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Dibattito in Consiglio su mozione di sfiducia

Cagliari, mercoledì 24 gennaio 2007, Consiglio regionale
"Provo a fare anch'io qualche considerazione sul dibattito di ieri sera, di ieri pomeriggio, e di oggi. Siete intervenuti in tanti, non mi è facile semplificare questo dibattito, anche perché mi pare che l'abbiate preso da punti di partenza diversi. Ci sono almeno tre tipi di considerazioni insomma, che mi sono arrivate, che più o meno ho capito.

La prima, naturalmente leggendo il testo della mozione, francamente un pochino scarno e anche un pochino inaccettabile è stato ampiamente semplificato questo atteggiamento qui, quello della mozioncina del 'marrano'. Poiché il Presidente ci ha sfidato, bene, noi mostriamo di aver coraggio ripresentando la mozione di sfiducia e quindi votando effettivamente la possibilità di andarcene tutti a casa. Be', intanto non mi pare che io vi abbia sfidato a presentare una mozione di sfiducia, anche perché non ne avevo assolutamente voglia di sottoporre il Consiglio a questa giornata di dibattito. Ho detto che magari se volevate parlare di sfiducia al Presidente, già il 28 di novembre, mi pare che fosse quella la data, avreste dovuto presentare una mozione di sfiducia, e forse non l'avevate fatto per i motivi che avevo riferito. Ve la siete presa, io credo in maniera non dovuta. Ho cercato semplicemente di dire con franchezza, che lo stare in quest'aula comporta dei privilegi, per cui credo che il privilegio massimo non sia quello degli emolumenti che tutti abbiamo, quanto il privilegio di poter insultare chiunque senza doverne dare conto. Si dice che gli insulti in quest'aula facciano parte della politica, io continuo a pensare come il primo giorno che sono entrato in quest'aula, che gli insulti sono insulti e sono comunque disdicevoli se possono far parte del bagaglio politico di chicchessia. Certo, sono una scorciatoia, quando si ha poco da dire e si ha difficoltà a portare un contributo al dibattito è molto più facile contribuire con un insulto, senza magari neanche pentirsene.

Quel giorno lì, il 28 di novembre, a quella reazione avevo subito chiarito che mi dispiaceva aver turbato la vostra sensibilità e avevo anche riconosciuto, come ho già fatto tante volte in quest'aula, che mi appartiene un punto della condizione umana, compreso il fatto di capire le accuse inutili, e quindi da essere umano mi comporto in quest'aula, nel bene e nel male, e mi ero scusato del fatto di non essere riuscito in quel momento a svolgere il ruolo di Presidente della Regione nel modo più nobile possibile, che è quello di accogliere sempre, di accogliere tutto, di accogliere qualsiasi cosa e di valorizzare anche gli insulti, anche le offese, anche i comportamenti non particolarmente degni di quest'aula, e di intendere in quei comportamenti, una debolezza e una richiesta di aiuto. In quel caso forse la richiesta di dare un senso a un'opposizione che non riesce a definirsi, che ha una richiesta di aiuto a prestare un contributo, che pure è dovuto in quest'aula, e che molto spesso si sta avendo difficoltà a portare.

Quindi, quella discussione lì per me era terminata, l'avete voluta riaprire, io credo sbagliando. Penso che l'abbiate capito anche voi che avete sbagliato, tant'è che, diceva il consigliere Artizzu: poi ci abbiamo pensato. Quasi che pensarci fosse un optional. Pensarci è importante sempre, pensarci prima, pensarci sempre, e allora quel punto di ingresso nella discussione della mozione francamente lo trovo sbagliato, e lo trovo sbagliato e mi dispiace, mi rattrista, per un motivo che è stato ricordato anche da altri: bisognerebbe utilizzare gli strumenti in maniera equilibrata al risultato che si vuole ottenere. Qui siamo tutti democraticamente eletti dal popolo, tutti rappresentiamo il popolo. Da chi ha preso 500 voti, a chi ne ha preso 5mila, a chi ne ha preso 500mila, tutti rappresentiamo il popolo e forse va anche considerato che comunque il popolo sardo si è espresso, si è espresso e ha dato un mandato ad un Presidente e a una maggioranza, per dei ruoli diversi. Gliel'ha dato in maniera chiara, inequivocabile, senza che nessuno si sia alzato a dire che c'erano brogli elettorali, e gli ha dato un mandato per cinque anni. E allora, se 44 persone, o 43, si devono prendere la responsabilità di contraddire un milione di persone, credo che lo debbano fare per un motivo preciso, forte, circostanziato: tradimento, furto, mancanza dei fatti, incongruenza rispetto alle cose che si erano promesse, insomma, ci vuole una colpa grave e non mi pare che si sia visto nulla di tutto questo in questi due anni e mezzo.

