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Assemblea generale dei sindaci e dei presidenti delle province della Sardegna

Arborea, venerdì 20 ottobre 2006, Hotel Ala Birdi
"Siamo già lì, ma se anche dovesse crescere di un altro punto, di altri due punti, la spesa sanitaria, per il 60%, è già a carico della Sardegna. Anche tutto quello che cresce direttamente a carico dello Stato sarebbe stato il 40% della crescita. E se anche tutto questo dovesse crescere in maniera enorme, cioè, utilizzando le ipotesi più pessimistiche, da qui al 2050, a carico della Sardegna ci sarebbero circa 250-300 milioni di euro in più. E allora, siamo, mi pare, in una totale tranquillità, incassiamo un miliardo e seicento milioni di euro in più, netti. Se anche la sanità dovesse esplodere, avremo 250 milioni di euro in più nel 2050, di costi, nel 2050, quindi siamo assolutamente in un'area di totale sicurezza.

C'è un'altra cosa che dice la legge finanziaria. Vengono trasferite alla nostra regione competenze in materia di trasporto pubblico locale e dice: agenzia del territorio verrà corretta in agenzia del demanio. Allora, qualcuno dice, un sindacato in modo particolare: 'Ma chi ce lo fa fare a prenderci le competenze del trasporto pubblico locale, visto che per ora lo sta facendo lo Stato? Se lo Stato già paga per Fms, Ferrovie meridionali sarde, Ferrovie della Sardegna, per quale motivo dovremmo pagare?'. A me sembra una domanda assolutamente mal posta. E' nostro interesse, credo, dare servizi ai nostri cittadini. Se le Ferrovie meridionali della Sardegna danno scarso servizio ai nostri cittadini, credo che noi ne siamo i primi responsabili e i primi a dispiacercene, i primi a sentirne il disagio. Se le Ferrovie della Sardegna chiudono treni, chiudono tratte, non investono un euro da chissà quanto tempo, è un problema in particolar modo per noi, non per gli altri. E credo che sia giusto che ci assumiamo questa responsabilità, innanzi tutto di dare un servizio migliore ai nostri cittadini.

Oggi tra Fms e Fds, lo Stato spende, spendeva, circa 60 milioni di euro all'anno e nel 2000, ora, nell'ultimo anno, avendo tagliato tratte, di cui molti di voi sanno, ci son state anche manifestazioni, il trenino verde che chiude, eccetera… spende meno di 50 milioni di euro all'anno. Io credo che sia più maturo, più dignitoso, più adeguato alla Sardegna di oggi, non andare col cappello in mano a dire allo Stato: 'Non chiudere la tratta, non chiudere questo, fai quest'altro'. Ma dire: 'Noi ci prendiamo la responsabilità del nostro trasporto, ci prendiamo noi la responsabilità di dare un servizio migliore ai cittadini, di integrarlo col resto del trasporto pubblico locale, e anziché chiederti di tenere in vita, in maniera quasi artificiale, delle attività mal gestite, ti chiediamo di darci pienamente la nostra compartecipazione'. E nella nostra compartecipazione c'è anche il tanto di pagare 50 milioni, 60, 70, quello che servirà, probabilmente meno, per poter dare un servizio migliore ai nostri cittadini.

Quindi, il valore che oggi lo Stato sta spendendo in quelle due società è sotto i 50 milioni di euro. Con un miliardo e sei che noi prendiamo, avremo assolutamente la possibilità di investire, e di completare un servizio di trasporto pubblico locale moderno e degno di questo nome, nella nostra regione.
L'Agenzia del demanio. Tutti i sindaci sanno quanto pezzo di territorio, ormai, è dimenticato dallo Stato. Dentro i loro paesi, dentro i loro comuni, non utilizzato. Qualche volta occupato abusivamente, ma non ci si può investire, eccetera, eccetera. Pezzi del territorio della Sardegna totalmente privati dalla disponibilità della nostra Regione, per non parlare delle servitù militari dimenticate, per non parlare di tante cose. E allora, mi pare che faccia parte della coscienza di una regione che vuole crescere, di una Regione moderna, dire: 'Lo Stato per queste cose lo rappresentiamo noi in Sardegna. Non c'è bisogno che ci sia un'amministrazione separata dello Stato, che funziona anche male, che si dimentica delle cose, che depaupera il patrimonio o che non lo rende disponibile'.

