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Conferenza stampa sul Disegno di legge per i rapporti fra amministrazione e cittadini

Cagliari, sabato 11 novembre 2006, sala Giunta
Presidente Soru:
"Beh, mi fa piacere che la reputi una cosa importantissima, perché da quando qualcuno reputa una cosa di poco conto, l'articolo 102 della legge finanziaria, ho smesso di capire qualcosa, ho rinunciato a capire. Presento le cose, poi qualcuno decida se è importante o se non è importante".

Giornalista:
"Presidente, ieri un fatto veramente concreto, la trattativa col il Governo sulle servitù militari, adesso passano i tempi e soprattutto, insomma, che cosa si farà di queste aree, per mantenere il loro carattere di grande pregio?"

Presidente Soru:
"Sì, ieri è stata un'altra tappa importante di un lavoro che si è avviato con il Governo nazionale di centrosinistra, successivamente alle ultime elezioni. Il Ministro Parisi, subito dopo il suo insediamento, aveva annunciato formalmente che avrebbe mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale, cioè, avrebbe dato risposta a quella che era una attività forte di questa Giunta regionale, nel richiedere il riequilibrio delle servitù militari e delle attività militari nella nostra Regione.

Il tema delle servitù militari è stato un tema che diverse volte era stato affrontato, in maniera forte, nella nostra Regione: l'ultima volta in maniera particolare dall'allora Presidente Mario Melis. Negli ultimi anni era stato abbastanza dimenticato e non più rivendicato. Nella campagna elettorale avevamo detto che era una questione innanzitutto di dignità. Non è accettabile, non è accettabile sotto nessun punto di vista, che in Sardegna siano presenti quasi la totalità dei poligoni nazionali, che in Sardegna si esplodano, in tempo di pace, circa l'80% di tutte le bombe che vengono esplose in Italia, dall'esercito italiano e dagli eserciti alleati.

Quindi, ancora prima di qualsiasi altra considerazione, è proprio un problema di dignità, non è semplicemente accettabile. Abbiamo fatto una battaglia, che sembrava velleitaria, poi abbiamo avuto anche fortuna e credo che comunque anche la nostra battaglia abbia pesato nelle decisioni finali dell'amministrazione americana, quando ha deciso di abbandonare La Maddalena.

Ora, questa battaglia punta all'eliminazione di altri due poligoni in Sardegna: Capo Frasca e Capo Teulada, e al mantenimento, perché anche la nostra Regione deve fare la sua parte, in un'ottica di responsabilità nazionale, al mantenimento delle attività a Perdasdefogu. Il Governo, in questo momento, sta approfondendo le modalità, i tempi e i costi dell'eventuale trasferimento di Capo Frasca e Capo Teulada e la loro restituzione alle attività civili. Nel frattempo, devo ringraziare in maniera particolare anche gli uffici della nostra Regione dove, per quanto riguarda il demanio militare, ci sono delle persone che, storicamente, si sono impegnate, che l'hanno sempre vissuto con particolare passione questo problema.

In questi ultimi mesi abbiamo approfondito ed esplorato palmo a palmo, la nostra Regione ha rilevato tutte le presenze militari: quelle ancora in uso, quelle scarsamente utilizzate, quelle abbandonate ma dimenticate da tempo.

E quindi, siamo potuti andare al tavolo col Ministero in maniera assolutamente approfondita, credo che si possa dire che conoscessimo noi, meglio, il territorio della loro amministrazione. Siamo partiti con Cagliari, abbiamo invitato i generali a venire a Cagliari, li abbiamo accompagnati in un sopralluogo, gli abbiamo fatto toccare con mano la non necessità di alcune presenze, in maniera vistosa, e questo sopralluogo credo che sia stato importante.

Quindi, ieri son stati restituiti non ricordo quanti beni, ma sicuramente son stati restituiti beni di qualità tale che ci fanno vedere una città diversa. Noi oggi abbiamo una città bloccata subito dopo l'Ammiragliato, dai prossimi mesi la città non sarà più bloccata, a Su Siccu, dalla presenza di un magazzino della Marina Militare totalmente inutile e che bloccava il percorso dal centro della città verso S. Elia. In viale Colombo c'erano, dimenticati, dei manufatti della guerra, per cui, accanto ai palazzi tra i più belli della città, c'erano delle baracche e dei bunker militari, che oggi potranno essere buttati giù e si libereranno delle aree a disposizione della città.