Si sono avute delle cose che hanno diviso, che non ci vedono concordi, su cui la pensiamo in maniera diversa, ma non si è vista nessuna colpa grave, per la quale credo che uno strumento come questo potesse essere giustamente utilizzato. Francamente mi vengono in mente quelle immagini dei cartoni animati, in cui il cacciatore va a sparare a un uccello con un cannone, per cui si fa male da solo, perché era assolutamente sproporzionato lo strumento che utilizzava. Per questo mi ha rattristato questa mozione, mi rattrista questo dibattito e lo trovo inutile.

Allora, può essere invece che il senso vero di questa mozione fosse un altro. Be', intanto si continua ad accusare, accusare così come viene, diciamo qualsiasi cosa anche senza meditarla troppo, anche senza circostanziarla troppo: intanto accusiamo, poi qualcosa rimane e in più costringiamo gli altri a difendersi, ormai questo fa parte degli strumenti nazionali, sono stati utilizzati dai leader più importanti del centro destra. Attacchiamo, qualsiasi cosa diciamo, come minimo costringiamo gli altri a difendersi e in più la calunnia qualcosa lascia sempre per strada. Be', insomma, anche in questi giorni è stata usata in maniera totale nel dibattito, perché anziché parlare nel merito, sono sempre riportati dati, lei, consigliere Gallus, non so perché continuare a dire: perché questi soldi saranno disponibili solo nel 2013. Non so da dove abbia preso questa data del 2013, è sbagliata, è dal 2010. Lei consigliere Cappai, che quasi rompeva il microfono, non so perché fosse così adirato, che ci ha mostrato l'iniquità di questa Giunta nello spendere soldi in consulenze. E' sbagliato. Vada nel sito internet della Regione, c'è un documento importante che parla dei costi del personale e dell'organizzazione della Regione. Ci sono tutti i costi del personale e delle consulenze, dal 2004 al 2005, e vedrà che c'è una specie di piramide, per cui la spesa prima sale e poi scende. Sono dati ufficiali, li può andare a controllare.

Ha citato anche (scusatemi se perdo tempo sui dati in dettaglio, ma dà il senso delle cose), quanto male facciamo utilizzando un avvocato, che ha citato per nome e cognome, 42mila euro qui, 42mila euro là: è vero. Ha una consulenza, da parte di un assessorato, di 35mila euro all'anno, più le spese fa 42mila euro. Lo stesso assessorato che negli anni precedenti aveva quattro consulenze, tre da 100mila euro e una da 70mila, sono 370mila euro all'anno, quindi la differenza è: 35mila contro 370mila, affinché si spieghi meglio lo lascio qui, lo può anche vidimare il presidente.

