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Gestione dello stagno di Cabras: convegno organizzato da Legambiente e Legapesca

Cabras, sabato 13 gennaio 2007, Museo archeologico
"Ringrazio il presidente della commissione ambiente e lavori pubblici della Camera, Ermete Realacci, per aver partecipato e anche per le parole di apprezzamento per alcune delle politiche regionali.

Il presidente della Provincia di Oristano ricordava che ci siamo visti recentemente e che probabilmente nei prossimi giorni ci si rivedrà ancora, per arrivare alla fine a definire alcuni progetti concreti, attuabili subito, ai quali la Provincia, le diverse forze sociali della Provincia e della Regione, intendono lavorare assieme immediatamente per portarle a realizzazione, facendo tesoro di quella discussione ampia che è stata fatta, attraverso la progettazione integrata, che molte aspettative comunque ha generato nei diversi territori della regione. Ma, mentre tra qualche giorno appunto, si firmerà un impegno di questo genere, va anche detto, l'ha anche detto il presidente della Provincia, che proprio qualche settimana fa invece, la Regione ha firmato il primo di questi impegni che sono stati presi dalla Regione Sardegna col Comune di Cabras. Abbiamo scritto, in poche pagine, alcune cose chiare che il Comune, la Provincia e la Regione, vuol fare.

Perché proprio Cabras? Non significa che la Regione voglia firmare documenti con tutti i Comuni della Sardegna, però Cabras, certo, è un posto emblematico. E' un posto emblematico in una Regione che ha un modello di sviluppo che, anche prima l'onorevole Realacci ricordava, un modello di sviluppo che sicuramente si basa sul valore della conoscenza e sulla capacità attraverso la conoscenza a generare industria, impresa, impresa tecnologica. Ma si basa anche sulla conoscenza di saperi tradizionali e sulla capacità di legare fattori tradizionali alla qualità ambientale e ai territori.

Allora, su questo Cabras è effettivamente emblematica, perché Cabras è veramente, in qualche modo, lo specchio della incapacità di noi tutti di far tesoro delle ricchezze che abbiamo. Qui c'è uno dei tesori più importanti della storia, della cultura della Sardegna, del Mediterraneo vorrei dire, attraverso Tharros e tutte le stratificazioni, fino ai romani e ai bizantini. C'è, credo, un'intera sala del British Museum, di Cabras, in maniera più copiosa di quanto forse il museo della Sardegna ha. C'è la storia, c'è l'archeologia, c'è l'ambiente, in maniera straordinaria, quell'ambiente maggiormente apprezzato, in questo momento, anche dai flussi del turismo. Le spiagge, quaranta chilometri di spiagge e tra queste, lo diciamo sempre che sono tra le spiagge più belle della Sardegna: le spiagge di Is Arutas, e così via, ancora vergini. C'è l'agricoltura, l'agricoltura anche importante che si sta facendo. C'è la cultura, appunto degli stagni, e alcuni piatti e alcuni prodotti che vengono dagli stagni, che risalgono fino a 3.000 a 4.000 anni fa, venivano ricordati prima, e sempre più apprezzati in giro per il mondo. Insomma, c'è antichità, c'è ambiente, c'è cultura, ci sono gli stagni, c'è tutto. E com'è che c'è ancora una persona che non ha lavoro a Cabras? E se rimarranno difficoltà a Cabras, be', insomma, rimarranno dappertutto, in tutta la Sardegna. Se non riusciamo a risolvere Cabras, come è possibile risolvere Baradili o i posti dei paesi dell'interno o le zone sicuramente più disagiate della Sardegna?

Allora, per forza di cose, la politica tutta deve mostrare che è capace di valorizzare quello che ha, partendo dai valori più importanti e che, un modello di sviluppo, e sviluppo vero, in un paese come questo ci deve essere e ci può essere subito. Su questo, appunto, è stato firmato un protocollo, dove alcuni progetti sono individuati, progetti importanti, e vengono finanziati immediatamente e partono dal presupposto che lo sviluppo non significa cancellare i paesi che ci sono e fare dei finti paesi nuovi che danno le spalle ai paesi veri e che in qualche maniera svuotano, spopolano e tolgono anima ai paesi veri, facendo dei paesi finti, che rimangono aperti per due o tre mesi all'anno.

La gente si sta spostando sempre di più verso i paesi veri, che i paesi finti. I paesi veri che rimangono aperti 12 mesi all'anno, che hanno stratificazioni di storia, di persone che ci sono vissute, di anima che l'attraversa in ogni paese, e i personaggi, da quelli più importanti a quelli minuscoli delle storie locali, altrettanto importanti. E allora, in questo accordo si parla della potenzialità turistica di Cabras, non nel cancellare Cabras per costruire qualcosa di diverso, per appiattirci tutti rispetto alle esigenze dei turisti, ma costruire una Cabras che sia innanzitutto se stessa, che creda innanzitutto sui valori di se stessa, e poiché ha valori importanti, e poiché li rafforza, li tutela, li valorizza, li sottolinea, accoglierà turisti nella Cabras vera, non nella Cabras finta.

