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Intervento al convegno "Portualità in Italia nell'era della globalizzazione"

Cagliari, giovedì 23 novembre 2006, Hotel Mediterraneo
"Grazie mille. Solo qualche minuto per non prendere troppo tempo alle conclusioni di Piero Fassino. Innanzitutto per ringraziare i Ds per aver voluto organizzare questo importante convegno nazionale qui a Cagliari, che credo serva anche a chiarire che non si tratta più di sopraffazione di un porto su un altro, ma piuttosto della volontà di lavorare assieme, della volontà di non considerare più una regione come periferica o marginale, ma la necessità invece di fare dei ragionamenti più alti, dei ragionamenti di sistema, in cui tutti possiamo essere una parte importante.

Grazie quindi per aver organizzato questo convegno qui, e per avermi invitato a partecipare. Grazie anche al vice ministro De Piccoli, per le parole di incoraggiamento che comunque ci ha detto, sull'opportunità ancora una volta per le regioni, un tempo considerate marginali, un tempo considerate periferiche, che invece possono ribaltare la loro posizione, quando delle esternalità negative possono scoprirsi di fatto essere dei veri vantaggi competitivi.

In Sardegna è importante poi questo convegno oggi, che è all'ordine del giorno, non solo perché tra un po' c'è l'elezione dell'Autorità portuale di Cagliari, ma è molto più importante perché in questi giorni si stanno facendo dei ragionamenti sul piano del porto di Cagliari, che porta a termine un dibattito, un'analisi, un ragionamento, durato ormai fin troppo tempo, e che deve essere portato a termine per guidare le nostre scelte future.

E' importante anche aldilà di questa legge finanziaria e dell'articolo 102, che dice delle cose importanti che mettono maggior certezza nel futuro e nell'equilibrio di bilancio della nostra regione e la possibilità di finanziare politiche - nell'articolo 102 per esempio si scrive una cosa importante che si sta iniziando a fare con il Ministero dei Trasporti, che è il trasferimento della responsabilità del Fds e le Ferrovie meridionali sarde, e cioè una parte importante del sistema di trasporti regionali, alla Regione. Ma è importante per altri motivi ancora: sta accadendo oggi che il sistema dei trasporti delle merci debba crescere, la quantità di merci spostate, solamente in Cina, è stato ricordato stamattina quasi il 40 per cento, da quattro miliardi si passa a 6, poi si passa a 8, si passa a 10, tutto questo accade ora. La Sardegna, l'Italia può essere solamente spettatrice o può giocare un ruolo? E in questo, anche la Sardegna, può essere solamente spettatrice o può giocare un ruolo? E siccome vogliamo giocare un ruolo, che cosa fare? Se può essere d'aiuto alle vostre considerazioni, quello che io posso fare è dire due cose su quello che sta accadendo in Sardegna, che cosa vorremmo fare in Sardegna.

Una volta c'era lo slogan: 'La Sardegna piattaforma logistica del Mediterraneo', quindi questo sarebbe potuto essere il futuro della nostra regione. Poi di futuri ce n'è sempre di diversi: il futuro nel turismo, il futuro in altre cose. Io credo che ci sia un futuro, per la nostra regione, in uno sviluppo ordinato, che è fatto dalla possibilità di far meglio le cose che da sempre facciamo, come l'agricoltura, l'artigianato, la piccola impresa. Di fare meglio il turismo, di fare il turismo, di fare industria, meglio di quella che abbiamo fatto fino ad adesso, ma di fare industria nuova, legata alla conoscenza, di fare altra economia, non solo legata alla conoscenza tecnologica, ma anche alla conoscenza artistica, creativa. Di fare e di giocare un ruolo, anche nella logistica. Approfittare di questo svantaggio apparente, di essere un'isola, e che ha condizionato come svantaggio per tanto tempo la storia della nostra regione, ma che oggi può essere invece un vantaggio.

Nelle scorse settimane, grazie anche al lavoro importante del Ministro Bersani, del Governo Prodi, è stata data una spallata insomma, un momento di chiarimento definitivo circa i tempi, la volontà e i tempi di realizzazione del gasdotto. Per cui, anche lì, uno svantaggio che da sempre ci aveva riguardato, per cui proprio l'isola spariva, non esisteva nella carta geografica della rete nazionale del metano. L'isola comparirà nella prossima rete nazionale del metano e anzi, quello svantaggio diventerà un vantaggio competitivo, laddove in questa regione il gas probabilmente costerà di meno, e laddove c'era un costo energetico maggiore per le nostre imprese, invece ci sarà un costo energetico minore e un vantaggio competitivo, nel fare impresa, legato anche ai consumi energetici nella nostra regione.

