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La manovra di bilancio 2007. Incontro con le associazioni degli imprenditori

Cagliari, martedì 16 gennaio 2007, Palazzo della Regione
"Buona sera a tutti e iniziamo questa riunione sulla manovra di bilancio 2007.
Allora facciamo questa prima riunione, domani incontreremo i sindacati e ci incontreremo di nuovo con voi magari nei prossimi giorni, nei primi giorni della settimana prossima. Noi oggi volevamo soprattutto avviare questa discussione, darvi i primi elementi di informazione, gli elementi fondamentali della manovra di bilancio 2007. Nei prossimi giorni, magari fra 2 o 3 giorni, fra 2 giorni vi recapitiamo presso le associazioni anche il tabulato del bilancio con la ripartizione per strategie, per obiettivi e per capitoli di bilancio, per UPB.

Come sapete è il primo anno che viene applicata la nuova legge finanziaria, la nuova legge di contabilità che organizza le scritture del nostro bilancio, non più in UPB e capitoli, ma in alcune strategie fondamentali, in obiettivi e poi con un ulteriore livello di dettaglio, in maniera da essere più chiara e magari poter riconoscere più facilmente appunto le strategie e gli obiettivi della politica regionale. Quest'anno cerchiamo comunque di facilitare il compito di tutti quanti nella comprensione presentando le informazioni sia secondo le nuove regole della contabilità ma anche, in qualche modo, aggregandole, così come eravate abituati a vederle negli anni passati con l'allegazione per assessorati.

Con la sessione di bilancio che andremo a iniziare in Giunta, in Consiglio regionale, a breve, porteremo in discussione il DSR che vi abbiamo già presentato, per il quale ci avete mandato delle osservazioni e sul quale possiamo ulteriormente discutere, se lo ritenete necessario, e soprattutto possiamo discutere poi delle diverse osservazioni che ci avete mandato.

Intendiamo presentare quindi il DSR, cioè il Documento strategico regionale, intendiamo presentare naturalmente il bilancio e la legge finanziaria, ma intendiamo anche presentare un documento che sarà diverso dai piani di sviluppo regionali che verranno presentati, come prevede la nuova legge di finanziaria in avvio della legislatura, ma che comunque comprenda in maniera sufficientemente articolata il prosieguo di questa legislatura.
Quindi presenteremo questi 3 documenti che potranno essere discussi e approvati contemporaneamente in aula. Per facilitare questa esposizione vi abbiamo consegnato alcune slide che proviamo a scorrere assieme.

Questa Giunta regionale si è impegnata in questi due anni in una manovra importante di risanamento finanziario. Abbiamo cercato innanzitutto di ridurre le spese, di contenere le spese correnti della Regione laddove è stato possibile. Ci sono state segnalate già negli anni passati, nel 2005, nel primo bilancio del 2005, le difficoltà, avendo operato dei tagli importanti in aree che erano state precedentemente sottratte a verifiche e controlli sulla efficacia e sulla necessità della spesa.

Questo taglio dei costi è proseguito nel 2006, sta proseguendo anche nel 2007 laddove in alcune parti si potevano ancora fare ulteriori economie e ulteriori miglioramenti della qualità della spesa. Con il 2006 e il 2007 abbiamo operato anche sull'incremento delle entrate, nel 2006 come sapete avevamo messo in bilancio l'aspettativa di Iva per i 7 decimi e non più per i 2 decimi, cosa che poi si è puntualmente avverata; per il 2007, vedremo adesso, iniziamo a considerare i risultati del confronto col governo in maniera ulteriore, tenendo conto anche dell'approvazione dell'ex articolo 102 della legge finanziaria che prevede delle ulteriori entrate per il 2007, 2008, 2009, e ulteriori entrate con la piena operatività delle nuove norme di compartecipazione a partire dal 2010.

Nella pagina 3 ci sono dei valori sui quali magari vi soffermerete anche con maggiore attenzione, ognuno per conto proprio. Si tratta però di numeri importanti su cui vale la pena di riflettere: sia sui numeri che sulla legenda, sul risultato di gestione che nella legge di contabilità pubblica riguarda il risultato della gestione annuale e cioè la differenza tra le entrate e le spese, anno per anno, e il risultato dell'amministrazione che invece è la somma, quindi il progressivo dei risultati di gestione.