E quindi, la nostra proposta è: 'Sono felice di prenderci anche dieci milioni di euro di costi, quanto costa il personale dell'agenzia del demanio, ma avere il pieno controllo e la piena disponibilità di tutto il demanio della nostra Regione'. Quanto vale per i vostri comuni? Quanto vale per le nostre province? Per la nostra Regione? Quindi questo è. Il numero è molto facile. Con questa partita, quando sarà a regime, noi incassiamo ogni anno, un miliardo e seicento milioni di euro in più. L'approccio è altrettanto semplice: smettere di essere una Regione che si accontenta di interventi straordinari e che passa la vita a chiedere interventi straordinari. Un contentino su questo, un contentino su un'altra cosa. Oppure che ancora dice: 'No, questo continualo a fare tu, io non mi voglio prendere la responsabilità'. Noi dobbiamo fare un salto proprio, culturale, di maturità, di consapevolezza. Una regione che vuole far rispettare i propri diritti, e lo stiamo facendo con molto ritardo perché in tutte le regioni a Statuto speciale l'avevano fatto ben prima di noi, far rispettare pienamente i propri diritti, non farsi imbrogliare nel rispetto dei propri diritti, e il modo con cui si calcola l'Iva poteva essere un imbroglio.

E poi, avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità, sapendo che assumersi le proprie responsabilità è un'opportunità, di fare le cose meglio, e non di lasciarle fare agli altri, che poi te le fanno peggio. Quindi, questo è, credo, il modello che noi stiamo cercando di metterci. E smettere di chiedere ogni volta a qualcuno di risolverci un problema, ma chiedere una volta per tutte il rispetto dei diritti, e nel pieno rispetto dei diritti c'è la possibilità, per noi, di risolverci tutti i nostri problemi, e di risolverli molto meglio di come non ce li risolverebbero gli altri.

E allora, questa partita vale un miliardo e seicento milioni di euro. Io l'ho già detto diverse volte, qualcuno l'avrà già sentito, ma preferisco ripeterlo. Cosa vuol dire un miliardo e seicento milioni di euro? Perché non è che lo capiamo facilmente, neanche io lo capisco facilmente, però un miliardo e seicento milioni di euro vuol dire… venendo con l'assessore, poco fa, mi ha detto: 'Chiederò, per la legge 20, dieci milioni di euro per il 2006. Dodici'. Beh, allora vuol dire 140 volte l'investimento che la Regione sarda fa ogni anno per la legge 20, per finanziare i comuni. Cioè, 140 volte, è un'enormità. Un miliardo e seicento milioni è il costo di un'autostrada tra Cagliari e Sassari, ogni anno, che vuol dire che quest'anno mi pago la Cagliari-Sassari, l'anno prossimo ho probabilmente un altro miliardo e sei da spendere. Un miliardo e sei è il costo di… l'abbiamo detto, 15.000 alloggi di case popolari, 15.000 ogni anno. Stiamo finanziando un campus per gli studenti, da 1.000 posti, costa circa 40 milioni di euro, vuol dire, ogni anno, finanziare 40 campus universitari. C'è un'idea di una trasformazione urbana nella provincia di Nuoro, insieme al Comune di Nuoro, del quadrivio. E' una cosa che vale 30-40 milioni di euro, è un sogno per quel paese. Un miliardo e sei vuol dire 40 di quei sogni, ogni anno, cioè, fa immaginare una Sardegna totalmente diversa. Per questo l'articolo 102, per ora, è solamente un disegno di legge, ma il giorno che dovesse essere approvato io credo che tutti noi possiamo fare festa e capire che c'è una prospettiva diversa per la nostra Regione. Un miliardo e sei è un'enormità, e quindi anche questo Governo non è che l'abbia trovato nei cassetti nel giro di tre mesi, e quindi non è che abbia potuto iniziare a darcelo da domani, e ce lo inizia a dare, a regime, fra tre anni, dal 2010. Però gli abbiamo chiesto delle risposte immediate, gli avevamo chiesto, tutti assieme.