Sui trasporti Braudel diceva una cosa semplicissima: che il mare non separa, e che il mare non allontana, ma che il mare invece avvicina. Questa cosa semplicissima, e sempre dimenticata, in realtà sta diventando vera. Il mare non allontana, il mare avvicina, rende più vicini anche nei trasporti. Qualche giorno fa - ormai l'ho incontrato alcune volte - ho incontrato un operatore importante dei trasporti della nostra regione, peraltro nella nostra regione dove non è che abbiamo tante eccellenze industriali e di impresa locale. C'è comunque un signore, che partendo da poco ha fatto una grossa impresa, nel settore dei trasporti, ed è un'impresa visibile in Sardegna, ma anche visibile in Italia. Ogni giorno muove 1.200 container. Si vedono in Sardegna, si vedono in Italia, non ce ne sono tanti: si chiama Nieddu. Però lo vorrei utilizzare perché chiarisce diverse cose. Lui ricorda che ogni giorno imbarca 170 Tir a Olbia, 130 partono da Cagliari, attraversano tutta la regione, vanno a Olbia e poi finalmente raggiungono la penisola. Naturalmente, chiarendo quello che ha appena detto il vice Ministro, è evidente come anche a noi manchi la nostra autostrada del mare e come sarebbe utilissimo pulire la nostra autostrada di 260-300 di questi Tir pericolosissimi al giorno - che chissà quanti morti hanno fatto, quanto costano, quanto Co2, quanto inquinamento, che impatto hanno nella nostra rete infrastrutturale? - e che potremmo, liberamente, senza grandi investimenti, assolutamente, mettere sul mare. Per lui è urgente questa possibilità di metterli sul mare, perché ha compreso pienamente, lo tocca con mano ogni giorno come i chilometri sul mare costino molto meno che i chilometri sull'autostrada, e il tratto che fa, dalla Sardegna per raggiungere Livorno, raggiungere Piombino o La Spezia per nave, gli costa molto meno degli stessi chilometri che fa, eventualmente, utilizzando le strade e autostrade italiane. E quindi, il mare non allontana e non avvicina. Il mare, non come svantaggio, ma come opportunità.

Si segnala però una cosa: come mai facciamo ancora attraversare la Regione da questa marea di camion e non li imbarchiamo da Cagliari? Semplicemente perché c'è ancora il monopolio della Tirrenia a Cagliari. C'è un monopolio, che finalmente cadrà nel 2007, e quindi ne approfitto per chiedere al Governo di evitare nella maniera più assoluta di rimandare di un solo mese il monopolio della Tirrenia, la quale utilizza ancora delle navi vecchie di chissà quanto, che vanno ancora a 14 o 15 nodi all'ora, non arrivano mai, e quindi, dove c'è il mercato libero, dove c'è la concorrenza, si usano ormai navi, si è investito su navi da 25 nodi all'ora. Fra la l'altro la stessa Tirrenia le ha quelle navi, semplicemente non le mette da e per la Sardegna. E quindi noi rimaniamo, in un mondo totalmente cambiato, con delle navi che erano già vecchie quando io ero bambino. E per questo, siccome conta il costo della benzina, conta il costo del pedaggio autostradale, ma conta ancora di più la necessità di arrivare in tempo e di arrivare in fretta, questi camion attraversano la Sardegna per arrivare prima. Ora, per quale motivo, cosa ci vuole? Non ci vuole nulla, occorre solo mettere una nave che faccia 25 miglia all'ora e possa arrivare, partendo alle otto di sera, entro le otto del mattino in una località che è a pochissime ore da Milano, che può essere Piombino, può essere La Spezia, e così via. La nostra Regione lo vuole fare, la nostra Regione si sta adoperando per mettere assieme i trasportatori sardi, perché diventino armatori loro. Si comprino una nave, paghino l'affitto e la mettano a lavorare, e noi se possibile li aiutiamo volentieri, perché è un valore per l'intera regione; per il mondo delle imprese, ma anche per il mondo del turismo, dei trasporti. Perché come viaggiano i camion viaggiano anche le macchine, per cui un turista che volesse venire a Cagliari, deve sbarcare a Olbia, attraversare la Sardegna e così via. E un povero cagliaritano che volesse andare in continente con la sua macchina, ugualmente deve fare lo stesso.

