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La Finanziaria illustrata ai sindaci: conclusioni

Arborea, giovedì 8 marzo 2007, Hotel Ala Birdi
Grazie di essere venuti. La Giunta regionale è venuta qui, più o meno al completo, per incontrare i sindaci e per avere l'occasione di scambiare alcune osservazioni, alcuni punti di vista e soprattutto chiarire alcuni punti della legge finanziaria, ed eventualmente affrontare anche altri argomenti che potrebbero essere di vostro interesse.
Facciamo questa riunione perché, al di là di tutto, al di là della contingenza, credo che sia utile, sempre più utile, avere occasioni di incontri comuni tra la Giunta regionale e i rappresentanti delle province, dei sindaci. Mettere assieme il sistema complessivo della pubblica amministrazione regionale, perché la qualità del nostro lavoro, la capacità di risolvere i problemi della gente e le attese dei nostri cittadini, dipendono sempre di più, non tanto da una Regione efficiente, da un Comune più bravo, da una Provincia migliore, ma dalla capacità di lavorare bene assieme. Basta che solamente un anello funzioni poco bene e in realtà la nostra capacità di risolvere le attese, appunto, dei nostri cittadini ne esce enormemente danneggiata.

Ci sono delle cose che vanno assolutamente affrontate tutti assieme, chiarite tutti assieme e migliorate tutti assieme, e magari ne parleremo più in là nella giornata di oggi, ma, innanzitutto, c'è anche un motivo specifico per l'incontro di oggi: abbiamo iniziato ad incontrarci, in questa legislatura, sulla vertenza delle entrate. Avevamo capito tutti che si trattava di una grande vertenza regionale, che ci riguardava tutti e a cui tutti, senza distinzione di provenienze politiche, abbiano voluto partecipare con la stessa determinazione e con la stessa volontà.

Quella vertenza direi che è andata avanti bene e si è in parte conclusa, a parte altre cose che noi continuiamo a chiedere. Sicuramente quella vertenza ha portato a dei risultati che, per quanto mi riguarda, definisco molto importanti. Sicuramente ci ha dato certezza per il futuro. Non ha risolto i crediti, che noi vantiamo, del passato, però ci ha dato assolutamente maggior certezza, maggior chiarezza sulla possibilità di un sistema pubblico regionale che possa contare su una quantità di risorse adeguate per il proprio funzionamento nel futuro, e nel risolvere il futuro ha, in parte, anche risolto i problemi del passato, considerando che certamente una parte delle maggiori risorse future sono anche a completamento del passato. Noi, nel prosieguo del confronto con lo Stato, continueremo a rivendicare una soluzione per il passato, ma nondimeno, tra di noi, non possiamo non riconoscere quanto importante sia stato il passo avanti.

Con la legge finanziaria approvata dallo Stato, che ha modificato le regole di compartecipazione alle entrate fiscali nella nostra regione, già oggi, noi incassiamo circa un miliardo di euro in più all'anno. Le entrate proprie della Regione, sono aumentate, lo vedete nelle tabelle che vi sono state consegnate, di circa un miliardo di euro, e quando saremo totalmente a regime, aumenteranno in realtà di oltre un miliardo e mezzo di euro rispetto al 2003. Si tratta quindi di una cifra ingente, di una crescita delle entrate proprie di oltre il 50%, che deve essere utilizzata necessariamente per il meglio

Ci eravamo detti, quando avevamo affrontato questo tema, che se fossimo riusciti ad ottenere quello che rivendicavamo, avremmo anche discusso assieme come utilizzare, per il meglio appunto, queste ulteriori risorse. Oggi affrontiamo proprio questo tema. Con la finanziaria di quest'anno, credo che l'amministrazione regionale abbia voluto, in qualche modo, mantenere quella promessa, riconoscendo una parte delle maggiori entrate al sistema degli enti locali e quindi trasferendo una parte di queste maggiori entrate agli enti locali. Non solo. Con la legge finanziaria di quest'anno definiamo anche un principio, a cui vorremmo dare piena attuazione nei mesi prossimi e negli anni prossimi, che è quello del federalismo fiscale interno, e cioè: noi chiediamo allo Stato maggior certezza delle nostre entrate, chiediamo allo Stato una compartecipazione adeguata alle entrate, chiediamo delle regole certe anche per il futuro, in maniera da non dover negoziare ogni anno. Chiediamo anche che lo Stato ci lasci sufficientemente liberi di spendere questi soldi, così come noi lo riteniamo più opportuno, all'interno della nostra comunità regionale, e credo che gli stessi principi, in qualche modo, debbano essere utilizzati dentro la Regione.