E allora, per il 2006, per l'anno che sta passando, ci dà comunque 740 milioni di euro, che son cifre importanti. Per il 2007-2008 e 2009, quindi nel prossimo triennio, sono circa altri due miliardi, due miliardi e trecento milioni di euro, perché sono in media 400 milioni di euro all'anno, più altri cento milioni di Iva in più, perché prima ne incassavamo 200, e comunque, transitoriamente, vengono riconosciuti altri cento milioni in più. Quindi, queste sono le cifre. Vuol dire, tutto assieme quindi, oltre cinquecento milioni all'anno per il prossimo triennio. Vuol dire che da qui al pieno regime di questo nuovo articolo 8 del nostro Statuto, stiamo incassando, comunque, oltre due miliardi e duecento milioni di euro, che è una cifra di grandissimo valore. Questa è una conquista della nostra Regione, abbiamo gli occhi puntati addosso di tutte le altre regioni, le altre regioni che si stanno lamentando di quello che sta avvenendo per la Sardegna. Voglio ricordare che tutta la manovra fiscale aveva uno spazio di manovra di 5 miliardi di euro, per tutto il paese. Noi stiamo incassando, per il 2006, 740 milioni di euro, per i prossimi anni ne stiamo incassando 500 milioni, per il 2007-2008-2009.

E naturalmente, tutti sanno che cosa vorrà dire quando questa nuova legge andrà a pieno regime, dopo il terzo anno. Quindi, è veramente un'enorme conquista, di cui credo, quando dovesse essere realizzata tutti noi potremmo essere contenti per averci preso parte. Credo che dia anche il senso del ritardo con cui abbiamo fatto rispettare i nostri diritti, e di quello che è mancato. E come in tutti questi anni, se anziché chiedere delle partite speciali, o dei regali speciali, o pensare che avevamo un Presidente amico che ci dava qualcosa perché… avessimo fatto rispettare i nostri diritti, forse la situazione della nostra Regione, dei vostri comuni, oggi sarebbe totalmente diversa.
Cosa fare di quei soldi?

Così come chiediamo che i diritti vengano rispettati dallo Stato, io credo che dobbiamo rispettare i diritti e i doveri verso le autonomie locali. Quindi, così come vogliamo delle regole chiare di compartecipazione ai tributi, al gettito fiscale della nostra Regione, una regola chiara di compartecipazione tra Stato e la Regione Sardegna, io credo che regole altrettanto chiare dovremmo definire tra la Regione Sardegna e le autonomie locali. E quindi, nei prossimi mesi e nei prossimi anni, sicuramente, dovrà essere studiata e portata avanti una regola di federalismo fiscale interno, che preveda chiarezza di rapporti e che preveda anche chiarezza nei vincoli di solidarietà che devono legare i territori della Sardegna, tra zone costiere e zone interne, tra zone ricche e zone meno ricche. Chiarezza di rapporti e chiarezza di vincoli di solidarietà, perché dobbiamo far crescere una sola Sardegna, senza confini, e questo quindi sarà un discorso importante, che attraverso il Consiglio delle autonomie, attraverso la conferenza permanente, attraverso le vostre organizzazioni, l'Anci, dovremo assolutamente portare avanti, che il Consiglio regionale dovrà portare avanti. Quindi, credo che possiamo dire che andremo ad affrontare un futuro più facile e carico di speranze per la nostra Regione.