Come vedete il risultato di amministrazione, siamo partiti dal 1991, e quindi la somma dei risultati degli anni precedenti, ancora nel 1991 era positiva per 213 milioni di euro, poi è diminuita nel '92, nel '93 ha iniziato a essere negativa con un disavanzo di amministrazione, vedete che c'è un segno negativo di circa 200 milioni di euro. Questo disavanzo è cresciuto, poi è diventato 300, 700, un miliardo, sembra diminuire nel '97 perché passa da un miliardo a 673 milioni, ma in realtà nel '97 viene fatta l'emissione dei Bor, sui vecchi Buoni ordinari regionali, per 516 milioni di euro, per cui sembra che diminuisca il disavanzo di amministrazione ma aumenta il debito finanziario. Nel totale, fra disavanzo e debiti finanziari, naturalmente cresce non diminuisce. Poi il disavanzo di amministrazione cresce di nuovo nel '98, nel '99, nel 2000, e arriva fino a 3 miliardi di euro nel 2004. Oltre al disavanzo di amministrazione cresce la quantità di mutui autorizzati e di mutui effettivamente contratti.

E allora lì abbiamo proposto la discussione in Consiglio regionale, la proponiamo a voi, l'analisi di una tabella, l'ultima colonna di questa slide, dove c'è scritto 'debito totale', che alla fine è la somma di tutti gli impegni della Regione, sia mutui effettivamente già contratti che mutui autorizzati ma non ancora contratti, che coindicono coi risultati di amministrazione. E ciò dà una misura totale degli impegni della Regione: mutui già contratti, che stanno già esercitando interessi, e mutui ancora da contrarre. E vedete che non c'era nessun debito nel 1991, c'erano 200 milioni di debito totale nel '93, sono diventati 6 miliardi nel 2004-2005. Stiamo cercando di diminuire e di impegnarci ulteriormente a diminuire questa cifra di debito totale.

Ora in questi giorni si è parlato a lungo se quello che la Regione sta facendo sia corretto o no dal punto di vista dei corretti princìpi contabili, noi naturalmente non solo riteniamo che sia molto giusto ma anche molto opportuno in un'ottica di prudenza e di rigore finanziario per gli anni prossimi. E naturalmente ci piacerebbe approfondire anche con voi, se lo riterrete necessario e utile, questo tema, in maniera da non lasciarlo alle pagine dei giornali ma lasciarlo invece alle discussioni.

A pagina 5 c'è un dato che riguarda l'andamento del deficit annuale. Alla fine, tutto parte da qui dal deficit annuale, dalla differenza nel bilancio dell'ano tra le entrate dell'anno e le spese. E come vedete nel '97 il deficit era ancora di 250, è cresciuto negli ultimi anni novanta, è cresciuto moltissimo nei primi anni dal 2000; nell'anno 2005 è stato dimezzato a 568, l'anno scorso lo abbiamo portato a 166, e noi quest'anno per la prima volta presentiamo un bilancio in equilibrio, cioè presentiamo una quantità di spese pari alle entrate.

A pagina 6 c'è l'andamento del debito finanziario. Come vedete alla fine degli anni novanta, nel '97, il debito finanziario erano i famosi 532 milioni di Bor, nel '98 si parla di ammortamenti quindi un pochino diminuivano, nel 2001 era ancora a 374, ma nel 2002 esplode la necessità di cassa dovuta ai disavanzi degli anni precedenti, che poi richiedono la cassa con un po' di ritardo per la lentezza della spesa regionale. E però, come vedete, nei primi anni a partire dal 2000 è esplosa la necessità di cassa partendo da 370 milioni a un debito finanziario di 3 miliardi e 159,; che adesso si sta iniziando a invertire. Ancora alla fine del 2004 si è fatta l'emissione di titoli, di obbligazioni regionali da 500 milioni di euro, che andava a finanziare i disavanzi degli anni precedenti, e si è arrivati al tetto massimo di 3 miliardi e 159, e ora si prevede di arrivare nel 2007 a 2 miliardi e 682. E' chiara, in ogni caso, l'inversione di tendenza. Così come è chiara l'inversione di tendenza del debito totale, cioè la somma di mutui già autorizzati, di mutui già contratti, che quindi stanno già maturando interessi, e i mutui ancora da contrarre, e cioè mutui autorizzati per la copertura del disavanzo. Anche qui è evidente in ogni caso l'inversione di tendenza.

