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Formazione professionale: incontro lavoratori "legge 42" e "47"

Cagliari, giovedì 19 ottobre 2006, Palazzo della Regione
"Io credo che a tutti voi interessi risolvere i vostri problemi e a me, che ho una responsabilità pubblica e voglio rappresentare i problemi della gente, interessa risolvere i problemi della gente, non crearne, per quanto a qualcuno possa eventualmente sfuggire questo particolare. Siamo qui, e sono qui anch'io, per contribuire a risolvere i problemi della gente. E allora proviamo ad analizzare i problemi, anziché personalizzare o lanciare slogan troppo facili. Io voglio essere proprio franchissimo, chiarissimo, permettetemi di fare un ragionamento forse un pochino lungo, però credo che possa essere utile a tutti voi.

Premetto che mi ha sorpreso molto notare giù che c'era ancora molta animazione, nonostante le due ore e mezzo di discussione col sindacato, che pensavo avesse portato a delle conclusioni molto positive, così almeno le avevo percepite, sentite, nelle parole degli esponenti sindacali a questo tavolo, poi ho capito che giù, evidentemente, la comunicazione era stata del tutto diversa. E quindi, rifaccio con tutti voi, adesso, lo stesso ragionamento che ho fatto con loro. E permettetemi di dire una cosa che può sembrare poco elegante, ma ve la devo dire, così come l'avevo detto un anno e mezzo fa nella prima riunione in cui ci eravamo occupati di formazione professionale coi sindacati.

Avevo chiesto a un sindacato, alla Cisl, che cosa rappresentava? Gli interessi dei lavoratori o gli interessi degli Enti? E più specificatamente dell'Ente di formazione professionale del sindacato. Io ho bisogno di chiarezza, in commedia si può avere solo una parte: quando uno difende i lavoratori o sta difendendo il datore di lavoro. Non si può essere difensore dei lavoratori e contemporaneamente del datore di lavoro. E credo che questa difficoltà, questa incongruenza forte, che altri sindacati hanno già sanato da tempo, la Cgil per prima, la Uil ha sanato ugualmente. Questa incongruenza deve essere sanata. Non si possono fare due parti in commedia, e credo che questa incongruenza sia alla base, molto, della difficile comunicazione di oggi.

Allora, se avete tempo mi preme ricostruire un pochino la vicenda. Innanzitutto la formazione professionale. Immagino che tutti sappiate, però vale la pena di ricordare qualche numero. Nel 2003 si spesero 185 milioni di euro, son cifre importanti, nel 2004 156, nel 2005 152, nel 2006 ancora, 123, fino a oggi. Sono fondi, in massima parte fondi europei. La Sardegna è nell'Obiettivo 1, aveva fatto un progetto nei POR e nei POR c'era la formazione. Come sapete nel 2007 usciamo dall'Obiettivo 1. Semplicemente la Sardegna non avrà o avrà molto meno di quei fondi. Poi in Sardegna venne fatto un errore madornale, che fu quello, non di fare la formazione per i mestieri che ci servono, per le professioni che ci servono, ma si inventò l'obbligo formativo. Si inventò l'obbligo formativo nel senso che venne utilizzata una legge nazionale, sperimentazione dell'obbligo formativo, che in certe regioni vide investimenti di 5 milioni, di 7 milioni, di 8, 10 milioni, forse in Lombardia meno di 10 milioni. In Sardegna, il primo anno 50 milioni, il secondo 100, il terzo anno, con la terza classe, saremmo arrivati a 150 milioni. In Sardegna si misero tutti a fare una cosa semplice semplice: l'obbligo formativo.

Permettetemi di dire: fatene l'uso che volete. C'erano sicuramente aspetti positivi. Segnalo che, persino ragazzini con meno di 14 anni vennero sottratti alla scuola media dell'obbligo, vennero sottratti alla scuola pubblica, qualche volta con delle persone, io penso che qui ci sarà almeno uno, che conosce almeno una persona che è andata in giro per le strade, o nelle case della gente, a invitare i genitori a togliere i figli dalla scuola e a mandarli nell'obbligo formativo privato. Non vi risulta?

