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Formazione professionale: incontro con i lavoratori e i sindacati

Cagliari, martedì 6 marzo 2007, Palazzo della Regione
Presidente Soru:
"Gli obiettivi noi li stiamo rispettando tutti quanti. Alcuni di quegli impegni hanno bisogno di una norma di legge e allora la Giunta può fare le delibere, può farsi parte attiva affinché quegli impegni diventino una legge, però non si può sostituire al Consiglio regionale. Quello che la Giunta ha fatto, ha predisposto, nell'articolo 30 della legge finanziaria, che ormai è stata consegnata al Consiglio regionale e che entrerà in discussione a partire dai prossimi giorni, ci sono esattamente, riscritti: gli impegni che abbiamo preso con le organizzazioni sindacali circa il pagamento dello stipendio per i primi due mesi di gennaio e febbraio; circa la proroga delle norme sull'esodo incentivato e circa il sostegno che diamo alle amministrazioni pubbliche, affinché siano incoraggiate e possano accedere all'elenco dei lavoratori della legge 42, per il trasferimento presso gli enti locali. Come ricorderete, avevamo detto, più o meno all'ingrosso, che dei 750 lavoratori della legge 42, 250 ci saremmo aspettati che sarebbero andati in esodo incentivato e mi pare che infatti 220, 230, ci siano già andati. Qualcun altro ci andrà col nuovo periodo che si aprirà con questa legge finanziaria e quindi quella parte lì è stata totalmente rispettata, così come ci aspettavamo.

Con questa legge finanziaria stiamo dando un sostegno importante ai comuni, agli enti locali, perché anche quei 250 che vorremmo lavorassero, appunto, e che venissero meglio utilizzati, potranno essere utilizzati negli enti locali, e 250 rimarranno nella formazione. Abbiamo anche detto che poiché siamo in ritardo, c'è stato un ritardo nel perfezionamento di tutto questo processo per il mese di gennaio, di febbraio, l'avremmo pagato per intero. Questo abbiamo detto, questo stiamo scrivendo nella legge finanziaria e questo faremo. Ma poi questa legge 42, il Consiglio regionale ha normato che abbia una scadenza, e da questa legge dobbiamo uscirne nelle maniere che sapete e che ho provato a riassumere. E non mi pare che non stia succedendo nulla e che non si stia portando a casa nulla. Appunto, 250 persone sono già uscite, sono andate in pensione, hanno aderito a questa proposta e così via. Altre aderiranno, altre potranno essere utilizzate meglio negli enti locali, se per voi è nulla per me non è nulla. Magari può essere nulla per le persone che sono qui oggi, che non sono state interessate da quel procedimento lì, ma per quelli che sono stati interessati credo che sia stata una soluzione che loro hanno salutato favorevolmente.
Quindi, questi sono gli impegni che noi abbiamo sottoscritto e che fanno parte della legge finanziaria di quest'anno. Ve ne do copia in maniera che siate maggiormente informati.
Mi avete chiesto questa riunione e io posso stare un pochino qui, magari ve lo leggerete a casa, lo discuterete con le organizzazioni sindacali. Questo impegno è totalmente qui dentro: quindi gli impegni che abbiamo firmato li rispettiamo; quindi gli impegni che firmiamo li rispettiamo. Quello che non firmiamo, su quello certamente non ci siamo impegnati e non lo possiamo rispettare.
Ora, se voi volete dire che gli impegni che ci siamo presi e gli impegni che stiamo rispettando non bastano, o non vi trovano d'accordo, o a voi non vi riguardano, questo è un altro argomento, lo possiamo discutere. Però, quello che non mi va bene è dire che ci prendiamo degli impegni e non li rispettiamo. Gli impegni che ci siamo presi e che abbiamo firmato con le organizzazioni sindacali sono tutti qui dentro".

Intervento dalla sala:
"Presidente, noi naturalmente… penso che tutti quanti i presenti non siano soddisfatti di questo che c'è scritto. Nell'articolo 30, perché si ribatte ancora una volta che c'è l'esodo. Molte persone, lei deve sapere Presidente, che molte persone sono state obbligate, portate alla disperazione da una situazione che si è creata nel comparto della formazione professionale, e sono state obbligate a prendere l'esodo. Qua sempre, di che cosa si parla? Si parla di finanziamento elevato del 75%, con grande sforzo da parte vostra è stato elevato al 100% per le nuove province, ma per tre anni. In futuro noi alle province come andiamo? Facendo un pubblico concorso? Come facciamo? Cioè, non ci sono scritte, nell'articolo 30 che lei ci ha consegnato, che leggiamo Presidente, ci permetta. Non ci sono scritte e non si portano a casa soluzioni favorevoli a risolvere la vertenza della formazione professionale. Addirittura, le dirò di più, se mi consente Presidente, se lei guarda in questo articolo 30, al comma 5 dell'articolo 30, già si prevede, già si prevedono i licenziamenti del personale, perché chi non abbandona volontariamente il comparto della formazione professionale può usufruire dell'esodo, cioè, si prevede già che dal primo giorno di entrata in vigore della finanziaria le persone saranno licenziate. L'ha letto bene Presidente?".

Presidente Soru:
"No, io non l'ho letto bene, perché mi occupo anche di altre cose, però ho letto abbastanza bene quello che c'è scritto qui dentro, così come avevo detto gli impegni che stiamo rispettando e forse tutti rischiamo di leggerlo male o di comprenderlo male. Forse anche lei l'ha letto male o non compreso totalmente, o forse noi non ci siamo spiegati bene. Dire che per tre anni diamo il 100% agli enti locali per assumere, nell'amministrazione pubblica degli enti locali, delle persone della legge 42, non significa che poi, dopo tre anni, quelle persone perdono il posto, o non sono più pagate, o vengono licenziate, o sono sulla strada. Significa che gli enti locali hanno l'incentivo ad assumere queste persone, perché per tre anni non li pagano, ma poi dal quarto anno in poi li dovranno pagare sul loro bilancio. E' semplicemente un incentivo con il quale incoraggiamo gli enti locali ad assumere queste persone, le incoraggiamo perché per tre anni non ne sopportano il costo. Solamente dal quarto anno inizieranno a sopportarne il costo, quindi non significa che stiamo garantendo il lavoro per tre anni, lo stiamo garantendo per sempre, perché una volta che uno entra nell'ente locale è una persona assunta a pieno titolo e si confonde con gli altri dipendenti che già fanno parte della pianta organica dell'ente locale. C'è solo una particolarità: che per tre anni la Regione rimborsa l'ente locale dei soldi e dal quarto anno smetterà di farlo. Ma non cambierà nulla per il dipendente, quindi su quel punto lì la vorrei tranquillizzare totalmente".

