviazione militare, in una regione che di poligoni ne ha già altri, quello del Salto di Quirra, con forse la più grande servitù militare italiana; e di poligoni dove si spara da terra, da mare, in tutti modi possibili, ne ha già altri, con tutti i pericoli possibili, a Capo Teulada. Noi stiamo facendo delle cose importanti, credo, sulla riduzione delle servitù militari in Sardegna".

Guglielmo Nardocci (Famiglia Cristiana):
"No, no, per carità questo nessuno glielo toglie, anzi, è stata una notizia che è stata accolta veramente con grande interesse da tutti. Però, insomma, questo è un problema un attimino più specifico che riguarda la salute, che riguarda cose che accadono sopra la nostra testa, la vostra testa, e non si sa bene cosa siano. Questo è il problema".

Presidente Soru:
"Noi di questa cosa ne abbiamo parlato col Ministero della Difesa e lo chiediamo al Ministero della Difesa..."

Guglielmo Nardocci (Famiglia Cristiana):
"Lei ha visto le risposte che diede Martino alle interrogazioni dei parlamentari? Dire che è risibile è dire persino poco".

Presidente Soru:
"Lo so. Noi stiamo cercando di eliminare il male alla superficie chiedendo in maniera rilevante l'eliminazione dei sorvoli militari in Sardegna, eliminando anche il poligono dove loro vanno a esercitarsi".

Augusto Ditel (La Nuova Sardegna):
"Riprendendo quello che ha detto all'inizio, lei ci ha dato la notizia che la maggioranza va avanti speditamente, c'è un accordo per andare avanti speditamente, che uscendo dal politichese potrebbe voler dire che dopodomani, mi pare c'è una riunione di Giunta in programma, di potrebbero essere le dimissioni di un assessore, nella fattispecie dell'assessore alla Programmazione. E' un'ipotesi ovviamente. Se fosse così saremmo al terzo assessore che non c'è più rispetto alla composizione originaria della Giunta in due anni e mezzo, forse è un record. Poi le motivazioni saranno diverse: il caso della Addis, il caso di Dessì e il caso di Pigliaru. Magari ce lo può anche spiegare. Però c'è il forte sospetto che, se vanno via o se non ci sono più tre assessori dopo due anni e mezzo, magari lei, visto il suo carattere che qualcuno dice decisionista, altri dicono dispotico, c'è il sospetto che lei in qualche modo non tolleri il dissenso o non tolleri, così, le persone che si permettono di contrastare o la sua azione di Giunta o comunque di venirle contro, di obiettare qualcosa su quello che fa. Lei come risponde a questo sospetto, che è molto più di un sospetto perché è molto radicato anche all'interno della maggioranza? E questa è la prima parte della domanda. La seconda parte riguarda quello che Soru vuol fare da grande, nel senso che un autorevole esponente della maggioranza, il senatore Antonello Cabras, un mese e mezzo fa, ha detto in un'intervista al nostro giornale che secondo lui lei dovrebbe ricandidarsi una seconda volta alla guida della presidenza della Regione, nonostante lei abbia detto che aveva deciso invece di voler fare solamente 5 anni. Ecco, se la prospettiva è questa, oppure se come qualcuno mormora, e io sono convinto di questa seconda ipotesi, la sua prospettiva invece è quella di diventare ministro della Repubblica?"

Presidente Soru:
"Abbiamo votato con un nuovo sistema elettorale, che ha chiesto due voti agli elettori sardi: un voto per la maggioranza in Consiglio regionale, dove si esplica l'attività legislativa, importantissima. Senza le modifiche legislative non si governa. E lo stesso Consiglio regionale attraverso l'attività legislativa è una parte importante del governo. E poi ha dato un voto per eleggere un Presidente che aveva la responsabilità di nominare una Giunta e di governare secondo le regole e le leggi della nostra Regione. Il mandato degli elettori quindi è di nominare gli assessori migliori possibili, di piena fiducia del Presidente della Regione e di svolgere quanto meglio e ampiamente l'attività del governo della Regione, quindi con una Giunta perfettamente funzionante e perfettamente in sintonia, col suo Presidente e con il programma di governo che è stato presentato agli elettori. Quindi io sento la responsabilità sicuramente di avere un rapporto cordiale, sereno, amichevole, con gli assessori, ma sento la responsabilità maggiormente di far funzionare la Giunta nel miglior modo possibile, perché è di quello che mi si chiederà conto alla fine di questo mandato.
Allora, io non credo che sia per motivi legati a un cattivo carattere, o almeno un presunto cattivo carattere, che sia stato sostituito il precedente assessore all'Agricoltura. E' stato sostituito perché pensavo che fosse più utile per l'azione del governo. E' stato sostituito con un bravo assessore, che convive con il mio stesso carattere, che ha dato prova nel passato di essere una persona indipendente, di successo, e di poter prescindere da me".