Va bene, facciamo così, permettetemi di farvi un ragionamento… scusate, non dobbiamo fare un'assemblea. Se mi permettete di non fare un'assemblea mi permettete di farvi un ragionamento, poi usatelo per quello che vi può servire, a me credo che possa essere utile per tranquillizzare tanti di voi. Vi sto semplicemente facendo delle premesse, un ragionamento senza pregiudizi, se lo vogliamo fare. Apprezzate almeno la buona volontà di discutere senza troppi pregiudizi. E insomma, questo obbligo formativo, in Sardegna è passato da 0 a 50 milioni di euro, a 100 e a 150 milioni di euro, per una sperimentazione che doveva servire certamente per prendere i ragazzi con maggiori difficoltà, soggetti a dispersione scolastica, a difficoltà, e che ha esagerato e che ha sottratto un sacco di gente dalla scuola pubblica, portandola in centri di formazione privata. Allora, questa maggioranza, questa Giunta, ha alcune idee in merito: più scuola pubblica, meno formazione professionale privata. Noi siamo per più scuola pubblica, più tempo a scuola e a scuola pubblica, e la formazione professionale è una cosa che non deve sostituire la scuola troppo presto, deve venire dopo la scuola.

E c'è un'altra cosa: più insegnanti pubblici di ruolo, con contratti all'interno di regole, e meno insegnanti dipendenti di scuole private, precari, senza regole, senza graduatorie, senza niente. Più scuola pubblica e più insegnanti pubblici e di ruolo, meno formazione professionale privata e precariato. La scuola pubblica è sancita dalla Costituzione ed è pagata dallo Stato, la formazione professionale e l'obbligo formativo in modo particolare, pagato dalla Regione.
Quando abbiamo segnalato queste difficoltà e la stranezza, l'enormità di questa sperimentazione sull'obbligo formativo in Sardegna, sono nate le prime difficoltà e le difficoltà sono dovute al fatto che molti Enti si erano spostati e si erano buttati, direi, in questo business dell'obbligo formativo, semplicissimo. Il centro sinistra, che è al governo in Italia in questo momento, ha fatto due anni dopo quello che la Sardegna ha iniziato a fare nel 2004. Dal 2007 sarà quella legge nazionale di sperimentazione dell'obbligo formativo, viene cancellata e si riporta l'obbligo scolastico almeno fino a 16 anni, perché riteniamo che sia più importante mandare la gente a scuola, fino a 16 anni, e non mandarli… io che inizio a essere grande ormai, mi ricordo di mia madre… lo dicevano ai bambini che studiavano poco, che li avrebbero mandati alla scuola differenziale. Era nei ricordi di mia madre e forse anche nei ricordi della mia infanzia, quando chi studiava poco veniva mandato alla scuola differenziale. Noi abbiamo raggiunto un modello di civiltà un po' diverso: chi studia poco deve rimanere a scuola con gli altri, non in una scuola differenziale, ed essere aiutato a rimanere a scuola con gli altri e non messo da parte, in una scuola differenziale. La scuola differenziale era stata eliminata già da tanto tempo in Italia e si stava ricostruendo, in Sardegna, la scuola differenziale.

Ecco perché eravamo contro l'obbligo formativo, è perché abbiamo cercato di riportare la formazione a quello che deve essere. Bene, c'è una… quindi, questa non è stata un'idea molto originale, è un'idea che in questo momento è ripresa in tutta Italia, e fa parte delle decisioni del Governo. Io direi che abbiamo problemi un po' diversi. C'è un problema, a cui ho appena accennato, di politica, dell'istruzione, della formazione, e quello riguarda la politica, riguarda tutti. Si decide su cosa fare per l'istruzione e per la formazione. Questa Giunta ha fatto un disegno di legge, il disegno di legge è in Consiglio regionale, verrà affrontato, verrà approvato, poi c'è un problema di rapporti tra la Regione e gli Enti e le Società di formazione, che hanno prestato servizi di formazione professionale, in convenzione, vincendo dei bandi della Regione. Quindi, un secondo problema è questo, e ve ne parlerò, dei rapporti tra la Regione, che ha comprato dei servizi dagli Enti e Società di formazione professionale. Servizi che venivano assegnati sulla base di bandi di gara, che venivano vinti, e di contratti che venivano e vengono fatti.