E allora si lavora per l'accoglienza dentro il paese, per l'accoglienza attraverso gli alberghi diffusi, per la ristrutturazione di diverse case, che già ci sono, e alcune stanno già dando segni di successo imprenditoriale. Per legare il centro, partendo dalla Basilica, col museo, con la zona dei pescatori che c'è qui affianco al museo, con le passerelle che si sono già iniziate fino a San Salvatore, per valorizzare San Salvatore e per sistemarlo finalmente, ed è un altro dei grandi valori. C'è un accordo per sistemare San Giovanni di Sinis, per liberare San Giovanni di Sinis dagli usi civici e trasferirli eventualmente in altri terreni, che assieme intendiamo tutelare. C'è la volontà di rafforzare questo museo, all'interno di un sistema del museo dei fenici, di cui abbiamo parlato insieme alla Provincia. Ci sono una serie di iniziative che io credo saranno importanti per Cabras.

All'interno dello sviluppo di Cabras, naturalmente c'è questo valore importante degli stagni. Lo ricordava il presidente della Provincia: il 60 per cento degli stagni, dei laghi salati, sono nella provincia di Oristano, a partire da Marceddì, fino a quelli davanti a Putzu Idu. E allora, sono un problema o sono un'opportunità questi stagni? Sono una grandissima opportunità che noi oggi stiamo trascurando e stiamo trattando malissimo. Un grandissimo fotografo mondiale, nei giorni scorsi è venuto in Sardegna e ha scelto 12 fotografie e la prima fotografia che ha scelto è quella dello stagno di Marceddì, in una foto così bella che non riusciamo a far vedere ancora così bene. Perché evidentemente questo signore che ha girato il mondo, di villaggi turistici finti e fatti da architetti di oggi ne ha già visto un centinaio e tutti lo possono fare, ma una storia vera di un posto vero, in un luogo come quello, non si può replicare e per questo rimane bello e bellissimo che uno riesce a vedere prima di noi.

E allora se qualcuno ormai lo vede, abbiamo la responsabilità di vederlo anche noi finalmente e di valorizzarlo per quello che è: da Marceddì alle altre borgate storiche e agli stagni, arrivando allo stagno di Cabras. Io capisco che bisogna andarci con molta delicatezza quando si parla di come intervenire sugli stagni: con quale cooperativa, con quale consorzio, conviene darlo ai pescatori o conviene riprenderlo ai pescatori, pubblico o privato? E' un luogo emblematico, è un luogo dove si è combattuto, dove sono state fatte battaglie storiche in questa regione e quindi bisogna andarci con i piedi di piombo. Nondimeno, credo che tutti assieme una riflessione, insieme ai pescatori, alle cooperative, credo che qualche ragionamento lo possiamo fare, come anticipava prima il presidente della Provincia: cioè alla fine questi stagni stanno dando lavoro o no, ne stanno dando a sufficienza o no, i pescatori sono contenti o no, stanno guadagnando bene, escono un sacco di pesci, ne escono tanti, li stiamo vendendo bene, sono valorizzati, si producono molluschi o arselle a sufficienza? E' una parte della ricchezza di Cabras o invece è molto spesso un problema? Siccome credo che tutti condividiamo la seconda parte di questa esposizione, vuol dire che qualcosa di diverso abbiamo la responsabilità di fare.

E allora, la Regione ha una proposta: seguendo anche l'esigenza, la sottolineatura richiamata dal territorio, Comune, Provincia, da tutti quanti, ha una proposta. In effetti, anche una piccola anticipazione è stata fatta anche prima: gli stagni sono un fatto ambientale, ma sono anche un fatto produttivo, sono un fatto in parte agricolo. Il presidente della Legapesca diceva: 'Si possono sostenere, si possono anche aiutare, si possono incentivare, ma oggi bisogna farlo anche attraverso lo strumento delle Op, delle organizzazioni di produttori'. E allora per questo motivo la Regione per occuparsene meglio pensa di spostare questa responsabilità, anticipando la riorganizzazione delle competenze della Regione nell'assessorato all'Agricoltura, che si sta occupando e si è occupato con molto successo negli ultimi mesi nel razionalizzare e nel mettere a sistema i diversi comparti agricoli della Sardegna, compattandoli in Op, organizzazioni dei produttori con ognuno dei comparti, con quello degli ovini, come è stato fatto nel passato con il latte-vaccino, quello dello zafferano, dell'olio del carciofo, insomma si sta facendo un Op per tutti. E' necessario immediatamente fare l'Op dei pescatori, partendo da Marceddì, comprendendo tutta la provincia di Oristano e possibilmente comprendendo gli stagni di Feraxi, comprendendo quelli della Gallura, comprendendo il Sulcis. Insomma abbiamo la necessità di essere visibili e riconoscibili subito nel comparto della pesca e dell'itticoltura della Sardegna.