Augusto Ditel (La Nuova Sardegna):
"Magari dissente poco?"

Presidente Soru:
"Non è un danno che dissenta poco. Anzi, in una Giunta che funzioni, si chiede di condividere un programma e manifestare magari una diversa opinione, ma certamente di condividere un programma, se quel programma non lo si condivide, credo che difficilmente si possa stare in una Giunta, dove gli assessori li nomina il Presidente e il Presidente ha la responsabilità e ne risponde agli elettori.

Quindi non è per il cattivo carattere che è stato sostituito un assessore e non è per il mio presunto carattere che è stato sostituito un altro assessore. Non si parla né del mio carattere, né del carattere degli altri assessori, né della persona degli altri assessori. Questa maggioranza ha promesso ai sardi di riformare l'amministrazione regionale: di riformarla nei suoi enti strumentali, di riformarla nei consorzi industriali, nei consorzi di bonifica, di riformarla nelle sue articolazioni di amministrazione locale, le comunità montane ad esempio, ha promesso di riformare la pubblica amministrazione regionale estesa e il cuore della pubblica amministrazione regionale che è la Giunta e gli assessorati. Abbiamo promesso di riformare la Giunta e gli assessorati, abbiamo promesso di riformare quindi le leggi di riferimento, la legge 1 del '77, dopo 30 anni che non si modifica l'organizzazione della Regione e la legge 31, sulla dirigenza e il personale della Regione.

Quindi abbiamo promesso di modificarle, di riformarle, e di questo stiamo parlando, io e tutta la maggioranza: di modificare queste regole, e non si sta parlando di persone. Poi se qualcuno dissente, occorrerà fare la sintesi della maggioranza. E credo di avere anche in qualche maniera la responsabilità di fare la sintesi del pensiero della maggioranza. E alla fine decideremo non su quello che penso io, ma sulla sintesi del pensiero della maggioranza".

Augusto Ditel (La Nuova Sardegna):
"E' vero che lei considera la Giunta come una sorta di consiglio di amministrazione, come se fosse il consiglio di amministrazione di una società?"

Presidente Soru:
"Guardi io non ho mai detto questa sciocchezza. La considero una sciocchezza che non ho mai detto, e credo che sia stata detta invece da chi non ha mai frequentato un consiglio di amministrazione e non sa che i consigli di amministrazione oggi, delle società di una certa dimensione, delle società quotate in borsa ad esempio, neanche quella è priva da regole. I consigli di amministrazione delle società quotate in borsa, hanno un certo numero di consiglieri indipendenti, che non rispondono all'azionista, ma rispondono al mercato. Per cui nemmeno i consigli di amministrazione sono fatti così come pensa, chi ha detto una sciocchezza simile. Si figuri se posso pensare che la Giunta regionale, non sia un organo politico, uno dei tre organi della Regione, e sia un consiglio di amministrazione.

Vero è che nessuno rimpiange un passato, anche recente, in cui il Consiglio regionale teneva in scacco il Presidente della Regione, perché lo poteva dimettere da un momento all'altro, e quindi il Presidente era zoppo e ha fatto quello che poteva fare, negli anni passati. E nemmeno una Giunta regionale dove gli stessi assessori tenevano in scacco il Presidente della Regione.

Appena qualche giorno fa, qualcuno mi ricordava di certi periodi in cui bastava che qualche assessore - e lo facevano - si telefonavano tra loro e dicevano: 'Oggi il Presidente la Giunta se la fa da solo', perché facevano mancare il numero legale, per cui c'era addirittura il condizionamento degli assessori nei confronti del Presidente. Qualcuno rimpiange questo? Se lo rimpiange può promuovere un'azione legislativa".

Stefania De Michele (Sardegna 1):
"Ministro sì o no, chiedeva Ditel?"

Presidente Soru:
"Prima avevo un lavoro che mi piaceva tanto e che mi ha dato grandi soddisfazioni. Faccio questa cosa con grande interesse e sono assolutamente onorato di fare questo e dell'incarico che mi è stato dato, interesse per fare questa cosa in Sardegna e per la Sardegna. Sto cercando di fare qualcosa per la Sardegna, questo mi interessa, e lo vorrei portare a termine e lo vorrei portare a termine bene, e vorrei poter aver speso bene questi cinque anni complessivi che mi sono ripromesso di dedicare a questa attività".