Vorrei dire un'altra cosa, che riguarda più da vicino l'argomento di oggi. Ne parlavo, ne ho parlato con qualcuno di voi, con cui mi è capitato di incontrarci. Giustamente, ci lamentiamo di questa pochezza di risorse, della difficoltà di andare avanti coi nostri comuni, con le risorse che ci vengono dagli altri. E i comuni, i sindaci, ci dicono: 'Noi non abbiamo più niente da tagliare. Abbiamo tagliato questo, tagliato quest'altro, non c'è più nulla da tagliare. E' assolutamente difficile andare avanti con questi…'. Allora vorrei provare a suggerire qualcosa: è vero, non c'è più nulla da tagliare, mantenendo l'organizzazione che oggi abbiamo. L'organizzazione: Regione, province, comuni, e mille altre cose che ci ruotano attorno (consorzi, comunità, ecc…). Però, se modifichiamo la nostra organizzazione e il modo di lavorare assieme, forse, vedremo quante risorse sciupiamo, sprechiamo o spendiamo male, e possono invece essere più efficacemente, per tutti, utilizzate. Allora, le riunioni dei comuni perché sono importanti? Non per fare un altro circolo di sindaci e amici, che si confrontano in qualche modo. Sono importanti perché è assolutamente fondamentale che l'organizzazione, con cui i servizi ai nostri cittadini vengono svolti, anche localmente, cambi in maniera importante, per tenere conto dei cambiamenti delle tecnologie, dei cambiamenti delle modalità di comunicazione, dei trasporti, e anche della qualità dei servizi che i cittadini chiedono, ormai, alle amministrazioni comunali. L'ho detto all'assemblea dell'Anci: 'Prima era facile, o era più facile. I servizi che il sindaco, l'amministrazione comunale, doveva garantire, erano più facili'. Cito solo i rifiuti solidi urbani: bastava avere una fossa da qualche parte del paese, buttarci tutto dentro, ed era fatta. Ma oggi un Comune non può risolvere il problema dei rifiuti solidi urbani in questa maniera, semplicemente non è più possibile, è tutto più complicato. E allora, mentre un Comune, un sindaco, da solo poteva gestirsi un buco, una fossa nel paese, o un avvallamento nel paese, oggi un sindaco non può più gestire da solo i rifiuti solidi urbani.

E così come, date le possibilità delle tecnologie, non ha più molto senso che un Comune gestisca da solo dei servizi, che potrebbero essere gestiti utilizzando dei servizi generali. E cioè: è necessario che ogni Comune abbia il suo programma di contabilità o staremmo tutti meglio se ne avessimo solo uno per 370 comuni? E la qualità del rapporto tra Regione, province e comuni, magari migliorerebbe. La qualità dell'informazione, l'efficienza nel trasferimento dei fondi, nella verifica della spesa. E' giusto che ogni Comune, anche il più piccolo, di 300, 500, 700 abitanti, debba avere tutte le complicazioni di gestirsi un contratto con i fornitori di informatica, spendere per gli aggiornamenti, o magari è più utile che il Sindaco si concentri sulle cose più importanti, e magari trovi qualcuno che gli offra quel servizio, magari gratuitamente, con un grande risparmio per tutti quanti. E allora, ci sono un sacco di servizi, la legge già lo dice: trasporto pubblico locale, polizia urbana, uffici tecnici, alcuni servizi amministrativi. Un sacco di servizi, che possono essere resi sportello unico delle imprese, che possono essere resi più facilmente ai nostri cittadini, garantendo dei servizi migliori e con un grande sgravio di costi per le singole amministrazioni.

E allora, le riunioni dei comuni sono una cosa fondamentale per immaginare i modelli organizzativi delle amministrazioni del futuro. Non è una scelta di poco conto quella che farete nei prossimi giorni e che verrà fatta nei prossimi giorni, perché da lì passerà il miglioramento dei servizi che voi date ai vostri cittadini e un grande sgravio dei costi, che vi permette di dare risposte a quelle difficoltà che oggi avete. Quindi, sgravio dei costi gestiti assieme.
Molti comuni hanno una difficoltà dei costi, ma hanno anche una difficoltà di entrate. Quanti sono i comuni che storicamente hanno avuto problemi nelle cartelle della Tarsu? Quanti sono i comuni che hanno avuto difficoltà a mandare le cartelle della Tarsu, o prima, a mandare le cartelle dell'acqua. Qualcuno che si gestisce l'energia elettrica ancora, sono quattro o cinque, a mandare le cartelle dell'energia elettrica. A mandare le cartelle dell'Ici. Quanta evasione c'è di Ici? Quindi, quante entrate stiamo e state perdendo? E allora, lavorare assieme, Comune, Provincia e Regione, forse sarà utile. E' forse utile che ognuno non se lo faccia per conto suo, perché l'interesse è reciproco. Il Comune ha l'interesse all'Ici, ma la Regione ha interesse a capire qual è i patrimonio edilizio nella Regione, anche per la tassa sulle seconde case, per Abbanoa, per mille altri motivi. E allora, dobbiamo assolutamente lavorare assieme, anche in questo, per garantire che i comuni, tutti i comuni, abbiano la possibilità di incassare effettivamente tutte le cifre che gli sono dovute. E anche lì, anche da lì passano delle risorse importantissime.