Intervento dalla sala:
"Ieri sera avevamo un incontro con i sindaci del Sulcis-Iglesiente e con il presidente, e per quanto riguarda il trasferimento in mobilità, per i tre anni, del personale, di una parte del personale…".

Presidente Soru:
"La mobilità non è per i tre anni, è per sempre: è un equivoco importante".

Intervento dalla sala:
"... hanno detto che: né i comuni, né il presidente della provincia può assumere queste persone, prima di tutto per un fatto di risorse, per il patto di stabilità. Loro non sono in grado, se non per assumere una persona ogni cinque persone che vadano via. Pertanto ci ha proprio confermato che questo non può essere attuabile: né a breve né a lunga scadenza, quindi c'è già un conflitto su questa situazione, quindi c'è da dire anche questo, perché a questo punto chi è che sta giocando con le carte scoperte? La Regione o le province? Che diranno: 'Noi non ne assumeremo'. Quindi, ecco perché siamo qui, anche per questo motivo".

Presidente Soru:
"Non a caso abbiamo previsto un incentivo maggiore per le nuove province, rispetto alle vecchie, perché immaginiamo che le nuove province abbiano maggiormente bisogno di personale rispetto alle province precedenti. E allora, dire che c'è il patto di stabilità che impedisce alle province di assumere delle persone, per usare una parola che ha usato anche lei, mi sembra una bufala, perché altrimenti significa dire che le province non partiranno mai, saranno sempre con tre o quattro persone. Il patto di stabilità, certo, impedisce ad alcuni enti locali che hanno superato certe soglie di incrementare ulteriormente il personale, ma noi stiamo parlando innanzi tutto delle nuove province, e poi stiamo parlando di enti locali che hanno ancora dei margini, seppure esigui.
Un margine esiguo non significa dire niente, significa dire poco, però è un poco che messo un po' uno appresso all'altro diventa non tanto poco; che messo insieme alle nuove province diventa effettivamente abbastanza. Abbiamo anche detto un'altra cosa, che l'abbiamo scritto nell'impegno che ci siamo presi. Abbiamo anche detto che per un certo periodo di tempo, fintanto che non si superasse l'eventuale blocco del patto di stabilità, potevano essere fatte delle convenzioni con gli enti locali, e quindi rimandare l'assunzione a quando il blocco del patto di stabilità termina, ma cominciando fin da subito a lavorare con un rapporto di convenzione. Poi, quel rapporto di convenzione è assistito ancora una volta dall'impegno finanziario della Regione, ma il nostro impegno finanziario rimarrà fintanto che si riesce a superare il blocco del patto di stabilità, e che voi entrerete a pieno titolo nella pianta organica.

Abbiamo detto una cosa molto semplice, non vogliamo adesso ripetere tutta la storia di questa vertenza della formazione professionale, che ha dei fondamenti politici importanti, io credo. Abbiamo detto che la legge 42 l'avremmo risolta entro una certa data, senza lasciare nessuno a terra si era detto; facendo in modo che nessuno perdesse il posto di lavoro; garantendo una parte con l'esodo incentivato e una parte con la mobilità verso gli enti pubblici. Questo è quello che abbiamo promesso e questo è quello su cui ci stiamo impegnando, e anche questa legge finanziaria è un passo importante di questo percorso, per continuare a favorire l'esodo. Poi qualcuno dice: 'A qualcuno l'esodo non va bene, l'ha dovuto accettare'. Vabbè, tutti noi accettiamo dei compromessi e forse quello è stato un compromesso dignitoso, soddisfacente per le persone.
Un'altra parte dovrà andare nella mobilità verso gli enti pubblici. Io posso capire che qualche presidente di Provincia preferirebbe assumere le persone ex novo, piuttosto che assumere anche da questo bacino, nondimeno siamo nel sistema complessivo della pubblica amministrazione regionale. Se la pubblica amministrazione regionale ha dei doveri verso queste persone, vuole che prioritariamente siano utilizzate all'interno del sistema pubblico dell'amministrazione.
Quindi, una parte in esodo, una parte in mobilità e poi c'è un'altra parte che rimane nel mondo della formazione. Una parte in esodo, una parte deve necessariamente essere ricollocata nel mondo della pubblica amministrazione, una parte rimane nella formazione. Una formazione che potrà vivere all'interno dei normali bisogni di formazione delle imprese. Una formazione fatta da imprese private, quali sono i vostri datori di lavoro, che debbono essere gestite in maniera efficace, efficiente, che devono rendicontare efficientemente e stando alle regole delle imprese private.

E allora, se c'è un momento in cui c'è poco bisogno di lavoro, se c'è la cassa integrazione che può essere utilizzata nel sistema privato e può aiutare i lavoratori della Legler, non capisco perché non possa essere utilizzata nel mondo della formazione. Perché se un lavoratore è a zero ore, per fare un esempio, debba essere pagato dal sistema regionale e non possa essere aiutato invece dagli ammortizzatori sociali nazionali della cassa integrazione, questo non lo capisco".

Intervento dalla sala:
"Per quanto riguarda questo, Presidente, io volevo fare una proposta invece un po' diversa, inerente diciamo a quest'ultima fase che lei ha un po' sviscerato. Delle persone invece che rimangono all'interno della formazione professionale, e questa domanda io la feci anche all'onorevole Secci, a Iglesias: va bene, un terzo delle persone è andato in esodo, un terzo delle persone andrà a province e comuni, d'accordo? Quindi, in ogni caso, sono delle persone che, lo dico così, brutalmente, hanno un margine di sicurezza per lo meno, va bene? Allora, chi è che rimane un po' in bilico? Rimane un po' in bilico chi rimane all'interno della formazione professionale. Allora io dico, invece di mettere in cassa integrazione la gente, ipotesi che le ha fatto poc'anzi, perché invece…".