Fabrizio Meloni (Il Sardegna):
"Sì, ma se non bastassero, Presidente, si ricandiderà?"

Presidente Soru:
"Io credo che basteranno. Basteranno, e abbiamo fatto molto in questi due anni e qualche mese: quando arriverà dicembre e gireremo i due anni e mezzo, metà legislatura, potremo guardarci indietro e potremo dire di aver fatto moltissimo".

Guglielmo Nardocci (Famiglia Cristiana):
"Leggendo i giornali, io da esterno, mi sembra che la conflittualità politica, però, rispetto a qualche tempo fa si sia molto accentuata. Ho letto quella dichiarazione di Macciotta che dice che non vuole fare il suo dipendente eventualmente come assessore, che è piuttosto cattivella. E poi ho visto una certa ostilità da parte del sindacato della Cisl, mi pare, un tal Medde, se non ricordo male – che è segretario regionale, dico bene? – e poi ho visto anche dichiarazioni... lei prima ha detto 'L'opposizione mi preoccupa', e la sua maggioranza non la preoccupa, neanche un po'?"

Presidente Soru:
"Sì, ho visto la dichiarazione e anche un lungo articolo dell'onorevole Macciotta, che peraltro mi ha incoraggiato a questo impegno, mi ha sostenuto a questo impegno in campagna elettorale. E piuttosto che concentrarmi su una riga, che le è sembrata malevola, mi concentro su tutto il resto dell'articolo, dove dice che la Sardegna dovrebbe essere felice se la legge finanziaria approverà quanto previsto dall'articolo 102. Questa è la parte importante, è la parte importantissima, non solo di quell'articolo ma di quello che effettivamente accade: che la Sardegna possa avere nei prossimi anni un miliardo e 600 milioni di euro per finanziare il proprio sviluppo e il lavoro dei suoi cittadini, la scuola, le politiche sociali dei suoi cittadini. Questa è la parte importante".

Guglielmo Nardocci (Famiglia Cristiana):
"Quindi il suo motto è 'tiremo innanzi', con fatica vedo ma insomma...?"

Presidente Soru:
"Il mio motto credo che sia quello di fare insieme a tutta la maggioranza quello che ci siamo impegnati a fare, di farlo bene, nel pieno rispetto delle regole, e farlo anche serenamente, quanto più serenamente possibile. Qualcuno può vedere nella necessità di portare avanti il processo di riforme un atteggiamento di ostilità all'interno della Giunta. Può essere. Io sono tranquillo che non si tratta di nessuna ostilità tra persone, ma semplicemente della necessità di fare il bene di questa regione. E nel bene della regione tutti insieme abbiamo considerato che c'è da approvare le riforme della Regione".

Alberto Tasca (Nova Tv):
"Lei ha illustrato tutta la sera il programma fin qui svolto e ci ha accennato un programma ugualmente ambizioso per i prossimi due anni e mezzo. Lei ha continuamente rimarcato il discorso 'la Giunta è la maggioranza'. Però noi oggi viviamo un momento in cui le parti sociali stanno prendendo le distanze da questa amministrazione. E' possibile portare a casa un programma così ambizioso non avendo le parti sociali a favore ma addirittura contro, come sembra in questo momento? Cioè la concertazione che è sempre stata uno dei cavalli di battaglia delle maggioranze di centro-sinistra qui la si vede poco, se mi consente signor Presidente".

Presidente Soru:
"Io credo di fare più incontri col sindacato di quanti non se ne facessero forse nel passato. Si fanno gli incontri, si discute, ci si confronta. Non si decide assieme. Qualcuno pensa che la concertazione sia decidere assieme. Però, fintanto che non viene modificato lo Statuto della Regione e ci scrivono: 'Gli organi della Regione sono il Presidente, la Giunta, il Consiglio regionale e le organizzazioni sindacali' - io devo pensare che devo confrontarmi nella maniera più ampia, più schietta, più approfondita possibile. Però, poi, ci è data la responsabilità della decisione. E quindi decidiamo: qualche volta in maniera condivisa, alcune volte in maniera non condivisa. Io, per stare ancora sul tema delle entrate, noto che la Cgil si è espressa nettamente in favore, la Uil si è espressa nettamente in favore; sento la Cisl che prima dice contro, poi dice: 'Forse va bene, però dovevamo decidere assieme'; o 'l'importante è decidere assieme l'utilizzo delle risorse'. Io credo che questo sia sbagliato. Credo che possiamo confrontarci, e io lo faccio volentieri tutti i giorni e tutte le volte che è possibile, però poi la decisione non si prende assieme, la decisione è responsabilità di una parte, è responsabilità della Giunta regionale".