E' successa questa cosa, e di questo mi dispiace, dal primo giorno. Dal primo giorno in cui sono entrato in quest'aula c'è stato qualcuno che ha detto: be', c'è stato subito un clima di scontro, di ostilità è stata usata una parola anche, direi abbastanza terribile, di disprezzo verso quest'aula. Io onoro quest'aula, la onoro partecipando ai vostri lavori, la voglio onorare per quello che rappresenta e la onoro sempre, la onorerò sempre, anche quando non ci sarò più, per quello che rappresenta. Nondimeno credo che quest'aula debba essere onorata innanzitutto dalle parole che spendiamo in quest'aula, e quest'aula va onorata innanzitutto togliendo la calunnia da quest'aula, e allora scusatemi se cito un fatto personale: una delle prime cose che sono state dette in quest'aula, furono le accuse che per giorni, settimane, tempestavano i giornali sardi, poi i giornali nazionali, le televisioni, circa il reato, che io avrei commesso, di devastazione ambientale, di abuso edilizio. Per quanto tempo avete usato questa storia del reato dell'abuso edilizio e della devastazione ambientale? Vi voglio segnalare che le vostre parole, quando parlate di reato, provocano delle azioni giudiziarie, io sono stato indagato per questo. Sono stato indagato a lungo dal Tribunale di Cagliari e debbo dire: spero di essere indagato anche per le accuse sui temi ambientali che qualcuno ha richiamato, dell'ex assessore Dessì, spero di essere indagato anche per quello, spero che si apra un'indagine anche per quello. Allora, io sono stato indagato per devastazione ambientale e per abuso edilizio, ma sono stato assolto, sono stato assolto in istruttoria. L'avete visto sui giornali? L'avete sentito alla televisione? C'è qualcuno di voi che si è alzato per dire: mi ero sbagliato. Sono stato accusato per essermi difeso, mi sono difeso come qualsiasi essere umano davanti a delle accuse devastanti, come sono quelle di commettere un reato. Un reato che riguarda il luogo dove poi si vive coi propri figli, a cui diamo il messaggio che dormiamo, non nel luogo che magari è anche il frutto del lavoro del padre, ma è il frutto del reato del padre. Allora credo che io avessi il dovere di difendermi, di difendermi contestando, cercando di limitare le accuse e denunciando.

Sono stato richiamato per questa denuncia al consigliere Cappai. Lei ieri mi ha detto: mi denunci anche per questo. No, io non la denuncerò più, mi dica quello che vuole in futuro. Non la denuncerò più, perché già la volta scorsa le avevo segnalato quale fosse il senso della denuncia: cercare di porre un muro, di mettere un limite alle vostre parole, alle vostre azioni, di mettere un limite tra fatti personali e fatti politici, e richiamarvi a parlare di politica e non di fatti personali, in maniera così grave e così indegna. Le avevo anche detto che bastava che venisse, anche segretamente a dirmi che forse aveva sbagliato e che avrei ritirato quella denuncia. Be', glielo dico oggi: lei non è venuto. Come quella pubblicità di un profumo dozzinale che diceva: l'uomo che non deve chiedere mai. Io credo che ogni tanto valga la pena di chiedere e di chiedere scusa o di segnalare almeno un errore, come a tutti noi che facciamo parte della condizione umana, capita di sbagliare. Insomma, in poche parole, oggi, forse non c'è bisogno del suo riconoscimento, perché l'ha già riconosciuto il Tribunale, ritenendo di non dover procedere e quindi magari riterrò anch'io di togliere questa denuncia per tutti voi, senza bisogno che me lo chiediate, semplicemente per togliere anche questo punto di eventuale conflitto in quest'aula. E allora, io credo che molta della conflittualità stia in questa negazione reciproca o volontà di non legittimazione che fin dalle prime battute si è avuta in quest'aula. Io ho avuto l'onore, il grandissimo privilegio, di partecipare all'elezione del Presidente Napolitano, e sono rimasto francamente scosso da quell'aula, in cui entravo per la prima volta, dove persino nel momento in cui si eleggeva il capo dello Stato, che almeno per un istante era il capo dello Stato di tutti, c'era una parte dell'aula che non si è alzata in piedi, non ha fatto un applauso e anzi ostinatamente dava le spalle al nuovo capo dello Stato. Sono atteggiamenti che non ci possono essere, che sono profondamente sbagliati, quelli sì, minano il Parlamento e minano questa istituzione.