E poi c'è un terzo problema invece, che riguarda i lavoratori, le difficoltà dei lavoratori, e questo forse è quello più urgente di oggi, ma sono delle cose separate. Uno, quello della politica e della formazione e dell'istruzione, due, quello dei rapporti con gli Enti di formazione. E poi i problemi dei lavoratori e di chi dice, ha ricevuto la lettera di licenziamento.
Abbiamo la complessità di alcune situazioni, forse poco gestite da tempo, come la legge 42, dell'89 mi pare e come altre leggi, e i lavoratori che a queste leggi fanno riferimento. Nell'89 ci fu già, c'era già una crisi della formazione professionale, e per aiutare a risolvere questa crisi la Regione intervenne con una legge, appunto la 42 dell'89, garantendo agli Enti di formazione che, qualora non avessero avuto abbastanza lavoro con la formazione professionale, i lavoratori iscritti, i formatori iscritti a quella legge 42, per i formatori iscritti a quella legge 42, ci sarebbe stato un rimborso nei costi, fino a una certa percentuale. Se non si fosse avuto lavoro. Se ci fosse stato lavoro invece, i costi dovevano essere sopportati dagli Enti e dalle Società che vengono pagate per i lavori che vengono svolti.
Nel frattempo si è andati avanti col lavoro, si fanno i bandi di gara, si vincono le gare, c'è un compenso stabilito, c'è una rendicontazione da fare. Noi siamo obbligati a fare rendicontazione, noi abbiamo la Corte dei conti che ci controlla i conti. Dobbiamo fare il controllo di primo grado e il controllo di secondo grado per i fondi europei. Vi segnalo subito che fin nei primi mesi della nostra Giunta venimmo informati, da parte dei controllori della Commissione europea, che era illegale e sbagliato usare i fondi europei per finanziare l'obbligo formativo. Quella era una cosa a cui è obbligato lo Stato, non i fondi europei. I soldi europei servivano per altre cose, e quindi, non solo non ritenevamo giusto farlo, ma venimmo confortati anche dal fatto che era illegale farlo, laddove un sindacato invece ci consigliava di continuare a fare quello: di finanziare l'obbligo formativo con i fondi europei.

Allora, abbiamo gli obblighi di rendicontazione, e poiché abbiamo gli obblighi di rendicontazione dobbiamo chiedere agli Enti e alle Società il pieno rispetto della rendicontazione che è dovuta alla Regione. Cioè gli dobbiamo chiedere conto. Sono stati fatti i bandi, avete prestato i servizi, dovete rendicontare quanta gente ha frequentato, i costi, eccetera, eccetera. Mancano le rendicontazioni del 2002, del 2003, del 2004, del 2005 non parliamone. Mancano decine di milioni di euro di rendicontazione. E nel momento in cui siamo andati a chiedere rendiconto, qualcuno ha iniziato a preoccuparsi, e a preoccuparsi anche tanto. E le prime rendicontazioni che stiamo chiudendo dimostrano che qualche Ente ci deve soldi dal 2002, cioè, ha già preso in più e ha speso evidentemente in più di quello che gli era dovuto, e avrà difficoltà a rimborsare un milione di euro, mezzo milione, un milione e mezzo. Quindi, le prime rendicontazioni ci stanno segnalando un problema grave.

Poi qualcuno dice: questi Soru, la Salerno, hanno bloccato i bandi. Non ci sono finanziamenti, non ci sono bandi, non c'è lavoro per la formazione. E quindi cosa facciamo? Licenziamo la gente. Non c'è lavoro, licenziamo la gente. Non ci sono fondi, non ci sono bandi per la formazione professionale.
Allora, mi interessava dirvi che fino a oggi, anche quest'anno, ci sono stati bandi per 130 milioni di euro. Rispetto ai 150, 160, di due anni fa non mi pare che ci sia una grande differenza. Poi certo, su quei soldi c'è anche un po' di formazione, alta formazione, che prima non si faceva. Però non c'è nemmeno l'obbligo formativo e mi pare che sia una cosa buona non farlo.
Succede però che c'è, per esempio, un Ente, che in questo momento ha avuto assegnato 12 milioni di euro di corsi di formazione, e non ne sta aprendo nemmeno uno. Quindi, ha 12 milioni di euro di corsi assegnati, ci sono i soldi nella tesoreria regionale, pronti per essere presi, il 30% credo, di anticipazione, però non li va a prendere e non fa i corsi, e anziché fare i corsi manda le lettere di licenziamento alla gente. Allora, è un problema della Regione? E' Soru o la Salerno che ha mandato le lettere di licenziamento? Vorrei ricordarvi che ve le ha mandate un Ente di formazione, lo stesso Ente che ha 12 milioni di corsi già assegnati, che ha i soldi pronti per gli anticipi e però non apre i corsi. Perché non apre i corsi? Io ho paura che non li apra perché nel momento in cui va a incassare gli anticipi, quegli anticipi vengono bloccati dalle banche con cui sono già indebitate, o servono a pagare debiti pregressi, perché magari questi Enti sono in dissesto.