Ce ne vogliamo occupare in modo nuovo e con gli strumenti di oggi. Perchè quelli stagni non producono abbastanza? Sicuramente c'è un problema ambientale, sono stati comunque colpiti da discariche, da fertilizzanti, da diversi fattori antropici, in quelli di Cabras come quelli nel resto dell'Oristanese e nella zona di Arborea ce ne siamo occupati. Innanzitutto è stata fatta la perimetrazione ad alto rischio di nitrati, perché c'è stata quasi una lotta: o le mucche o il pesce. Io credo che dobbiamo riuscire a mantenere sia l'allevamento che i pesci. E allora ci può essere l'allevamento che non scarica negli stagni, che raccoglie, che va nei depuratori, che viene depurato e addirittura i liquidi depurati possono essere ulteriormente utilizzati in agricoltura. E questo ormai si è fatto, si sono finanziate le vasche di decantazione e i collegamenti.

Poi ci sono dei limiti sull'uso dei fertilizzanti naturali, affinché non ci sia nuova pressione sugli stagni e poiché questi limiti e quindi i problemi del futuro, ormai li abbiamo bloccati, è ora di risanare e di sistemare gli stagni. Qui non siamo ad Arborea, però una qualche pressione c'è stata anche su questi stagni, c'è una buona agricoltura nel Sinis, in alcuni casi anche con delle eccellenze produttive e forse una verifica va fatta sull'uso dei fertilizzanti, perché altrimenti questi fertilizzanti arrivano in laguna, forse una verifica può essere fatta sul rispetto di alcune tipologie di fertilizzanti e delle quantità. Quindi innanzitutto il rispetto e la perimetrazione delle zone attorno e quello che si può fare nelle zone attorno. Il risanamento degli stagni: sicuramente nella legge finanziaria di quest'anno ci saranno delle cifre importanti, per un piano triennale per risanare gli stagni. E per renderli nuovamente e pienamente potenzialmente produttivi come sono stati nel passato, perché non c'è nessun motivo che quando c'era una gestione sicuramente che noi oggi non possiamo nemmeno immaginare, fatta anche di sopraffazione, ma non c'è nessun motivo perché la gestione fosse più produttiva in termine di quintali di pescato di quella di oggi. E allora teniamo le condizioni di oggi, teniamo la libertà di oggi, teniamo il sistema di oggi, ma dobbiamo recuperare la capacità produttiva del passato.

Allora, cosa fare per non inquinarli più gli stagni, o cosa fare per disinquinarli subito? Abbiamo provato a dirlo: abbiamo le risorse e che cosa fare per gestirli bene. E' evidente che ci sono molte cooperative, è evidente che queste cooperative non hanno collaborato a sufficienza, e che se uno va a contare alla fine le giornate di lavoro che gli stagni di Cabras hanno prodotto, forse vede una somma di giornate di lavoro assolutamente incapace di dare un lavoro ai trecento pescatori.

Dal mio punto di vista, siamo realisti: quante sono le giornate di lavoro che hanno prodotto? Possiamo pensare, possiamo aspettare che queste cooperative finalmente si consorzino, che queste cooperative finalmente le risorse per gestire in maniera completamente diversa, per fare investimenti tecnologici, per fare investimenti commerciali, per collegarsi a importanti reti di commercializzazione nazionale? Forse sì, o forse no. Forse hanno bisogno di aiuto. E allora noi vorremmo aiutarli, senza espropriare nessuno. Fra un po' ci sarà la rivisitazione delle concessioni, in realtà se andiamo a leggere le concessioni già esistenti, nessuno me ne voglia, bisognerebbe forse revocarle subito, perché i patti che sono scritti nelle concessioni non sono stati rispettati. E allora noi, vogliamo evitare nuovo inquinamento, lo vogliamo risanare con cifre importanti della collettività, ma abbiamo la responsabilità di non sciupare queste cifre importanti. E abbiamo quindi la responsabilità di fare qualcosa subito, oggi, nella gestione dello stagno. La nostra proposta è questa, c'è bisogno di fare subito una società mista, pubblico-privata. Una società dove non ci sia nemmeno un consigliere di amministrazione che prenda uno stipendio, nemmeno uno, che non costi nulla, che non sia un luogo per trovare lavoro ai commercialisti, agli amministratori, e a chiunque, ci sia solo un direttore generale bravissimo, e che ci andiamo a prendere, e ce ne sono anche in Sardegna.