Qui c'è un confronto dei risultati, a pagina 8. La linea più in basso è quella del deficit dell'anno, e si vede come si cerca di portare il bilancio in equilibrio, in pareggio, nel 2007 ci impegniamo a spendere le cifre che effettivamente entrano. I risultati di amministrazione, cioè la somma di tutti i disavanzi degli anni precedenti è diminuita – e c'è una discussione in corso se sia stato giusto o no, e quindi si può chiarire – ma l'importante è il debito totale che riguarda i debiti finanziari, i mutui già contratti e i mutui ancora da contrarre.

A pagina 9 c'è una tabella, quella che avevamo già mostrato l'anno scorso, e riguarda le entrate della Regione. Le entrate della Regione: facciamo il riepilogo, seguendo dal 2004 al 2007. La prima riga, la più importante, entrate tributarie e primarie, quelle la cui partecipazione al gettito fiscale della nostra regione nel 2004 era 3 miliardi e due; nel 2005 del tutto simile al 2004; nel 2006 cresce, perché avevamo fatto la scommessa di considerare i 7 decimi dell'Iva e li avevamo portati a 3 miliardi e nove; nel 2007 cresce ulteriormente e passa a 4 miliardi e 71. Come vedete c'è una crescita tra il 2004 e il 2007 delle entrate tributarie della Regione di già circa il 25%. Quindi, maggiore attenzione alle entrate di quasi il 30% direi: 27%. Poi c'è la previsione delle entrate delle nuove imposte che per il 2006 verranno pagate nel 2007, quindi entrano questi soldi. Poi c'è un'anticipazione di 500 milioni di euro delle entrate ex articolo 102 della legge finanziaria dello Stato dove anticipiamo una parte di quel salto che la compartecipazione al gettito fiscale farà nel 2010 grazie alla entrata in vigore del nuovo regime. Come sapete, le entrate crescono di una certa cifra per il 2007, per il 2008 e per il 2009, ed entrano totalmente a regime nel 2010 dove si fa un salto di quasi un miliardo e mezzo di euro.

E allora noi proponiamo una possibilità di equilibrare le entrate della Regione per diversi anni, nel 2007, nel 2008, nel 2009 e nel 2010, poi in futuro, in maniera che non ci siano degli anni più ricchi e degli anni più poveri, non ci sia uno squilibrio nelle entrate. Quindi in questo modo c'è una prima parte di tutte le compartecipazioni che passa a 4 miliardi e 796, superiore al 2006, rispetto al 2005, rispetto al 2004, superiore di quasi il 50%. Poi ci sono proventi vari, come il recupero di fondi di rotazione. Abbiamo ancora dei fondi di rotazione bloccati dagli anni '60 agli anni '70, per i quali paghiamo oneri alle banche ecc. ecc. che intendiamo recuperare e utilizzare per promuovere azioni di sviluppo che vedremo più avanti.

Così come prosegue l'attività di alienazione di beni patrimoniali – l'anno scorso è stata venduta la partecipazione in Banca Cis, ci sono dei bandi in essere sul Sbs che speriamo si porti a termine nelle prossime settimane se non nei prossimi mesi, ma forse nelle prossime settimane, o una parte del patrimonio immobiliare della Regione attualmente sottoutilizzato. Peraltro siamo stati richiamati alla Corte dei Conti a un miglior utilizzo, l'anno scorso, del patrimonio della Regione. Quindi questa somma costa 5 miliardi e 162 di entrate regionali proprie. Poi ci sono le assegnazioni statali: anch'esse crescono un pochino, arrivano a 2 miliardi e 20, di cui circa un miliardo per la spesa sanitaria, per la compartecipazione della spesa sanitaria; e poi ci sono le assegnazioni dei fondi europei, del Por e dei Fas. Fino a circa 7 miliardi e 182 milioni di euro. Questo si confronta con i 6 miliardi e 183 dell'anno scorso, con i 5 miliardi e 682 dell'anno precedente, 4 miliardi e 991.

Ad una limitazione delle entrate negli anni precedenti si sopperiva col ricorso all'indebitamento. Lo squilibrio di bilancio è ricorso all'indebitamento. Il mutuo a pareggio del 2004 era circa un miliardo e tre, in totale si poteva spendere 6 miliardi e tre; nel 2005 si potevano spendere 6 miliardi e 250, ma con un utilizzo degli utili pari a meno della metà; nel 2006 grazie alla politica delle entrate si poté spendere 6 miliardi e 349 ma con un utilizzo degli utili di soli 166 milioni; quest'anno ancora, grazie soprattutto alla nuova compartecipazione al gettito fiscale, il totale delle risorse manovrabili cresce ulteriormente e passa a 7 miliardi e 182, senza nessun ricorso al debito, senza dover autorizzare nuovi mutui e nuova capacità di indebitamento per la nostra Regione. Questo è il bilancio. La totalità delle risorse manovrabili.