Presidente Soru:
"Non siamo noi a mettere in cassa integrazione, sono i nostri datori di lavoro".

Intervento dalla sala:
"Siccome c'è una grande necessità di formazione professionale, perché noi lo vediamo sulla nostra pelle, in quanto abbiamo dalle famiglie che ci chiedono di fare formazione professionale, eccetera, Allora, la mia domanda è questa: perché abolire la legge 42? Perché invece non tenere questa legge 42 per quelle persone che rimangono all'interno della formazione professionale e ovviamente, soddisfare queste esigenze che ci sono, anche se purtroppo non sono corsi di laureati, di superprofessionisti, eccetera. Perché la Sardegna non è solamente laureati e superprofessionisti. La Sardegna, con la dispersione scolastica che noi abbiamo, nel Sulcis-Iglesiente è tangibile, abbiamo necessità di fare, purtroppo, oppure per necessità, corsi che non sono tutti di alta specializzazione, cioè, la formazione professionale…".

Presidente Soru:
"Noi questo lo sappiamo, lo sappiamo bene che c'è un livello di formazione professionale...".

Intervento dalla sala:
"Lo so Presidente, però, voglio dire, però io ho sempre sentito parlare di formazione professionale di un certo livello. Allora io dico che la formazione professionale necessita ancora di corsi di un certo tipo, glielo dimostra il fatto che ad Arbatax stanno assumendo saldatori dai paesi dell'est, quando noi tutti i corsi per saldatori che facciamo, come terminano, vanno a lavorare. Camerieri e cuochi vanno a lavorare, le altre discipline vanno a lavorare, cioè, questa è una cosa della quale bisogna tener conto, per cui quelli che rimangono nella formazione professionale possono lavorare benissimo, possono essere anche riconvertiti per aumentare e migliorare…".

Presidente Soru:
"Però, mi scusi, io non vorrei fare delle discussioni generiche sulla formazione professionale, sull'importanza della formazione professionale, non credo che della teoria della formazione professionale siete venuti a parlare oggi. Sto semplicemente dicendo che la teoria della formazione professionale non è l'argomento di questa riunione. E mi pare che sia fare la caricatura di quello che ho detto in 100 occasioni, pensare che la Sardegna sia fatta solamente di laureati e di superspecializzati. Credo che sia una caricatura pensare che il Presidente della Regione non sappia che c'è bisogno di saldatori, di camerieri, di cuochi, di pizzaioli e di muratori. E quindi la formazione professionale la vogliamo sostenere, certo che verrà sostenuta. Per sostenere la formazione professionale non c'è bisogno della legge 42, no, c'è bisogno che ci sia un numero adeguato di persone. Nel momento in cui i lavoratori della 42, da 750 diventano 250 perché gli altri sono andati in pensione, eccetera, credo che siano sufficientemente garantiti, garantiti quanto meno allo stesso modo di tanti altri lavoratori della Sardegna; garantiti allo stesso modo dei lavoratori dell'Alcoa o di quelli della Portovesme Srl, per stare nel Sulcis. Senza bisogno che ci sia una legge regionale che li garantisca ulteriormente, solo questo volevo dire. E in più, su questo c'è stato già un dibattito in Consiglio regionale, c'è una legge approvata, è un discorso già finito. Stiamo invece sul punto di come fare per fare in modo che, come dice il suo collega, le promesse vengano mantenute, e io sono interessato a mantenere le promesse".

Intervento dalla sala:
"Ci dispiace vederla morire in questo modo, questa legge, e se ci permette possiamo anche contestare: restano dei problemi comunque, come quelli del personale che vorrebbe accedere in 250 negli enti locali, in che modo? Attraverso un concorso pubblico? Queste persone, dopo trent'anni, dovrebbero affrontare un concorso pubblico per vedere garantito il proprio posto di lavoro, e questo è un altro problema. Sono state date conclusioni non corrette, non vorremmo arrivare a minacciare...(...) il personale della legge 42 non conosce (...)".

Presidente Soru:
"Non so perché ha usato queste parole di 'minaccia', poi l'ho persa, ho perso il suo ragionamento, oppure forse lei stesso si è perso, capita anche a me, può capitare. Però volevo dirle una cosa, approfitto perché ha usato questa cosa, forse stava terminando, magari non ha afferrato l'idea che, come dire, avete considerato le azioni di protesta…. Allora, siccome ha usato questo termine e capisco che voi porterete avanti tutte le azioni possibili, ne approfitto per dire: non è indispensabile prendere a parolacce il Presidente della Regione nel momento in cui fa qualcosa di sgradito… non è indispensabile, o come si usava dire nei paesi una volta, 'cercargli la mamma', come è stato fatto stamattina. Non è indispensabile. Non aiuta e non qualifica nemmeno il vostro lavoro di formazione, e risulta ancora più difficile sentirlo da formatori, per quanto esasperati. Perché poi non porta da nessuna parte, voi continuerete nelle vostre lotte, ma anch'io continuo le mie, e come vedete qualche volta ho avuto anche un momento di eccessiva esuberanza da parte dei vostri colleghi, non solo da parte di chi, non di meno, parlava anche in mezzo ad assemblee affollate, eccetera.
Quindi, da una parte, voi sono certo che porterete avanti le vostre lotte, ma dall'altra parte l'amministrazione regionale porterà avanti le sue lotte, le sua convinzioni e i suoi doveri. Lei ha detto molto bene, la nostra idea non è quella di voler guidare una regione più povera e con meno lavoro, ma una regione più ricca e quindi con più lavoro. Con più lavoro appunto, ma lavoro vero, lavoro pieno, lavoro che serve, lavoro che serve a chi lo ricerca e non semplicemente a chi lo organizza.
Noi abbiamo delle idee sulla scuola, sulla formazione, e per questo motivo stiamo spingendo più sulla scuola pubblica che sulla formazione privata, vogliamo che la formazione privata non si sostituisca alla scuola pubblica e vogliamo una formazione migliore nei luoghi e nelle materie strettamente o più pertinenti alla formazione. E in più vogliamo che i formatori lavorino.
C'è una cosa che non ho capito e le volevo chiedere spiegazioni. Ha detto: 'Forse l'hanno informata male, non ci sono formatori professionali a zero ore'. Allora forse non ho capito nulla, capisco che non ci siano magari zero ore, o che siano a trenta ore, a quaranta ore, al 50%, però la legge 42 serve proprio per garantire, è una specie di cassa integrazione regionale per chi non sta lavorando. Quando gli enti di formazione non hanno sufficienti ore di lavoro per i loro dipendenti, per le ore che mancano interviene la Regione, è così o no?".