Poi, a Monte Urpinu. Chi si affaccia dal colle vede che oltre la metà di Monte Urpinu è una servitù militare. La zona più bella, che arriva fino alle sponde dello stagno di Molentargius, sono un'enorme servitù militare, dedicata a depositi e altre attività dell'aviazione militare, fino al confine con l'ospedale Binaghi. Oggi tutto quel parco viene restituito alla città e Monte Urpinu sarà veramente un parco della città, fino al parco di Molentargius.

Subito dopo S. Elia c'è questa strada bellissima, che però sembra un vicolo della città, che è costeggiata dai pini, che porta a Cala Mosca, dove a Cala Mosca era il luogo dell'esercito, un altro luogo. Dalla caserma Ederle, dove tutti abbiamo fatto la visita di leva, uno spazio enorme, con gli alloggi, edifici bellissimi, storici, che un tempo erano gli alloggi degli ufficiali. Altri edifici, che erano ancora alloggi di sottufficiali e tutta una serie di edifici, dalla piazza San Bartolomeo fino alla spiaggia.

E poi un ex tiro a segno, che blocca l'accesso fino alla Sella del diavolo. Tutte quelle cubature, tutti quegli edifici, tutti quegli spazi, vengono restituiti alla città. Sul lato sinistro arrivano fino al porto di Marina piccola, dove viene restituito tutto il deposito, cosiddetto Nato, di tutti quegli edifici che si possono vedere, se si guarda in alto, passeggiando a Marina piccola. Sempre a Cala Mosca, sul lato destro, invece c'è un percorso bellissimo, che porta al faro e poi al fortino Sant'Ignazio, e da lì si può scendere a Sant'Elia. La parte non utilizzata del faro viene restituita globalmente alla città, viene restituita, e ugualmente viene restituito il forte Sant'Ignazio.

Quindi, non si tratta solamente di edifici, numerosi, importantissimi, ma si tratta proprio di una città diversa, che non è più bloccata da Su Siccu fino a Marina piccola. E in mezzo ci sono le caserme del Poetto, per il quale il Ministero ieri si è impegnato, in pochi mesi, per i programmi di ricompattamento e quindi almeno una caserma verrà restituita. In mezzo ci sono, all'inizio proprio di viale Poetto, non mi ricordo in quale via, più o meno all'altezza della strada che porta ai magazzini del sale, i grandi edifici che una volta erano gli alloggi della Marina Militare, che danno su viale Poetto, anche questi vengono restituiti immediatamente.

In tutto questo, dentro la città ci sono: l'ospedale militare, a Stampace, che viene restituito. Viene restituita l'ex caserma Griffa a Buoncammino. Vengono restituite tutte quelle attività, in viale San Vincenzo, che confinano e possono permettere un ampliamento dei giardini comunali e del museo comunale. Vengono restituiti quei magazzini, affianco all'attuale sede Rai.

Insomma, è una città diversa, e siccome è responsabilità della politica regionale occuparsi dell'interno, occuparsi dei piccoli centri e delle zone interne, ma è responsabilità della politica regionale anche occuparsi delle aree urbane, e il nuovo quadro comunale di sostegno ci ricorda anche della necessità di programmare lo sviluppo delle aree urbane. Ecco, attorno a questa restituzione la Regione presenterà il suo progetto per le aree urbane".

Giornalista:
"Ha già idea di quale sarà questo progetto? Per la manifattura tabacchi le idee erano già chiare da tempo".

Presidente Soru:
"La manifattura tabacchi dovrà essere, nell'idea della Regione, il primo centro dell'economia legata all'arte e alla creatività. Abbiamo parlato spesso in campagna elettorale dell'economia della conoscenza. L'economia della conoscenza non è solamente la ricerca scientifica e l'impresa che nasce dalla ricerca scientifica e tecnologica, non solo quindi l'impresa tecnologica, ma è anche l'impresa che nasce dall'arte e dalla creatività. E così come a Polaris abbiamo un centro dove la ricerca di base, la ricerca applicata e le imprese, vengono messe assieme in un incubatore di imprese, quale è appunto Polaris, partendo da Cagliari dovremo mettere insieme arte, creatività e l'incubazione di impresa legata all'arte e alla creatività, offrendo il secondo elemento dell'economia della conoscenza.

Vogliamo fare questo a Cagliari, abbiamo proposto di fare questo al Sindaco di Sassari, vorremmo fare anche questo a Nuoro, cercando di promuovere veramente, in Sardegna, l'economia della conoscenza, della conoscenza tecnologica e della conoscenza artistica.

In un allegato che vi viene consegnato comunque c'è il riferimento, questo numero, delle cose restituite. Mi sono dimenticato di citare il palazzo 'Vinceremo', se qualcuno lo conosce. I magazzini dell'aeronautica tra via Simeto e viale Elmas, ci sono altri tre ettari di roba… comunque, vi diamo questa cosa.