Vale la pena però di dire subito due cose. Nel 2007 inizia il nuovo settennio di programmazione 2007-2013, e allora mentre negli anni scorsi sapevamo già all'inizio dell'anno in che aree, in che materie si sarebbero spesi i fondi Por, e magari anche parte dei fondi Cipe e dei fondi Fas, fondi per le aree sottoutilizzate, quest'anno non essendo ancora approvato il Por, bisognerà approvarlo entro il prossimo marzo, non sappiamo ancora dove questi altri 190 milioni di euro verranno spesi, come saranno ripartiti, in infrastrutture per la mobilità o nella scuola o nello sviluppo rurale, o cose di questo genere. Quindi, la ripartizione tematica di quei fondi la sapremo successivamente.

Sui Fas c'è un'importante novità. Come legge finanziaria di quest'anno, dello Stato, si è deciso diversamente dal passato di attuare il ciclo unico di programmazione, e cioè, parte il ciclo Por 2007-2013, e anche i fondi dello Stato per le aree sottoutilizzate, che prima venivano decisi annualmente e assegnati periodicamente, e su cui dunque la Regione non poteva tener conto nel lungo periodo, si è deciso di assegnarli una tantum per i 7 anni di programmazione, di dare certezza sulle cifre, in maniera che le regioni possano ricomprenderle all'interno del periodo di programmazione. E quindi viene data possibilità e viene raccomandata alla Regione per la prima volta di fare la programmazione dei fondi europei, dei fondi Por, e contemporaneamente di fare la programmazione anche dei fondi nazionali e dei fondi Fas, come vedremo un po' più in là. Per questo esercizio non sappiamo ancora come si distribuiranno nelle diverse strategie, lo sappiamo nel corso di quest'anno, mentre per gli anni prossimi lo sapremo già a inizio d'anno.

Questo è l'andamento delle entrate. Alla pagina successiva c'è un riepilogo, ancora una volta: le entrate regionali proprie; nella seconda riga, i mutui autorizzati a pareggio; e gli altri mutui. Poi c'è il riepilogo sulle spese obbligatorie, che può essere utile per verificare l'andamento delle spese obbligatorie, poi per le spese per il servizio del debito, per il cofinanziamento del Por (e vedete che quest'anno siamo più impegnati rispetto al 2006 per il cofinanziamento del Por) e... fondi per il disavanzo delle Asl, e così via.

A pagina 11 c'è un indicatore che è interessante: nel 2004, vedete, le spese della seconda riga, le spese obbligatorie sul totale delle entrate regionali proprie; nel 2004 le entrate regionali proprie erano 3 miliardi e 397 milioni – il resto con mutui, autorità – e le spese obbligatorie rappresentavano quasi il 100% delle entrate regionali proprie. Si diceva appunto che il bilancio fosse 'ingessato'. C'era una scarsa possibilità di fare scelte e decisioni politiche. Progressivamente, col recupero, o con un allentamento del bilancio delle spese e con un miglioramento della qualità della spesa, e con una crescita delle entrate, oggi le spese obbligatorie rappresentano meno del 70% delle entrate regionali proprie e cioè il bilancio regionale ha nuovamente la capacità di fare anche delle scelte politiche.

A pagina 12 c'è un confronto tra l'andamento dei due aggregati portanti: quello della spesa regionale – e vedete come parte da 4 miliardi e sette, il primo anno di questa legislatura diminuisce, poi cresce un po', diminuì e si sopperì con le spese Por e Fas, lo stesso nel 2006, e con quest'anno ricresce a 5 miliardi e 162, però totalmente finanziata dalle entrate proprie. Tant'è che, sotto, vedete la linea verde, i mutui autorizzati passano negli anni da un miliardo e tre a zero nel 2007.