Però mi pare che non sia la Regione la causa del problema, e tanto meno questa Giunta la causa del problema. Se una Società o un Ente è in dissesto, vuol dire che è stato gestito male, e mi sembra giusto che qualcuno gliene chieda conto. E che occorre che gliene chiedano conto i lavoratori, occorre che gliene chieda conto la Regione, che magari ha dei crediti per gli anni precedenti. E occorre anche che ci chiediamo: ma se uno ha 12 milioni di corsi assegnati e non li attiva, forse bisogna considerare quell'Ente chiuso e dare i corsi a qualcun altro, e quindi nei prossimi giorni faremo questi ragionamenti.

Quindi, non è che anche oggi non esistano i corsi di formazione, è che chi li ha avuti non li sta attivando. E non è che non ci siano i soldi. E' che chi ha avuto i corsi non li va a prendere e non li attiva. E poi si dice: non c'è lavoro, licenzia la gente. Io credo che licenzi la gente per utilizzare voi come arieti, per cercare di convincere la politica regionale che si può sempre continuare a pagare a piè di lista. Non fate controlli perché danno fastidio, continuate a pagare a piè di lista perché… e utilizza i lavoratori come non li dovrebbe utilizzare. I lavoratori dovrebbero essere utilizzati per insegnare, non come ariete. In tutto questo c'è la legge 42 appunto, un'incongruenza strana, che vorremmo chiarire, 750 persone circa.

Innanzittutto la legge 42, poi parlerò di altre leggi. Questo è il fenomeno più rilevante. Lavoratori che sono appunto in carico agli Enti, che se non li utilizzano, che se non vengono utilizzati, la Regione si è impegnata a corrispondere una parte dei costi. Per cui molte volte la Regione ha corrisposto dei costi anche quando sono stati utilizzati, per il quale c'è stata scarsa rendicontazione e per il quale bisogna valutare assolutamente meglio. Allora, qui abbiamo deciso, dopo lunghe discussioni con i vostri sindacati, come risolvere questo problema della legge 42. Se un sindacato, in particolare, avesse avuto meno conflitti di interesse, tra rappresentare i lavoratori e rappresentare un Ente, probabilmente questa discussione l'avremmo già risolta un anno fa. Si è voluto andare avanti, sulla pelle della gente io credo, sulla pelle di tutti. E quindi, facciamo in ritardo quello che avremmo potuto fare prima.

Come sapete, nell'ultima legge finanziaria si è detto: queste 750 persone come possono essere… che futuro possono avere? Abbiamo detto: proviamo con l'esodo incentivato. 254 persone, come sapete, hanno fatto domanda per l'esodo incentivato. Proviamo con la mobilità, anziché tenerli, anche loro, a sentire il disagio di essere inoperosi. Utilizziamoli dove possono essere meglio utilizzati, magari nelle province, nei comuni, in altri Enti pubblici. Utilizziamoli. E' inutile pagarli per non lavorare, paghiamoli per lavorare. E 250 probabilmente potranno rimanere in un mondo della formazione un po' ridimensionato, visto che usciamo dall'Obiettivo 1, visto che l'obbligo formativo non si fa più. Quindi, è molto semplice la cosa: 750 persone avevamo detto. Un terzo potranno usufruire dell'esodo incentivato, un terzo mobilità verso Enti locali e un altro terzo rimarranno nel mondo della formazione, ma a questo punto dipendenti a pieno titolo degli Enti, fuori da questa incongruenza della legge 42. Questo è quello che ha detto la legge finanziaria, questo è quello che abbiamo cercato di fare.
Oggi, abbiamo visto che ci sono alcune difficoltà. 254 hanno fatto domanda per l'esodo incentivato. Abbiamo presentato, avete presentato, ognuno ha fatto la sua parte, presentato la sua documentazione all'Inps, che deve fare i suoi conteggi, che deve erogare la pensione. Credo che i documenti siano stati consegnati a luglio e l'Inps è ancora lì che fa i conteggi.