C'è un giovane che ho incontrato casualmente in aeroporto l'altro giorno, che va a insegnare persino in Sud America a gestire bene gli stagni e allevare i molluschi e fare itticoltura, però in Sardegna viene solamente il sabato e la domenica, qualche volta a trovare i parenti e non c'è nessuno che gli chiede di lavorare. Questo è un giovane, ma ce ne sono altri che possono essere richiamati e che possono gestire in maniera adeguata ai tempi, il sistema degli stagni di Cabras e magari dell'intero Oristanese. E allora una impresa pubblica, di cui la Regione può prendersi anche la responsabilità insieme anche all'ente territoriale e assieme anche ai privati. I privati può essere anche una grande impresa del Nord Italia? Oppure possiamo anche pensare, che ce lo possiamo fare da soli, se abbiamo l'umiltà di chiedere a chi lo sa fare? Il privato allora può essere un consorzio dei pescatori, o una sola cooperativa, se riuscite a farlo, che sarebbe anche meglio. Quello è il privato, che non significa che ha la gestione la cooperativa, la gestione ce l'ha società, la cooperativa è lì, la memoria storica da dove partiamo, dalla gestione delle cooperative e dove vogliamo tornare e magari fra qualche anno la società andrà bene, sarà cresciuta, sarà diventata forte, ci saranno i figli dei pescatori di oggi, che magari sono andati a scuola e anziché pescare, saranno capaci di vendere, di allevare. E allora piano piano, l'ente pubblico può rimpicciolirsi nuovamente e possiamo auspicare anche che in futuro lo riprenda totalmente i pescatori della comunità di Cabras. Ma noi a questo futuro dobbiamo arrivarci e per arrivarci, oggi l'unico sistema è che la Regione se lo riprenda, insieme agli enti territoriale e insieme alla cooperativa.

Cosa può fare la Regione? Intanto in questa legge finanziaria ci saranno alcuni milioni di euro, una cifra importante, che possono servire per capitalizzare una società di questo genere, una società di gestione. Alcuni milioni di euro che possono servire per promuovere la gestione degli stagni, a parte quelli per il disinquinamento. Cosa può mettere ancora? Può mettere l'assistenza tecnologica e può mettere la capacità di investire ulteriormente sulla produzione di altre lavorazioni, dalla avannotteria di cui a Cabras si è sempre parlato e che una volta non andò in porto credo per motivi di inquinamento delle acque e per il quale c'è ancora la volontà qui a Cabras di progettare e da parte della Regione di sostenere, e la produzione non solo della avannotteria e quindi del tipo di itticoltura tipica degli stagni di Cabras, ma dei molluschi che riguardano maggiormente invece altri stagni dell'Oristanese.

Come alcuni di voi probabilmente, abbiamo visto una trasmissione in tv, Report, qualche settimana fa. Abbiamo visto le produzioni di molluschi del Venezuela e io ci sono rimasto male veramente, come presidente della Regione, a vedere che cosa sono stati capaci di fare e vedere che noi, quando ci mangiamo i nostri famosi piatti di pasta alle arselle alla fine stiamo uscendo da quelle fabbriche di arselle, dove non c'erano unità di persone, c'erano centinaia di persone che ci lavoravano e magari è stata fatta con tecnologie a cui ha partecipato anche l'Italia. Però noi siamo disposti a fare le cose di cui vi abbiamo parlato, le vogliamo fare in pieno accordo con voi perché comprendiamo la delicatezza del tema degli stagni, e come ho già detto bisogna anche farlo subito e noi siamo qui per farlo subito. Parliamo di tutto il sistema degli stagni dell'Oristanese.

Allora, siamo con l'assessore all'Ambiente e l'assessore all'Agricoltura, ne approfitto anche per i invitare i rappresentanti del consorzio, assieme al sindaco, per discutere delle concessioni e per discutere di quello. Io facevo questo ragionamento: calcoliamo quante giornate di lavoro, vere, ci sono state. Allora, io capisco che i pescatori vogliano lavorare ogni giorno, però capisco anche, per aver parlato con un po' di persone, che non c'è stata la possibilità di lavorare ogni giorno per tutti quanti, e quindi di essere retribuiti per il lavoro di ogni giorno, per tutti quanti. Allora, proviamo a capire quanti giorni di lavoro sono stati garantiti e retribuiti dagli stagni, quanti sono? 1.000, 2.000, 10.000? Cito un numero. Bene, la Regione ne garantisce il 20% in più. Garantisce quelli dell'anno scorso e garantisce il 20% in più, però passiamo a una gestione diversa con investimenti diversi, e poi tra qualche anno, quando tutti siamo cresciuti e tutti siamo più forti, se lo riprendono per intero i figli dei pescatori di Cabras".