Intervento dalla sala:
"Penso che se posso interromperla un attimo… molto semplicemente, la legge 42 non prevede queste ore, prevede comunque che il personale cosiddetto a zero ore, i docenti che non siano (...)".

Presidente Soru:
"Vabbè, non so cosa succede nel suo ente, però devo dirle che in Sardegna succede spesso che chi non lavora, non è occupato nell'attività di formazione, non è che poi sia impegnato in altre attività collaterali, rimane di fatto a zero ore, rimane di fatto senza lavoro.
E allora, proprio per l'attività di lavoro e proprio perché vorrei rappresentare una Sardegna di persone che lavorano, se non c'è sufficiente lavoro nell'ente di formazione è più utile che quelle persone facciano, appunto, un'attività diversa dentro gli enti locali. Peraltro le province sono state chiamate a responsabilità nuove in materia di collocamento, in materia di politiche sociali, materie anche di formazione professionale, e quindi tanti di voi, più opportunamente, potranno essere utilizzati meglio all'interno degli enti locali.
Come ci si entra negli enti locali? Ci si entra col concorso pubblico? Sì, non c'è via d'uscita, ci si entra col concorso pubblico. Anche alla Regione ci si entra col concorso pubblico. Nel passato venivano fatte sanatorie, venivano fatte delle cose… ci si entrava per decreto legge. Oggi non è più possibile, anche le persone o i precari che stiamo sanando, abbiamo sanato e che continuiamo a sanare, li stiamo sanando, ma all'interno di regole che dobbiamo rispettare. Ultimi, quest'anno, saranno quelli del Sar, Servizio agro-meteorologico regionale, sono persone di una società che è al 100% della Regione, però sono persone dipendenti di una società privata, seppur totalmente controllata dalla Regione. Non di meno, per diventare dipendenti della Regione hanno bisogno di fare un concorso pubblico: naturalmente è un concorso pubblico che li agevola, scritto in modo tale da agevolarli in tutti i modi possibili, per cui sono convinto che tutti lo supereranno, però non di meno dobbiamo passare attraverso quella formalità. Questo vale di fatto per tante altre occasioni che ora non mi vengono in mente, ma in cui abbiamo dovuto rispettare questa modalità.
Lo stesso vale per voi, però i bandi possono essere scritti in modo che il concorso pubblico vi sia facilitato e lo possiate vincere, questo è, perché è interesse anche nostro, è interesse anche nostro sgonfiare questa quantità della legge 42".

Intervento dalla sala:
"Non so se al governo hanno deciso di chiudere...".

Presidente Soru:
"Di chiuderlo? No. Ha detto che noi abbiamo deciso di chiuderlo?".

Intervento dalla sala:
"Allora, questo l'abbiamo fatto perché ancora oggi (...) io le faccio una domanda: attualmente la Regione intende trovare qualche soluzione per risolvere il problema dei lavoratori dei centri di formazione professionale, dove il personale attualmente è licenziato? Cioè, noi abbiamo capito che lei in questo momento… perché anche voi l'avete capito l'anno scorso, Presidente, e l'anno scorso avete deliberato (...) in questo momento difficile, di transizione, per i lavoratori (...)".

Presidente Soru:
"Interessante questo 'per i lavoratori', perché mi viene in mente anche che la cassa integrazione va ai lavoratori, la legge stralcio va agli enti, e poi non siamo sempre totalmente convinti di come questi soldi… se vadano totalmente ai lavoratori, perché anche la legge stralcio dell'anno scorso è andata agli enti, compreso l'Enap.
Ora, è probabile che quest'incontro di oggi nasca anche dal fatto che proprio l'altro giorno l'Enap ha consegnato la sua contabilità all'assessorato regionale, ha consegnato la rendicontazione, come viene chiamata. L'assessorato regionale sostiene che l'Enap ha ricevuto 600.000 euro in più, e quindi siamo preoccupati di questo. Detto questo, noi cerchiamo di risolvere il problema dei lavoratori e cercheremo anche questa volta di aiutare, di aiutarci a vicenda e di risolvere il problema dei lavoratori, per quanto possibile. Ma il problema dei lavoratori lo risolviamo, appunto, uscendo da questa legge 42, mandando in prepensionamento quanto possibile.
Poco fa mi hanno consegnato una lettera di licenziamento, dove mi hanno detto che hanno licenziato sei persone, magari scegliendole anche con attenzione, in base ai loro atteggiamenti su questa vertenza, magari persone che tra due mesi possono andare in esodo incentivato, grazie al nuovo esodo, e togliendo la possibilità di andare in esodo incentivato a delle persone che ci vogliono andare, con estremo interesse, molto contenti di farlo.
E allora, ci sono anche persone che usano strumentalmente i licenziamenti, che usano strumentalmente le minacce, che usano strumentalmente le notizie. Noi vigileremo su questo e chiediamo anche a voi di vigilare, di vigilare su tutto. Io so anche che ci sono delle persone che sono già andate in esodo e stanno nuovamente lavorando negli enti di formazione, e allora, dateci nome e cognome di queste persone, mandate a me nome e cognome di queste persone, poi ci vado io a chiedere informazioni".

Intervento dalla sala:
"Come gliele possiamo fare avere?".