Allora, almeno questo progetto ce l'abbiamo chiaro, per questo ho salutato con molto piacere anche, la proposta del dottor Merli, del presidente dell'Assoporti, che diceva: 'Beh, investite qualche decina di milioni in queste navette, che facciano l'ultimo miglio, che completino la rete dei trasporti'. In realtà è esattamente quello che manca alla nostra Regione.
Il porto canale di Cagliari. Siamo interessati al transhipment? Sì, io sono interessato, naturalmente sono felice che Cict stia andando bene, si sta arrivando a numeri importanti, è una cosa importante, anche se è un milione dei dieci milioni che credo riguardino il sistema nazionale, di quei tre o quattro miliardi o cinque, sei, che riguardano il sistema mondiale; quindi ancora una piccolissima cosa.

Cosa si può fare perché il porto canale di Cagliari cresca? Beh, intanto più transhipment. Sì, perché cresce il mercato mondiale e sicuramente continuerà a crescere Cagliari; se magari attrezziamo anche la sponda ovest, e magari arriva anche un secondo operatore, sicuramente aumenteranno le quantità. Ma ci interessa aumentare le quantità del transhipment o ci interessa fare anche altre cose? Io credo che ci interessi molto aumentare le quantità del transhipment, ma credo che ci interessi ancora di più aumentare anche le altre cose. Fare in modo che al transhipment segua la logistica e alla logistica segua qualche industria manifatturiera, altrimenti siamo semplicemente spettatori di montagne di scatole di ferro nella periferia di Cagliari, che portano qualche posto di lavoro, ma non è un fatto economico rilevantissimo.

Cosa fare per passare dal transhipment alla logistica? Si può fare qualcosa, lo diceva molto bene il vice Ministro prima. Occorre che ci sia intelligenza dietro, occorre che ci sia uno sforzo di sistema. In Sardegna, certo, passare alla logistica è possibile. Questo transhipment, questo container, viene scaricato sul piazzale e lì muore, non c'è una ferrovia, siamo in un'isola, non c'è una strada che lo porti fuori dalla Sardegna; è chiaro che così muore, se non facciamo qualcosa. Muore addirittura perché gli stessi sardi non lo utilizzano completamente per il transhipment, laddove una parte importante dei blocchi di granito che poi vanno in estremo oriente non sono imbarcati dal porto canale di Cagliari ma se ne vanno con la navetta a Piombino e poi sono imbarcati in un transhipment, magari da Genova o da chissà dove, per il motivo che dicevamo prima, dei maggiori costi di trasporto e di logistica, persino all'interno della Sardegna.

E allora, che fare? Innanzitutto l'ultimo miglio, perché altrimenti l'ultimo miglio blocca qualsiasi possibilità di crescita verso la logistica del nostro porto canale. L'ultimo miglio che vuol dire questa navetta e poi la necessità di investire nella logistica. E' vero, fino ad adesso i terminalisti non hanno voluto investire nella logistica, però noi abbiamo iniziato a dire una cosa ai terminalisti: guardate che noi abbiamo un sacco di spazio, ma voi, o investite in logistica o trovate qualcuno che investa in logistica, altrimenti lo spazio non si usa più, perché solo i transhipment non li vogliamo fare. Anche perché questo transhipment, lo dite tutti voi che siete esperti insomma, così come c'è, rischia di scappare dove costa meno, dall'oggi al domani. E allora, ci vuole qualcosa che ancori le merci al porto, e non è solamente il transhipment, ma sono le altre attività a maggior valore aggiunto, appunto. Quella della logistica, della possibilità non solo di far arrivare un container, ma di aprirlo, smistare le merci, metterlo su altri container, portarlo e imbarcarlo su altre destinazioni. Non solo quello: qualche volta ci sarà qualcuno che di queste merci ne trarrà vantaggio, le utilizzerà per fare delle attività manifatturiere a maggior valore aggiunto.