Capisco che questo crea sofferenze, crea problemi, però voglio dire, noi non ci possiamo sostituire all'Inps. Li stiamo sollecitando, li sollecitiamo in tutte le maniere, forse anche noi avremmo potuto fare prima, anziché farlo a luglio l'avremmo potuto fare a giugno. Voglio dire, ci son state delle difficoltà burocratiche. Forse avremmo potuto metterci d'accordo, come dicevo prima, un anno prima. Però, voglio dire, lo stiamo facendo, c'è qualche mese di ritardo, ma andrà a buon fine.
Il primo punto delle cose che abbiamo concordato col sindacato e abbiamo detto: tutti i mesi di ritardo, per queste 254 persone, sono garantiti dalla Regione, e cioè, se arriva adesso a ottobre, a novembre, a dicembre, tutti quei mesi lì in ogni caso noi li copriamo al 100%. Mi dispiace per il disagio per chi deve anticipare dei soldi, mi dispiace per il fatto che non abbiate lo stipendio subito, però non perdete neanche un euro, perché di quello se ne fa carico la Regione, per questi 254 che stanno andando in mobilità, in esodo incentivato, e questo è a posto.

Poi ci sono altre 254 persone, avevamo detto, che potrebbero andare a lavorare ai comuni, alle province. C'era anche il Presidente della Provincia del Sulcis, come sapete, il Presidente Gaviano. C'erano alcuni sindaci e abbiamo provato anche a sentire, dalla loro viva voce, quali sono le difficoltà. Le difficoltà sono di due tipi: una, che le nuove province comunque hanno pochi soldi, hanno bisogno di gente ma hanno pochi soldi. Due, le vecchie province, le province vecchie, diciamo così, preesistenti. Le province preesistenti e i comuni, hanno bisogno di personale qualcuno. Avrebbero anche i soldi e sarebbero ben contente di prendere queste persone, visto che in parte le paga la Regione, e quindi per qualche anno i comuni avrebbero i lavoratori senza sopportarne per intero i costi. Però non lo possono fare, perché, come sapete, la legge finanziaria già dall'anno scorso e anche quest'anno ha posto il cosiddetto patto di stabilità, e non possono assumere persone.

Quindi, come possiamo uscire da questa cosa apparentemente bloccata? Abbiamo detto che siamo disponibili, la Regione si impegna a dare un maggior sostegno alla mobilità. Oggi mi pare che c'eravamo impegnati per il 50% dei costi per i primi 3 anni e abbiamo detto che invece del 50% paghiamo un po' di più, in maniera da rendere la cosa ancora più attraente per le province che ne hanno bisogno, e quindi coprire le loro necessità. E poi abbiamo detto un'altra cosa, per i comuni che ne hanno bisogno: il patto di stabilità non permette ai comuni di assumere le persone, però, così come la Regione ha una convenzione con gli enti storici, per fare formazione, allo stesso modo ci può essere una convenzione tra Regione, enti e province, in cui diciamo: queste 250 persone vanno a lavorare nei comuni, in convenzione. Stanno lì, lavorano, e tra Regione e Comune li paghiamo. Però li paghiamo per lavorare, non per stare senza far nulla, e credo che tutti siate più contenti, da subito.

Quindi, pure questa parte, questo terzo della legge 42, che fino a adesso non siamo riusciti a instradare verso una vera occupazione, attività lavorative presso gli Enti locali, con queste due modifiche, e cioè: sostenendole un po' di più, quindi un po' più del 50% e, dove possibile… innanzitutto anche lì va fatto un bando di gara, perché gli Enti pubblici non possono assumere così. Va fatto un bando di gara, magari per alcune professionalità, qualcuno vince. Ma per gli altri, in regime di convenzione, possono andare a lavorare, anziché in una classe possono andare a lavorare alla Provincia o in un Comune, a fare delle cose che sono utili, per la Provincia e per il Comune, in convenzione, e noi siamo felici di farlo questo.

Poi… cerchiamo tutti di sforzarci di capire, e ripeto, parto dalla premessa che la Regione non è il vostro datore di lavoro. La Regione è un'istituzione che ha organizzato dei bandi di gara per fare formazione, e di questi bandi di gara e di questa formazione pagata, ha l'obbligo di chiedere il rendiconto, e in questo momento, come dicevo prima, ha, un solo Ente, 12 milioni di corsi già assegnati e i corsi non vengono attivati perché evidentemente questo Ente ha difficoltà finanziarie che non c'entrano nulla con l'attività della Regione. Allora, come risolvere questo problema? Dei 250 ne abbiamo parlato. Acceleriamo tutto, noi abbiamo attivato anche l'Inps nazionale, perché acceleri questa attività qui a Cagliari, e assicuriamo tutti quanti che, se pure in ritardo, per i mesi persi interverremo noi, talmente siamo contenti di risolvere questa cosa della legge 42.