Presidente Soru:
"Mi faccia avere una busta chiusa, in viale Trento 69, sale al primo piano e la consegna al commesso.
E allora, noi credo che dobbiamo fare la stessa lotta di fare in modo che chi va in esodo incentivato non torni a lavorare e a prendere i soldi a chi non c'è andato in esodo incentivato. Dobbiamo fare la stessa lotta per fare in modo che le rendicontazioni siano in ordine, e non possa succedere che voi siete due mesi senza stipendio e l'ente abbia preso forse 600.000 euro in più di quello che doveva prendere.
Bene, poi, ho detto, i conti bisogna chiuderli, però oggi i conti a noi ci dicono questo, poi magari abbiamo sbagliato ma lo vedremo.
Poi, per rispondere a lei. Noi ci siamo detti che due mesi li avremmo pagati comunque, in ogni caso. Non so se due mesi diventeranno due mesi e mezzo, se due mesi diventeranno tre o se anziché pagarne 250 ne pagheremo di meno a tutti quanti, troveremo un modo per alleviare anche i disagi. Io non avrei però dei pregiudizi così forti come ha lei. No, la cassa integrazione è un'altra. Perché può essere utile per Portovesme Srl e non può essere utile per voi, per un certo periodo? Non so".

Intervento dalla sala:
"Le spiego il perché, un secondo, se mi consente. La cassa integrazione Presidente, quando io ho parlato di cassa integrazione, io, siccome lei parla giustamente sempre per i lavoratori, in qualche modo per i lavoratori, a favore dei lavoratori, allora anche noi parliamo a favore dei lavoratori. Allora, il discorso è questo, la cassa integrazione per il personale della 47, se mi consente un attimo, con molta tranquillità, perché vedo che è un discorso molto pacato e anche costruttivo. Quando uno discute le opinioni possono essere diverse, però il confronto può portare anche a modificare certi pregiudizi o certi presupposti, da una parte e dall'altra. Allora, il discorso è questo: io quando parlo di cassa integrazione, ho parlato di cassa integrazione o noi lavoratori parliamo di cassa integrazione relativa al personale della 47, perché diciamo a priori che non la vogliamo? Perché non si vede l'obiettivo finale, cioè, questa cassa integrazione dove porta? A che cosa porta? E se porta risposte o se porta domande per la 42: perché noi dobbiamo avere una cassa integrazione della 42 se già lei, poco innanzi ha detto, Presidente, 'è come se fosse un ammortizzatore sociale la 42'? Allora perché dobbiamo sommare cassa integrazione a una legge che è ancora in vigore? Questo è il mio giudizio caro Presidente".

Presidente Soru:
"Scusate, brevissimamente, vorrei rispondere un attimo".

Intervento dalla sala:
"L'ente ha presentato il ricorso della convenzione stralcio: dichiara che ha una sofferenza di 1.030.000 euro".

Presidente Soru:
"Cosa vuol dire: ha una sofferenza?".

Intervento dalla sala:
"Ha debiti per 1.030.000 euro rispetto a un bilancio preventivo che è stato presentato, e il fatto che l'assessore Salerno, credo, abbia dichiarato che invece la Regione ha crediti per 680.000 euro, sta nel fatto che…".

Presidente Soru:
"Allora non ho capito, mi scusi, lo ripeta a me e a loro: l'ente ha dichiarato che vanta un credito di…".

Intervento dalla sala:
"1.030.000 euro".

Presidente Soru:
"Ho capito. E noi invece diciamo che ce ne dovete voi per 680.000".

Intervento dalla sala:
"Per 680.000. Perché questo aspetto? Ma è anche molto chiaro, perché la Regione ha svincolato il 50% della convenzione stralcio, per circa 3.200.000 euro, che è il 50%. L'ente, l'Enap, ha presentato un bilancio di 5.700 euro".

Presidente Soru:
"Senta, mi scusi, io non faccio il ragioniere dell'assessorato al Lavoro né so niente di queste cose. Lei l'ha detto molto precisamente, lei pensa che voi dobbiate avere 1.030.000 euro, voi ritenete di dover incassare un milione e trenta, la Regione ritiene di dovervi chiedere indietro 680.000 euro, i motivi li vedremo in un'altra sede".

Intervento dalla sala:
"Ma in questa conferenza…".

Presidente Soru:
"Voi ritenete di dover incassare un milione e trenta, la Regione dice che ne dovete restituire seicentottantamila, in un'altra sede affronteremo questi dettagli.
C'è il segretario della Cgil, vuole intervenire?".

Intervento dalla sala:
"Sì, ci mancherebbe, sono venuto qui per quello insomma. Ho anche l'obbligo di rappresentare le altre due confederazioni, però, siccome ho chiesto di dirlo apertamente, riguardo allo sviluppo del Sulcis-Iglesiente. Noi abbiamo avuto, Presidente, alcune difficoltà: uno è il datore di lavoro, l'altro è il fare riforma e dare un lavoro al proprio datore di lavoro. Il sindacato ha condiviso e condivide la riforma, per tutti i motivi che si è detto.
C'è un momento di transizione, ci sono degli impegni, ci vuole il metodo giusto per affrontarli. La risposta da dare è garantire che i lavoratori non giochino al buio e abbiano, l'abbiamo detto ieri, un orizzonte ben preciso, perlomeno che possano vederlo l'orizzonte. Noi abbiamo alcuni problemi materiali. A dicembre si è firmata la cassa integrazione e, credo l'abbiano fatto dei colleghi del sindacato, in una certa maniera ci mette un po' in imbarazzo, ma che abbia fatto anche la delega ci mette un po' in imbarazzo. Mi spiego bene, non è semplice, è anche un po' imbarazzante. Si è firmata la cassa integrazione…".

Presidente Soru:
"Mi scusi, mi ripeta l'intera frase, mi ripeta tutto, non ho capito il periodo".

Intervento dalla sala:
"Il 28 di dicembre si firmato un accordo per la cassa integrazione, per i due mesi arretrati, retroattivi, per lavoratori che erano in servizio: già questo fa capire che c'è un qualche problema fra il rapporto che c'è nel territorio e chi si mette, ovviamente, a cercare un interlocutore che al momento serve. Quella cassa integrazione non era a vantaggio dei lavoratori, non era a beneficio dei lavoratori. Noi l'abbiamo messa in dubbio…".

Presidente Soru:
"Se capisco bene l'avranno incassata i lavoratori?".

Intervento dalla sala:
"No, non l'ha incassata nessuno, perché non credo che la capisse nessuno una cassa integrazione che non è nella norma, però è stata applicata. È stata firmata e gli enti che avrebbero dovuto pagare gli stipendi...".

Presidente Soru:
"Chi l'ha firmata quella cassa integrazione?".