Un'ultimissima cosa: tutti noi ci diamo, e più o meno vediamo la Sardegna. Allora, da una parte diciamo: 'Non abbiamo risorse'. Ma quante delle risorse che investiamo, che spendiamo, in gran parte danno ottimi risultati sicuramente, ma quante ce ne sono che non danno nessun risultato? Quante risorse ci sono, bloccate, in tutti i comuni. Ippodromi non terminati, piscine mai finite, cose non collaudate, robe bloccate non da un anno, ma da cinque, dieci anni. Quante cose ci sono, in tutta la Sardegna. Quante opere pubbliche ci sono, che non vanno mai a compimento, e pensate in una maniera, a volte veramente quasi assurda, che uno si chiede: ma chi l'ha pensato di fare questa cosa in questo convivio? A che cosa rispondeva? Chi è il sindaco e l'amministrazione regionale che aveva deciso per questa opera pubblica? E quante volte capita che in un Comune si fa un impianto sportivo importante, e il Comune affianco non pensi: 'Beh, c'è un impianto sportivo importante, a pochi chilometri, anche per i miei cittadini, e magari io faccio un'altra cosa'. No, pensa che vuole un impianto sportivo altrettanto importante, se possibile anche un po' più grande, altrimenti il sindaco fa cattiva figura.

E allora, anche negli investimenti pubblici, è assolutamente da ripensare, perché non abbiamo più risorse per sciupare. E allora, l'unione dei comuni è fondamentale per ripensare gli investimenti pubblici in futuro, per fare in modo che le cose siano, abbiano un senso, e che tutti ci possiamo sentire parte, non solo del singolo nostro campanile, ma parte anche di un'unione dei comuni, storica, dove magari ci specializziamo: da una parte c'è la biblioteca, dall'altra c'è la piscina, dall'altra c'è un centro sociale più importante, insomma, e tutti viviamo un pochino meglio, assieme, anche perché siamo meno distanti di prima. Perché siamo meno distanti perché abbiamo il telefono, il telefonino, abbiamo il computer, ma abbiamo anche le strade, e se qualcuna manca la faremo.
Quindi, stare assieme sarà fondamentale. Come sapete, molti paesi si sono spopolati, e si spopolano per la qualità dei servizi. Perché manca lavoro, ma anche per la qualità dei servizi. E allora, se non vogliamo vederli spopolare ancora, dobbiamo dare più lavoro sicuramente, ma anche migliorare la qualità dei servizi. Migliorare la qualità dei servizi passa necessariamente dallo stare assieme, nelle unioni. Lo stare assieme comporta anche uno sgravio di costi, che faciliterà il vostro bilancio e la capacità di dare risposte maggiori ai vostri abitanti, ai vostri cittadini. E lo stare assieme comporta anche la possibilità di godere, tutti assieme, degli investimenti e del valore quindi di ciascuno di noi. Se ci ripensiamo come unione, come località un po' più vasta, avremo la possibilità di dare tutti quei servizi che i cittadini ci chiedono e che pretendono per poter rimanere in Italia. Per questo credo che la discussione che fate oggi, io sono certo, la troviamo tutti importantissima. E' fondamentale nel ridisegnare l'amministrazione della nostra Regione. Grazie mille".