Quindi, con una norma di principio, nella legge finanziaria, ci impegniamo, nei prossimi mesi, a studiare delle regole di federalismo interno, per cui anche i trasferimenti alle regioni siano calcolati in maniera automatica, vengano trasferiti senza troppe regole, senza troppi vincoli, in maniera certa, agli enti locali, affinché anche loro possano programmare, nel migliore dei modi, la vita delle comunità locali. Quindi, una vertenza che era stata condotta assieme, che si è risolta, io credo, con un buon successo, con un ottimo successo vorrei dire, a cui oggi diamo seguito con delle nuove regole che fissano i rapporti tra la Regione e gli enti locali. Questo è il senso della giornata di oggi, e nel momento in cui rispettiamo gli impegni, credo, vorremmo richiamarci tutti a un altro impegno, che effettivamente ci riguarda tutti: come fare per dare un sistema della pubblica amministrazione migliore ai nostri cittadini. Come fare per essere migliori, per migliorare la qualità del nostro lavoro, la qualità delle nostre azioni quotidiane. Lo vedremo, lo vedrete con le slide, che vi sono state consegnate, lo vedrete con i numeri.

Vorrei dire che oggi la Regione non ha un problema di risorse, tutti noi pensiamo che avendo più risorse, effettivamente, è sempre più facile, ma non credo che sia quello, oggi, il nostro problema principale. Io credo che abbiamo sufficienti risorse per il nostro funzionamento ordinario. La Regione ha fatto uno sforzo forte nell'eliminare gli sprechi, nell'eliminare spese forse non strettamente indispensabili, nel riqualificare la spesa, e questa azione libera risorse per finanziare meglio le politiche. C'è solo un numero: ancora tre anni fa, la Regione, aveva il 98% del bilancio bloccato su delle spese obbligatorie, quindi potevamo finanziare le nostre politiche col 2% delle risorse regionali. Oggi solamente il 62-63% del nostro bilancio va a delle spese obbligatorie. Abbiamo circa il 37% delle risorse del bilancio, che invece possono finanziare le nostre scelte politiche, le politiche che decidiamo di voler portare avanti.

Quindi, c'è un'elasticità di bilancio sufficiente, ci sono risorse sufficienti per le politiche ordinarie della Regione, ma in più iniziamo il nuovo periodo di programmazione regionale 2007-2013, che è finanziato con una cifra importantissima: tra risorse europee e risorse nazionali, è finanziato per oltre otto miliardi e cinquecento milioni di euro. Il precedente Por era circa quattro miliardi di euro, quattro miliardi e mezzo. Queste cifre sono pressoché raddoppiate, anche perché, finalmente, per la prima volta, anche i fondi per le aree sottoutilizzate sono programmate nell'intero periodo di programmazione e lo Stato ci chiede di presentare un ciclo unico di programmazione, e la Regione si presenta con un piano regionale di sviluppo e con un progetto unico di programmazione, delle risorse europee e delle risorse nazionali, per oltre 8 miliardi e mezzo di euro. A questo si aggiunge una quota di risorse nazionali che sono nella disponibilità diretta del Governo, quindi dei ministeri, che vengono spese centralmente, nondimeno vengono spese nella nostra regione e vengono spese, sempre più spesso, con intese con la nostra regione, e questa cifra qui, che deve essere intercettata attraverso regole chiare, che questo Governo si sta dando, per cui, anche a queste risorse noi dovremmo partecipare con la stessa percentuale con cui partecipiamo alla suddivisione nelle regioni, dei fondi per le aree sottoutilizzate, il 12,61% del totale. Queste ulteriori risorse ammontano almeno a 2 miliardi e mezzo di euro, se saremo bravi possono essere ancora di più, in totale quindi 10,5 o 11 miliardi di euro, che devono essere spesi in Sardegna, dentro un progetto unico di sviluppo regionale, nei prossimi sette anni. Se considerate appunto che i Por, nell'ultimo settennio, erano circa 4 miliardi a mezzo di euro, capiamo qual è la dimensione delle risorse che dobbiamo programmare e spendere nei prossimi sette anni.