Intervento dalla sala:
"Il suo assessore".

Presidente Soru:
"Mica da solo, mi scusi, da solo non firma nulla, l'avrà firmata con qualcun un altro, con chi?".

Intervento dalla sala:
"Con i rappresentanti di categoria, che hanno firmato su sollecitazione l'ultimo giorno utile, perché questa è una condizione per poi licenziare i lavoratori, e quando un rappresentante dei lavoratori si trova davanti a una dichiarazione di quel tipo, di un ente del vostro livello, la firma la mette, perché altrimenti (...) è successo questo. Quindi a fine dicembre e ai primi di gennaio, fra Natale e l'Epifania, abbiamo avanzato richiesta (...) io mi prendo un territorio, non ho la pretesa di rappresentare gli altri territori, mi prendo un territorio che ha 160…… è stato alleggerito di 54 unità, un quarto. Un terzo è della 47, che però lavora da vent'anni, non dall'anno scorso, quindi non c'è questa sorta di imbroglio che possiamo immaginare. Un terzo è della 47, 120 sono della 42, in un ente di formazione che è il più grosso della Sardegna e che ha sede in un territorio dove quel tipo di formazione è richiesto perché dev'essere richiesto, altrimenti abbiamo progetti di sviluppo completamente (...) Allora, ai primi di gennaio abbiamo chiesto un incontro, l'incontro è stato fissato. Perché avevamo chiesto un incontro? L'avevamo chiesto perché ci trovavamo in un tavolo con l'Ente, col datore di lavoro, che ci diceva una cosa, oggi, domani ce ne diceva un'altra e dopodomani un'altra ancora, ma la stessa cosa capitava da voi: oggi una cosa, domani ce ne dicevano un'altra, dopodomani ripetevano quella del giorno prima, e allora abbiamo chiesto un incontro per uscire da un equivoco".

Presidente Soru:
"E non lo avete avuto?".

Intervento dalla sala:
"Abbiamo avuto la convocazione, che poi è stata (...) No Presidente, non hanno sostanza queste cose, abbiamo avuto una convocazione, che poi è stata rinviata, e poi è stata rinviata a data da destinarsi, perché finito il (...) evidentemente, anche per quelli che gestiscono la partita e che hanno gestito sempre, negli ultimi trent'anni per lo meno, forse bisogna cercare un interlocutore che sia più… si cerca un interlocutore che è più lontano. Ora noi abbiamo questa necessità, avevamo questa possibilità, l'abbiamo superata, ci sono lavoratori che hanno preso per due mesi il 20% dello stipendio, per altri due mesi non vedono l'ombra, altri che devono andare in cassa integrazione, non si sa quando potrà terminare, perché l'unica cosa che si dice è: c'è la cassa integrazione, amen, 42 e 47. Siccome la 47 (...) e sono affianco all'altro, una persona è una persona, per noi un lavoratore è un lavoratore, c'è un'accusa che è diversa, oltretutto la 47 era prima della 42, anche se il numero sembra che gli succede".

Presidente Soru:
"Per il resto tutto uguale?".

Intervento dalla sala:
"No, non è tutto uguale".

Presidente Soru:
"No, perché se è tutto uguale vuol dire che ho buttato via due anni e mezzo, perché nonostante mi sia impegnato su questa cosa allora non ho capito niente".

Intervento dalla sala:
"Per noi non è tutto uguale".

Presidente Soru:
"Se poi mi dite che due esseri umani sono uguali e sono due lavoratori la capisco, però le leggi ci obbligano a degli impegni, e gli impegni che abbiamo sono diversi".

Intervento dalla sala:
"Perfetto, allora ci sono, e la concludo anche, perché quello che è importante è che lo facciamo fra dieci minuti, fra un'ora, no? Ci sono dei lavoratori della 47 e della 42, per noi sono uguali, e questo non si può discutere insomma, no? Ma se si vuole discutere (...) tutti della 47, nessuno escluso, vada in cassa integrazione, e questa pressione non la fa solo l'ente, cioè il datore di lavoro, ma la fa e la fa soprattutto l'assessorato al Lavoro. Io esprimo un dubbio, perché io voglio discutere per i lavoratori, con i lavoratori, di……se invece la fa, e chi non dà possibilità di lavorare, quando vuole iniziare a lavorare e nel frattempo che cosa facciamo? Compresi i corsi di formazione, che servono anche a loro per la riqualificazione, che può essere un momento di transizione, sulla quale noi vorremmo ragionare.
Quando ci andiamo in questo (...) è una critica forte che faccio. Nell'assessorato al Lavoro non si parla d'altro che di cassa integrazione, noi abbiamo questo problema Presidente, poi non aggiungo altro insomma, per quanto riguarda gli enti che devono assumere, anche lì…… ma dovrà arrivare, in un dato momento ci vorrà un paracadute che non sia solo la speranza".

Presidente Soru:
"Va bene, dobbiamo chiudere questa assemblea credo, quindi cerchiamo di concentrarci su come chiuderla. Io non posso affrontare questo dettaglio di discussione, probabilmente siete venuti a chiedermi qualcosa di diverso insomma. La vertenza, dal punto di vista dei lavoratori, riguarda le due controparti. La prima controparte è il datore di lavoro, la seconda controparte è la Regione, che con la legge 42 garantiva in parte i lavoratori e in più è stato, storicamente, il committente dei servizi prestati dagli enti di formazione, ma il vostro datore di lavoro sono gli enti di formazione. La Regione deve rispettare gli impegni che ha con la legge 42, li ha sottoscritti questi impegni e li vuole rispettare. Ci sono dei chiarimenti che possono essere fatti? Lo saprà l'assessore, lo saprà il dirigente, non devo sapere i 1000 dettagli della formazione, quindi questi chiarimenti ve li daranno loro. Io l'unica cosa che posso fare è assicurarvi che se ci sono dei chiarimenti ve li daremo, se ci sono degli errori li correggiamo, se ci sono dei miglioramenti li possiamo prendere in considerazione, va bene? Ora c'è la legge finanziaria in discussione, stabiliamo se ci sono delle cose che ci volete far notare, ce le fate notare, se le riteniamo giuste le faremo proprie.