Nella pagina 13 finalmente arriviamo a come spendere i soldi. Come sapete è cambiata la legge di contabilità, lo dicevamo prima, che riordina le spese per strategie. In questi giorni è anche cambiato il sistema informativo contabile della Regione: si è passati da un sistema di 25 anni fa a un nuovo sistema, il cosiddetto Sibar, che è entrato in funzione proprio in questi giorni. E per la prima volta i dati sono stati inseriti nel loro sistema contabile, che riguarda una parte importante della riforma della Regione e magari se ne potrà parlare in un altro momento. Quanto più la spesa è riordinata per strategie, la strategia istituzionale – e cioè le spese per il funzionamento della Regione, le province e il trasferimento ai comuni –, le spese per la conoscenza che riguarda le spese per l'istruzione e la formazione, e anche alcune politiche attive del lavoro per il reinserimento professionale; le spese per i beni culturali; le spese per l'ambiente e il governo del territorio; le spese per la sanità e le politiche sociali, tutte assieme; le spese per i sistemi produttivi e per l'occupazione; le spese per le reti infrastrutturali e poi altre somme non attribuibili specificatamente. Come dicevamo prima questi 5 miliardi e 162 non sono il totale della spesa regionale, perché non sono ancora ripartiti sulle strategie circa 800 milioni di euro fra fondi Por e fondi Fas: che andranno ripartiti necessariamente in queste strategie.

A pagina 14 ci sono non solamente le strategie ma le funzioni obiettivo così come sono previste dalla nuova legge di contabilità regionale. Che sono la strategia istituzionale, e qui ci sono: l'organizzazione istituzionale, il personale e il funzionamento dell'amministrazione regionale, le attività istituzionali, le attività di supporto, demanio e patrimonio, il sistema delle autonomie locali, che sono circa la metà del totale di questi conti. Poi c'è la conoscenza, vedete: politiche a favore dell'istruzione, politiche a favore della formazione, politiche attive del lavoro, ricerca scientifica e innovazione tecnologica. Poi ci sono i beni culturali: il patrimonio culturale e gli interventi a favore della cultura. Ambiente e territorio, anche qui tutti gli obiettivi: sulle energie rinnovabili, sulle risorse idriche, la difesa del suolo, la difesa delle coste, i rifiuti, la tutela e il risanamento ambientale, le città e i sistemi urbani, le aree e i sistemi rurali e così via. Qui magari vedete che non investiamo nulla sulle aree e i sistemi rurali, non perché pensiamo di non dover investire sui sistemi rurali ma perché pensiamo di dovervi investire con i fondi Por che non sono ancora attribuiti.


Ancora, le politiche della sanità e le politiche sociali. Poi i sistemi produttivi e occupazione, anche qui vedete i diversi obiettivi previsti dalla legge di contabilità: la strategia aperta dei sistemi produttivi e dell'occupazione, cioè l'internazionalizzazione, il turismo sostenibile, l'artigianato, le filiere agroalimentari, la pesca e acquacoltura, le politiche per l'occupazione rivolte alle imprese e le nuove tecnologie. Poi ci sono i diversi obiettivi della strategia delle reti infrastrutturali, che riguardano le reti stradali, la rete ferroviaria ecc. ecc. Su queste politiche infrastrutturali naturalmente agiranno maggiormente quei famosi 800 milioni di euro di fondi Por e di fondi Fas. E poi l'ultima riguarda le somme non attribuibili.

Nella pagina successiva abbiamo riepilogato i dati, come eravamo abituati a vederli fino all'anno scorso, divisi per assessorato. Questo semplicemente per poter fare un confronto, ma naturalmente sono più utili, più chiari e più comprensibili i valori organizzati così come abbiamo appena visto.

Qui c'è un'informazione, lo abbiamo già visto altre volte nel caso di altre riunioni che vale ricordare però, a pagina 17, e ci sono il totale dei fondi stanziati nella programmazione 2007-2013. Ci sono l'elencazioni di quelle risorse Por e nazionali, previste quindi in un ciclo unico di programmazione 2007-2013. E c'è una prima proposta di ripartizione, naturalmente deve essere discussa e approvata, e sarà approvata con l'approvazione del Por e con la programmazione totale. In realtà, poi, gli spazi di manovra non sono amplissimi perché il Qsn ci indica comunque le dieci strategie e ci dà anche delle indicazioni precise sulla ripartizione all'interno delle stesse strategie.