E' stato detto: ma per quale motivo la logistica dovrebbe arrivare in Sardegna? O anche in Italia? La fanno soprattutto nel nord Europa, la fanno ad Amsterdam, eccetera. Io capisco le difficoltà, però queste difficoltà vanno superate e io credo che in questi sforzi ci sia la possibilità di superarle. Io faccio un ragionamento semplice, per come lo capisco. Ne parlavamo prima a pranzo: l'industria dei fiori, è nata in Olanda. Sono stati loro i primi a manipolare i bulbi, a fare crescere i fiori nelle serre. Li facevano crescere nelle serre, riscaldandole laddove c'era freddo e la manodopera costava tanto, ma l'hanno fatto per primi e si sono accaparrati un mercato, il mercato appunto dei fiori. Poi però hanno imparato a fare i fiori non più in Olanda, ma a farli nelle altre regioni del sud, in Sardegna. E sono stati proprio loro a insegnarci a fare le serre in Sardegna. Facevamo i fiori qui, poi però li mandavamo in Olanda, e mentre i fiori si producevano ormai non più in Olanda, in Olanda è continuata a rimanere la logistica, il mercato, il commercio, la parte più ricca, fiorente di quel mercato.

Oggi i fiori non si fanno più nemmeno in Sardegna, si fanno in Kenia, in Senegal, si fanno in Africa, si fanno in posti dove la manodopera costa ancora di meno, ma i fiori continuano a rimbalzare in Olanda, continuano ad arrivare tutti lì, continuano ad essere spediti lì, e da lì ripercorrono tutte le strade del mondo. C'è un motivo geografico per questo? No, c'è solamente un motivo di capacità di penetrare i mercati e di restare nei mercati. Così come oggi, una parte importante delle merci che attraversano l'Europa, che arrivano persino in Italia, non passa per i porti italiani, come il famoso blocco di marmo che non passa per il porto sardo, ma passa per i porti del nord Europa, passa per Amsterdam e così via. C'è una statistica, che qualcuno aveva ricordato, che già oggi il 60% delle merci che arrivano in pianura padana, arrivano non da Genova, dai porti italiani, ma arrivano da Rotterdam. Attraversano su battelli fluviali, arrivano fino a Basilea, e poi da lì arrivano in Italia.

Ecco, quando ci saranno i nuovi trafori che tra poco apriranno, è possibile che pure questa strozzatura fisica, che ha limitato il 60%, faccia in modo che, se non succede qualcosa, il 100%, il 90% delle merci arrivi dall'Olanda.
E allora, se dall'Olanda arrivano via fiume perché costa di meno, ed è utile, arrivano via fiume fino a Basilea, tutto il tratto che possono fare lo fanno sull'acqua, sul fiume, per poi inondare la pianura padana di merci e svuotare la pianura padana di merci, perché poi le stesse merci, quando vanno in Asia, passano sempre lì, dal nord Europa, beh, possibile che un po' di quelle merci, poche o tante - io spero tante - possano invece fare la strada fino a Cagliari? O fino ai porti, fino al porto di Cagliari? E poi, anziché farla via fiume la faccia via nave e sbarchi a Genova, e sbarchi a Livorno, e sia a tre ore da Milano su gomma, o sia a un'ora, o sia a cinque minuti dal nodo ferroviario che va dritto fino alla Germania. Certo, una volta messo su ferrovia è necessario che le ferrovie dello Stato non ci mettano 11 giorni a movimentare un carro ferroviario. E' necessario che le ferrovie dello Stato, una volta che ce l'hanno in mano, dopo un giorno l'abbiano consegnato. Le ferrovie degli altri paesi fanno questo. Così come è stato ricordato, le poste degli altri paesi, spesso consegnano anche la posta che ci arriva anche in Italia. A quanti di voi arriva l'estratto conto della banca, la carta di credito, imbucata in Svizzera? Non perché non ci siano le poste in Italia, semplicemente perché costa di meno imbucarle in Svizzera.

E allora, se ci sarà la logistica delle ferrovie dello Stato, vicino a Genova, vicino a La Spezia, allora, il nostro mare, il mare Mediterraneo, varrà più dei fiumi che arrivano a Basilea e sarà sicuramente un'opportunità di lavorare meglio nella catena della logistica. Grazie".