Per gli impegni che ci siamo presi con la legge 42 poi la Regione continuerà ad aver bisogno di formazione professionale e lo farà all'interno di nuovi progetti e di nuove regole, la riforma della formazione appunto. Assieme alla legge finanziaria noi abbiamo allegato 2 leggi, per l'approvazione immediata in Consiglio regionale: la legge di riorganizzazione della Regione, del personale della Regione e la legge sulla scuola e sulla formazione, quindi anche questo vi dovrebbe manifestare la volontà della Regione di andare oltre, non solo mandare la gente in cassa integrazione, ma anche ridisegnare il sistema della scuola e della formazione professionale in Sardegna, quindi la riforma della formazione. Da una parte chiudiamo la legge 42, dall'altra facciamo la nuova legge sulla scuola e sulla formazione, e siccome siamo in ritardo nell'approvarla noi stiamo utilizzando le opportunità che la legge di contabilità della Regione dà alla Giunta regionale, di predisporre una strada privilegiata affinché venga discussa immediatamente la legge di riordino, la legge quadro sulla scuola e sulla formazione professionale.

Questo è il punto, poi della legge 47, della cassa integrazione, io non vi posso aiutare in questo. Quello che posso fare è fare in modo che l'assessore alla formazione sicuramente vi incontri e vi incontri nei modi dovuti, poi vi parlerà di quello di cui vi può parlare, innanzitutto dalla nuova legge sulla formazione professionale è poi, nel momento in cui non c'è abbastanza domanda di formazione per un ente e un ente ha del personale in esubero, beh, anche la cassa integrazione rappresenta comunque un'opportunità che può essere raccolta. Lei sta dicendo: 'Noi siamo contro questa opportunità se non vediamo la prospettiva'. Ecco, la prospettiva ve la deve dare la nuova legge sulla scuola e sulla formazione, lì c'è una prospettiva e cioè, la certezza che ci sia una consapevolezza di tutti, dell'amministrazione regionale, del fatto che ci sia bisogno ancora di saldatori, di meccanici e di muratori, quindi quella è la certezza ed è la prospettiva. Poi se c'è bisogno di 300 formatori di meccanica o solo di 100 io adesso non lo so, è probabile che ce ne sia bisogno di qualcuno di meno, e magari ci vogliono formatori anche di, che ne so, di yachting, o di operatori per i porti turistici e magari ci vorrà qualche formatore in più per i porti turistici e qualche formatore in meno, faccio un esempio, per i saldatori, però questa è la prospettiva e queste regole saranno dentro la legge per la scuola e la formazione che, come vi ho detto, ci siamo impegnati a discutere immediatamente in Consiglio regionale.

Quindi, io la terminerei qui, dicendo che sulla legge 42 gli impegni sono nella legge finanziaria. Se alcune cose non sono state ricomprese, secondo voi, avete l'opportunità di segnalarcelo e durante la discussione potrà essere ripreso, per il resto le nuove regole sono la legge sulla formazione e anche quella la discutiamo. Un appuntamento e una maggior disponibilità dall'assessorato, questo naturalmente sono in grado di assicurarvelo".

Intervento dalla sala:
"Presidente, posso. Non voglio disturbare, sono consapevole del suo impegno, anche perché le riconosco comunque che è una persona flemmatica, precisa e puntuale. Allora, quello che noi le chiediamo è un'istanza dei lavoratori su questo. Il nostro ente abbiamo già detto che non sta a noi decidere i motivi per cui questa sofferenza è stata causata e non stiamo cercando di perorare cause di ente alcuno. Molti di noi, anzi credo la totalità, abbiamo sposato il suo progetto di riforma nel senso che gli strumenti che si stanno adottando per giungere alla riforma, purtroppo lasciano dei tarli in...".

Presidente Soru:
"Ci siamo impegnati a non lasciarne neanche uno".

Intervento dalla sala:
"Allora dovrete assumere e garantire, in questa fase di transizione, nelle more dell'approvazione di questa finanziaria, in quei punti che dovrebbero darci una boccata di ossigeno… l'abbiamo accettato come 'extrema ratio', perché noi vorremmo continuare a fare il nostro lavoro come operatori ed educatori, perché questo abbiamo insegnato ai nostri ragazzi in tutti questi anni: la coscienza sociale, il rigore morale, e non abbiamo dato un posto di lavoro a quei ragazzi che non erano usciti da un percorso che noi non avremmo voluto assolutamente imbarcare, dalla scuola pubblica o ufficiale. Benedetta sia la scuola pubblica, in tutti i suoi passaggi, fino al compimento del diciottesimo anno di età. Altrettanto benedetta deve essere la nostra funzione, che era quella che avevamo prima della riforma famosa, della 'Moratti', per cui poi sappiamo quello che è accaduto. Allora, noi chiediamo un impegno, un'assunzione da parte vostra. L'abbiamo detto ai capigruppo di maggioranza stamane, con gentilezza hanno accettato. Presidente, noi le riconosciamo intelligenza quanto meno intellettuale e rigore morale, applichi lo stesso rigore, come noi l'abbiamo utilizzato come educatori di ragazzi, per permetterci di giungere a quella riforma nella piena consapevolezza e possibilmente anche come collaboratori".

Presidente Soru:
"Allora, questa mattina con i capigruppo abbiamo chiesto questo: avete fatto una proposta, qual è?".

Intervento dalla sala:
"C'è la proposta che le porteranno i capigruppo."

Presidente Soru:
"Portatela voi".

Intervento dalla sala:
"La situazione non è felice perché, glielo hanno già detto i miei colleghi di Carbonia, noi, le dirò di più, abbiamo sette corsi, due in partenza e altri due per un totale di 11-13 corsi. Siamo tutti personale della 42, tranne il direttore che è 47".

Presidente Soru:
"Quindi volete un'anticipazione?".

Intervento dalla sala:
"Noi vogliamo che, senza perorare, ripeto, non entriamo nel merito, non sta a me. Nell'Enaip il 14 febbraio un funzionario ha preso una parcella di 147.000 euro. Io ho la laurea, dopo vent'anni di insegnamento prendo 1.100 euro quando mi va bene, facendo 36 ore, di cui la maggioranza in classe, con i ragazzi. Ci sono dei corsi di secondo livello, di quella alta formazione che giustamente chiede lei, per diplomati o per laureati, perché si tratta anche di queste persone".