E quindi, la prima strategia: il miglioramento e la valorizzazione delle risorse umane; poi la promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell'innovazione per la competitività; la terza, l'uso sostenibile ed efficiente delle risorse ambientali per lo sviluppo... Tutti questi valori sono tutti molto vicini all'indicazione del Qsn nella prima colonna. Come vedete, nell'ultima colonna c'è il totale delle entrate e una possibile ripartizione per strategie. Il totale delle entrate da programmare è circa 8 miliardi e mezzo di euro. E si prevede di spenderne il 7,9% nel miglioramento e valorizzazione delle risorse umane, il 13,8% nella promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell'innovazione per la competitività e così via.

Poi, è stata fatta una stima di quelle risorse che rimangono nella disponibilità del governo nazionale, che devono essere spese però nella regioni sottoutilizzate come la nostra. E dobbiamo avere la capacità di intercettarne una quota equilibrata rispetto alla popolazione della nostra regione sul totale della popolazione di queste aree. Nel passato non ci siamo riusciti a sufficienza e quindi abbiamo naturalmente l'esigenza, e c'è anche l'impegno del governo in questo senso ad assicurare che la Regione sarda abbia una quota equilibrata delle disponibilità nazionali su queste politiche. Questa dovrebbe essere superiore ai 3 miliardi di euro, quindi se sommiamo quella che è già nella nostra disponibilità e quella che è invece nella disponibilità del governo ma può essere discussa e programmata assieme al governo, arriviamo a circa 10 miliardi e mezzo di euro.

Peraltro segnalo che è una stima molto prudenziale questa perché solamente con il Ministro della Pubblica istruzione stiamo discutendo un programma che riguarda l'utilizzo dei Fondi europei per l'istruzione in Sardegna, per le infrastrutture scolastiche, per l'edilizia scolastica, per la lotta alla dispersione, che può essere vicino al miliardo di euro, e quindi rappresentare quasi la metà di questa cifra che stiamo stimando. Quindi il totale delle cifre programmabili potrebbe essere circa 10 miliardi e mezzo di euro.

Cosa contiene il bilancio di quest'anno rispetto a quello dell'anno precedente? Comprende queste novità che abbiamo chiamato Azioni di sviluppo con fondi regionali. Poi altre azioni di sviluppo naturalmente ci saranno coi fondi Por e fondi Fas, che devono essere programmati entro il 31 marzo. Abbiamo immaginato una politica di riequilibrio degli enti locali, di 150 milioni di euro, quindi trasferendo risorse ai piccoli comuni, ai comuni dell'interno: un riequilibrio fra le aree costiere e le aree dell'interno. Ci sono politiche per l'ambiente, dalla conservatoria delle coste all'incentivazione per gli enti pubblici degli impianti fotovoltaici. Ci sono 30 milioni di euro per il risanamento degli stagni nel triennio: 3 milioni quest'anno, 10 l'anno prossimo e così via. Ma in realtà una politica importante per il risanamento degli stagni verrà finanziata coi fondi Fas che verranno programmati nei prossimi mesi.

Poi ancora ci sono 10 milioni per 3 anni, quindi 30 milioni per finanziare ulteriormente le bonifiche minerarie, oltre alle cifre che verranno finanziate attraverso la discussione in corso col Ministero dell'Ambiente. C'è ancora una politica per la bonifica, per l'eliminazione dell'amianto. C'è una politica, oltre che per il risanamento degli stagni, per la costituzione di una società che promuova l'utilizzo produttivo degli stagni.

Ci sono interventi per l'artigianato tradizionale, interventi per l'utilizzazione turistica di strutture di particolare pregio, dovrebbe essere l'avvio di una catena, come è stato fatto in Spagna e in Portogallo, di 'paradores', di case storiche di particolare pregio ai fini del turismo dell'interno. Poi c'è una promozione per la riconversione delle seconde case in strutture ricettive di tipo alberghiero. Quindi, in coerenza col Piano paesaggistico regionale, la riqualificazione di seconde case nel litorale. La politica più importante che facciamo è nel recupero e costruzione di nuove case.

Una grande politica per la casa, che pensiamo di fare per i prossimi tre anni e che prevede uno stanziamento di 100 milioni di euro già nel 2007. E' anzitutto una grande politica sociale, di sostegno alle famiglie, di sostegno alle giovani coppie, di sostegno al diritto, alla necessità di una casa nel momento in cui sembra esserci anche un'esplosione nel costo degli appartamenti. E' una politica, quindi, innanzitutto di sostegno alla famiglia. E' una politica di recupero dei centri storici – perché pensiamo di non costruire più nessun nuovo palazzo in periferia ma solamente riconvertire il patrimonio edilizio già esistente nei centri storici, e quindi portare anche la gente nei centri storici, all'interno dei paesi tradizionali e nelle città. E poi una politica a sostegno dell'impresa edilizia e del lavoro. Poi magari entriamo in maggiori dettagli su quali linee questo intervento di 100 milioni di euro nel 2007, che intendiamo protrarre negli anni successivi, possa esplicitarsi.