Mi è capitato di dirlo altre volte, lo vorrei ricordare anche oggi: le risorse quindi non sembrano essere un problema nei prossimi sette anni, né quelle per il funzionamento corrente della regione, né quelle che finanziano un progetto straordinario di sviluppo per la nostra regione. Peraltro, questo periodo straordinario di sviluppo viene dopo un periodo straordinario di sviluppo che si è appena concluso, come quello del recente settennio europeo, e dopo un altro, che si era concluso qualche anno fa: il periodo 1994-2000.

Insomma, noi veniamo da progetti straordinari di sviluppo, uno appresso all'altro, che però non hanno ancora portato uno sviluppo straordinario nella nostra regione. Solamente andando a considerare gli ultimi due periodi, dopo quindi, di fatto, gli ultimi quindici anni in cui la regione Sardegna ha goduto delle risorse straordinarie europee, in realtà la partecipazione al reddito della nostra regione è rimasta qual era quindici anni fa, rispetto alla media degli altri paesi europei. Noi eravamo nell'Obiettivo 1 perché non superavamo il 75% del reddito medio europeo, ma in realtà eravamo al 74 virgola qualcosa o il 74. Usciamo dall'Obiettivo 1, non perché siamo cresciuti di quindici o venti punti, come hanno fatto altre regioni, non perché siamo passati, magari, da un ritardo di sviluppo a uno sviluppo maggiore rispetto alla media europea, come hanno fatto le regioni più brillanti, come alcune regioni spagnole, come ha fatto l'Irlanda e così via. Ma usciamo dall'Obiettivo 1 perché ci siamo mossi attorno a 1-2 punti percentuali, passando dal 73-74 al 75 virgola qualcosa. Quindi, quindici anni di progetti straordinari, quindici anni di finanziamenti straordinari, ma la nostra regione è rimasta lì.

Ora abbiamo un altro periodo straordinario, direi anche straordinarissimo, perché le risorse sono addirittura più elevate che nel passato, ma straordinarissimo perché sarà anche l'ultimo, l'ultimo sicuramente finanziato dalle politiche di coesione europee, l'ultimo perché è già evidente che l'Europa non finanzierà ulteriormente un'altra stagione di politiche di coesione importante. Quindi questa è effettivamente, potenzialmente, l'ultima fermata, l'ultima opzione per la nostra regione, per superare definitivamente un ritardo di sviluppo. Un ritardo di sviluppo che ha radici storiche lontane, che ha visto sicuramente dei grandissimi salti in avanti nel passato, ma che sembra che negli ultimi 15-20 anni non riesce a fare quel salto definitivo, che ci porti a competere in maniera adeguata, a confrontarsi in maniera adeguata con le regioni più ricche, italiane e del resto d'Europa.