Presidente Soru:
"Cosa insegna lei, se posso chiederlo?".

Intervento dalla sala:
"Io insegno tecnica della comunicazione, programmazione neurolinguistica. La proposta è questa: cercate, in virtù dell'età dei lavoratori, di dare una boccata di ossigeno agli enti, perché se no, l'assunto dal quale siete partiti era un assunto giustissimo, di eliminare dal mercato gli enti che erano ladroni, gli enti che rubavano e le persone che erano scorrette, non regge, perché a casa abbiamo dei lavoratori che possono rimanere sul mercato, cioè, l'ente, l'ente c'è ancora, oppure l'ente presenta i libri in tribunale".

Presidente Soru:
"Allora la proposta è una boccata di ossigeno, anche questi due mesi che noi abbiamo proposto, di stipendio totale, era proprio per dare una boccata di ossigeno, fino ad arrivare alla legge di riforma, ma soprattutto fino ad arrivare nuovamente all'esodo incentivato e al trasferimento. Ci rendiamo conto che stiamo approvando la legge finanziaria in ritardo e quindi c'è un periodo che rimarrà scoperto, di questo periodo dovremo tener conto, questo lo comprendiamo. Non so quale sarà il modo. Un modo possibile è che quei due mesi diventino due mesi per 250, diventino metà per 500, oppure in parte siano coperti da un intervento della Regione e in parte siano coperti, transitorissimamente, anche dalla cassa integrazione, oppure può essere anche che interveniamo in maniera un pochino più ampia, insomma è un dettaglio che può essere discusso, ma sicuramente non vogliamo tapparci gli occhi davanti anche a un ritardo nostro nell'approvazione della legge finanziaria".

Intervento dalla sala:
"Sì, quello che volevo dire è questo: molte cose sono nel disegno di legge finanziaria, gli enti locali faranno la loro parte, a suo tempo, ci sono delle cose da scrivere diversamente, quello lo vedremo in altra sede, è inutile entrarci in questo momento nell'articolo riguardante la (...) il punto è esattamente questo, quello che è stato… da ultimo, e cioè che realisticamente, prima che le misure della finanziaria mi spieghino l'effetto concreto della Giunta, perché a maggio per fare i passaggi amministrativi, diciamo che giugno, facendo le cose celermente, può essere un mese nel quale abbiamo gli effetti concreti. Stamattina so che ci sarà un incontro tra l'assessorato del Lavoro, per vedere le questioni tecniche, i conti, ecc. ecc., questo si vedrà in quella sede. Quello che esattamente serve, che dobbiamo mettere a punto, è una misura che consenta il pagamento degli stipendi, questo è quello che serve. Allora, c'è chi la chiama lettera di credito, c'è chi la chiama diversamente, quello che serve è qualcosa che autorizzi quella che è una misura tampone, che non può essere retta molto a lungo senza misure di carattere strutturale, è esattamente questo. In un modo o nell' altro non c'è liquidità, è questa la situazione.

Presidente, se lei ci può anticipare quella che sarà la riforma del comparto, da cui poi discenderà un eventuale messa a regime del sistema e un eventuale sicurezza dei lavoratori. Se lei ci potesse anticipare questo, io come proposta operativa le chiedo se la legge di riordino può essere scritta sul modello di quanto è stato fatto in Emilia-Romagna e in Toscana, con un progetto delle confederazioni sindacali, un progetto della Confindustria, la Confartigianato, e quelle che sono le rappresentanze del mondo imprenditoriale della Sardegna, per immaginare una legge, un sistema dalla formazione professionale sicuramente flessibile, adattabile alle mutazioni sempre più rapide del mercato del lavoro".

Presidente Soru:
"Allora, la legge di riordino è stata approvata in Giunta e quindi è un documento pubblico. E' sul sito, si può scaricare, credo che abbiate avuto modo di leggerla, chi l'ha voluta leggere. Chi non l'ha ancora vista e la volesse trovare, è sul sito della Regione, oppure può essere ritirata presso qualunque degli sportelli Urp della Regione. Come è stata scritta? È stata scritta esattamente come dice lei, è stata predisposta dagli assessorati regionali competenti, del Lavoro e dei Beni culturali. E' stata scritta insieme a tanta altra gente, peraltro è stato fatto un comitato scientifico per la predisposizione. Ci apparteneva l'ex ministro della Pubblica istruzione, ci apparteneva l'attuale vice ministro alla Pubblica istruzione, che allora era l'assessore regionale in Emilia Romagna, e quindi era stata la persona che massimamente aveva lavorato all'attuale legge dell'Emilia Romagna che lei ha citato. Oltre a questo comitato scientifico poi, c'è stato il confronto con le organizzazioni dei datori di lavoro, che debbono poi assumere le persone che vengono formate, c'è stato il confronto coi sindacati, c'è stato il confronto che lei auspicava, quindi, esattamente è stato fatto quel percorso che lei ha richiamato e ora è in Consiglio regionale per la discussione. Circa la boccata di ossigeno, così terminiamo questa riunione, intanto magari, precisamente, se ne discuterà con l'assessore del Lavoro e in altri tavoli, noi vogliamo portare a termine la riforma e la vogliamo portare a termine senza morti e feriti.

La boccata di ossigeno noi vorremmo che arrivasse ai lavoratori piuttosto che agli enti. Soprattutto abbiamo difficoltà a farla arrivare a quegli enti che riteniamo abbiano ricevuto dei soldi in più, non soldi in meno, poi si vedrà in altri tavoli se li hanno ricevuti. Lei richiamava un ente che magari ha tanto lavoro in futuro, però adesso ha delle difficoltà di incasso, vedremo se possiamo anticipare dei soldi, come abbiamo fatto in altri casi. Credo che vada valutata anche l'ipotesi, in alcuni casi, di utilizzare la cassa integrazione per un mese, 45 giorni, due mesi, quello che sarà necessario, se anche quello può servire. Comunque, in un altro tavolo discuteremo come superare questo passaggio, se dà troppi disagi per i lavoratori, questo sicuramente siamo impegnati a farlo.
Chiudiamo così, grazie".