E allora, se ci riconosciamo reciprocamente, forse la qualità del lavoro di quest'aula può migliorare nei prossimi due anni e mezzo, e io vi propongo di farlo. E' possibile poi che questa mozione servisse anche a perdere un altro po' di tempo. Qualche volta si ha il timore che ci sia la volontà di far perdere tempo, perché meno si farà in questa legislatura e meno saranno gli eventuali successi che questa maggioranza potrà portare alle prossime elezioni. Anche questo atteggiamento fa parte della politica. A volte la minoranza, invece che contribuire con la qualità del lavoro, rischia di contribuire negando il lavoro. Io ho poca esperienza parlamentare, da consigliere regionale. Francamente continuo a non capire il perché tante volte si hanno occasioni, le opportunità di discutere in commissione e si eviti la discussione utilizzando, io credo male, il regolamento, essendo in commissione ma non figurando presenti per far mancare il numero legale, per evitare la discussione, e questo dice che la maggioranza si sottrae al confronto, quasi che la possibilità di discutere debba essere per forza data dalla presenza della maggioranza, non faccia parte anche del ruolo di un consigliere di minoranza, essere in Consiglio, avviare la discussione, far crescere la discussione. E lo stesso in commissione. Credo che un ottimo modo di affrontare questa mozione, più opportuno, sia stato quello (in rarissimi casi è stato fatto) di parlare nel merito delle cose. E bene ha fatto il capogruppo dei Ds di richiamare una possibilità di discutere un'altra volta, a metà legislatura, di quello fatto fino a adesso e quello che rimane da fare. E nel discutere sul merito delle cose può essere utile e forse è anche un buon esempio per il futuro, così come abbiamo cercato di fare con quel documento che stiamo distribuendo, dare un segno di trasparenza. E debbo dare atto che il capogruppo di Forza Italia ha parlato nel merito, soprattutto all'inizio dicendo: va tutto male, il piano paesaggistico, le entrate, le servitù militari.

Be', sul piano del merito effettivamente questo dibattito è servito a chiarire le differenze. C'è una differenza profonda tra quello che pensiamo noi, che pensa questa maggioranza, che fa parte del programma di governo, e quello che pensate voi. C'è una differenza profonda e questo è un bene che appaia in maniera chiara, fra quello che pensiamo noi sull'ambiente, e l'atteggiamento che abbiamo avuto sui piani paesaggistici regionali. C'è un atteggiamento profondo, fra quello che vi diciamo noi sulla presenza delle servitù militari, rispetto a quello che pensate voi. C'è una differenza profonda fra quello che pensiamo noi sulla necessità di risanare il bilancio e la legalità di risanamento del bilancio. C'è una differenza profonda, avete richiamato anche questo tema, su quello che pensiamo noi sul valore dei beni culturali e sulla tutela dei beni culturali, e sulla lingua sarda e sulla sistematizzazione e valorizzazione dei nostri beni culturali. C'è una differenza profonda, ma è bene che sia emersa come è emersa in questa legislatura. E c'è una differenza profonda sul valore della scuola, sulla scuola pubblica rispetto a una formazione professionale privata. C'è una differenza profonda sulla distribuzione della formazione professionale, che non può sostituire a 14 anni la scuola. C'è una differenza profonda nella visione della scuola. E' stato richiamato: umiliamo la scuola privata? No, ma c'è una differenza di impostazione, sul valore della scuola pubblica rispetto a quella privata, e c'è una differenza di impostazione sul valore della sanità pubblica rispetto a quella privata. Ci sono due mondi diversi. C'è un mondo della Lombardia, che ha liberalizzato, che ha promosso, che ha privatizzato in maniera importante la sanità, e c'è una modalità a cui ci siamo riferiti, a cui ci atteniamo in Sardegna.

Quindi, se parliamo nel merito delle cose in effetti ci sono differenze profonde che ci separano. Differenze profonde però, che non abbiamo aspettato a dopo le elezioni a far emergere, ma che abbiamo comunicato in campagna elettorale. E delle cose di cui ho parlato e di cui voi avete riferito, non ce n'è neanche una che non sia stata prima comunicata agli elettori e non faccia parte del programma elettorale. Nel programma elettorale avevamo parlato esattamente della legge salvacoste, avevamo parlato esattamente della formazione professionale, avevamo parlato dei beni culturali, della lingua sarda. Avevamo parlato delle riforme dell'agricoltura, dell'acqua ed è su quei temi che la maggioranza dei sardi ci ha dato mandato a governare la Regione per cinque anni e a riformare la Regione per cinque anni ha dato questo mandato al Consiglio regionale.

E allora, io voterò contro questa mozione. Non mi astengo, voto contro, per responsabilità verso gli elettori che mi hanno dato un mandato per cinque anni e che voglio onorare e voto contro perché non c'è assolutamente nessun motivo che mi faccia pensare il contrario, perché in questi due anni e mezzo, con una coerenza sicuramente facilitata dal nuovo sistema elettorale, ma rara rispetto al passato, stiamo portando avanti esattamente quello che avevamo promesso agli elettori".