Oggi abbiamo un'altra possibilità, abbiamo risorse ingenti, dobbiamo avere la capacità di non fallire là dove abbiamo, di fatto, fallito, non abbiamo raggiunto i risultati che ci eravamo proposti negli ultimi quindici anni. E allora di cosa abbiamo bisogno? Io credo che abbiamo bisogno di maggior chiarezza, di qual è il nostro progetto per il futuro, abbiamo bisogno di un programma regionale di sviluppo chiaro, semplice, condiviso, comprensibile da tutti, che venga fatto proprio, non solamente da uno sparuto gruppo di tecnocrati, ma che venga fatto proprio dall'intera comunità regionale, dall'intera comunità degli amministratori innanzitutto. E dobbiamo avere la capacità, usando anche gli strumenti più moderni, innanzitutto di capire bene dove siamo e di capirlo costantemente, ogni giorno, di monitorarlo ogni giorno, dove siamo e dove stiamo andando, e avere la possibilità di lavorare assieme, in maniera che andiamo avanti speditamente, con coerenza, rispetto ai programmi che ci siamo prefissati. Insomma, la scommessa dei prossimi anni è quella di una regione più coesa, di una pubblica amministrazione che, al di là appunto delle aree politiche da cui proviene, è capace di confrontarsi e di lavorare assieme ogni giorno, di lavorare proprio con piena condivisione di intenti, sapendo che la comunità regionale è una e che siamo tutti parte della stessa volontà di portarla avanti questa nostra regione.

Guardate, la strada da fare è grossa ancora, io credo che effettivamente il problema maggiore che abbiamo è la qualità della pubblica amministrazione. Tutti noi ci lamentiamo dei ritardi, delle difficoltà, delle incomprensioni su cui molti progetti si arenano, e si arenano non perché ci manchi la buona volontà, non perché manchi alla Giunta regionale, perché manchi ai sindaci o ai presidenti delle province, perché manchi agli amministratori locali. Alla fine ci areniamo perché proprio, sbattiamo contro una burocrazia, contro i ritardi della burocrazia, contro le difficoltà della burocrazia, spesso al di là delle vere intenzioni, delle vere volontà anche, dei dirigenti e degli impiegati delle diverse amministrazioni, non di meno, cozziamo contro questa difficoltà dell'amministrazione. E allora, questa difficoltà va riconosciuta e va sanata, con un'organizzazione migliore, con strumenti migliori, con capacità di dialogo migliori, ma va sanata, va riconosciuta e va sanata.

C'è un numero, che è esploso negli ultimi 8-9 anni, con il quale anche noi stiamo combattendo, che è quello dei residui attivi, o meglio, guardiamo dall'altra parte, dei residui passivi, cioè dagli impegni, o meglio, che è la stessa cosa, dei progetti che sono in corso, in questa regione, e che non si compiono mai, che non finiscono. Gli impegni, ancora alla fine degli anni ‘90, nel ‘97-‘98, non superavano il miliardo di euro. Vuol dire due cose: che i progetti forse erano un po' di meno, ma soprattutto anche che si concludevano. Forse si concludevano più facilmente perché la complessità era inferiore, perché le regole erano più semplici, perché i vincoli erano di meno. Oggi la complessità è maggiore, le regole sono più ingarbugliate, forse i compiti della pubblica amministrazione sono cresciuti e la stessa organizzazione che prima bastava non basta più ai compiti di oggi. Fatto sta che gli impegni, i progetti in corso, si sono moltiplicati per sette, per otto. Abbiamo un problema che va riconosciuto quindi, e che va sanato, perché altrimenti nel prossimo settennio noi corriamo il rischio di vederlo crescere ulteriormente e cioè di mettere in campo una grande mole di progetti che non saremo capaci di portare a termine, una grande mole di buone intenzioni che non saremo capaci di attuare.

E allora, come attuarle ancora una volta? Migliorando tutte le amministrazioni, facendo uno sforzo enorme nelle amministrazioni, di dotarsi di regole chiare, semplici, di strumenti. Di essere capaci di dialogare in continuazione, utilizzando anche i migliori strumenti informatici e massimizzare questa volontà, necessità di collaborazione. Termino in un secondo. L'amministrazione regionale è una macchina complessa, che credo però stiamo cercando di chiarire, stiamo aiutando a chiarire. Io ho una grande fiducia effettivamente, sui sistemi informativi, sui computer, sulla rete, su internet. In effetti ho una grande fiducia, però, però sento in realtà il dovere di parlarne un pochino. Il sito internet della Regione, oggi, è visitato comunque da 50.000 utenti diversi ogni giorno. Immagino che ci siano quasi tutti i sindaci, che ci siano molti amministratori comunali, che ci siano un sacco di dirigenti, che ci siate voi insomma, oltre ai cittadini, che si informano di quello che sta accadendo alla Regione, che ormai si sono abituati, nemmeno ci pensano che sia esistito un mondo in cui, per ottenere una delibera della Regione occorresse aspettare un mese e mezzo e bisognasse essere amico di qualcuno, che forse alla fine ti mandava un fax. Oggi troviamo tutti normale che le delibere siano lì, e magari siano lì subito: i decreti della Regione, del presidente della Regione, degli assessori.