Per il terzo in mobilità, visto che c'è il patto di stabilità, utilizzeremo l'istituto della convenzione, tra il Comune e gli Enti di formazione professionale. E avrete anche voi la soddisfazione di lavorare a pieno titolo, e di lavorare, non di stare lì a…
Terza cosa, per alleggerire questo elenco gli stessi sindacati ci hanno detto: 'Beh, ci sono delle persone che hanno potuto presentare la domanda di esodo incentivato, ci sono delle persone che magari erano vicine, non l'hanno potuto presentare e l'avrebbero presentata molto volentieri', e cose di questo genere. Allora abbiamo detto due cose: uno, riapriamo i termini per presentare l'esodo incentivato, per cui chi non l'avesse presentato e ne avesse diritto, e volesse farlo, avrà modo di ripresentarlo, e magari qualcuno in più andrà lì. Poi abbiamo detto un'altra cosa: per noi, misurando il problema dei lavoratori, naturalmente ci stanno a cuore i problemi dei lavoratori della Sardegna, come ci stanno a cuore quelli della Montefibre, della Legler, della Portovesme, della Carbosulcis, di altri comparti industriali. E allora, se c'è una crisi in questo comparto, cerchiamo di impegnarci per aiutarli a risolverlo.

Recentemente, per accompagnare i lavoratori della Montefibre, che fu chiusa nel 2002-2003, venne utilizzata la legge Maroni, l'accompagnamento alla pensione, e non bastava, e intervenne la Regione, è intervenuta la Regione, per cercare di coprire dei periodi che rimanevano vuoti e che non permettevano di utilizzare questa legge. Allora, abbiamo detto ai sindacati, che conoscono bene questa procedura, che siamo disponibili, che molto volentieri facciamo lo stesso per i lavoratori della formazione, per attivare, anche con la partecipazione delle risorse regionali, strumenti di accompagnamento alla pensione, per chi fosse vicino. Quindi, esattamente quello che abbiamo fatto per i lavoratori Montefibre. Abbiamo anche detto ai sindacati, che ci siamo impegnati negli scorsi giorni, sapete, c'è stata una proposta di un emendamento a una legge finanziaria da parte di tutte le Regioni meridionali, sapete che non è andata a buon fine, eccetera. Però abbiamo anche dato una copia della lettera del sottosegretario al welfare, che ci autorizza, che ci assicura, che facendo l'accordo sindacale, dal primo novembre, i lavoratori, o parte dei lavoratori della formazione professionale, possono andare in cassa integrazione e aspettare con un pochino più di tranquillità, la convenzione, la mobilità, oppure per gli Enti che invece si tengono… per quelle 250 persone che stanno dentro gli enti, magari, l'avvio del corso di formazione professionale.

Comunque, quegli ammortizzatori sociali che sono tipici dei settori industriali e che per la formazione professionale non sono mai stati attivati, per la prima volta verranno attivati anche grazie al sostegno della Regione. Quindi, l'esodo incentivato deve funzionare, sta funzionando, funzionerà, siamo in ritardo ma nessuno perderà un mese di stipendio. La mobilità non sta ancora funzionando, ma con la tecnica della convenzione funzionerà. Per aiutarci tutti quanti, per aiutare il sistema, dal primo di novembre ci sarà la cassa integrazione, ci può essere la cassa integrazione. Per chi ne avesse voglia, riapriamo l'esodo incentivato e attiviamo, con risorse anche regionali, strumenti di accompagnamento alla pensione.

Poi ci sono altri punti, che son stati trattati, per quelli che rimangono comunque nel mondo della formazione. Ci è stato chiesto, nei bandi futuri, di fare in modo che ci sia una clausola sociale, una specie di clausola sociale. Che chi si assicura un bando, prioritariamente, vada a vedere se ci sono formatori inutilizzati da qualche parte, e noi l'abbiamo ritenuta condivisibile. Naturalmente, se serve uno specialista in attività turistiche non basta un formatore specialista in falegnameria, insomma. Però, forse per gli amministrativi, eccetera, ugualmente, questa clausola sociale può essere più facilmente utilizzata.