L'ordine di grandezza è che oggi il patrimonio pubblico di alloggi di edilizia residenziale è di circa 20mila alloggi, di proprietà degli ex Iacp. Ricordo che dal 1° gennaio è attiva Area la nuova agenzia regionale unica per l'edilizia abitativa e questo segna un rilancio dell'edilizia abitativa, l'avvio dell'attività di Area. Il patrimonio edilizio è di circa 20mila alloggi, in affitto; in tre anni si può mettere in moto la costruzione, il risanamento, il recupero di 15mila nuovi alloggi. Quindi è una politica importantissima anche dal punto di vista della dimensione, se paragonata alla consistenza attuale.

C'è un finanziamento agli oltre 100 comuni che ancora non partecipano ad Abbanoa, perché abbiano il capitale per entrare all'interno del servizio idrico integrato, all'interno di Abbanoa. Quindi 20 milioni di euro con i quali i comuni entreranno a far parte di Abbanoa e che servirà anche per aumentare il capitale di Abbanoa e per il riequilibrio della partecipazione in Abbanoa da parte di tutti gli enti locali della Sardegna.

Ci sono delle politiche per l'agricoltura: per aiutare l'aggregazione delle filiere agricole in difficoltà. Ci sono delle filiere che ultimamente si stanno aggregando, quelle dell'ulivo, dove magari ci sono delle cooperative storiche in difficoltà che in questo modo si possono aiutare. Lo stesso nel settore vitivinicolo, lo stesso nel settore ovino, e il settore del riso. Quindi in questo modo si portano a termine dei progetti di integrazione, di risanamento e di rilancio, aiutando alcune cooperative in difficoltà. E poi c'è anche un contributo straordinario – che poi magari vedremo se riusciremo ad aumentare – per cercare di incentivare l'integrazione addirittura fra i due settori lattieri-caseari, quelli del comparto vaccino e quelli del comparto ovino, ritenendo che questa possa essere un'occasione di grande rafforzamento per entrambi i settori, e di una sostanziale crescita della capacità di competere del nostro sistema agroalimentare.

C'è l'avvio delle manutenzioni straordinarie per le reti irrigue: una piccola cifra che può essere incrementata in maniera importante coi fondi Por e Fas. C'è per la prima volta l'incentivazione del sistema assicurativo contro le calamità naturali. Lo dicevamo nel programma di governo e lo stiamo avviando grazie al lavoro svolto già quest'anno con le associazioni e con le società assicuratrici. Incentiviamo il ricorso all'assicurazione per non dover ricorrere ai contributi per le calamità. C'è un progetto per la produzione di biodiesel che poi può essere utilizzato dal sistema pubblico locale. C'è un finanziamento triennale per incentivare il riordino fondiario.

Queste sono naturalmente alcune politiche con i fondi proprio regionali, che prescindono dalla politiche che invece avremmo fatto con i nuovi fondi europei e con i nuovi fondi per le aree sottoutilizzate.

Ci sono delle politiche importanti sull'istruzione. Noi abbiamo detto che quest'anno vorremmo occuparci in maniera importante del rilancio della scuola e del miglioramento del sistema scolastico e dell'istruzione in Sardegna. Con la legge finanziaria prevediamo di istituire una Direzione generale per la scuola e per l'istruzione presso l'assessorato ai Beni culturali. A voler significare la maggiore importanza che diamo alla scuola rispetto al passato e la necessità della Regione di avere un ruolo maggiore nella programmazione, nel sostegno, nella verifica della qualità del sistema scolastico regionale.

Ci sono contributi a favore degli studenti che frequentano l'università, per l'affitto di casa; un'azione importante nel triennio di contrasto della dispersione scolastica; un contributo speciale all'università per chiamare docenti stranieri; la costruzione di altre case dello studente; l'edilizia scolastica e, ancora, una politica a sostegno delle famiglie per asili nido e scuole materne; il recupero di beni culturali; i contributi straordinari alle autonomie scolastiche: a specificare la volontà di questa Regione di essere vicina al mondo delle scuole, da non considerarsi semplicemente un affare dello Stato, totalmente delegato allo Stato, ma un'attività che ci riguarda tutti e che ci deve riguardare tutti in maniera particolare. Dal geometra che si occupa di edilizia scolastica ai comuni nei quali le autonomie scolastiche insistono.