Io spero che, in pochi mesi, noi dobbiamo riuscire a mettere lì, evidenti, chiari davanti a tutti voi, in pochi minuti, tutte le determine dei dirigenti della Regione, in maniera che la Regione sia effettivamente una casa aperta per tutti voi e che possiate capire che cosa sta accadendo, e che le determine siano lì. E' importante per voi sapere, ed è altrettanto importante per i dirigenti, per i funzionari, sapere che siamo tutti controllati, sapere che il nostro lavoro è davanti agli occhi di tutti, e che quindi tutti gli altri amministratori e i cittadini ci guardano, e sono in grado di capire se stiamo facendo o non facendo puntualmente il nostro lavoro. Ma, un'altra cosa importante, che credo sia utile che tutti conosciamo, è il numero dei progetti in corso nella nostra Regione. È un numero poco conosciuto, anche difficile da immaginare. Quanti progetti ci sono in corso? Più o meno bloccati o che vanno avanti a rilento? Sono oltre 20.000 progetti Por, e sono circa un migliaio di progetti finanziati dai fondi per le aree sottoutilizzate, poi ci sono gli altri progetti. Alla fine ci sono circa 25.000 progetti.

La Regione sono 25.000 attività, che in questo momento si stanno compiendo: strade, chiese, asili, reti fognarie, scuole, biblioteche, musei. Venticinquemila che riguardano la nostra comunità, che riguardano le nostre province, i nostri singoli paesi. Che riguardano i diversi settori: l'agricoltura, la cultura, la scuola, o che riguardano le diverse fonti di finanziamento: i Por, il bilancio regionale, i Fas. Io credo che sia arrivato il momento che consideriamo indispensabile che tutti noi sappiamo che cosa sta accadendo in Sardegna. Quali sono questi progetti? Dove sono? A che punto sono? Che ognuno di noi abbia piena consapevolezza dei progetti che ci sono nel vostro Comune, o nella vostra Provincia, o nella vostra unione di comuni, o dei progetti che ci sono nel campo, che so, dei musei, in maniera che ognuno di noi possa vedere che cosa sta accadendo nei musei e confrontarsi anche, quando decide per casa sua. Insomma, che ci sia una quantità di informazioni, facilmente accessibili e consultabili, e che la pubblica amministrazione regionale sia capace di viaggiare, non ad occhi chiusi, o al buio, o con gli occhi socchiusi e con pochissima luce, ma che sia capace di viaggiare ad occhi spalancati, e con la piena consapevolezza della strada che sta compiendo e dove sta andando.

Ecco, lo sforzo della Giunta regionale sarà questo: di darvi piena informazione. Di rendervela disponibile in tempo reale, nei vostri comuni, nei vostri luoghi di lavoro. Di darvi tutte le opportunità possibili di scambiare informazioni, di lavorare assieme. Quello che vorremmo fare è: mettere le basi di una unica pubblica amministrazione regionale, perché è solo se una unica pubblica amministrazione regionale funziona bene, che saremo in grado di portare a termine i nostri progetti e effettivamente spendere bene questi soldi, e magari, alla fine, uscire da questo, io credo ultimo periodo straordinario di finanziamento, di un piano regionale di sviluppo. Uscirne avendo superato, d'un balzo, questo ritardo di sviluppo di cui ancora soffre la nostra regione, e avere la soddisfazione di avere svolto bene, ciascuno di noi, la propria responsabilità politica. Io lascerei subito la parola all'assessore Gian Valerio Sanna, che magari mostra le novità della finanziaria, nei rapporti con gli enti locali, e poi darei subito la parola a voi. Grazie.