Ci è stata chiesta anche un'altra cosa, che ritengo molto utile, che è prevista nel nostro disegno di legge, ma credo che possa essere attivato… ci dobbiamo sforzare di farla il più presto possibile. Lo dicevo prima, la Regione fa tutto quanto possibile per eliminare il precariato, per ridurlo, e non vuole essere causa di precariato. Siamo per la scuola pubblica e per gli insegnanti di ruolo, pubblici. E quando uno non è insegnante di ruolo, che sia almeno dentro una graduatoria, trasparente, alla luce del sole e non in mano di chissà chi. E allora, tutto il mondo della formazione deve essere dentro una graduatoria, per evitare che ognuno faccia quello che ritiene che sia più utile per lui. Una graduatoria, come in ogni posto civile, come esiste persino per… come sapete, nel mondo della scuola pubblica, per tutti quanti. Quindi, la graduatoria.

Qualcuno di voi non sta prendendo lo stipendio dal 30 di giugno. E' l'ultimo punto: gli stipendi arretrati. Ci saranno anche, dal primo novembre, gli ammortizzatori sociali. Però ci saranno dal primo novembre, mentre, con l'ultima legge finanziaria, o col collegato alla finanziaria, non ricordo, noi avevamo anticipato il 100% per il 66% dei costi, molti di voi ricordano. Evidentemente gli Enti hanno speso quei soldi ormai, e dal 30 di giugno hanno smesso di pagare. Allora, quindi, dal 30 di giugno so che non si stanno pagando più gli stipendi, in alcuni casi. Posto che a molti non si pagano gli stipendi perché non si lavora, e posto che non si lavora anche laddove ci sono i bandi già assegnati e i soldi già pronti per fare i corsi, e gli enti non li stanno attivando. Ricordato tutto questo, capisco che comunque voi non ne abbiate colpa, di un problema che comunque va sanato alla radice.

Il Presidente della Regione non ha la possibilità di aprire… non ha il libretto degli assegni della Regione e non ha la possibilità di attingere a un conto e dire: vabbè, paghiamo gli stipendi arretrati ai dipendenti di questi enti privati o Società private, che non stanno prendendo lo stipendio. Non di meno c'è una legge, che si chiama legge 20, che serve per garantire qualche momento di particolarissima difficoltà, un mese, due mesi, a delle aziende in crisi. Allora, abbiamo anche detto che siamo favorevoli, nella prossima legge finanziaria, a fare in modo che questa legge 20 possa essere utilizzata anche per voi, per cercare di farvi avere questi soldi, per questi mesi che non avete avuto. Capisco che non supera il disagio di non avere, di doverli avere oggi, però oggi non lo possiamo fare. Credo che sia almeno utile che, magari con qualche mese di ritardo, comunque li abbiate indietro, in maniera che questo percorso della legge 42 sia senza soluzione di continuità, e cioè, chi va all'esodo incentivato non perda neanche un mese di stipendio.

Chi andrà a lavorare alle province e ai comuni, ugualmente, seppure per un po' andrà in cassa integrazione, ma gli verranno restituiti i mesi che ha perso, e lo stesso per chi rimane. Alla fine di tutto questo, quindi, nessuno perde un mese di stipendio. Allora iniziate: e le lettere di licenziamento? Abbiamo invitato i sindacati, ma naturalmente l'avevano già fatto, a fare opposizione a questi licenziamenti, che sono illegittimi, e che sono naturalmente un pretesto per cercare di inquinare la discussione, per fare quello che è stato fatto anche oggi. Non c'è motivo per cui vi licenzino, non c'è assolutamente motivo. Hanno licenziato anche delle persone che, appunto, stanno andando in esodo incentivato, e quindi non c'è bisogno che licenzino, perché noi ci faremo carico anche di quelle mensilità, e l'Inps le sta prendendo, a giorni, appena sono finiti i conteggi. Non c'è bisogno che licenzino chi non è andato in esodo incentivato, ma verrà accompagnato agli altri enti locali, perché ho detto: 'Ci impegniamo con lo strumento della convenzione, ci siamo impegnati davanti ai sindacati. E non c'è bisogno che licenzino la gente, gli altri, perché di corsi di formazione ce ne sono, di bandi ce ne sono'. Bisogna semplicemente essere enti seri, solvibili, ancora in grado di farli i corsi, e se uno non è più in grado di fare i corsi lo dica e ci risolviamo un problema.

