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Intervista a Il Sole-24 Ore: "L'infrastruttura, tesoro da difendere"

Il Sole-24 Ore, mercoledì 4 aprile 2007
"Il settore delle telecomunicazioni è sempre più ricco di opportunità. L'interesse intorno a Telecom lo dimostra. Ma fino ad oggi le tlc in Italia sono state concepite più come opportunità finanziaria che come progetto industriale". Renato Soru, quasi 50 anni, presidente della Regione Sardegna, nei suoi panni di politico e azionista-fondatore di Tiscali, ritiene che il mondo delle telecomunicazioni stia attraversando una fase di transizione nella quale lo Stato ha una missione molto delicata: "Proteggere il ruolo strategico della rete e evitare l'assurda difesa di monopoli".

"Da politico cosa occorre cambiare?"

Presidente Soru:
"Servono regole certe capaci di massimizzare la concorrenza nei servizi, il miglior utilizzo e lo sviluppo di infrastrutture strategiche fondamentali. Nel nostro Paese in questi ultimi anni si è guardato quasi esclusivamente agli aspetti finanziari. Non c'è stata una strategia industriale complessiva e la volontà politica di supportarla. Si è abbandonato lo sviluppo tecnologico, le piccole aziende non hanno mai avuto spazio a sufficienza per crescere come è accaduto in Inghilterra o in altri paesi, preferendo proteggere il cosiddetto campione nazionale".

"Ma lei è sempre stato un difensore dell'italianità. Ha cambiato idea?"

Presidente Soru:
"Occorre distinguere la rete dal servizio come peraltro anche in Italia si è fatto che l'energia o per il gas. Se avessimo realizzato per tempo questo progetto oggi avremmo probabilmente una Telecom più forte. Aver lasciato in pancia la responsabilità della rete all'ex monopolista è stato un errore. Questa è patrimonio di tutti, utenti e operatori. Il servizio invece va gestito con regole e logiche di mercato per massimizzarne l'efficienza".

"Quindi considera positivo l'interesse di player internazionali per la gestione dei servizi di tlc in Italia".

Presidente Soru:
"Ben venga la concorrenza. Ben vengano le aggregazioni ma sul servizio, senza che questo sia a discapito del libero accesso e della massima condivisione della rete. Anche nelle tlc – così come lo è stato per il settore bancario - naturalmente vedo bene le possibili aggregazioni, anche internazionali, delle nostre imprese. Per le banche, per esempio, dalle aggregazioni è nata una maggiore efficienza e la possibilità di poter crescere all'estero. Se in passato anche nelle telecomunicazioni avesse prevalso la massimizzazione delle opportunità di mercato, anche attraverso la aggregazioni, penso che oggi non ci troveremo nella posizione di doverci difendere. Diverso il discorso per quanto riguarda la rete, che è una ricchezza dell'intero Paese. Su questo fronte occorrono regole chiare e un supplemento di attenzione. La rete è innanzitutto un bene nazionale: adesso si legano alla nostra vita democratica, la nostra cultura, la nostra ricerca e il nostro tessuto industriale. Aspetti importanti della vita di un Paese che non possono passare in secondo piano".

"Questa difesa stride con le logiche di un mercato aperto".

Presidente Soru:
"Non credo occorra vedere tutto in un'ottica di mercato o di profitto immediato: se in passato avessimo seguito queste logiche oggi non ci sarebbero le grandi infrastrutture, come le autostrade, e forse non ci sarebbero neanche le grandi imprese che pure hanno contribuito alla crescita del nostro Paese. Credo che dobbiamo chiederci se sia giusto essere governati solo dall'attenzione alle trimestrali oppure se serva una visione diversa. Credo che le grandi avventure industriali siano guidate da altre visioni, da altre passioni".

"Ma lo Stato oggi sta privatizzando. I piani per gli ex monopoli vanno in una logica opposta, quella del mercato".

Presidente Soru:
"Ai tempi della vendita di Wind si disse che l'azionista, il Governo, dovesse massimizzare il profitto. A mio avviso fu un errore: si è guardato solo all'aspetto finanziario, senza considerare il ritorno di politica industriale e il beneficio complessivo di lungo periodo per il nostro Paese".

"Proprio Wind, secondo i rumors di Borsa, oggi potrebbe essere un futuro partner di Tiscali".

Presidente Soru:
"Io sono azionista di Tiscali e oggi nella società c'è un management che si occupa della gestione. Le posso però dire che ho sempre guardato alla crescita industriale della società più che al mio personale ritorno finanziario".

"Quindi, come azionista di Tiscali, sarebbe disposto a ridurre la sua quota nella compagnia, per far spazio all'arrivo di possibili partner, se ci saranno quelle garanzie di crescita industriale che chiede?"

Presidente Soru:
"La diluizione della mia partecipazione per far spazio a nuovi soci non è mai stato un limite nella storia di Tiscali. Mi interessano solo progetti industriali che facciano crescere l'azienda. L'orgoglio di un'impresa che cresce è maggiore rispetto a un mero rendimento finanziario immediato".

"In assenza di alleanze concrete, 'rischiate' di rimanere l'ultimo gruppo telefonico italiano visto che per Fastweb c'è in corso un'Opa da parte degli svizzeri di Swisscom e per Telecom avanza l'ipotesi di offerta da parte di compagnie estere. Quale futuro vede per Tiscali?"

Presidente Soru:
"La Tiscali di domani sarà quella che il management e gli azionisti saranno in grado di realizzare. Mi piacerebbe, tra dieci anni, vedere in Italia una Tiscali con un marchio forte, dipendenti diverse volte più numerosi di quelli di oggi, magari in buona parte in Sardegna. Una società ben radicata nel mercato delle tlc in Italia e fuori, con un cuore tecnologico e produttivo importante in Sardegna".

"Come giudica l'ipotesi di cordata italiana in 'difesa' della scalata a Telecom?"

Presidente Soru:
"Sarebbe certamente apprezzabile un'iniziativa che voglia darsi l'obiettivo di far crescere l'azienda con una strategia chiara e di lungo periodo. In modo da poter raccogliere tutte le prossime sfide del settore telefonico, della sua integrazione con i media, del suo ruolo di motore di ulteriore sviluppo tecnologico e culturale".

"Ben venga, quindi, anche Mediaset?"

Presidente Soru:
"Dobbiamo evitare i monopoli non crearne di più grandi".

"Esistano delle nuove Tiscali in Sardegna?"

Presidente Soru:
"Oggi in regione che sono diverse realtà che si stanno affermando nelle tecnologie, nelle biotecnologie, nella ricerca genetica e in quella delle energie rinnovabili. Devo dire che da parte dell'amministrazione regionale c'è grande attenzione nei loro confronti".

"È più difficile fare l'imprenditore o il politico?"

Presidente Soru:
"Se fare il politico significa sostenere una trasformazione in un momento epocale come questo, è un impegno sicuramente più complicato. Per farlo con successo occorre infatti condividere una visione e la sua realizzazione con una società intera e non solo con un consiglio o un gruppo di collaboratori. È più complesso ma anche più importante".

a cura di Christian Martino