E naturalmente la qualità della scuola può crescere in quanto tutto il sistema della pubblica amministrazione se ne fa anche carico. Portiamo avanti il progetto sulla lingua inglese che è stato appena avviato e che spende nel 2007 i fondi già stanziati nel 2006. Qui c'è un piccolo intervento di una cosa incompiuta di tantissimo tempo che riguarda il palazzetto dello sport di Nuoro, con un intervento nel triennio per portarlo finalmente a termine.

Ci sono interventi speciali sulla sanità e sulle politiche sociali, che accompagnano anche l'approvazione speriamo nei prossimi giorni del Piano sanitario regionale. Un intervento in nuove tecnologie, un intervento che riguarda 15 milioni all'anno per i prossimi tre anni per il recupero e la riconversione di piccoli ospedali. Pensiamo a una politica sociale per l'incremento delle nascite, che va assieme alla politica per la casa per le giovani coppie, alle politiche per la costruzione di asili nido.

Una politica per l'incremento delle nascite. Credo che stiamo parlando troppo poco di un fatto fondamentale: che la Sardegna sia all'ultimo posto in Italia nel tasso di natalità. Se questo andamento dovesse proseguire, l'Istat ci dice che nel 2050 la Sardegna passerà da un milione e 650mila abitanti a un milione e 300mila. E cioè non è il centro della Sardegna che si sta spopolando: è l'intera Sardegna che si sta spopolando. E il centro si spopola anche perché l'intera Sardegna si sta spopolando. Allora credo che dobbiamo dedicare tutta l'attenzione necessaria a questo problema rilevante. E dare coraggio ai giovani, naturalmente anche con delle politiche attive del lavoro: dare coraggio ai giovani, che si sposino, che mettano su famiglia, che mettano al mondo dei figli; e intendiamo aiutarli in tutti i modi affinché questo percorso possa essere fatto con maggior serenità possibile.

Poi ci sono altri progetti che attengono più alla sanità riguardo alle patologie croniche - il diabete e così via – c'è un intervento straordinario per le reti dell'emergenza, l'elisoccorso, il pronto soccorso e così via, poi c'è un progetto, che riguarda anche una politica sociale, una politica di governo del territorio, di 5 milioni sulla informatizzazione dei catasti. E' un modo per riordinare i catasti, che ci serve per una migliore comprensione del nostro territorio, per una lotta all'abusivismo, per un recupero dell'Ici, per un recupero delle tasse sulle seconde case dei non residenti, per un miglior funzionamento di Abbanoa e per il recupero di tutta la fatturazione che non viene fatta, e anche come politica per dare lavoro perché può coinvolgere alcune centinaia di giovani interessati a questa attività.

Sulla politiche del lavoro c'è un progetto che è stato concordato per la stabilizzazione di circa 500 lavoratori socialmente utili. C'è un rafforzamento di un programma già avviato con successo l'anno scorso, per 25 milioni di euro, per l'inserimento professionale – e quest'anno lo portiamo a 30 milioni di euro; c'è un altro progetti per gli sgravi contributivi per le imprese.

C'è, infine, per i trasporti un progetto per il risanamento dell'Arst e la trasformazione in S.p.A.: il risanamento dell'Arst sconta una perdita straordinaria di 10 milioni quest'anno dovuta alla condanna definitiva da parte del Tribunale alla restituzione dei famosi 10 milioni di euro dello scandalo Fideuram. E quindi c'è quel risanamento e abbiamo bisogno di risanare, di riportare in positivo il bilancio dell'Arst per poterla privatizzare. E poi c'è la possibilità di contribuire alla nascita di una nuova società che arricchisca l'offerta di trasporto navale in competizione con la Tirrenia, migliorando le condizioni di continuità territoriale e migliorando il livello dei costi sul trasporto merci e il livello dei costi e la qualità del trasporto merci e delle persone. Sia per nave che per aerei.

Questi in prima battuta sono gli interventi nuovi di questa legge finanziaria che proponiamo alla vostra attenzione e alle vostre considerazioni. Come dicevo nei prossimi giorni vi faremo avere un tabulato con l'indicazione delle strategie, degli obiettivi e dei capitoli".