Ci è stato detto: 'Ma qualcuno è stato già licenziato'. Questa soluzione vale per tutti: per chi non è stato ancora licenziato e per chi è stato licenziato, e quindi non ne lasceremo nessuno a terra. Anche di quelli licenziati possono essere impugnati questi licenziamenti, e comunque faremo in modo che rientrino in questo sistema della formazione, e anche per loro ci sia o l'esodo incentivato, o la mobilità lunga, o un nuovo esodo, o la mobilità verso gli enti locali, o rimanere dentro il sistema se ci sarà bisogno.
Rilevo, come ho già ricordato, come abbiamo ricordato nella riunione coi sindacati, che comunque qualche Ente si è distinto per licenziare persone anche iscritte alla lista della 42 e tenere in servizio persone invece assunte dopo, a tempo indeterminato, che, se uno va a vedere lo stato civile, trova delle informazioni interessanti.

Quindi, e peraltro vi segnalo che un'altra incongruenza, in tutta questa storia, è che la legge 89 era una specie di clausola sociale, che diceva: 'Noi paghiamo, la Regione paga, sostiene questi costi, nel caso in cui tu non abbia abbastanza corsi di formazione per utilizzare questo personale. Naturalmente, prioritariamente, devi utilizzare questo personale, e non puoi chiedere rimborsi alla Regione e invece assumere altra gente, cosa che è stata ampiamente fatta in tutti questi anni'. Certo che non è colpa vostra, infatti stiamo dicendo: 'Separiamo il problema dei rapporti tra la Regione e gli Enti… ho detto che separiamo il problema tra tre problemi: delle politiche di istruzione e formazione, il problema dei rapporti tra la Regione e gli Enti e il problema dei lavoratori'.

Comunque, per completezza di informazione, segnalavo anche questo: che gli Enti hanno assunto a tempo indeterminato persone che non avrebbero dovuto assumere, e che, oggi che stanno licenziando, stanno licenziando personale della 42 e mantenendo i nuovi.
Allora, tutto questo mi pare che garantisca tutte le parti: quelli che vanno in esodo incentivato, quelli che andranno ai Comuni, quelli che andranno alle Province, quelli che rimangono. E abbiamo anche detto che utilizzeremo la prossima legge finanziaria per fare in modo che questi mesi, che non sono coperti dagli ammortizzatori sociali, vi verranno rimborsati.

Queste cose sono state ben comprese dal sindacato e sono state anche concordate quindi. Io dovevo andare a Nuoro, per motivi personali, e ho lasciato il tavolo dicendo: 'Scriviamo l'accordo'. E tutti mi parevano ben felici di scrivere l'accordo. Poi è stato deciso, beh, scrive il testo l'assessore Salerno e poi si firma dopo. E quindi, queste cose che vi ho detto, e che per me sono appuntate qui, sono già un accordo della Regione, e mi pare risolvano i vostri problemi. E quindi, mi ha sorpreso molto questa cosa, che la Cisl, un comunicato che la Cisl ha fatto verbalmente giù e ha già fatto anche per iscritto. Ripeto, mi piacerebbe avere interlocutori che fanno una parte sola: che difendano i lavoratori o difendano gli enti, e questo conflitto di interesse credo che in Sardegna debba essere sanato, e sia utile per tutti: per il mondo della formazione e per i lavoratori.

Io avevo da farvi questa dichiarazione, poi, no, non è un'assemblea, mi permetterà di non fare un'assemblea.
Mi dispiace signora, in questo momento non posso fare un'assemblea. Mi son dimenticato di parlarvi della legge 47. Scusate, io oggi di urla ne ho già avute abbastanza, non ne voglio più. Io di urla ne ho già avute abbastanza, facciamo in modo che siamo tutti adulti, e vi dico anche una cosa: voi siete formatori e io formatori violenti non ne voglio vedere, veramente. Allora, capito? Formatori che esprimano violenza mi suonano strani, e io sono certo che voi non esprimete violenza, e allora fatemelo vedere. Allora, volevo dirvi una cosa sulla legge 47. Allora, se volete organizzare un'assemblea di mille persone per parlare di formazione professionale io sono disposto a spendere una mattina e anche tutto il giorno, però facciamo l'assemblea. Oggi non è un'assemblea, utilizzatelo per quello che serve, se non serve buttate tutto via dalla finestra, però l'assemblea la facciamo la prossima volta. Allora, per quanto riguarda alcune cose, dovrebbero esser state chiare. Sulla legge 47, allora, questi… vi devo dire che ne so di meno, e non ho paura di dirvelo, perché in tutto questo anno e mezzo hanno sempre parlato più specificatamente della legge 42".