Allora, grazie intanto di essere venuti, l'incontro di oggi era opportuno credo, per un disegno di legge importante, che qualifica l'attività della Giunta in questi due anni, ed è il testo unico delle norme sul rapporto tra cittadini e l'amministrazione, per la trasparenza e la semplificazione dei procedimenti amministrativi. Trasparenza e semplificazione sono un dovere della Pubblica amministrazione, innanzitutto un dovere per migliorare la qualità del rapporto con i cittadini, per rendere vera, vorrei dire, la democrazia e non semplicemente a parole. Una volta si diceva: affinché i cittadini siano appunto cittadini e non sudditi vessati.

Quindi, trasparenza e semplificazione sono importanti innanzitutto per questo, ma sono importanti perché trasparenza e semplificazione sono un importante fattore di sviluppo economico. Ci sono degli studi, l'assessore li citerà, importanti, che dicono quanto un'amministrazione migliore, capace di dare risposte in tempi certi e più veloci e con modalità più semplici, sia capace di attrarre un maggior numero di investimenti, magari dall'esterno, e sia capace anche di incentivare lo sviluppo di nuova impresa, più che, molto spesso, incentivi finanziari e incentivi di altro tipo. Quindi, trasparenza e semplificazione sono un elemento importante di sviluppo economico.

Ricorderete probabilmente una discussione, che è stata fatta anche questa estate, prendendo spunto dagli articoli apparsi sul Corriere della Sera da parte di Francesco Giavazzi, un economista importante, che ricordava come in Danimarca, per una certa iniziativa imprenditoriale, occorrevano 3 domande, per le quali l'amministrazione danese era riuscita a dare risposta in 3 giorni. Per la stessa iniziativa, in Italia, occorrono 78 autorizzazioni e mediamente ci si impiega più di 2 anni. Quindi, il confronto tra sistemi economici è tutto in quei due numeri: 3 autorizzazioni in 3 giorni o 78 autorizzazioni in 2 anni e mezzo. Allora, se vogliamo sviluppare la Sardegna, possiamo continuare a pensare che ci vogliono più finanziamenti a tasso agevolato o più contributi. Io preferisco pensare che è più importante avere 3 autorizzazioni in 3 giorni e questo è il senso di questo disegno di legge. Prego".

Assessore Dadea:
"Sì, naturalmente il Presidente ha centrato il nucleo diciamo, le cose più importanti di questo disegno di legge. Spesso si dice dei disegni di legge che sono tutti innovativi, questo è sicuramente un disegno di legge innovativo. E' innovativo nei contenuti e nella forma, perché c'è anche una ricerca sul linguaggio, un linguaggio semplice, un linguaggio accessibile, proprio per facilitare anche la comprensione, da parte non solo dei cittadini, ma da parte anche delle imprese.

Devo dire che questo disegno di legge, approvato qualche giorno fa dalla Giunta, sta suscitando grande interesse a tutti i livelli. A livello nazionale: è stato già pubblicato sul sito di Astrid, che è appunto l'Associazione di studi e di ricerche della riforma delle istituzioni democratiche, e con grande risalto, ma il nostro telefono ha squillato ripetutamente, in questi giorni, da parte di diverse regioni italiane, che sono fortemente interessate a questo disegno di legge.

Come diceva il Presidente, mi sono occupato in questi due anni e mezzo, essenzialmente di verificare nel profondo la nostra amministrazione regionale. Ci siamo occupati di federalismo interno, ci siamo occupati di riforme degli Enti, ci siamo occupati di legge di organizzazione, ci siamo occupati di legge statutaria, cioè, stiamo modificando nel profondo la nostra Regione, oggi però è venuto il momento di modificare il rapporto che intercorre tra la Regione e i cittadini, nel senso che, noi puntiamo a un'amministrazione regionale più partecipata, più trasparente, che cerchi in qualche modo di coniugare l'efficacia della pubblica amministrazione con la democrazia. Con una frase, diciamo che noi puntiamo a un'amministrazione regionale che agisce con i cittadini e per i cittadini.

Noi puntiamo con questo disegno di legge a tre obiettivi fondamentali. Il primo, lo diceva il Presidente, semplificare ed eliminare le lungaggini burocratiche nel rapporto diretto tra Regione e cittadini. Cosa significa questo? Questo significa costruire una pubblica amministrazione di qualità, e noi siamo profondamente convinti che una pubblica amministrazione di qualità sia la pre-condizione per costruire uno sviluppo di qualità. Ed allora, per costruire uno sviluppo di qualità, pubblica amministrazione di qualità, dobbiamo eliminare tutta una serie di ostacoli che impediscono ai cittadini di avere risposte certe, risposte definite da parte dell'amministrazione regionale, ma anche da parte delle imprese.

Il Presidente faceva riferimento a uno studio che è stato fatto, appunto, che in Italia, per aprire un'attività produttiva, ci vogliono oltre 18 pratiche amministrative, ci vogliono oltre 78 giorni lavorativi, che poi portano, come diceva il Presidente, ad avere risposte nell'arco non di mesi ma appunto di anni. Ed allora, se noi riusciamo ad eliminare questi ostacoli, queste pratiche e queste lungaggini burocratiche, saremmo in condizioni veramente di attrarre investimenti e di portare sviluppo economico nella nostra
Regione.

Ho fatto riferimento anche a una particolare attenzione che è stata posta nello stendere, nell'elaborare questo disegno di legge, al linguaggio, alla comunicazione, alla qualità della normativa, alla qualità della legislazione. Linguaggio semplice, comprensibile, la riduzione degli adempimenti inutili. Il Presidente ha fatto riferimento, appunto, all'attenzione con cui l'economista Giavazzi pone, appunto, a tutti questi ostacoli che impediscono la costruzione di una pubblica amministrazione efficace ed efficiente. Io voglio ricordare che c'è uno studio del fondo monetario internazionale, che dice che basterebbe migliorare la qualità della legislazione europea perché si possa avere un aumento del Pil del 7% e un aumento della produzione del 3%.

Quindi, immaginate, provate ad immaginare quali riflessi si hanno nel costruire disegni di legge che siano qualitativamente buoni, e soprattutto nel semplificare tutte le pratiche burocratiche. Questo disegno di legge, naturalmente, si pone anche nel solco di una iniziativa, che l'amministrazione regionale della nostra Regione ha portato avanti negli anni. Noi siamo stati i primi, nel '86, a fare una legge sul diritto di accesso ai documenti amministrativi. Questo disegno di legge raccoglie quella elaborazione, raccoglie, come dicevo prima, l'elaborazione intervenuta sulla 241 e anticipa le proposte, che sono in via di elaborazione, da parte del Ministro Nicolais, proprio su questi temi, e naturalmente raccoglie anche alcuni principi, alcuni valori, che sono sanciti nella carta dei diritti dell'Unione europea a proposito del diritto dei cittadini ad una buona amministrazione. Non è un caso che a questo disegno di legge abbiano collaborato sia la professoressa Laudani, sia il professor Celludi Relli, che sono quelli che hanno riscritto le norme della 241 a livello nazionale.

Gli aspetti più importanti: in primo luogo, se voi andate all'articolo 5, potete vedere che l'articolo 5 stabilisce i termini obbligatori entro i quali l'amministrazione regionale deve concludere tutti i provvedimenti. Questa norma prevede che il termine venga stabilito dai dirigenti degli uffici competenti entro un periodo massimo di 60 giorni, ma se non c'è una disposizione contraria da parte del dirigente, la risposta deve venire entro 30 giorni. Le proposte, che sono elaborate, che sono in via di elaborazione a livello nazionale, invece, parlano di un lasso di tempo di 90 giorni. Come vedete, noi accorciamo fortemente il tempo attraverso il quale l'amministrazione regionale deve dare risposte certe ai cittadini.

Naturalmente cosa succede se l'amministrazione regionale, se il responsabile del provvedimento, non porta a conclusione entro quel lasso di tempo la fine del provvedimento? E' previsto che in caso di ritardi dell'amministrazione, se il ritardo determina un danno ingiusto a carico del cittadino, debbano essere appunto date al cittadino delle risposte, anche sul piano dei danni che vengono procurati dalla mancata risposta e anche dai danni, sotto forma appunto di indennizzo.

C'è un aspetto altrettanto importante: la valutazione dei dirigenti dell'amministrazione regionale verrà fatta anche sulla base della capacità di dare risposte entro i termini previsti dalla normativa che noi abbiamo approvato. C'è poi un fatto, estremamente importante, per eliminare le lungaggini: non solo si fa riferimento all'autocertificazione, ma si dice anche che c'è l'obbligo, da parte dell'amministrazione regionale, di reperire tutti quei documenti che sono o in capo ad altri segmenti dell'amministrazione, o ad altre parti della pubblica amministrazione, e non deve essere il cittadino che deve andare a recuperare quella documentazione".